mercoledì, luglio 29, 2009



E mentre la vita sociale scorre via, tra politica e maalox, quella sentimentale si attorciglia come un cappio del ku klux klan.
Si attorciglia e poi si allenta, nella grazia dell'ultimo minuto, ma lascia sempre dietro quella scia di costante dubbio: Ma alla fine, perchè?
Perchè le cose non possono, semplicemente, scorrere, invece di inciampare, impigliarsi, accavallarsi, scontrarsi? Perchè dobbiamo per forza essere due iceberg ripieni di dolcezza, che per arrivare a fidarci dobbiamo procedere per dolorosissimo attrito?

Io credo di avere un fidanzato che ad un certo punto ha diviso il suo amore in sette horcrux.
Dico sette per tranquillizzarmi. Magari sono ventimila.
Il gioco sta nel trovarli tutti e, pazientemente, ricomporre tutta la sua affettività.
Non starò a dirvi che, nell'affascinante viaggio, ci si bruciano le mani e si viene assaliti da orrendi incubi marini.
C'è che poi se uno è come me, che conto con le dita, si distrae e si dimentica quanti horcrux ha recuperato e quanti gliene mancano.
Però se uno è come me, che conto con le dita ma adoro le sorprese, finisce che aspetta quasi volentieri il ritrovamento del pezzetto successivo e tutti gli stravolgimenti e i miglioramenti che questo comporterà.
Perchè c'è questo, nelle magie, che poi si mette sempre tutto a posto.
No, sempre no.
Spesso.
Spunta una fenice, un Professor Silente che ti sussurra la formula magica che ti mancava, un amico che ti sostiene nella ricerca. E le cose vanno a posto per un altro pezzetto.

Nonostante le mani bruciate - di entrambi, le mani bruciate - e i mangiamorte, quindi, io persisto nella ricerca.
E mi godo tutti i miglioramenti che i ritrovamenti comportano: ho una vita di coppia meravigliosa, quando ho una vita di coppia.
Meravigliosa alla Frank Capra, intendo.
Questo è già uno dei risultati.
Bisogna solo andare avanti nella ricerca: continuare a bere, continuare a bere, continuare a bere...

martedì, luglio 28, 2009



Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dov'è nata la Lega, andate nella farmacia di Boscolandia.
Vi aprirà un uomo cattivo e aggressivo.
In camice bianco e mani incartapecorite, servirà prima di voi una coppia di ex tossici. Muovendosi a scatti, come una marionetta a cui abbiano tagliato alcuni fili essenziali, sputerà sentenze sulla loro epatite, e li tratterà come stracci da piedi.
Si trascinerà arrancando verso gli scaffali, con il viso stravolto dalla paresi, e butterà scatole di medicine necessarie con la malagrazia di un macellaio che ripulisce un manzo dalle interiora.
Parlando come Calderoli si rivolgerà poi a voi che volete un test di gravidanza, con tutta la tensione che un test di gravidanza comporta. Ma l'empatia, così come la grazia e i sorrisi, non saranno il suo forte.
Si trascinerà dall'altra parte della farmacia, il dottor Jackil, lasciando immobile la sua parte mr Hyde, e tornerà con un test degli anni '90, che vi farà pagare 15 euro.
E senza aspettare di avervi salutato, servirà il ragazzo intimorito in fila dietro di voi, infastidito dal vederlo con gli auricolari e l'ipod.

Se volete andare a vedere la vera faccia della Lega, andate nella farmacia di Boscolandia, perchè lì è nata la nuova classe dirigente.

(....scusa, Calamandrei...)

sabato, luglio 25, 2009

...e già che pubblico vi ricordo anche che il 31 luglio, con il Manif, esce la Sinistra Enigmistica...

Le istruzioni erotiche del Superpapi
(Alessandro Robecchi sul Manifesto di ieri)

Il presidente allenatore faceva la formazione del Milan.
Il presidente operaio prometteva instancabile operosità e modestia.
Poi venne il presidente ferroviere che tagliava nastri e stringeva mani con il cappello da capostazione.
E ora, questo presidente che dispensa consigli erotici a una professionista del ramo, come dovremmo chiamarlo, il presidente-zoccola? Il presidente-squillo?
Va bene che è «uomo del fare», come dice lui, ma pretendere anche di essere «donna del fare» non sarà eccessivo?
Eppure è vero: nelle registrazioni che Patrizia D'Addario ha raccolto nei paraggi del lettone grande di Putin a Palazzo Grazioli c'è anche questo, la voce lumacona di Superpapi che dà le sue indicazioni:
«Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da sola... Devi toccarti con una certa frequenza». Insomma, lasci dire a me che me ne intendo... un po' di allenamento, mi consenta!

E dunque, eccoci. Eccoci al coronamento, all'apoteosi, al non plus ultra, ai confini della realtà, al picco massimo umanamente consentito della berlusconeide, alla vetta e all'apice estremo. Ci siamo: cosa volere di più dell'uomo che dà consigli erotici alla donna? Dell'«utilizzatore finale» che insegna a una sex worker d'esperienza come usare il suo principale strumento di lavoro? In sostanza, quale immenso e ineguagliabile ridicolo si può aggiungere al cliente che consiglia a una professionista del sesso come tenersi in esercizio? Nemmeno Borat avrebbe osato tanto.

Ora naturalmente si potrà discettare a lungo (anche per decenni, se volete) sul buon gusto, il buon senso, la privacy, i segreti del talamo e tutto quello che volete. Chissenefrega.
Il fatto inequivocabile e definitivo è che certe frasi, private o pubbliche che siano, descrivono gli uomini, ne disegnano la personalità, ne spiegano pregi e difetti, insomma li svelano perfettamente.
E quel che ci appare dalle registrazioni della signora D'Addario - che l'Espresso diffonde a gocce, come un prezioso unguento sulle ferite degli italiani offesi da una leadership così inadeguata - è davvero un piccolo ometto in cerca di conferme.
E' l'uomo che telefona il giorno dopo l'amplesso per sentirsi dire bravo.
E' l'uomo che - in possesso di un potere senza eguali nei paesi democratici - si dice da solo «ho fatto un bellissimo discorso, con applauso».
Che spiega alla cortigiana complessi conti sul G8, per giungere alla conclusione che lui è «in-su-pe-ra-bi-le!».
Questo libro «l'ho disegnato io». E ci mancherebbe. E questo l'ho fatto io. E questo l'ho pensato io. Io, io, io.

Il vero dramma umano del signor Berlusconi Silvio, ciò che lascia sgomenti, non è qualche notte di sesso a tassametro. Ma piuttosto che inviti signorine a decine per farsi cantare in coro «Meno male che Silvio c'è», per assistere alla ola in suo onore, in definitiva per farsi battere le mani. Una bulimia di consenso che lascia atterriti, e al contempo una monumentale presunzione che sfocia immancabilmente nel consiglio, nell'indicazione, nell'«io farei così».
Consigli all'allenatore del Milan.
Consigli ai ministri.
Consigli ai capi dell'opposizione.
Consigli agli imprenditori.
Consigli a tutti.
Persino «darò io dei consigli a Obama», frase del 5 novembre (perché il 4 notte, si sa, aveva da fare).
E ora, record del mondo, pure consigli alla escort in materia di sesso.

In questa emergenza nazionale sospesa tra il dramma della democrazia e Alvaro Vitali, un caro pensiero va a Enzo Biagi. Pensando di esagerare, di creare un'iperbole, di fabbricare un paradosso estremo aveva detto: «Se Berlusconi avesse le tette farebbe anche l'annunciatrice».
Chissà come arrossirebbe quel vecchio galantuomo di fronte agli sviluppi odierni, ascoltando un Berlusconi che non si limita a usare il corpo delle donne, ma pretende pure di spiegarglielo.

giovedì, luglio 23, 2009

Non sia mai detto che io mi tiri indietro davanti ad un meraviglioso dibattito politico.

Pezzettino per pezzettino mi sembra che le incomprensioni si stiano assottigliando, ma forte dell'intervento persino del kGGb, mi sembra che i piccoli sassolini appuntiti abbiano ancora bisogno di essere eliminati dal meraviglioso prato della nostra utopia.

Non parlare dei nostri errori, dei nostri malintesi, dei nostri inciampi, delle nostre defiances solo perchè dall'altra parte sono pronti a cavalcarli?
No, non mi piace.
E scusatemi se torno alla Resistenza, che mi sembra sempre un bel parametro valutativo.

Quei sommi poeti degli offlaga disco pax ricordano "Tele Capodistria, un vulcano di emozioni. Film partigiani dove i tedeschi erano cattivie i partigiani buonissimi e intelligentissimi. Un paradiso socialista...."..
Senza andare fino a Capodistria, gli storici e i politici non hanno certo fatto un favore alla Resistenza, parlandone e valutandola sempre da un punto di vista militare ed eroico.
Non perchè la Resistenza non sia stata una grande catena di atti di eroismo, ma perchè valutarla attraverso quel parametro ha anullato completamente la serie di piccole azioni quotidiane e personali che hanno permesso veramente di incidere non solo sul piano bellico ma anche su quello culturale.

La glorificazione in toto di un evento, o di un movimento, io credo sia sempre un errore politico.
Perchè se parli dei partigiani come fossero tutti eroi senza macchia, la prima volta che spunta un partigiano stronzo ti abbatte tutto l'impianto teorico.
E invece io non ho problemi a dire che ci sono stati partigiani stronzi, partigiani stupidi, partigiani del 25 aprile, partigiani per comodità.
Eccome. Personalmente ne ho conosciuti almeno tre.
Potrei fare anche nomi e cognomi.
Ma sfido chiunque a dire che un partigiano stronzo e uno stupido spostino di una virgola il valore di una rivoluzione politica e sociale com'è stata la Resistenza.

Io credo che il valore sia proprio quello di dire che la Resistenza è stata fatta da gente normale, con paure normali, con normali stupidità ma che, inserita nel giusto contesto, supportata dalle proprie speranze, dalla propria rabbia, dalla propria fame, dall'adeguata formazione e, soprattutto, inglobata in un'organizzazione - il CLN - che, quella no, non era per niente stupida, per niente arrivista, per niente comoda, hanno potuto dare il fondamentale supporto alla liberazione di questo paese.

No, mi dispiace, non accetto di nascondere sotto il tappeto gli errori e le mancanze.
Sono, com'è ben noto, per l'ostinato rigore.
Sono, alla faccia di Ratzinger e di Lindo Ferretti, per il relativismo: accetto che una cosa possa sembrare stupida a me ed intelligente ad altri.
Però, personalmente, continuo a pensare che rimanere allo scoperto davanti ad una pistola spianata non sia una cosa intelligente.
Del resto, anche Pertini - super ricercato antifascista - tornato in Italia decise di andare a visitare la Torre di Pisa. Venne immediatamente riconosciuto e processato.
Ora, io non me la sento di dire che andarsene in una località turistica quando si è super ricercati è una cosa intelligente.
E' comprensibile.
E' scusabile.
E in questo caso è anche divertente, visto che poi Pertini è sopravvissuto.
Ma intelligente, no.
I movimenti, le rivoluzioni sono questo, anche. Sono la somma di tutte le nostre intelligenze, dei nostri eroismi, dei nostri errori e delle nostre cazzate. Ci sta dentro tutto. E' per quello che sono cose bellissime.

No, nel movimento non ci sono, non c'erano solo persone intelligenti.
E neanche nella Resistenza.
Nella Comune di Parigi.
Nell'assalto al palazzo d'inverno.
Signori fascisti, signor Pansa, lo ammettiamo: abbiamo anche noi i nostri cretini.
E allora?

mercoledì, luglio 22, 2009

Non so se sono io che non mi spiego, in questo periodo, o se sono gli altri che non mi capiscono.
Immagino la prima, ovviamente.
Fatto sta che anche oggi ho avuto bisogno dei sottotitoli.
Li trovate qui

martedì, luglio 21, 2009



La nuova estetista è di sinistra.
Sinistra vera, mica pd. Una compagna.
Io ci sono andata un pomeriggio solo a fare la pedicure, che di più il mio stipendio non concede, ma chi la frequenta abitualmente dice meraviglie di lei.
Ora, sarò classista, ma io non mi aspetto di andare dall'estetista e trovarmi a parlare del razzismo del decreto sicurezza o del g8.
Quindi se succede, ed è successo, è una goccia di speranza per il mondo, una punta di ottimismo nel mio sconforto. Uno sconforto calato per la prima volta sotto il 50%, ma pur sempre sconforto.
Così, con l'estetista compagna, è stata tutta una chiacchiera piacevole con i piedi a mollo, ma su una cosa, una cosa proprio no.
Perchè, parlando di carlo giuliani, lei ha detto "Povero ragazzo, eh, ma farne un martire, approfittarsene per farsi eleggere, quella è stata una mossa schifosa".

Questa cosa è successa quindici giorni fa, ma mi è tornata in mente ieri, in piazza alimonda, dove eravamo tanti, per essere un lunedi pomeriggio.
E lì, fuor di retorica, mi sono chiesta: ammettiamo anche che ne abbiano fatto un martire, l'alternativa qual'era?
Dimenticarcene?
Regalarlo alle celebrazioni ufficiali come Falcone e Borsellino?
Con tutto che poi, figurarsi, li ha ammazzati tutti e tre lo Stato, ma almeno Falcone e Borsellino hanno fatto finta di no, e quindi possono celebrarli in santa pace retorica, senza cambiare niente, senza toccare nè la mafia nè i mafiosi. Ma per carlo giuliani, ovviamente, neanche l'ufficialità possiamo aspettarci.
Oppure, ancora, dovevamo dimenticarcelo? Cancellare la pagina del 20 luglio 2001 perchè la retorica è brutta e fastidiosa?

Io, sia chiaro, la retorica la sopporto poco.
Hanno sepolto la Resistenza a palate di retorica, a furia di parate istituzionali, di celebrazioni piangenti.
Però, mi chiedo, qual'era l'alternativa?
Davanti ad uno stato che assolve i colpevoli, davanti ad un'Italia smemorata e indifferente, davanti ad un trauma collettivo come il g8 di Genova, qual'era l'alternativa alla retorica celebrazione del 20 luglio, all'elezione in Parlamento di Heidi per provare a lavorare da dentro e tentare di ottenere un processo, un'inchiesta parlamentare?

Sopporto poco, come tutti, credo, quando in piazza alimonda vengono letti i testi di Carlo adolescente. Perchè, appunto, lo trovo retorico.Ma credo sia diritto di chi resta usare tutte le armi in suo potere per distribuire il dolore, per condividerlo e per farne, anche, un elemento di lotta.
Tra compagni lo si ripete spesso: io non credo che sarei stata lì, a tirare un estintore sulla camionetta. Se non per pacifismo, quantomeno per paura, per istinto di conservazione: la polizia di questo paese ha sempre sparato sui manifestanti e a Genova, lo sapevamo tutti, cercavano il morto. Stare lì era rischiarsela, non era certo la mossa più intelligente.
Ma non tutti i morti sono intelligenti, e del resto neppure la maggiorparte dei vivi.


Tra oblio, istituzionalizzazione e ricordo, preferisco sempre quest'ultimo, anche davanti ad una scelta che forse (e ripeto, forse) non sarebbe stata la mia.
Non ho mai, mai, in otto anni, sentito dire in piazza Alimonda che quel 20 luglio lui avesse fatto una cosa giusta.
Ho sentito invece dire spesso, e lo ripeto anche io, che ha fatto una cosa comprensibile.
Non solo non è la stessa cosa, ma tra il giusto e il comprensibile passa la stessa distanza che c'è tra il ricordo e la glorificazione.

Ieri sera in piazza alimonda si è esibito un grande cantastorie siciliano, Tano Avanzato, che ha recitato e cantato la storia dei Fratelli Cervi in siciliano.
Un momento meraviglioso, credetemi, da brividi e lacrime.
La strofa in cui si racconta del dolore della madre, quando le comunicano la fucilazione dei suoi sette figli, finiva così: "...il dolore non è immaginabile. Chi ha cuore misuri il pozzo".

Mi è venuta voglia di tornare dall'estetista compagna, così, con la scusa di una ceretta, riallacciarmi all'argomento e dirle Al di là della politica, del movimento, delle analisi, perchè mai dovremmo essere noi a decidere cosa fare e cosa non fare, ogni 20 luglio?
Chi ha cuore, misuri il pozzo.

lunedì, luglio 20, 2009

TORTA DI RISO...
In ospedale, radiologia, dopo essermi svegliata che non potevo appoggiare il piede destro.

(da leggersi con spiccato accento genovese)

"Metta il piede lì che ci facciamo una lastra. Comunque ce lo dico subito che non è rotto".

"Lo so che non è rotto. Ho paura di essermi fatta qualcosa ai tendini"

"E tanto mica si vedono dalle lastre, i tendini"

"Eh, ma mi hanno mandato qui da ortopedia..."

"Si si, ma qui sono le parti molli. Vedrà..."

"E se sono i tendini?"

"ma tanto chi crede di essere, lei, Ronaldinho? Belin, se sono i tendini ci mette su del lasonil e se ne sta a riposo",

venerdì, luglio 17, 2009



Ho un'animazione che mi attende dall'altra parte del pianeta e sono bloccata in ufficio da un insopportabile mal di pancia.
Poi mi si chiede perchè io odi l'estate.
Estate.
Caldo.
La mia pressione finisce sotto i piedi.
Per sopravvivere devo farmi di liquirizia endovena.
La liquirizia, assunta in grandi dosi, dice il pacchetto delle tabù, può provocare effetti indesiderati.
Appunto.
Sono bloccata in ufficio dagli effetti indesiderati, con un gatto a casa che si starà mangiando anche le gambe della sedia, a questo punto
Ma io non me la sento di uscire nei vicoli, che già per arrivare qui è stata una prova di forza.
Siberia mangerà le gambe della sedia e capirà la difficoltà di vivere in vico dolcezza: la fossa delle marianne di ogni blando tentativo di organizzazione, il triangolo delle bermuda degli imprevisti.

Però già che sono qui, ne approfitto per scrivere un'appendice al post di ieri, che sangue e lacrime sembra aver provocato in amici e parenti.
No, non c'è alcun progetto serio di emigrazione.
No, non sto cercando casa sul lago di Bellinzona.
E no, non sto scappando lasciando voi a suonare sul ponte del titanic mentre io sgranocchio toblerone.

Ci sto solo pensando, così, come si pensa da bambine al vestito che si indosserà al proprio matrimonio.
Per poi finire a lottare per i pacs.
Per poi vivere di storie a distanza.
Ci sto pensando non per ora, non per domani, ma nell'ipotesi futura dei miei figli.
Perchè io credo che ho la pelle abbastanza dura da affondare con il titanic suonando l'Internazionale, ma non credo invece che sia giusto imporre ad un bambino questo paese di merda.

Ieri l'omm della tempesta mi raccontava di un centro estivo di boscolandia dove, sotto lo sguardo assente degli educatori, tre bambini ne picchiavano un quarto urlandogli "Sporco negro".
Il quarto bambino era bianco, se questo può servire ad inquadrare le cose.

Ecco, allora, io, già che vado dalla mia partigiana svizzera, inizio a capire se e come sia possibile andare via, da questo paese. Non per me, ma per i miei figli.
Detto questo, adesso non mi scrivete Ma come, stai pensando di fare dei figli e neppure ce lo dici?
No.
Non sto pensando di fare dei figli.
Non sto pensando di scappare in Svizzera.
Ma entrambe le cose, ad un certo punto, potrebbero anche succedere, e io voglio saperlo prima, se può essere una cosa fattibile.
Da non trovarmi poi che mi ero data una meta e me la vedo scippare sotto gli occhi, come la rivoluzione del proletariato nell'89.

Perchè c'è questa storia di Teresa Noce, tra le varie storie bellissime di Teresa Noce.
C'è che lei e Luigi Longo ad un certo punto fanno gli antifascisti in Francia, poi la guerra di Spagna, poi la Resistenza.
E nel frattempo fanno anche due figli.
E quando devono decidere, si parlano e capiscono che loro possono sopportare le guerre, il fascismo, le torture e i campi di concentramento. Ma i figli. I figli no. E li portano in Unione Sovietica, mentre loro rimangono qui: Teresa Noce a Mathausen, Luigi Longo a scoparsi la segretaria mentre coordina la Resistenza.

Adesso, sarebbe da chiedere ai due piccoli Longo cosa avrebbero preferito fare loro, ma io credo che il contesto in cui far crescere un figlio sia quasi tanto importante quanto la famiglia.
Se le due cose, famiglia e contesto, possono andare di pari passo, di un bel pari passo, di un positivo pari passo, quella è la cosa migliore del mondo.
Ma se il contesto è una merda, non si può far finta di niente.
Non è mica sempre vero che dal letame nascono i fior.
Io non credo che resterò qui a vedere i miei figli picchiati dai figli degli squadristi.
O, signoriddio, a vedere mio figlio diventare squadrista come nella Storia della Morante.
Preferisco un figlio con le birkenstock e le calze, grazie.

Ma non è ora il momento.
E' solo un pensiero così, laterale, ipotetico.
Quindi, tranquilli: per adesso rimango nell'orchestra.

giovedì, luglio 16, 2009



Stamattina, appena sveglia, avevo l'herpes e Napolitano aveva firmato il decreto sicurezza.Con tutti i dubbi e le formalità, e le lettere e i distinguo, ma aveva firmato.
Obtorto colle, come dice il Manifesto.
Se il pdl riscrive davvero la legge sulla base dei consigli del Presidente della Repubblica come spera la vocedelPd , mi mangio una merda.
Ma dove pensa di vivere, Napolitano? In una democrazia?

L'herpes comunque non c'entrava con Napolitano, anche se avere il Presidente Travicello non aiuta per niente il mio umore, i miei sfoghi e la mia tendenza bombarolo.
...c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo...
Con l'herpes c'entrava molto di più la mia contorta storia d'amore e psiche, psiche nel senso di Basaglia.
Ma stare qui a raccontarveli, i miei casini, gli ostacoli del destino e di un uomo terrorizzato, la difficoltà di avere un fidanzato che sembra che prima di me fosse sposato con un dissennatore da quanta paura dimostra all'idea della vicinanza e della condivisione, la fatica di essere innamorata di un uomo che neanche tutte le cioccorane del mondo sembrano fargli passare quel gelo dell'anima, stare qui a raccontarvelo non rende l'idea.

Perchè stare insieme all'omm della tempesta è una decisione complessa, ponderata, fatta di lettere di dissenso e firme in bianco, sperando nella fortuna che aiuta gli audaci, i pazzi e gli autolesionisti.
Una storia d'amore obtorto collo.

Ma il contesto non aiuta, che tra il personale e il politico almeno uno su due deve consolare e sostenere, per dio.
Così a fine agosto io e l'omm della tempesta andiamo a pranzo dalla mia partigiana svizzera, e già che siamo lì proviamo a buttare un sassolino nel lago: Ma senti, ma non è che conosci qualcuno che assumerebbe un educatore, da queste parti?
Poi si è sempre in tempo a dire di no.
Ma intanto mi sembra importante e consolatorio sapere se esiste una chance di abbandonare questo paese alla sua morte certa per denutrizione democratica.

mercoledì, luglio 15, 2009



Io non lo so perchè a volte mi faccio conquistare da film improbabili soltanto guardandoli dalla copertina.
La stessa copertina che tutto il resto del mondo rifugge urlando No, dio mio, no, un altro film poetico-deprimente.
Io ci casco, sempre.
Meglio se sono film di provenienza improbabile, solitamente mediterranea o nordica: turchi, svedesi, israeliani, novergesi, palestinesi, iraniani.
Indiani e pakistani, no. Troppo colore. Gente che ride, che balla. Figurarsi.
Gli altri, quelli tristi, li compro tutti io.

Ieri sera era israeliano, il film poetico deprimente.
Meduse, il titolo.
Prodotto da Nanni Moretti, consigliato da Natalia Aspesi.
Si, esatto, facciamoci del male.
Poetico, in effetti, era poetico.
C'era anche una meravigliosa bambina con i capelli rossi che non voleva mai separarsi dal suo salvagente a ciambella.
Io mi sentirei anche di consigliarvelo, questo film Meduse, a patto che voi:
non siate in premestruo
non abbiate saltato una settimana dalla psicologa
non usciate da una settimana di mal di denti, devitalizzazioni e anestesie
non abbiate dritto davanti a voi venti giorni di latitanza del vostro fidanzato
di cui
una settimana in francia con quello che costano le telefonate internazionali
non abbiate appena salutato il vostro fidanzato dopo averlo visto meno di 24 ore
non stiate cercando di gestire la vostra sindrome da abbandono
non abbiate quest'insopportabile voglia di trasformarvi nel bombarolo
non abbiate la netta sensazione che le cose si trascinino come un aratro in una palude
non vi sembri che tutti stiano facendo un figlio tranne voi e la sfigata protagonista del film
non abbiate la netta convinzione che state sbagliando tutto, e comunque lo state facendo in ritardo
non abbiate la precisa sensazione che le cose voi le avevate pensate, previste e preventivate ma siete state le cassandre di voi stesse e avete finito per non ascoltarvi
non abbiate dritto davanti a voi ancora due appuntamenti dalla psicologa prima delle sue interminabili ferie.

Se voi, a differenza della sottoscritta, avete una psiche sostanzialmente sana, una vita coerente con le vostre sindromi, invece che in netto ed evidente contrasto, se non vi comportate con voi stessi come il dottor house coi suoi pazienti, in quel caso Meduse è un bel film.
Veramente, fidatevi.
Fatevelo dire da me, che ho pianto disperata tutta la notte.

lunedì, luglio 13, 2009

"...e adesso, chiudiamo con un pezzo per ricordare un grande uomo che da poco è stato chiamato in cielo...il grande Michael Jackson"

(applausi dal pubblico)

"... e lo ricordiamo con una canzone che lui ha contribuito a portare al successo. Imagine.
Imegin deeers nooo heveeen..."

(ieri, la geniale orchestra di liscio)

giovedì, luglio 09, 2009



La speranza, a questo punto, è che questi siano troppo, troppo coglioni da riuscire a portare le leggi razziali fino in fondo.
La quantità di conseguenze francamente irreggibili - a livello strutturale, e non soltanto, ovviamente, umano - del decreto sicurezza potrebbero far morire la legge così com'è nata.

Per non parlare poi della real politik di AN (a che punto, signori, a che punto siamo arrivati, che ci tocca sperare in Alleanza Nazionale) che si rende perfettamente conto che lo zoccolo duro dei suoi elettori è composto da famiglie con colf e badanti, in nero e possibilmente irregolari così da poter essere sfruttate al meglio. E che queste stesse famiglie non hanno molta voglia di rischiare una denuncia per favoreggiamento, proprio dal governo che hanno votato per potersene stare tranquille e rilassate nella loro illegalità diffusa.
Quindi magari vanno a bagno, dimostrando così di essere ancora più incompetenti dei fascisti del '38, che già non è che brillassero per competenza sul piano internazionale.

Ma se non cadessero.
Se il decreto diventasse legge.
(Napolitano, non firmare, non firmare!)
Se non cadessero, se questa legge diventasse legge dello stato, riuscirebbero a battere, per ignominia, persino le leggi razziali.

Persino le leggi razziali, infatti, non erano arrivate a spaccare le famiglie.
Fino al cancello di Auschwitz, perlomeno.
Il ddl Sicurezza, invece, votato dagli stessi organizzatori del family day, prevede, fra le altre cose il seguente paradigma:
se tu, donna irregolare (lasciamo il termine "clandestino" agli altri, a quelli che anche con le parole seminano il razzismo) partorisci in Italia, non puoi andare a iscrivere tuo figlio all'anagrafe. Quindi, evidentemente, tuo figlio non è riconosciuto e quindi partono d'ufficio i meccanismi burocratici per l'adozione.
Il fatto che tu, donna irregolare, tuo figlio non solo lo voglia tenere con te, ma tu sia perfettamente in grado di dargli le cure necessarie, non incide minimamente sulla burocrazia.
Con il ddl sicurezza, i figli nati da donne irregolari verranno (o verrebbero? ha senso usare il condizionale?) tolti dalle loro mamme e dati a famiglie affidatarie o, peggio, alle comunità.
Sarà il solito grigio burocrate (o il solito grigio assistente sociale) a suonare ad una porta, o a presentarsi in ospedale per portare via il bambino, a qualche giorno dalla nascita.

Anche a scriverlo mi viene il vomito.
E' come l'Argentina, è come il Cile, è come l'Australia con i meticci aborigeni.
Sono i girotondi delle madri di plaza del mayo.

Quanto si è raffinato, il razzismo, in 80 anni.
Quanto ha imparato dai regimi degli anni '70, quanto sapere ha accumulato dal raffinato metodo della desaparicion, della scomparsa di intere famiglie per vie sottilmente legali.
E quanto poco abbiamo imparato noi, che continuiamo a non saperci opporre al più disgustoso esempio di fusione tra i "nostri" fascismi e quelli latinoamericani.

martedì, luglio 07, 2009



Mi è esploso un dente.
Il lato positivo, l'unico, è che avrebbe potuto scoppiarmi due giorni prima, sorprendendomi nel pieno del mio week end romantico tra la canoa e il ghiacciaio.
Se fosse successo, sarei morta per la seconda volta, sempre in mezzo alle alpi, sempre quelle.
E voi avreste potuto fare, a posteriori, meravigliose analisi sul mio karma in relazione alle alpi francopiemontesi.

Invece no, mi è esploso ieri sera, già tornata a casa, dopo un viaggio delirante da Boscolandia, un treno in ritardo, pieno e caldo come un arancino siciliano, lo scompartimento pieno, un cucciolo di gatto sulle gambe, uno zaino pesantissimo, un'animazione in Riviera da andare a fare nel pomeriggio .
Ho fatto tutto, capra e cavoli.
Sono arrivata.
Ho depositato il gatto.
Gli ho dato da mangiare.
Ho bruciato la maglia puzzolente di treni e sudori.
Ho preso un altro treno.
Sono arrivata in riviera.
Ho animato 22 bambini.
Sono tornata a casa.
E lì mi è scoppiato il dente.
A volte credo che il mio corpo tenti l'autodistruzione.

Stamattina ho preso tre oki tre, e se ne avessi avuti sette, nella borsa, li avrei presi tutti e sette.
Un dolore così credo mai.
No, decisamente, proprio mai.
Un dolore da annaspare nel vuoto con le lacrime agli occhi.

Adesso va molto meglio, anche se io sono completamente rincoglionita dalle medicine, e adesso mi trascinerò a casa e sverrò sul letto.
Del week end tra canoa e ghiacciai spero che ve ne parlerà l'omm della tempesta, che dovrebbe avere anche in dotazione un filmino di me e lui che sopravviviamo alle rapide.
Eroici.
Del gattino minuscolo che mi gira per casa avrò tempo di parlarvene abbondantemente.
Di quello di cui veramente avrei voluto parlarvi, e cioè delle leggi razziali del 2009, invece, adesso non riesco proprio.
Maledetto dente fascista.
Maledette multinazionali farmaceutiche.
Ve ne parlerò, giuro, quando il dente non mi farà più male e questo paese starà affondando nel ridicolo del suo g8 da Cinecittà.
Tra domani e dopodomani.

giovedì, luglio 02, 2009

...se per caso vi state chiedendo perchè io stia latitando...
...questo è il programma dei pomeriggi di animazione estiva del lavoro più bello del mondo...