giovedì, dicembre 28, 2006




RICORDI D'ADOLESCENZA CON POSTILLA AMARA
Io poi, l'anno dopo la Rivoluzione del Geco, sono andata alla scuola Media. E visto che ci andava già mio fratello Paolino anche io sono andata alla ScuolaMediaMerello. La ScuolaMediaMerello tutti la vedono sempre perchè è quel casermone enorme che c'è dal lato del bisagno con i casermoni. Fa schifo. E dentro è anche peggio.
Io le Medie mi hanno fatto schifo. Che piangevo sempre e tutti mi stavano antipatici. E la prof di italiano l'avrei uccisa e quella di scienze io mi ricordo che diceva che Darwin aveva sbagliato.
Però due cose mi sono successe in prima media. La prima dichiarazione d'amore e la lotta fra bande.
La prima dichiarazione d'amore me l'ha fatta il mio compagno di classe Alvaro, che era il primo latinoamericano che vedevo nella mia vita apparte gli esuli cileni in manifestazione, che secondo me era argentino e il suo papà io mi ricordo sicuro che faceva il Fisico. Ma forse non era argentino. Comunque questo Alvaro, a rivederlo adesso, per essere un ragazzino di prima media non era poi male. Ma io, figurarsi. E la dichiarazione va così. Che facciamo la strada insieme all'uscita della scuola. Io avevo una salopette di jeans, me lo ricordo sicuro. Era tipo primavera. Lui chissà. E mi dice Ma lo sai che a me piace una della classe? Ma va? dico io. Indovina un po' chi è, dice lui. Premesso che in classe, di femmine 5 ce n'erano.
E io faccio tutto l'elenco. E' la Chiara? No. E' la Laura? No. La Michela? Ma no! E' la Harmony (giuro, Harmony! E questa è ancora un'altra storia...ndr)Noooo! (...) Sono io?!? Lui diventa tutto rosso. Respira. Mi sorride. E dice. Si.
Io...Io stronza. Io che tutte le cose che mi sono capitate dopo mi sa che sono le maledizioni di Alvaro. Io insensibile. Io rido. Ma rido. Ma rido così tanto. E poi gli dico Ma smettila! E prendo l'autobus.

Perchè una scusante ce l'ho. E questa scusante era AndreaTassara. AndreaTassara era bello. Ma non carino. Bello. Biondo, occhi azzurro ghiaccio. Un sorriso perfetto. Questo fisico che sembrava che di anni ne avesse 18. Non un brufolo.
E la sua storia era questa. Che viveva al Fassicomo coi preti perchè il padre tossico se n'era andato con la scatola dei biscotti con i soldi della famiglia. E la mamma l'aveva lasciato dai preti, ma ogni tanto andava a trovarlo.
AndreaTassara l'avevano già bocciato un anno. E io sempre gli scrivevo i temi. Eravamo amici con AndreaTassara. Anche e soprattutto quando ci si picchiava con quelli del Parini, che erano le medie dall'altra parte della strada. Perchè ci si picchiava? Perchè noi eravamo la Merello e loro il Parini, ecco perchè. Allora io una volta me lo ricordo che si sono appostati con i miniciccioli e poi hanno detto che a qualcuno avevano fatto bruciare una scarpa con il piede dentro, chissà se era vero. In ogni caso AndreaTassara figuratevi se non era il nostro leader. E una volta io e Massimiliano, che poi l'hanno bocciato anche lui, l'abbiamo aiutato mentre due (carogne!) del Parini lo picchiavano tenendolo fermo con la schiena su una macchina.
Da quel momento lì, un sacco amici con AndreaTassara. Sempre nei banchi in fondo, io gli facevo tutti i compiti e lui raccontava improbabili storie di vita vissuta, di sesso improbabile e noi tutti a pendergli dalle labbra. Ma a me diceva sempre un segreto in più degli altri, in cambio del riassunto di inglese.

Poi, tipo 6 o 7 anni dopo, AndreaTassara andava in motorino senza casco in contromano a voltri. E l'ha preso sotto un camion.
Così. Non è che gli era mai piaciuto così tanto vivere. Però a me mi piaceva l'idea di AndreaTassara bello come il sole e il suo riscatto sociale. E invece no.
Mica sempre c'è il lieto fine. Un sacco di volte non c'è.

mercoledì, dicembre 27, 2006



PICCOLI BAMBINI, PICCOLE RIVOLUZIONI
Ecco, io è un po' che voglio partecipare a questa cosa dei ricordi dell'infanzia e mai ci riesco. Adesso che sono convalescente però ce la faccio e vi racconto qualcosa.

Io da bambina sempre che giocavo di più coi maschi. Mi divertivo un sacco di più. Una volta me lo ricordo che io e i maschi nel salone dell'elementare G.B.Perasso eravamo tutti sdraiati e uno alla volta ci camminavamo sulla pancia con le scarpe e tutto per testare la resistenza. fino a quando non è intervenuta la MMM - Meravigliosa Maestra Miranda - chiedendoci se eravamo scemi. Ma secondo me l'abbiamo anche rifatto. Di nascosto, nel cortile dietro, quello dove le suore malvagie ci bucavano il nostro pallone della scuola pubblica. Lo stesso cortile dove ci arrampicavamo sugli alberi, giocavamo a calcio - io in porta, sempre - smerciavamo figurine contro gli appiccichini delle LAGear che commerciava il papà di Silvio e a volte giocavamo ai cartoni animati che io non avevo mai visto ma facevo finta di sapere tutto.

Poi, sempre coi maschi abbiamo fatto una cosa fantastica. Abbiamo fatto la Rivoluzione del Geco.
Succede che un giorno la maestra di Lingua fa un incidente terribile con la macchina. Che noi tutti ci siamo impressionati tantissimo perchè ci hanno raccontato che la sua macchina stava prendendo fuoco e lei era incastrata con la gamba e poi ne è venuta fuori e poi la macchina ha preso fuoco. La nostra maestra Van Damme. Al posto suo ci mandano una supplente che si chiamava Santina. Santina! A noi che eravamo l'unica elementare dove religione cattolica non si faceva. Non era in programma. P'cato. Punto.
E io questa Santina me la ricordo veeeechia: avrà avuto 35 anni!
Allora contro l'Orrida Santina abbiamo organizzato la Rivoluzione del Geco.
Come leaders, mi ricordo io, Silvio, Giulio e Andrea. Però forse c'era anche qualche femmina. Forse Alice e forse Livia, la bambina del PCI che cantava sempre "Felicità è mangiare Bettino dentro a un panino è la felicità".

Succede comunque che un giorno a ricreazione il Bidello Ilario ci dice che è entrato un Geco nella scuola. E che se lo vediamo di dirglielo che così lui lo uccide.
Erano gli anni '80. Negli anni '80 tutti i bambini erano animalisti. Spesso i bambini sono animalisti ancora adesso. Ma negli anni '80 era tutto un wwf, figurine degli animali, tessere della Lipu e No alla vivisezione.
Così noi ci riuniamo. E il nostro soviet decide che non rientreremo in classe: salveremo il povero Geco!
Piano d'azione: corriamo per tutta la scuola urlando NON CONSEGNATE IL GECO AL BIDELLO!!! e poi ci nascondiamo all'ultimo piano in un'aula del sottotetto a fare i piani per come uscire a cercare il geco e poi lasciarlo libero senza che l'Orrida Santina ci catturi e ci faccia studiare Saba.
Io non so quanto siamo rimasti lì. Io mi ricordo tantissimo, mi ricordo che faceva caldo e che ad un certo punto non sapevamo mica più come uscire da quella situazione di merda in cui ci eravamo cacciati.
Giù nel frattempo - adesso che faccio la maestra anch'io - presumo che l'Orrida Santina fosse nel panico, che gli era sparita mezza classe e non sapeva dove.
Insomma, non mi ricordo come ne siamo usciti.
Ci avrà trovato qualcuno, o saremo scesi noi dandoci una scusa ed entrando trionfanti in classe. Non so. Non mi ricordo nemmeno se qualcuno si è arrabbiato. Presumo di si.
E il Geco? ...oddio, il Geco!


VOLETE UCCIDERLO COSI', A FUOCO LENTO??
Così mi tocca di dare una risposta a tutta questa mandria di maledetti gufi che recita spergiuri e riti scaramantici contro la mia guarigione, cosicchè io rimanga a Genova a Capodanno.
E io dico:
ma voi ve lo immaginate il povero Imprevedibile Rivoluzionario, dritto dritto dai monti della ValdiSusa, dove gli abitanti si conoscono non dico per nome, dico per numero di nei sulla schiena, che già è solo la seconda volta che vede me - e già è una bella prova che voi lo sapete che altro che le 12 fatiche di Asterix... - e non contento di tutto questo capita in una casa dove sono riuniti CONTEMPORANEAMENTE:
l'amicaE e il suo sguardo indagatore, il fratello Paolino e il suo giudizio a priori, i reciproci fidanzati/e e tutti i cupidi che svolazzano lì intorno, l'amico G. e PAOLONORIII, la coppia parentale che richiede a gran voce l'ultima hit di Ricky Gianco e il Kggb e la sua inflessibile serietà.

E il conto alla rovescia lo facciamo per contare i secondi della sua permanenza? :O)

martedì, dicembre 26, 2006


CHE SE NO POI MI DEPRIMO, ALLORA...


Non c'è alcun rapporto tra gli asparagi e l'immortalità dell'anima:
gli asparagi si mangiano, l'immortalità no.


(Achille Campanile)

CHE SFIGAAAA
Concedetemi una lamentela.
Premesso che sono mmmmille anni che non mi ammalo.
Premesso che è la prima volta della mia vita che potrei anche permettermi di essere malata ed essere messa sotto mutua.
Premesso che sono in ferie, quindi non posso mettermi in mutua
Premesso che a me il Natale mi ci piace
Premesso che io oggi volevo andare a sentire Dante recitato in Via Garibaldi
Premesso che se c'è una cosa insopportabile è avere le placche in gola e non riuscire a mandare giù neppure un bicchiere di spremuta durante il cenone di natale
Premesso che io il 29 mattino vorrei essere su un treno per Venaus
...
Io invece sono a letto con la febbre che varia da 36 a 39.2, con le placche sulle tonsille che oltre ad essere fastidiose da morire sono anche antiestetiche, con i sudori freddi, con i sudori caldi, con la testa che gira, con la testa che fa male, con uno scazzo ma uno scazzo che l'unica cosa che posso pensare per tirarmi su è che sarrebe peggio se fosse ferragosto.

sabato, dicembre 23, 2006



PER LA LIBERTA' DI STAMPA, PER LA LIBERTA' DI VIVERE INFORMATI

L'ho fatto, ho fatto l'abbonamento al Manifesto.
Perchè la libertà di stampa è una cosa troppo importante per essere lasciata in mano ai giornalisti.


www.ilmanifesto.it


EN PASSANT...

Da "Dialogo su pedagogia, etica e partecipazione politica. Frei Betto - Luigi Ciotti", il regalo di Natale dell' Attrice Bionda

QUANDO I RICCHI SI MOBILITANO SI PARLA DI LOBBY. QUANDO SI MOBILITANO I POVERI SI PARLA DI SOVVERSIONE.


EVVAI COL CINISMO

Serata di scambio di regalini al Piccolo Mondo (cos'è il Piccolo Mondo? Perchè raccontarvelo quando l'ha fatto così bene mio fratello? http://np-salesman.net/andrea/2006_09_17_archive.html - post del 17 settembre).

L'Attrice Bionda e la Tenera Zapatista erano in ritardo di un'ora, così io e il kGGb abbiamo resistito ad un'ora di avances del Vinicio Capossela de no'iatri.
Il quale però, tra una cazzata e l'altra, ha fatto la battuta del secolo.


Era semplice concedere l'eutanasia a Welby
- ha detto - bastava smettere di pagare la bolletta dell'enel

venerdì, dicembre 22, 2006



IL LIETO FINE DI NATALE
Le belle storie hanno tutte il lieto fine.
Figuratevi una storia di Natale.
C'era da aspettarselo.
Non poteva che andare così.
...

Pollicino ha trovato tutte le briciole lì dov'erano state seminate. Gli uccellini del bosco ne sanno sempre una più del diavolo.


DIALOGO SURREALE IN UNA QUINTA ELEMENTARE.

DIALOGANTI: IO (la maestra), IL BAMBINO R. (un po' tonto), LA BAMBINA L. (un po' saputella ma gentile).

BAMBINA L. e BAMBINO R. ALL'UNISONO: maestra, maestra, chi i porta i regali a Natale? Gesù Bambino o Babbo Natale?

IO
: Babbo Natale!

BAMBINA L. FACENDO UNA LINGUACCIA A R.: Hai visto? Hai visto?

BAMBINO R.: Ma maestra, a me qualcuno mi ha detto che è Gesù Bambino

IO: Si, qualcuno lo dice in effetti. Ma tu pensa questo bambino piccolo, con un sacco pieno di giocattoli per tutti...Non ce la farebbe mai! Ci vuole Babbo Natale che è bello ciccio e ha tantissima forza!

(...) Pausa di riflessione

BAMBINA L
. Vedi R.? Bastava pensarci! E' tutta una questione di cervello!

giovedì, dicembre 21, 2006


RACCONTI DI TRENO1
Scusa,, è occupato questo posto? No, bene, perchè così mi siedo qui, che lo so che potresti dire Ma perchè si siede qui che c'è tutto il vagone vuoto? Si, ma io potrei risponderti già, ma anche questo sedile è vuoto e quindi, ah ah, perchè non sedermi qui? Ma è per Milano questo treno? Perchè ero lì a Pavia, l'ho visto passare e sono salito al volo, che meno male che questo è un treno di quelli con le porte non automatiche, che se no magari mi uccidevo a saltar su e poi la porta non si apriva, ma sai io sono un amante del pericolo, faccio parapendio l'hai mai fatto tu parapendio? No perchè è una cosa splendida, te la consiglio proprio, tutta l'adrenalina che ti sale, guarda è magnifico, che il mio papi un po' si è scoglionato che gli spendessi tutti 'sti soldi per il parapendio ma poi gliel'ho detto al mio papi, ohi papi ma c'ho trent anni e tu a trent anni non ti divertivi anche tu? Che poi adesso che ho vinto la borsa di dottorato in diritto pubblico a Padova sarà tutta un'altra vita, che a padova mi hanno detto che ci sono certe gnocche - con rispetto parlando, eh, ah ah - e questa borsa me la sono proprio sudata, che io ero al Collegio Borromeo, a Pavia. Conosci il collegio Borromeo? Ah, sei di Pavia, che lo conosci? No, di Genova? Ah ma siamo famosi in tutto il mondo, noi. Siamo i portavoce della goliardia, facciamo di quelle robe...Che quando ero matricola me lo ricordo un po' come un incubo, ma poi cresci e capisci che è lì che sta il valore del gruppo, la capacità di subire quando è il tuo turno stando zitto sapendo che poi ti rifarai sui più piccoli, sono i grandi insegnamenti del Borromeo. E così adesso vado a fare il dottorato a Padova e chissà come sarà, ma non sono preoccupato, te l'ho già detto che mi piace il rischio? E che faccio parapendio te l'ho già...? Oh, ma non è il Giangi, quello seduto là in fondo? GIANGIII!! Cazzo, è lui, oh Giangi, com'è? Mi vengo a sedere lì, che facciamo due chiacchere, ma è il treno per Milano questo, vero? Perchè ero lì a Pavia, l'ho visto passare e sono salito al volo, che meno male che questo è un treno di quelli con le porte non automatiche, che se no magari mi uccidevo a saltar su...

Signori, un meraviglioso esemplare di cocainomane da treno.


CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE..
Io è un po' più di una settimana che semino indizi, come in una caccia al tesoro. E mi sembrava che qualcuno li raccogliesse. Poi un sms mi ha fatto venire i dubbi. Ma non è che ai maschi sempre bisogna dire le cose in faccia, che le molliche di pane sul sentiero sempre se le dimenticano e le fanno mangiare dagli uccellini del bosco?


RECENSIONE2: SPUTERO' SULLE VOSTRE TOMBE - BORIS VIAN.

sarà anche stato un compagno, eh, un serio compagno. Sarà anche stato un grande scrittore di teatro e un meraviglioso chansonnier. Però, ecco, non è che questo romanzo gli faccia troppo onore..La trama è questa: un nero con la pelle bianca gli ammazzano il fratello. ma questo lo scopri in fondo al libro o nella quarta di copertina. Allora decide di vendicarsi scopazzandosi tutte le donnine bianche di alta borghesia di una provincia americana qualsiasi. Ma che lo faccia per vendetta lo scopri in fondo al libro o nella quarta di copertina perchè fino alle ultime 20 pagine sembra che si diverta lui e che si divertano loro. Poi inizia a fare le avances a queste due sorelle razziste che dicono Oddio Oddio quanto li odio i negri. Allora, quella grande ci sta e quella piccola no. Anche se gli si presenta in baby doll in camera. E ancora sembra una normale roba di sesso. Ah, nel frattempo, anche un capitolo di lui e un altro che vanno in un bordello con le bambine. Non credo per vendetta, la quarta di copertina non lo dice. Ultime 20 pagine, lui dice esplicitamente che è una vendetta, una tremenda vendetta. Ne ammazza prima una e poi l'altra e poi ferito si fa rincorrere dalla polizia, tipo Thelma e Louise.
Va bene la contestualizzazione, eh, che nella Francia degli anni '60 era un libro provocazione. Ma io, dall'autore di Generali a Merenda e del Disertore mi aspettavo qualcosa di più di un James Dean in salsa pulp.

domenica, dicembre 17, 2006



UN DIVERTENTE DIVERSIVO PER LA DOMENICA
Domenica pomeriggio veramente tranquilla, invernale, con questo cielo grigio e io che prima mi abbandono al calore del piumone leggendo Boris Vian, poi mi alzo e decido che metto a posto i libri, che non stanno più da nessuna parte.
E una volta che ho messo a posto i libri, allora tanto valeva mettere a posto tutta la camera, e pulire il corridoio, e l'ingresso, e la cucina. L'amica immaginaria non poteva crederci. Io neppure, s'intende. Cenerentola innamorata.

Mentre sono lì che passo la cera (la cera!) canticchiando la Mannoia in duetto con Caetano Veloso,con risultati pietosi, mentre l'amica immaginaria disegna scenografie per l'esame di un altro e lo scrocchinquilino fa finta di studiare pur di fare qualcosa, suonano alla porta.

E' il vicino di sotto che chiede 1 € per il regalo di natale per il signore che lava le scale.
Ma certo, si figuri, vuole entrare per un caffè?
No grazie, scappo subito. Volevo dirvi ancora una...ehm ehm...una cosa.
Dica, dica..
No, niente...L'inquilino dell'appartamento sotto al mio, cioè due piani sotto rispetto a voi, ha chiesto se ehm ehm, se potete fare un po' più piano di notte...
Ah, certo, sa noi torniamo tardi, magari con le scarpe...
No, no..nel senso, più piano con i letti. Che cigolano. A mezzanotte, all'una, alle due, alle tre...
(...) pausa
(...) pausa
(...) pausa
... eh, sa, sono letti ikea...!

sabato, dicembre 16, 2006





RECENSIONE 1 - FALANGE ARMATA

Io forse adesso dico una cosa che per voi che c'avete la TV è banale, però io l'ho scoperto ieri che l'ispettore Coliandro di Lucarelli è un personaggio geniale.
Che io lo so perchè me l'ha detto G., il sopravvissuto alla guerra di Spagna, che su questo personaggio geniale di Lucarelli ci hanno fatto un telefilm alla Tv, ma io invece ho letto il libro.
Che è uno di quelli della lista.
E' Falange Armata.
E questo ispettore Coliandro è fantastico, perchè è proprio un poliziotto. Razzista. Omofobo. Macho. Con la macchina truccata. Bigotto. E stupido. Ma stupido. Ma così stupido che è proprio un poliziotto.
C'è da dire che Lucarelli è un buonista, che questo ispettore Coliandro è un po' troppo corretto per essere un poliziotto vero. Però, se concediamo a Lucarelli un po' di licenza poetica, è forse uno dei personaggi di gialli che mi sono piaciuti di più di sempre.
Perchè io leggevo Ellery Queen, tantissimo, perchè mi piaceva un sacco questa cosa dei gialli senza morti.
Poi leggevo Conan Doyle, che Sherlock Holmes a me mi è sempre piaciuto un sacco, con tutti quei violini e quella pioggia fitta di Londra.
Poi ho letto 10 piccoli indiani e mi ha fatto così paura che il mio rapporto con Agatha Christie lì è finito.
E poi più o meno basta. Che i gialli non sono proprio la mia passione. Un po' di più i noir. Ma i gialli, insomma.
Fino a questo ispettore Coliandro. Che sarà che lo picchiano sempre, che lo salva una punkettona che sembra uno dei personaggi della mia adolescenza, che alla fin fine sgomina una banda di neofascisti, che fa una figura di merda dopo l'altra. Che sembra tantissimo la GuardiaGiurata che conosciamo io e l'amica E. Non so, insomma.
Ma mi è piaciuto così tanto che meno male che è edito Einaudi Stile libero che costa 8,50€ altrimenti ero finita.

giovedì, dicembre 14, 2006



MA CHE BELLA FACCIA, MA CHE BELLA FOTO2

(il bambino, of course)



GENIALE, QUESTO FILM, ASSOLUTAMENTE GENIALE.

" Il 70% delle donne simula l'orgasmo".
"Il 70% degli uomini è un cretino".

SHORTBUS

mercoledì, dicembre 13, 2006



HO VISTO COSE...

Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare.
Ho visto un collegio docenti di circoscrizione didattica.
Ho visto mandrie di insegnanti in una classe piccola.
Ho visto il direttore chiedere di votare per tenere o meno lo stesso modulo di pagella dell'anno precedente.
Ho visto scattare in piedi la mozione Con voto di religione a parte
Ho visto scattare in piedi la mozione Ma senza voto di condotta
Ho visto professori votare per alzata di mano.
Non ho visto nessuno contare i voti.
Ho visto l'insegnante che chiedeva di mettere a verbale la sua astensione.
Voti totali: favorevolo Boh, contrari Boh, astenuti uno.
Ho visto scattare una rissa per la bolletta del telefono.
350€ alla Scuola Media B.
Ho visto il direttore imbarazzato dire Sono stati chiamati dei numeri..ehm ehm..particolari
Ho visto le insegnanti ridacchiare
Ho visto le insegnanti arrossire
Ho visto i professori litigare per decidere di chi fosse la colpa
Ho visto prendere la decisione speriamo non lo sappiano i giornali
Ho visto votare all'unanimità la mozione Speriamo che non lo sappiano i giornali.
Ho visto i professori parlare, parlare continuamente mentre parlano gli altri
Ho visto maestre al telefonino
Maestre che non si tolgono la giacca per andare via prima
Ho visto parlare di Pof e Poffino
Ho visto maestre sedute sulle sedie della materna perchè grandi non ce n'erano più.
Ho visto una riunione inutile mentre leggevo le quarte di copertina dei miei libri nuovi.


UN QUARTO D'ORA DI GIOIA PURA

Dopo 4 volte che mi immergo da Feltrinelli con carta e penna e segno titoli, titoli, titoli di libri che voglio comprare, questa volta ho deciso che era arrivato il momento del Grande Acquisto.
E con il mio regalo di compleanno mi sono intrufolata in pausa pranzo e, complici i miei appunti dei giorni precedenti, ho speso tutti i 114€. In un quarto d'ora. S'intende che non ho preso neanche uno dei libri che avevo deciso di prendere. neanche uno. Invece ho preso:

- La guerra dei bambini - un malloppazzo di N. Stargardt sulla storia dell'infanzia, che è proprio la mia passione e valeva tutti i soldi che mi chiedeva

- Gli artigli del puma di P. Verdugo - che è quella che scrive questi libri bellissimi su Allende e Pinochet, che era proprio il momento di prenderlo e poi c'è la prefazione di Italo Moretti che è l'ultimo che mi ha fatto piangere in biblioteca

- Vedi alla voce: amore - che a dispetto del titolo che sembra una di quelle strenne natalizie della Mondadori, invece è un romanzo di Grossman

- Sputerò sulle vostre tombe - di Boris Vian, quello del "Disertore" per capirci; e di Generali a Merenda. E di tutte quelle cose bellissime e anarchiche e seppur anarchiche bellissime, e bellissime anche perchè anarchiche.

- Vent'anni che non dormo di M. Archetti che l'amicaEma mi ha detto che è così bello, che potevo dirle di no?

- Falange armata di Lucarelli, che ho deciso che da qualche parte con Lucarelli devo pure iniziare

- Noi la farem vendetta - che è il nuovo paolo Nori sui morti di Reggio Emilia, allora ho deciso che GIVE NORI A CHANCE per riscattarsi dai suoi precedenti libri illeggibili

- Nada - che non so chi è questa Laforet che l'ha scritto, ma è un romanzo di spagna dopo la guerra civile e ha un profumo buonissimo, delle edizioni Neri Pozza che sono così belle sempre

e...rullo di tamburi...

- Settentrione di...Louis Calaferte!!!! Quello di c'est la guerre, la passione della nessie che finalmente (finalmente!!) hanno tradotto.

E adesso si che posso andare ai colloqui con i genitori e al collegio docenti con sorriso smagliante e Santa Sopportazione.

martedì, dicembre 12, 2006



CHI NO TAVA A CAPODANNO NO TAVA TUTTO L'ANNO

Noi a capodanno si pensa proprio di tornare a Venaus.
Noi vuol dire io, l'amica immaginaria, si spera l'amico Jennifer e l'Imprevedibile Rivoluzionario, l'Attrice Bionda e il Fidanzato Fotografo che hanno una casa da quelle parti e già hanno detto di si, il KGGB che già ha provato a buttar lì la sua presenza.
E poi tutti quelli che si vogliono aggiungere, in primis l'Amica E. e il Moderato di Riferimento, ma anche il Fratello e la Fidanzata a Prova di Melassa...
insomma, noi a capodanno si pensa proprio di tornare a Venaus.
E voi?
MA CHE BELLA FACCIA, MA CHE BELLA FOTO.

lunedì, dicembre 11, 2006



UNA RISATA LI SEPPELLIRA'
Che non si può sempre deprimersi, però.
E allora, il link al calendario dei Cassintegrati.
Che quest'anno io ci tengo anche di più, che quelli del Manifesto si cassintegrano e io faccio l'abbonamento perchè non ci posso neanche pensare che mi chiude l'unica buona ragione per svegliarmi la mattina.
Scusate, sto di nuovo rischiando il discorso serio.

http://www.repubblica.it/2006/10/calendari/amatoriale/cassaintegrati/cassaintegrati/1.html

UNA COSA PEGGIO
Io penso che pinochet abbia fatto una cosa peggio di fare il golpe, di uccidere il presidente, di uccidere victor jara, di tagliargli le mani, di ammazzare la gente allo stadio di santiago, di torturare la gente allo stadio di santiago, di prelevare di notte i comunisti e di farli sparire, di rapire i bambini dei comunisti e darli alle coppie del Barrio Alto, di creare la Carovana della Morte, di ammazzare sindacalisti, intellettuali, insegnanti, operai, di inaugurare il liberalismo, di mettere i soldi del popolo cileno su conti alle Caymann, di imprigionare le donne incinte, aspettare che partorissero e ammazzarle il giorno dopo.
Di far morire Neruda.
Io penso che Pinochet ha fatto una cosa peggio.
Ed è stato uccidere la più bella idea del '900, quella di una democrazia socialista, quella degli intellettuali, quella del latte nelle scuole, quella dei murales, delle canzoni, del teatro popolare. La più bella delle democrazie. Il più bello dei paesi.
E' stato il più grosso dei figli di puttana perchè ha ucciso la più bella delle idee.

NO TAV
Sono tornata da Venaus. E ho così tante cose da dire e da raccontare che non so da che parte cominciare.
Come sabato sera che ho chiesto all'Insospettabile Rivoluzionario di fermare la macchina e sono scesa a vedere le stelle incredibili della valdisusa e le montagne incredibili ricoperte di neve incredibile intorno alla valdisusa e a sentire il freddo incredibile sulla pelle nella valdisusa; e una volta di nuovo in macchina mi chiedevo come farò a descrivervela una cosa così?
E anche tutto il resto, come faccio a descrivervelo? Queste migliaia di persone raccolte intorno ai fuochi, intorno alla stufa, nel tendone un po' riscaldato e un po' no, a cucinare e mangiare polenta, e frittelle di mele, e fagioli e vinbrulè. E a cantare, a cantare tantissimo. E a camminare nella pioggia e nel vento con le fiaccole, ad un anno esatto dalla riconquista di Venaus, che è stata una vera vittoria popolare, di quelle che non ci siamo proprio più abituati.
E le chiacchere, e i bambini che disegnano con il dito pucciato nel vino, e il fango del primo giorno che fa un rumore come se qualcuno avesse tolto il tappo del mondo, quando ti risucchia la scarpa.
E le stelle, mamma mia, le stelle.
E le chiacchere, e le discussioni, e i giornali letti ad alta voce, e le previsioni, e i pulman dalla calabria e dalla sicilia, e le canzoni popolari, e i racconti della resistenza, e nessuno che ci crede se dico che Ma se ghe pensu proprio non la so, e l'amico Jennifer e il nuovo amico Insospettabile Rivoluzionario, e l'AmicaImmaginaria e le sue passioni improbabili, e le chitarre e i cartelli sui muri e i bambini che giocano a calcio a due gradi e si muovono come pupazzi di neve sul prato, e io che provo a lanciare lo slogan sotto la pioggia gelida "Va bene, venaus, sei il primo della lizza ma la prossima volta manifestiamo a ibiza" ma nessuno che mi viene dietro chissà perchè - perchè non c'era l'amica E, ecco perchè - e l'idea che capodanno si si lo andiamo a fare lì, e la visita notturna all'abazia più bella del mondo, e le luci sotto di noi, e il Teorema della distribuzione costante degli agriturismi, e la cioccolata calda alle castagne, e i bignè rubacchiati, e la ricetta delle frittelle e la cucina economica, e i carabinieri che ci fermano e ci guardano e dicono Andate pure, e i sudori freddi, e la mattina accoccolati nel letto, e i racconti dei partigiani che l'anno scorso finalmente stavano per dire dove diavolo li avevano nascosti i fucili nel '45 ma non l'hanno fatto ancora una volta, e cantare de andrè sotto la pioggia, e il cappello scaldato sulla stufa, e i baci della partenza, e svegliarti il lunedi mattina per andare a lavorare e essere in un'altra città, e il caffè alla stazione e andare a lavorare con tutta un'altra faccia, tutto un altro sorriso.

Ma come faccio a raccontarvelo tutto questo?

giovedì, dicembre 07, 2006


SI MUORE SEMPRE DUE VOLTE

c'è stata una notte dove io e l'amicae siamo morte ad Avigliana, che tornavamo dalla manifestazione NOTAV di Chambery, e ci hanno chiuso fuori dal tunnel del frejus e allora io e l'amicae abbiamo perso l'ultimo treno per genova e allora ci hanno chiuso in questo centrosociale di avigliana. e io ho detto all'amicae ma non è che ci sono i fascisti ad avigliana, che qui dentro ci siamo noi due sole e fa freddo e c'è buio, e l'amicae ha detto Figurati, fascisti ad avigliana...!
E due giorni dopo i fascisti hanno tirato una bomba carta nel centrosociale di avigliana, ma noi tanto eravamo già morte. di freddo. senza neanche l'aiuto dei fascisti. Tutto da sole, nelle nostre coperte bagnate di muffa, fredde e sconsolate. Così siamo morte lì.
Così per forza che adesso ci devo tornare. Prima ad Avigliana e poi a Venaus.
Parto per il campeggio NOTAV.
Ci vediamo martedi.

martedì, dicembre 05, 2006



IL PAPAVERO E IL TRENO
Che c'è una cosa difficile, in questa primavera, ed è sentirsi un po' meno felice degli altri.
Allora si trovano le ragioni per essere felici uguali, o di più, e le ragioni sono poi quelle del post di ieri, che sono il treno che ti aspetta, il week end a Venaus, un amico alla stazione, la scuola con centomila gradini, uno stipendio a fine mese.
Che sono cose belle, sono cose importanti, sono importanti come un papavero a primavera. Uno, però.
E poi ti succede che ti sembra che anche quel papavero lì intanto non basti, e poi che neanche quello riesci a godertelo come lo vuoi.
Che c'è una buona ragione...magari un treno che passa di lì, vicino alla massicciata e gli strappa i petali, al papavero...non è mica colpa del treno, eh, però intanto il papavero, che già era uno solo, rimane lì a metà.
Allora ti senti soffocare come se di colpo fosse luglio, uno di quei lugli così afosi che ti manca il respiro.
Non è mica colpa del treno, non è mica colpa dell'estate, che hanno le loro ragioni per arrivare, ma ti sembra che non respiri più.

lunedì, dicembre 04, 2006



C'E' UN MOMENTO CHE ARRIVA LA PRIMAVERA...

...E se arriva a marzo è la primavera quella dei fiori e dei pollini e dei profumi e delle magliette.
Ma se arriva a dicembre, questa primavera, che meraviglia...Una primavera natalizia, un fiore che sboccia all'ultimo dell'anno.
Che questa primavera ci sta facendo sorridere tutti, per ragioni diverse, ma ci rilassa, questa primavera natalizia, come qualche goccia di prozac in un barattolo di nutella.

E si manifesta come può, questa primavera, ma sempre che non ce l'aspettiamo. Che magari è una fidanzata pavese e magari è un lavoro ben pagato, e magari è un week end in val di susa o magari è lo smettere di litigare anche se - o proprio perchè - si è innamorati.
Ed è un bel film, questa primavera, o una bella domenica pomeriggio con gli amici.
O ancora è la costruzione di un futuro o un passato che un po' ritorna.
E' un fratello che ride, è una sorella saggia, è un caffè la mattina con gente strana in cucina, è un'amica immaginaria che ci fa ridere, è una classe di bambini che ti stanno simpatici.
E' la bellezza di potersi permettere un maglione, un mascara, un abbonamento al Manifesto.
E' Pinochet che muore.
E' un'amica bionda che fa ridere tutti, è un buon piatto del contadino, è l'idea di un capodanno lontani.
E' un post che ti fa ricordare pomeriggi alle elementari, è un altro minestrone a scuola, è una programmazione didattica, è un punto d'inizio.
E' impacchettare un regalo, è un piumone morbido, è una scuola con centomila gradini.
E' un progetto che funziona, è un invito a pranzo, è una gonna che hai visto in vetrina.
E' una tintura per i capelli, è un appuntamento, è un treno che ti aspetta venerdi.
E' uno spettacolo di Moni Ovadia, è un incastro che funziona, è un amico che ti aspetta, è un messaggio alle 5 del mattino.
E' la pioggia di marzo, è quello che è.

venerdì, dicembre 01, 2006



BREAKING NEWS

Mi hanno chiamato LE SUORE MARCELLINE (!!!!) per sapere se ero interessata ad una supplenza annuale.
Le suore!
A me!
Quasi quasi ci vado...

POSTE ITALIANE - UN MERAVIGLIOSO SPACCATO DELLA SOCIETA'

Io ho una giacca verde che è tipo un eskimo ("...bisogna saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà...").
E su questo tipo eskimo io sono due anni che ho la spillina con scritto
LA SCUOLA SONO IO
NO ALLA RIFORMA MORATTI
E io sempre la metto quando vado a scuola, altrimenti dove dovrei metterla? e a scuola mica nessuno dice niente, che lì la Moratti la odiano tutti, figurarsi.
Poi però ieri dopo la scuola sono andata alle poste a mettere ben 75euri sul conto della Gloriosa Compagnia Teatrale.
Ero il numero C831
Bippa il C831 dopo un quarto d'ora allo sportello con dietro una signora con una faccia, ma con una faccia che però la faccia gliela si poteva perdonare, che erano le 18.45, povera signora delle poste.
Ma aveva anche una spilla, ma una spilla che quella non gliela si poteva perdonare neanche alle 18.45, che era un barboncino tutto d'oro con la coda di stoffa. Non si può dire quanto faceva schifo.
E io guardo schifata la sua spilla. E lei guarda schifata la mia spilla.
E mi dice:
- E cosa state preparando, con quella spilla, una rivolta?
E io lo ammetto che non ce l'ho avuta la risposta pronta. Un po' per il barboncino, un po' perchè mi ha proprio preso in contropiede con quella sua aria tutta schifata, così ci ho messo quei 5 o 6 secondi.
Ma poi le ho detto:
- Eh, una rivolta, un golpe, una rivoluzione...vediamo cosa votano i consigli di classe...!
E lei non ha detto più niente.
Chissà, magari pensava che dicessi per davvero.
La prossima volta vado a pagare la bolletta del gas con una maglietta con su Pol Pot.
Chissà quante altre cose divertenti mi riserva il Meraviglioso Mondo delle Poste Italiane.

giovedì, novembre 30, 2006


ERA MEGLIO CHE MORISSE DA PICCOLA, SOFFOCATA DA UN CAVATURACCIOLI...

Io una così ce l'avevo in classe. Non mi ricordo in quale classe. Escludo le elementari. Forse i primi due anni delle medie. Forse quando ho cambiato, alle medie del Conservatorio. O forse, probabilissimo, in una delle due sezioni del Colombo Classico. Allo sociopsicopedagogico no, lo escludo, che una così l'avremmo picchiata e adesso si vedrebbe la dentiera.
Comunque una così io ce l'avevo in classe. Stessa faccia. Bionda. Che questa in effetti è tinta e tinta da schifo, e quella forse era bionda vera. Ma tanto bisogna essere bionde dentro per andare ad una manifestazione di Forzitalia, e quelle lì sono bionde dentro tutt'e due.
In ogni caso questa qui, che aveva un nome corto, qualcosa come Chiara, Laura, Sara, questa Chiara o Laura o Sara non la si vedeva mai. Sempre da sola nel suo banco, tanto che non mi ricordo neanche che classe era perchè non riesco a collegare la faccia ad un contesto.
Però mi ricordo che aveva un gatto, questa Chiara, Laura o Sara e sempre parlava del suo gatto. Anzi era una gatta. Bianca col pelo lungo. Aveva tutte le foto sul diario, quelle me le ricordo.
E suo papà non pagava le tasse.
Me la ricordo questa cosa, perchè quando lei non parlava della gatta con il pelo lungo parlava di suo papà che era troppo furbo perchè non pagava le tasse.
Che a me già i gatti non mi piacciono, ma mi piacciono meno quelli che non pagano le tasse.
E così adesso Chiara, Laura o Sara disegna magliette con scritto "Il leone della libertà" o i boxer con scritto "ho pagato le tasse di Prodi" e fa le foto con il "kit di Forzitalia in manifestazione". E chissà come si diverte.
E chissà dov'è la sua gatta con il pelo lungo, che se la incontro la metto sotto con la macchina.

mercoledì, novembre 29, 2006



5a D, CAMPO DE' FIORI.

I bambini mi dicono che oggi in realtà c'era la verifica di scienze.
E io dico ai bambini che non sono d'accordo a valutare una persona la prima volta che la vedo. Come faccio, dico ai bambini, a darvi un voto senza neanche conoscervi? E' sbagliato, dico.
Così prendiamo il quaderno di scienze e ci mettiamo a parlare di Galileo Galilei. E nasce una discussione: ha fatto bene ad abiurare, Galileo Galilei? Voi cosa avreste fatto?

Entra la maestra di italiano.
I bambini hanno da fare la verifica di scienze, mi dice, sui pianeti del sistema solare.
Veramente, dico io, si stava facendo un'interessantissima discussione su Galileo Galilei: qualcuno pensa che abbia fatto bene ad abiurare altri pensano che non avrebbe dovuto farlo.
La maestra ha lasciato detto di fare la verifica, mi dice quella di italiano, mica di parlare di Galileo Galilei.

Così ho abiurato e abbiamo fatto la verifica. E hanno scritto cos'è il nucleo, hanno disegnato un vulcano, hanno detto di Pompei, di Ercolano, hanno unito con una freccia le affermazioni e i pianeti corrispondenti ("è il pianeta più freddo" "è il pianeta più lontano dal sole"...) e hanno dato la definizione di Astro, di Pianeta e di Nebulosa.

Mai un Giordano Bruno nei paraggi, quando servirebbe.

martedì, novembre 28, 2006


SEPARATI ALLA NASCITA




LETTERINA

Caro Babbo natale,
io quest'anno vorrei un sacco di cose che sono: le balene che non si spiaggiano più, uno tsunami su Rimini, Riccione e il Billionaire a Ferragosto, un inedito di Fabrizio De Andrè, una libreria di 500.000 volumi, una casa diecimila scalini mille anni e non so più quanti bambini, Salvador Allende presidente del consiglio, Sepulveda che mi racconta le fiabe della buona notte, C'est la guerre al festival del teatro di Avignone, un viaggio in Cile con una moto e poi però non voglio morire in Bolivia, i giornalisti di Libero in Cassa Integrazione al posto di quelli del Manifesto, il profumo sul cuscino che non va via già la mattina dopo, i capi di H&M a cucire magliette orribili in Vietnam, la decrescita, il tempo per cucinare le torte, la chiarezza mentale, dei capelli che tengono la piega, il teletrasporto, una casa con tutti i miei amici per fare le chiacchere, trovarmi in un film di Truffaut, la foresta pluviale che invade Manhattan, i SUV fuorilegge, io e il prof. Baher sotto la pioggia sporchi di fango.

Caro Babbo Natale, questo è proprio quello che vorrei.
Però se proprio non ce la fai io mi accontanto anche di:
un mascara di Coin, dei maglioni aderentini e delle magliette a maniche corte con lo scollo che lascia fuori le spalle, delle collant belle colorate, il film di Deaglio, il libro con le prime pagine del Manifesto, le cuffie per l'ipod ma non quelle proprio per 'ipod anche altre che costano meno, un paio di jeans taglia 44, una borsa indiana ma elegante, un cd pieno di Mp3 che non ho, collane e orecchini a costo zero.

E se spuntasse fuori un innaspettato zio d'australia, nonno d'america, bisnonno d'argentina, l'abbonamento a coupon al Manifesto.

Grazie
Un bacino sul naso freddo
La nessie

... DEL LUNEDI E DI ALTRE SCIOCCHEZZE


"... Rivedersi era come rinascere ancora una vooolta-a..."

lunedì, novembre 27, 2006

DELLA GIOIA E DELLA PERFEZIONE DI ESSERE AL POSTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO.

Io, quando hanno eletto il papa nazista non ero al posto giusto. Ero seduta sul mio letto a cucire la scenografia per uno spettacolo, tutta sola, con la radio che "habemus papam...".
E quello non era il posto giusto, il posto giusto sarebbe stato essere con Mario Monicelli che poi ha detto quella cosa bellissima, che ha detto: "se io facessi un casting per scegliere l'attore a cui fare interpretare un papa, io uno con la faccia di ratzinger non lo selezionerei mai". Quello era il posto giusto.

Invece ieri, ah ieri, ero nel migliore dei posti possibili a vedere il collasso del berlusca.
Perchè ero a casa dei genitori del mio amicissimo JP: Cervesina, nella bassa vogherese (!).
E io ci voglio bene ai genitori del mio amicissimo JP, però ecco, che io la prima volta che sono entrata a casa loro e ho visto le spilline di Forza Italia io quasi quasi torno a genova in monopattino, che santo dio io non ci sono abituata. Che io penso sempre che quelli che votano forza italia non esistono veramente, è un trucco, che li creano a cinecittà. E invece loro esistono, che li conosco proprio e nonostante tutto ci voglio un po' di bene.
Ed eravamo lì, nella cucina di cervesina a mangiare polenta, mica cus cus, e a litigare di politica (perchè ci voglio bene, ma mica che li faccio passare indenni attraverso le forche caudine delle mie convinzioni)...e di colpo berlusconi collassa in tv.
E io e tutta la mia compagnia teatrale gramsci29, che si chiama Gramsci29 per un'altra ragione che non è Gramsci, ma anche un po' per gramsci, e tutti eravamo lì tra la polenta svuncia di cervesina e un bicchiere di rosso corposo, io e tutta la mia compagnia teatrale gramsci29 ci si mette ad applaudire, a saltellare sulle sedie, a dire in coro "un ictus! un ictus!".
E il nonno partigiano del mio amicissimo Jp ci guardava dalla foto sulla credenza, il Comandante Bill.
E quello era tantissimo il posto giusto al momento giusto.

ED, IMMANCABILE, ECCO LA RICETTA.


Torta di zucca e cannella

Ingredienti :
450 g di pasta frolla 700 g di zucca 1 mela renetta 80 g di uvetta una arancia non trattata 120 g di zucchero 20 cl di panna 3 uova 40 g di burro 1 cucchiaio di farina 1 bustina di vanillina 1 pizzico di cannella

Ricetta :
Monda la zucca e la mela e tagliale a cubetti. Gratta la scorza d'arancia. Fai bollire l'acqua in una piccola casseruola, poi tuffa l'uvetta per 30 secondi circa. Sgocciola l'uvetta. Spremi l'arancia e versala sull'uvetta. Lascia marinare. Fai fondere il burro in una casseruola, aggiungi la zucca e la mela e lascia cuocere finché saranno spappolate. Aggiungi l'uvetta, lo zucchero, la vanillina, le uova e la cannella. Mescola bene il tutto e metti da parte. Scalda il forno a 210°. Stendi la pasta frolla su uno stampo da dolci e copri con carta da forno. Adagia qualche fagiolo sulla pasta frolla e metti in forno per 10 minuti. Quando la pasta sarà cotta guarniscila con la preparazione. Metti in forno ancora per 30 minuti e servi.
MAI PIU' SENZA: IL TEST DELLA TORTA! LA NESSIE "TORTA DI ZUCCA"
You Are Pumpkin Pie
You're the perfect combo of uniqueness and qualityThose who like you are looking for something (someone!) special
What Kind of Pie Are You?

venerdì, novembre 24, 2006



"QUANDO SI TRATTA DI ANDARE A LETTO NON C'E' DIFFERENZA TRA UN POETA, UN PRETE O ADDIRITTURA UN COMUNISTA". ("IL POSTINO")

E prima Gillo Pontecorvo
e poi Robert Altmann
e oggi è morto Philippe Noiret...

Eccheccazzo...

Ma ha suonato Elton John, all'ultimo festival di Cannes?

giovedì, novembre 23, 2006



COME MADAME CURIE

Prima scena:

Io, mi suona la sveglia, tiro fuori un piede, ritiro dentro un piede. Tiro fuori l'altro piede, ritiro dentro l'altro piede. Allungo una mano, ritiro dentro la mano. Apro gli occhi. Li richiudo. Alla fine mi alzo. Ci sono voluti 35 minuti.

Seconda scena:

Io, avvolta in una coperta di lana rossa e grigia, maglione pesante, calzini di lana, capelli tirati su con una pinza, occhiali appannati, the caldo in una mano, con l'altra scrivo - solo con l'indice, per non tirare fuori tutta la mano dalla coperta - la tesina del Master.

Terza scena:

Apro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Caccio la testa sotto l'acqua. . Aspetto 5 minuti gocciolante nel lavandino. Riapro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Ricaccio la testa sotto l'acqua. Che a questo punto è freddina. Fredda. Chiudo il rubinetto. Mi metto lo shampoo sui capelli. Riapro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Mi scacquo la testa sotto l'acqua. Che a questo punto è freddina. Fredda. Chiudo il rubinetto. Aspetto 5 minuti gocciolante e insaponata nel lavandino. Riapro il rubinetto dell'acqua calda. L'acqua è fredda. Fredda. Fredda. Freddina. Caldina. Ricaccio la testa sotto l'acqua. Che a questo punto è freddina. Fredda. Chiudo il rubinetto.
Ho ancora un po' di shampoo sui capelli. Che si fottano. Accendo il phon. Asciugo i capelli. Rimango con il phon acceso un sacco di tempo più del necessario.

Quarta scena:

Esco di casa. Apro il portone, faccio le scale, arrivo in strada e, tra vento e pioggerella umida, finalmente comincio a scaldarmi.

Trama:

Ci si è rotta la calderina.

mercoledì, novembre 22, 2006


BEN PIU' DI MIA MARTINI

A proposito del circolo Mia Martini di cui mi eleggo come minimo portavoce se non presidentessa, visto il periodo...

Premesso che non sono una che chiamerebbe Vanna Marchi per un pugno di sale, che non uso le bamboline voodoo neanche quando servirebbe, che non credo nei segni zodiacali e che non so calcolare il mio ascendente nè quello degli altri, che se bisognasse credere alla lettura della mano dovrei essere già morta tre volte e che i fondi del caffè li guardo solo perchè secondo me fanno dei disegnini bellissimi...
...premesso questo, io c'è una cosa a cui credo. Ed è che Elton John porta sfiga.

E chiedetelo a Lady D., a Freddie Mercury, a Versace, a Nurejev se non è vero che porta sfiga, alla faccia della profezia che si autoavvera!
In ogni caso, se non bastasse il premio dei Guinnes dei Primati per il maggior numero di partecipazioni ai funerali, questa è l'ultima del baronetto per convincere voi scettici e razionali:
l'ultima è che la Spice Girl anoressica, quella che sembra su una copertina di Vogue anche quando va a fare la spesa, quella che ha il marito che sembra Ken il marito di barbie, quella lì non si sa come ha avuto dei figli. Un tot ne ha avuti, mica uno. Tre, mi sembra.
Di questi tre, uno ha l'epilessia. Uno solo. E qual'è? Quello che il suo padrino è Sir Elton John!

Io, se potessi, Elton John gli farei fare un concerto al prossimo meeting della Banca Mondiale.
NON POTEVA CHE CONCLUDERSI CON UNA DIAGNOSI COSI', QUESTA GIORNATA DI ASTRI INVERSI


martedì, novembre 21, 2006



COSì MI SENTO, OGGI:

Io invece oggi mi sento meno letteraria dell'Amica E.
Mi sento come gli alieni di Indipendence day.
Che c'è sempre un dannato presidente degli Stati Uniti tra me e la conquista del mio mondo.

lunedì, novembre 20, 2006




VOLGARITA' ECOLOGISTE

...e per restare in tema di demoni, mondi Disco e sparare sui missionari, vi racconto anche la Campagna Anti-SUV che io e il Compagno Pastore abbiamo progettato sabato sera.

Avvertenza: la campagna anti-SUV prevede l'utilizzo di termini che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Continuate a leggere solo se maggiorenni, ecologisti e dotati di ironia.

Nella versione originale, la campagna anti SUV prevedeva un volgare (uuuh, quanto volgare) appiccichino da attaccare sulle nostre macchine sfigate con scritto "No SUV: A ME DI GRANDE BASTA IL CAZZO".

Maschile, volgare. Il miglior modo di Predersi delle randellate. Randellate ecologiste per una buona causa. Ma insomma.

Quindi l'idea è stata migliorata, raffinata, e metaforizzata.

E adesso prevede ronde notturne per attaccare sui SUV medesimi il seguente appiccichino:

TUA MOGLIE MI HA DETTO CHE A ME NON SERVE LA MACCHINA GRANDE.
NO SUV.

Così, una campagna freudiana.
Un po' volgare forse. Ma efficace.


COSI'...CHE L'HO LETTO E MI SEMBRAVA CHE CI STESSE BENE CON IL PERIODO

"... Cosa abbastanza peculiare, gli dei del Mondo Disco non si sono mai preoccupati di giudicare le anime dei morti e così le persone vanno all'inferno se lì è dove credono, nel profondo del cuore, di meritarsi di finire. Non ci finirebbero, ovviamente, se non ne conoscessero l'esistenza.
Questo spiega perchè è importante sparare a vista sui missionari".

(Terry Pratchett, "Eric" )

venerdì, novembre 17, 2006



POPULISTI LILLIPUZIANI

Io non so cos'è successo, che di colpo il blog dell'amichEma è diventato un posto dove ci scrivono tutti e commentano tutti. Tipo una cosa che il blog dell'AmichEma adesso sembra il blog di Beppe Grillo. Che in fondo fa piacere che la gente legga l'AmichEma invece di Beppe Grillo, però che io così adesso mi leggo i commenti del blog dell'AmichEma e me lo ritrovo tutto pieno di populismo.
E allora io non lo commento più, ma ci scrivo un post mio, nella mia beata solitudine di blog poco letto e poco commentato.

Ricapitolando, sembra che tutti gli uomini-blog-qualunque si siano stupiti sul blog dell'AmichEma. Stupiti del fatto che l'amichEma trovi allucinante che il nostro Moderato di Riferimento possa pensare che il carcere sia un mezzo per risarcire le vittime. Decisamente vince il Premio Biancaneve, l'AmichEma, per non esserselo aspettato. Ma io, leggendo il suo Premio Biancaneve, mi sono ricordata di una litigata tremenda, ormai sarà una quindicina d'anni, con mio fratello Paolino che all'epoca era appena tornato dall'America e mi diceva che la pena di morte era giusta. E io che mi dimenavo nella mia convinzione che no, era sbagliata, con il mio cervello da 12enne che non sapeva ancora applicare le Sante Leggi della Retorica e quindi non sapeva dimostrare al convinto Paolino il perchè.
Poi adesso mio Fratello Paolino è cresciuto e non la pensa più così. E non è certo merito mio. Credo che solo Paolino sia cresciuto, tanto e bene.

Allora mi viene da pensare che questi uomini-blog-qualunque siano proprio dei lillipuziani del pensiero, che ancora ragionano come i Flinstone, che fanno leva sugli istinti primordiali, sull'occhio per occhio dente per dente, ignorando che persino Monio Ovadia dice che questa cosa non c'è scritta da nessuna parte, nella bibbia.
Che dicono sempre la stessa frase. Dicono sempre: "E se ti uccidessero la figlia?". E non ci arrivano a capire che a me, o all'amichEma mai ci verrebbe da pensare di uccidere una persona, così, come in CSI. Che noi siamo quelle che metterebbero su un comitato, che magari scapperemmo a fare gli scudi umani in palestina per non pensare ma mai ci verrebbe in mente la vendetta. E chi siamo, un film di Tarantino?
Che poi, metti che non lo puoi sapere, che magari tu di tuo impazzisci, che ti violentano la figlia e allora inizi a girare con un bisturi ad evirare maschi a caso nelle discoteche dove ballano il liscio. Può succedere, no?
Ma noi mica siamo lo stato. Siamo io e l'amichEma che se impazziamo, impazziamo. Se facciamo gli scudi umani meglio. Ma se impazziamo siamo noi. Due.
Come si fa a pretendere uno stato vendicatore? Con quali logiche democratiche si può pretendere un tribunale che a freddo decida per l'evirazione, per la pena di morte, per un ergastolo punitivo?
Allora ecco cosa penso.
Penso che uno stato democratico è uno stato impegnato per la difesa dei propri cittadini con i mezzi dell'istruzione, del sostegno, del diritto al lavoro e alla salute. E' uno stato che previene. Se si trova costretto a punire è perchè è uno stato democratico che non funziona. Se c'è bisogno di quattro mura in cui richiudere i suoi fallimenti, almeno che lì dentro si lavori per fare quello che sarebbe dovuto accadere prima.
Uno stato che si vendica è uno stato infantile, populista e pericoloso.

mercoledì, novembre 15, 2006



PESSIMISMO E IMMENSO FASTIDIO

Adesso, io che tutti si stupiscano e si indignino e si demoralizzino per queste storie del ragazzo autistico picchiato e della psicolabile amante del sesso orale in seconda media a me sembrano proprio che questi dove vivono? Da Max Mara?
Perchè chiunque sia o sia stato nell'ordine:
- bambino
- studente
- universitario
- insegnante, magari, o educatore o sottopagato dei centri estivi e delle colonie, o baby sitter
- mamma o papà, o anche solo zio o zia

...chiunque si riconosca in una o più di queste categorie, che la scuola pubblica la stiano seppellendo viva in un cimitero fuori dalle mura della città lo avrebbe dovuto avere davanti agli occhi da anni.
Che i metodi sono sottili, e lenti. Ma inesorabili.

Basta, ad esempio, creare uno corso di studi, come Formazione Primaria, che sia l'unico modo per accedere alle cattedre di elementari e materne e che sia considerato il più facile, il più stupido corso di studi. E che lo sia, il più facile e il più stupido. Cosicchè chi ne esce non sappia nulla, di nulla, di nulla di come si lavora con i bambini, di cosa sia una pedagogia socio-costruttivista, di come reggere l'impatto di una società che vuole i bambini sempre più adulti e sempre meno critici, perchè possano consumare di più, di più, di più...Ah, ma le maestre sono bravissime in matematica, eh! Come spiegano le frazioni quelle che escono da formazione primaria, nessuno meglio!

E poi le medie e le superiori, che io a 17 anni scrivevo che chi non sa fare niente fa il professore e chi non sa fare neanche il professore fa il preside. E a 17 anni ero cretinetta, si, però è diventato sempre più vero. Che a me sono venuti i brividi al Festival del Delirio a vedere le nuove professoresse del mio Liceo.

E poi tutti gli studiosi che dicono L'influenza del mezzi di comunicazione, questa generazione apprende più dalla quotidianità che dalla scuola, l'eccesso di impulsi...E gli impulsi sono la televisione, sono il mondo del lavoro non-stop, sono il consumismo, sono le cose che diventano vecchie dopo due settimane.
E la scuola allora è una cosa leeenta, e noiooosa, e inuuutile. Così come la democrazia, ad esempio.
E allora fai cose divertenti, imiti quello che vedi in televisione, che leggi su Top Girl, che passa sui banner dei siti internet.
E scarichi la frustrazione di te che non sarai calciatore, che non sposerai una velina, che non puoi comprarti lo yacht, di te che sei un fallito, insomma, su chi è più fallito di te.
E se fanno ridere le pupe e i secchioni, e se sono eroi i militari di Nassiryia, e se tutti dobbiamo essere uguali, e quanto fa ridere uno diverso, perchè non dovrebbe fare ridere picchiare un ragazzo autistico che gli piace Zucchero? (Zucchero?? Che sfigaaaatooo).

La scuola pubblica è sepolta fuori dalle mura. Domenico Starnone, sul Manifesto di ieri, lo dice che ancora si muove, e lo dimostrano Rete Scuole e Reggio Emilia e tutte quelle maestre che ancora si divertono e ci credono.
Ma ci sono mura ancora più lontane oltre le quali stanno seppellendo la democrazia.
Magari il filmato poi lo mettono su YouTube.

lunedì, novembre 13, 2006




CONIGLI PER GLI ACQUISTI: COSA COMPRO DA FELTRINELLI?
Con un po' di giorni di ritardo causa Festival del Delirio abbiamo finalmente fatto la cena del compleanno. Con tutti gli annessi e i connessi dei regalini bellissimi.
Regalini di spiccato senso culturale, come la tessera per i cinemi (mmmille cose vado a vedere, ah!) e il buono per Feltrinelli.
E qui inizia il panico. Che ci ho questi cento euri da spendere in libri (che è una cosa così bella da dire, anche solo il suono,cento-euro-da-spendere-in-libri) però c'è questa fregatura che li devo spendere tutti insieme.
E allora inizia il panico, che lo so che poi prendo cose che non volevo prendere, che ce n'erano altre meglio.

E allora lancio questa richiesta d'aiuto. Doppia.

La prima è che chiedo a tutti gli amicici che vogliono, di accompaganrmi a prendere questi libri. Che ci facciamo lo shopping collettivo culturale. E che poi ve li presto tutti i libri che prendo in vostra presenza. Tipo un sabato pomeriggio sul tardi, eh?!?

La seconda è invece per tutti i miei fedeli lettori. A cui chiedo un consiglio:
Cosa compro da Feltrinelli?

Titoli, consigli, link, storie, riassunti, sconsigli.
Avete una settimana di tempo.


MI CHIAMO NESSIE, FACCIO CASINI

Succede che ogni tanto io faccio un casino.
Casini piccoli, spesso. Casini grossi ogni tanto.

Casini piccoli che tipo rovescio l'acqua a cena, rompo le collant prima di un appuntamento, incastro il maglione nell'anello, perdo un orecchino, metto un calzino rosa nella lavatrice insieme alle lenzuola bianche, perdo la chiave della posta, mi dimentico di chiamare qualcuno.
Poi c'è una cosa per la quale sono famosa. E' che dico sempre la cosa sbagliata.
Se c'è una cosa che non devo dire sicuro che la dico.

Ma è solo che mi piacciono le parole. Mi piace sentirne il suono e vedere la reazione. Per la battuta mi farei spellare.
Così sempre che dico una cosa e mentre la dico vedo che qualcuno mi guarda male. Tutti ridono e uno mi guarda male. Quello che mi guarda male è quello che mi aveva appena detto "ma questo tienitelo per te".

Così di solito faccio solo casini piccoli con questo mio amore per la parola. Rompo fidanzamenti decennali, mando gente dallo psichiatra, faccio cancellare persone dai testamenti. Cose piccole.

Casini grossi non ne faccio quasi mai.
Perchè c'è una cosa. Ed è che quando una cosa proprio non la devo dire non la dico. Assolutamente. Cascasse il mondo.
Il problema è che la valutazione la faccio io. E spesso sbaglio.
E quando sbaglio faccio casino.
Di solito la gente mi guarda solo male. O mi manda un messaggio minatorio. O mi prende da parte con aria incazzata.
E io a quel punto lo so già, e chiedo Scusa scusa, lo so, lo so che non dovevo dirlo, scusa, scusa.

Ma ci sono delle volte che per tenermi gli amici devo mettere delle pezze più grosse.
Come dare la password del blog, ad esempio.

Però funziona. Che i miei amici lo sanno che sono così. E ridono un sacco quando faccio queste cose. Dopo, ridono un sacco. Prima si incazzano. Poi si sostengono a vicenda. Con una terapia di gruppo tipo: Mi chiamo Paolino, sono amico della Nessie e adesso vi racconterò la mia storia.
Solo dopo ridono. Ridono un sacco.

venerdì, novembre 10, 2006



LA SCENA E' QUESTA
(I miei trent’anni, allora…)

Scritto da: EMANUELA ZIELLO
Regia: GIANNI MASELLA
Con: FEDERICA GRANATA e MARIELLA SPERANZA

Teatro Garage di Genova
10 novembre 2006 - Ore 21.00
12 novembre 2006 - Ore 17.00 e Ore 21.00

giovedì, novembre 09, 2006



DELL'EQUILIBRIO E DELL'AMICIZIA

Tutti noi che siamo amici nella comunity ma anche fuori funzioniamo come quelle giostre per bambini di uno da una parte e uno dall'altra che non si è mai divertito nessuno su quei cosi lì, però metaforicamente è importante, la questione dell'equilibro, la metafora pedagogica, il rispetto reciproco, la distanza dal fulcro...la smetto.
Comunque noi funzioniamo così, che c'è sempre qualcuno che sta in alto e qualcuno in basso e quelli lì nel fulcro mediano riequilibrano, a suon di abbracci, coccole, the di mezzanotte, commenti sul blog, incontri al buio, messaggini innaspettati.
E allora l'amica E. le è successo di tutto a teatro e aveva bisogno di tante coccole ma comunque lo sa che sarà bellissimo lo stesso, e mio fratello è immerso in uno dei suoi ciclici buchi neri dell'ego, che non si capisce perchè se mio fratello non ha una donna improvvisamente si dimentica della sua bellezza, del suo fascino e della sua meravigliosa personalità.
E invece Kggb e il Gufo mi sembrano già più sul fulcro della settimana scorsa, tra descrizioni harrypotteriane della scuola e ottimismo.

E io, ah io dopo il pianto del 27 ottobre sono una rosellina.
Che mi è successa una cosa bellissima. Che ho trovato un amico nuovo. Un amico di quelli belli, un amico. Che l'ultima volta che mi era successo di trovare un amico nuovo così innaspettato era il 1 gennaio 2003 ed ero tra la neve lionese. E lui si chiamava Jp, e adesso mi viene a trovare venerdi. e ci vogliamo un sacco di bene.
E adesso questo amico nuovo, che si chiama Marco, che vive a casa nostra da 15 giorni, che oggi se ne va e io e l'amicaimmaginaria siamo un po' tristi perchè si sta così bene con lui a fare le chiacchere e a dire le malignità.
E ieri ci ha proprio dimostrato che siamo diventati amici ed è stata una serata sospesa, così, nelle cose che ci rivelavamo, e nel fatto che eravamo contenti di essere lì. Noi tre. E io stavo in alto in alto nella mia giostra dell'equilibrio.