Visualizzazione post con etichetta guida intergalattica per non morire democristiani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta guida intergalattica per non morire democristiani. Mostra tutti i post

martedì, gennaio 25, 2011




Non c'è modo che io trovi il tempo di scrivere davvero.
Ma ieri ho sentito un nanetto così ma così bello, che subito l'ho scritto su prospettivaranocchio

venerdì, giugno 04, 2010



C’è una vicenda che definire marginale, in un momento come questo in cui in medioriente vengono distrutti tutti i diritti civili e di diritto internazionale, è poco.
Ma che sto trovando particolarmente interessante sulla base di una serie di riflessioni che vengono da lontano.
La vicenda è lo scontro verbale tra Alessandro Dal Lago, da una parte, e Flores D’Arcais e Sofri dall’altra, sulla questione Saviano.


Riassunto: Dal Lago ha scritto un libricino in cui sosteneva il diritto di poter criticare Saviano su alcune sue posizioni politiche o sociali. Flores D’arcais e Sofri hanno risposto sdegnati.

Mi rendo perfettamente conto della pochezza del dibattito.
Ma al di là del merito, io credo che Alessandro Dal Lago abbia perfettamente ragione su una cosa.
La santificazione non è una cosa di sinistra.
O almeno, non dovrebbe esserlo.
La santificazione, gli scudi alzati, l’acriticità non sono cosa nostra.

Io Gomorra l’ho letto.
E mi è piaciuto.
Ho letto anche il libro dopo, di Saviano, quello con la raccolta dei suoi articoli.
E l’ho trovato interessante.
Ben scritto, soprattutto.
Saviano è un bravo giornalista, un uomo da reportage.
Francamente, per essere italiano, io lo trovo nettamente superiore alla media.
Ma che sia un fine politico.
O un fine sociologo.
O un fine politologo.
Io non direi.

Adesso, il livello becero di questo paese ormai non permette una posizione complessa.
Siamo tutti manichei.
Io su Saviano ho una posizione complessa.
Penso che se un uomo rischia la vita per quello che ha scritto, e ha scritto delle cose belle, sia dovere di tutti fare il massimo per assicurargli la sopravivenza.
E, oggettivamente, un livello d’attenzione mediatica alto è una delle cose che garantiscono la sopravvivenza.
Quindi non mi piace chi dice che Saviano se ne approfitta, della notorietà.
Che si piange addosso.
Io credo che se a trent’anni vivi con la scorta puoi anche permetterti di piangere addosso.
Chi siamo noi per giudicare.
Però penso anche che una cosa è quello che fa lui, un’altra è come reagiscono gli altri.
Le folle osannanti io non le sopporto.
Ma sempre di più le vedo, a sinistra, anche tra i cosiddetti intellettuali.
Santoro, Saviano, Luttazzi, la Guzzanti.
A me sembra che se uno va in tv e dice delle cose più o meno di sinistra, il passaggio verso la santificazione acritica sia sempre dietro l’angolo.

Che se uno alza il pugno su rai tre lo fanno santo della rivoluzione.


Ho visto scene di intollerabile standing ovation per queste persone, e per molte altre, che sono tutte persone intelligenti e che, più o meno, mi piacciono tutte.
Ma l’acriticità mi spaventa.
Le standing ovation per il personaggio – e non per il contenuto di quello che ha appena finito di dire – a me fanno paura.

C’è un uomo che secondo me ha detto una cosa intelligente, al riguardo e non solo.
Neanche a farlo apposta, questa persona è Nichi Vendola.
Nichi Vendola ha detto che possiamo combattere quanto vogliamo il berlusconismo se non ci rendiamo conto che, in vent’anni, la gente, anche di sinistra, si è berlusconizzata.
Se non ce e rendiamo conto, abbiamo perso comunque.
Io credo che la gente di sinistra, se perde la critica, la capacità di criticare, il coraggio di criticare, abbia perso comunque.


C’è sempre stata questa differenza, nella sinistra.
C'erano quelli acritici, quelli del leader, TogliattiLongoBerlinguer, e quelli critici, quelli che hanno avuto il coraggio di rompere, di dire le cose scomode.
Quelli acritici, quelli di TogliattiLongoBerlinguer, adesso votano lega. Non tutti. Ma un sacco. Se non votano lega, firmano le leggi di Berlusconi.
Quindi non so se la situazione è peggiorata.
Forse è rimasta uguale, non lo so, diciamo che adesso si vede un sacco.

Io credo questo.

Che la critica sia una cosa di sinistra.
E vada difesa sempre.
Io, intorno al diritto alla critica, ci metto le guardie del corpo.

martedì, maggio 25, 2010


ILLUMINANTE

- Buongiorno, siamo educatori del Comune. Stiamo passando da tutti i commercianti del quartiere per compilare un questionario sulla percezione di sicurezza. Possiamo rubarle un minuto?

(...)

- Domanda 3: "Ritiene che la presenza di migranti influisca sulla sicurezza del quartiere? a) influisce positivamente (mi sento più sicuro). b) non influisce. c) influisce negativamente (mi sento più insicuro)".

- Mmmm... allora... Io sono di destra. Quindi dovrei rispondere c. Però non è che sia cambiato niente, da quando ci sono gli stranieri, quindi dovrebbe essere b. Però sono di destra. Quindi rispondo c. Si, c.

martedì, marzo 16, 2010


Elezioni regionali.
Scrivo adesso questo post, lunghissimo, così avete il tempo di rimuginarci, dire che non siete d'accordo, scatenare il dibattito e avere ancora il tempo di andare a votare.

Inizio col dire che meno male che non abito in Lombardia.
Se abitavo in Lombardia col cazzo che scrivevo questo post, perchè io Penati non lo votavo neanche se l'alternativa era Goebbels. E la prossima volta gli sgomberi dei campi rom li fa fare alla lega. Se ero in Lombardia mi toccava votare Agnoletto e Rifondazione Comunista. L'avrei fatto, ma sicuro non avrei scritto un post per convincervi.

Se abitate in Puglia, invece, beati voi. Non servo certo io a convincervi a votare.
Già vi vedo, sorridenti e radiosi in attesa che controllino il vostro documento per poter andare a votare Vendola. E non ci vorrà la settimana enigmistica per trovare le differenze con noi che voteremo Burlando, la Bonino, la Bresso...

Però adesso la smetto di fare l'invidiosa e vi racconto le cose sul serio.
Intanto vi racconto come funzionano, queste elezioni regionali, che se mi si elegge Commissario Politico, poi io i ruoli li rispetto.

Funziona che ci sono dei candidati presidente con dei partiti che li sostengono.
Si può votare solo il candidato presidente, il candidato presidente più un partito (anche disgiunto: un candidato di c.sinistra e un partito di c.destra, ma perchè mai dovreste farlo?), o ancora il candidato presidente, un partito e una preferenza, tra i nomi in lista. La preferenza e il partito non possono essere disgiunti.
Esempio.
Prendiamo il Lazio.
Potete votare la Bonino e basta.
Potete votare la Polverini e basta.
Potete votare la Bonino e i Verdi.
Potete votare la Bonino e la Lega.
Potete votare la Polverini e i Verdi.
Potete votare la Polverini e la Lega.
Potete votare la Bonino, i Verdi e Angelo Bonelli (sono andata a vedere, eh. Non è che so a memoria i capolista dei Verdi).
O ancora la Bonino, la Lega e Di Biagio Arianna.
E, infine, la Polverini, i Verdi e Angelo Bonelli.
La Polverini, la Lega e Di Biagio Arianna.
Questa è la teoria. Sono stata abbastanza neutra?

La pratica.

La pratica è che io sostengo fortemente Sinistra e Libertà, a queste elezioni.
Anche a quelle prima, a dire il vero.
Ma la degenerazione di Rifondazione, la volta scorsa, non era così evidente. Dopo i cartelloni con le scarpe fetish e gli uomini in mutande, invece, io veramente non concedo più nulla, a quel partito. Non la lungimiranza, non la proposta alternativa, non la difesa dei diritti. Non mi fido più. Mi dispiace, che è un pezzo della mia storia, ma mi sembra veramente che rifondazione sia cascata mani e piedi nella malattia infantile del comunismo, che è l'invidia.

Sinistra e Libertà, invece, più li conosco più mi sembra che siano persone che è tutta la vita che fanno politica, nei modi più diversi.
Quelli dei movimenti, quelli delle associazioni, quelli del volontariato, quelli dei movimenti ecologisti, il popolo viola, il popolo arcobaleno, l'acqua pubblica, ateiagnostici, no nucleare, coordinamento precari, ricercatori... Mi sembra che siano persone che hanno sempre fatto la politica dal basso e che adesso si rappresentano e autorappresentano in un partito. Che è il modo sano in cui nascono i partiti, secondo me.

Allora, in merito alle Regionali, ecco il mio pensiero.
Non è vero che tutti sono uguali.
Lo diceva anche De Gregori, che è solo un modo per convincerci a restare chiusi dentro casa quando viene la sera.
Dipende se tu guardi la persona o la coalizione.

Noi abbiamo un sistema che ci impone di guardare i leader. Burlando e Biasotti. Bonino e Polverini. Il candidato di destra del Piemonte che non so chi è e la Bresso.
Se la vedi così, e loro vogliono che noi la vediamo così, certo che le differenze sono minime.
Ma cosa pensiamo, che uno arriva a fare il candidato presidente in regione, a capo di una coalizione di partiti e partitini senza essere un uomo moderato e intrallazzone?
Tra Biasotti e Burlando la differenza non è poi molta.
Ma la coalizione è un'altra cosa.
Tra un assessore alla scuola della Lega e uno di Rifondazione, tra un assessore all'ambiente di Forza Italia e uno dei Verdi c'è comunque un abisso.
Perchè non è il leader che decide, alla fine.
Questo lo fanno credere perchè è più facile arrabbiarsi con una persona che con una coalizione. Così poi ti cambiano la persona e tu ti illudi che sono cambiate le cose.
Ma noi siamo persone intelligenti.
E secondo me è il momento che la smettiamo di pensare quello che vogliono farci pensare.

Questa è la mia linea politica (Lombardia esclusa):
alle regionali si vota, si vota il candidato di centro sinistra e - all'interno della coalizione - si vota a sinistra. Secondo me Sinistra e Libertà, ma se preferite anche Rifondazione.
Si dà una struttura forte e di sinistra alla giunta.
E poi si presidia, sempre.
Non che se li votiamo poi dobbiamo starcene.
Ma chi se l'è inventata questa cosa? Chi l'ha detto che se li votiamo gli diano carta bianca? Se lo dite ad un padre costituente gli viene un infarto.
E comuqnue sono sempre dell'idea che parlare con uno stupido assessore del Pd non sia comunque come parlare con un idiota della Lega.
Con tutto quello che penso del Pd.

Infine, per quello che riguarda la Liguria.
Sinistra e Libertà ha fatto una scelta, in Liguria.
Si chiama sostegno esterno.
Vuol dire che appoggia Burlando, ma nei contenuti.
No al nucleare, acqua pubblica, risorse alla scuola, salario minimo.
Se Burlando ad un certo punto decide che le cinque terre sono il posto ideale per una centrale nucleare, Sinistra e Libertà esce dalla giunta.
Io credo che questa sia una posizione politica non solo condivisibile, ma anche di grande forza.
E di coerenza. Io mi sento tranquilla a votare e a far votare Sinistra e Libertà, come si diceva una volta senza imbarazzarsi.

E così finisco il mio pippotto politico dicendo che questa è la mia opinione e il mio voto.
Ma che soprattutto la democrazia è una roba a cui stare dietro.
Come gli affetti, come le amicizie.
Non è facile. E' complicata, la democrazia.
Altrimenti non sarebbe così affascinante.

venerdì, febbraio 26, 2010




Ho finito i coupon di abbonamento al Manifesto.
Mi rimangono solo due striminziti bigliettini azzurri per i prossimi due sabati, Manifesto + Alias, e poi basta.
Quest'anno non ce la faccio.
L'abbonamento annuale costa poco meno di metà del mio stipendio.
Per tre anni ho investito i risparmi, ma questa volta c'è il trasloco, l'aumento dell'affitto, l'aumento della pissipissibaucologa.
Per la prima volta in tre anni non ce la faccio.
Però, insomma, le solite cose: il diritto all'informazione libera, il sostegno alla redazione, la bellezza di passare dall'edicola ogni mattina, vauro, i titoli in prima pagina, robecchi, la norma rangeri, i fondi di polo, le monde diplomatique in italiano, la barba al palo.
Non ce la faccio, ma non ce la posso neanche fare a smettere.
Allora lancio un appello. Prima qui e poi direttamente con una lettera al Manif.
Io l'abbonamento annuale non ce la faccio, che sono 330 euro tutti insieme.
Però mezzo si. 165 euro ce li ho.
Quindi, visto che l'abbonamento semestrale non esiste, lo scrivo qui che:
CERCO LETTORE APPASSIONATO
MA COLPITO DALLA CRISI.
OFFRO META' COUPON
PER UN 2010 DI ANTICORPI INFORMATIVI.



Se mi rispondete, fino a settembre ce la sfanghiamo.
E poi chissà.
O'miracolo.
A'rivoluzione.
O'aumento di stipendio.
Chissà.
A settembre ci ripensiamo.
Adda passà 'a nuttata.

giovedì, giugno 18, 2009



Non so se raccontarvi prima della triste metafora o della bellissima conferma sociopolitica.
Facciamo la triste metafora, va’, che è veloce, concisa e facilmente comprensibile: le stanze dove si svolgono le riunioni di S e L nei vicoli sono invase dagli scarafaggi.
Scarafaggi grossi, schifosi e incuranti di ogni tentativo di rinascita della sinistra.
Superato il trauma, abbiamo fatto riunione al bar.

Detto questo, se riesco ad evitare di essere traviata dalle metafore, la serata mi ha regalato una collana di notizie confortanti e un singolo cameo di disperazione, che tengo per ultimo.

Una prima notizia confortante è che i voti a Genova per S e L sono stati più o meno nella media nazionale, ma c’è un quartiere dove abbiamo superato il 10%, e quel quartiere è il mio.
Sarà anche una notizia completamente autoreferenziale, però è importante sentirsi a casa in casa propria.
Tra l’altro, lo dico per la Comunety, un altro posto dove siamo andati bene è la zona dell’amica E. e del G punto. Insomma, continuiamo a vivere in un’oasi, e non dobbiamo dimenticarcelo.
Avrete peraltro notato che non sto citando il nome del partito: lo faccio per evitare che i potenziali elettori, cercando su quel libro degli errori che è gugol, finiscano qui invece che nelle pagine tutte carine del sito ufficiale, e per prima cosa si trovino davanti alla triste metafora degli scarafaggi.
Facciamo che questa è l’azione antifascista della settimana.

Ma la vera, vera fonte di gioia in questa riunione al bar è che c’è un gruppo che sta lavorando per aprire un circolo arci nei vicoli, che sia anche luogo di riunioni per S e L, ma anche un circolo con le cose dentro dei circoli, con i tavolini, con le birre, con la musica, con la chitarra.
Per spiegarci, alla riunione, dicevano Diciamo una casa del popolo.
Io a questa cosa qui già mi brillano gli occhi.
Perché è veramente il riassunto di tutta la mia ricerca politica, che da sempre sbanda e che da sempre cerca casa.
E la casa non può essere altro che una casa del popolo.
E’ la conferma sociopolitica di tutto quello che ho sempre pensato e cercato e lavorato per avere.
Il bisogno di un luogo di aggregazione, ma anche di discussione, dalla forte connotazione culturale, un posto dove fare le cose, dove arrivare la sera e trovare le persone per le chiacchiere o per le canzoni, un posto dove fare le cose della politica, del sociale, per i bambini, per gli adulti. Un luogo che sia un contenitore pieno di contenuti.
E tra l’altro, sarebbe affianco a Stavros, perché tutto torna, sempre.
E’ una notizia bellissima.

Ma visto che l’ottimismo e la gioia esondano da questo post, e l’ottimismo non si addice a questi tempi tristi, non posso che chiudere con il cameo di disperazione.
A questa riunione c’erano persone carine, un matto psichiatrico come ad ogni riunione che si rispetti, e uno sfigato cosmico.
Lo sfigato cosmico alla notizia che S e L ha aderito ufficialmente al gaypride esclama Io sono contrario, perché a me fanno anche un po’ schifo, e poi lo dice la Costituzione che lo stato italiano riconosce la famiglia e basta, mica queste cose delle coppie gay.
Noi, gentilmente, fin troppo perché siamo persone carine, gli diciamo Sfigato cosmico, falla finita che dici una marea di cazzate e se vuoi sabato puoi sempre startene a casa.
A quel punto, non so come, il discorso degenera, e qualcuno dice la parola Prostitute.
Al che lo sfigato cosmico dice Ah, quella è un’altra cosa, io con le prostitute ci vado e non ci vedo proprio niente di male, mica è una cosa maschilista.

Allora, Compagni: io questa volta era la prima volta che venivo e ho osservato alcune regole di galateo evitando di macchiare di sangue la vostra riunione.
Ma la prossima volta, io ve lo dico, faccio la settaria massimalista: se lo sfigato cosmico riapre bocca, io mi alzo in piedi, cerco conferme tra i presenti e inauguro la mozione Sprangate nei denti.

giovedì, marzo 12, 2009

E' UNA STRADA IN SALITA, COMPAGNI



Con giorni di ritardo abbocco all'amo della Strega Nocciola.
Parlo di politica.
Vorrei dirvi di Top Girl che ha pubblicato l'articolo Quanto sono trendy in militanti di forzanuova.
Ma ho appena parlato con uno Stakanov infuriato sull'argomento e so che il post lo farà lui.
Allora vi parlo della situazione di merda che vedo qui intorno.


Perchè il lavoro più bello del mondo, qui, è un piede nella politica cittadina e l'altro no.
Noi siamo del gruppo che no.
Però quello che succede lo vediamo.

E la realtà è che la sinistra - pd compreso e in testa, qualsiasi cosa esso sia - in questo momento, è sul lettino dell'analista. No, anzi, la sinistra è andata due o tre volte dall'analista, ha capito di non averne la costanza e si è data agli psicofarmaci.
Sbagliando le dosi, per altro.


Signori, siamo nella merda proprio.
Non esiste un punto di riferimento, non esiste un partito, neanche un partito di centro come di fatto è il pd.
Si stanno uccidendo con le lotte intestine, non dite che non ve l'ho detto, il giorno che crollerà la giunta.
E l'unica vera verità è che siamo in questa situazione perchè manca un progetto, manca una mèta, manca qualcosa da proporre al popolo bambino.
Perchè Celestini ha ragione quando dice che il PCI ha venduto il sogno della rivoluzione al popolo bambino per quarant'anni.
Ma è vero pure che anche il partito è un bambino, che nella rivoluzione ci credeva anche lui.
Adesso che non c'è più niente, proprio come i bambini quando si annoiano, non fanno altro che litigare.
E mentre loro, dentro, litigano, fuori aprono le centrali nucleari, costruiscono palazzine nei boschi, legalizzano la caccia indiscriminata e rendono trendy i militanti di forzanuova.


Sono pessimista.
Ma quando parlo con Stakanov al telefono scopro che si può essere più pessimisti di me, basta vivere a Varese.
Allora provo a raccontarvi cosa cerco di fare per conservare un po' di ottimismo.


Io faccio il lavoro più bello del mondo con il preciso scopo di salvare e supportare quelle reti sociali che, da sempre, sono state la speranza del futuro, anche nei momenti di merda, anche nel 1935.
Che sempre tutti si ricordano della fatica dell'inverno del '43, ma il '35 per gli antifascisti è stato peggio, immersi nel consenso dell'Impero.
E' in momenti come quello, come questo, che pensi che non ci siano speranze: almeno, nel 1943, c'era il CLN.

Nel 1935, però, c'erano le reti sociali.
C'erano le società di mutuo soccorso.
C'erano le cooperative, che ufficialmente erano del fascio, ma poi dentro ci capitavano tutti quelli come noi.
C'era l'Unità clandestina.
E, in extremis, c'era la Francia.
Tutto intorno, tutto intorno era consenso, libro e moschetto, ma sopravvivevano delle piccole oasi di antifascismo.

E' lavorando su tutto questo, nei discorsi in fabbrica, nei gruppi universitari, nei campi, che poi sono arrivate le brigate della guerra di spagna.
Ed è lì che siamo tornati a vincere, pur perdendo.
E' così che si fa, si lavora alla base, quando il vertice è fottuto.


Così, anche nei nostri blog, in questo momento, è successo questo.
Niente più grandi discorsi, niente megaprogetti da vertice, perchè il vertice non c'è.
Discorsi piccoli, piccole lotte quotidiane, piccole vittorie.
Ma soprattutto il mantenimento della rete, la nostra.
Io credo che se fuori ci è scappato via tutto di mano, dobbiamo stare attenti a non perdere nessuno dentro alle nostre oasi.
Come la carica dei 101 quando Pongo e Peggy contano tutti, e contrallano che neanche uno dei cagnolini si sia perso nella bufera di neve.
Serrare i cordoni intorno alle nostre reti: neanche uno deve perdersi nella bufera del fascismo di ritorno.


Siamo 101 su 60 milioni, forse.
Non possiamo permetterci di perdere nessuno.

martedì, marzo 03, 2009



Tanto per restare in tema, oggi ho spedito il mio Testamento Biologico all'associazione A buon Diritto.
L'ho trovato nell'ultima pagina del Manifesto della settimana scorsa.
Non credo che abbia alcun valore legale, ma non si sa mai, metti che un mattino questo paese si sveglia e si accorge di essere una democrazia...

Se mai vi venisse in mente di compilarlo anche voi, sappiate che fa un po' impressione, ve lo dico subito.
Perchè non è come l'innocuo tesserino della donazione degli organi SI NO che era facile e non si entrava nel dettaglio.
Qui devi barrare delle caselle tipo In caso di coma irreversibile non voglio essere alimentata artificialmente, idratata, sottoposta a dialisi, a operazioni d'urgenza.
Insomma, sono cose che uno se le immagina pure e non è facile barrare tutta una serie di caselle in cui di fatto si dice:
Ti va bene se ti lasciamo morire?
SI
Sicura?
SI
Anche in un modo brutto?
SI
Anche in un modo orribile?
SI

Insomma, fa impressione.
Però io ho barrato tutte le caselle tutte e ho anche nominato la persona che prenderà queste decisioni al posto mio.
Ho nominato mio fratello Paolino.

Intanto perchè non è mio fratello vero, comunque, e questo aiuta. Magari un goccio in meno di sensi di colpa, poi.
E anche perchè è un fottutissimo cinico sadico, che anche io lo sono, ma come lui nessuno.
Non dico che si divertirebbe, ma insomma.
In ultimo perchè mio fratello Paolino è alto magro, fotogenico e intelligente.
E visto che ultimamente ogni volta che qualcuno fa un'azione semplice semplice democratica democratica, tutte le televisioni gli si avventano contro perchè fa notizia, io vorrei che se sul mio corpo si combattesse una battaglia, vorrei che a farne il portavoce fosse mio fratello Paolino.

Che anche se adesso sta a Pavia, sempre che mio fratello Paolino rimane il miglior divulgatore scientifico del mondo, e se BrunoVespa lo ospita sui suoi divanetti, sono tutti cazzi suoi.

giovedì, dicembre 18, 2008


Si, sono un sacco di soldi.
Ma sono 24 pagine scritte da Andrea Baiani, Stefano Benni, Mihai Butcovan, Massimo Carlotto, Ascanio Celestini, Vincenzo Consolo, Sandro Dazieri, Valerio Evangelisti, Dario Fo, Giulio Laurenti, Daniele Luttazzi, Paolo Nori, Ermanno Rea, Tiziana Rinaldi, Alessandro Robecchi, Domenico Starnone, Vauro.
E poi, se Il Giornale costa 1 euro, quanto volete pagare per il Manifesto?

domenica, maggio 18, 2008


DIAOLOGO RIVELATORE. PER AMOR DI CRONACA


Treno. Io due fermate. Gli altri, molte. Io al ritorno da un week end felice. Gli altri al ritorno dal papa. Io su un sedile. Tre donne, Lucia, Letizia e Maria cinquant'anni di media, su un altro. Io, il Manifesto. Loro bandierine, fiori bianchi e cappellino con visiera. Io, apparentemente, normale. Loro, apparentemente, anche.

Lucia: E io gliel'ho detto, gliel'ho detto di timbrare i biglietti ma lei, niente...se non c'ero io...

Letizia: Ah, è colpa mia adesso?

Lucia: Si, è colpa tua, è colpa tua. E' sempre colpa tua.

Maria: Non litigate, dai...

Lucia: io litigo perchè poi finisce che ha sempre ragione lei. E invece no, no che non ha ragione lei!

Letizia: Ma cosa dici, che poi alla fine te la danno sempre tutti vinta!

Lucia: Ah si? E io che l'altra volta ti ho chiesto scusa? Te la sei dimenticata quella volta?

Maria: Dai ragazze, che attirate l'attenzione. Adesso ci mettiamo qui e ci guardiamo le foto del papa!

Letizia: Io con quella non guardo niente!

Lucia: Io con te neanche. Anzi, scendo!

Letizia: Tanto non hai ragione. Di timbrare i biglietti te l'ho detto che eravamo ancora dal papa

Lucia: si vede che non ti ho sentito

Letizia: bella scusa...

Maria: state rovinando una giornata così bella...abbiamo anche fatto la Comunione...

Letizia: E' lei che la sta rovinando

Lucia: No, sei tu. Sei tu! Sei sempre tu!

Maria: Ma no, ma no...dai, datevi un bacino e fate la pace.

Letizia: No!

Lucia: No!

Maria: Forza...

(...) Smack (...)

Letizia: ecco, vedi, vedi come fa?! Io di baci gliene stavo dando tre e lei uno solo! Lo fa apposta, lo fa.

Maria: Dai, Lucia, dacci gli altri tre baci così siete a posto...

ed è qui che sono scesa dal treno.
E so già che state pensando Che stronza la Nessie che se la prende con gli handicappati.
Signori, vi giuro, erano normalmente abili, per usare un termine politically correct.
Ed è per Maria, Letizia e Lucia che abbiamo abbattuto gli alberi in piazza della vittoria.
Perchè loro potessero vedere meglio il papa.
E io potessi disperarmi ancora un pochino di più, un pochino di più, un pochino di più, di più, di più...




venerdì, aprile 11, 2008

ELEZIONI




                                                       

mercoledì, aprile 09, 2008

SE PROPRIO DOBBIAMO STARE ATTENTI AI SIGNIFICATI DELLE COSE...


Non negherò di aver vissuto male parecchie elezioni.
Di averci messo su il cuore un milione di volte.
Saltellavo per la stanza anche quando hanno eletto Marini al Senato. Questo per dire come sia facile trascinarmi emotivamente anche con la più sordida politica parlamentare.
Ma questa volta.
Mi stanno venendo i capelli bianchi, il mal di stomaco, l'ulcera e la peste bubbonica.
E' una paura fisica, come Will Coyote quando gli manca il terreno sotto i piedi e dice "Oh-Oh".
Come quando supero i tir in autostrada.
Come nei sogni in cui precipiti, precipiti, precipiti...


Ho parlato con il mio Partigiano di Riferimento, giovedi scorso. 82 anni di lucidità.
Ci sente, ci vede, mangia primo, secondo, contorno, dolce e vino, a pranzo.
E pesa come me a 8 anni.
Cammina un po' lento, perchè è caduto dal marciapiede. Ma giusto un po'.


Il mio partigiano di riferimento mica era un estremista, da adulto.
Votava PCI, quelli del '68 non gli piacevano mica tanto, perchè non avevano voglia di studiare.
Faceva il Preside a Sanremo, non il metalmeccanico al Lingotto.
E' stato uno di quelli che il giorno dopo l'attentato a Togliatti è andato a convincere il suo Commissario Politico a scendere dal tetto e metter giù il fucile.
Un rosa pallido, diremmo noi.


Gli ho chiesto Che fai tu, lo voti, il PD?
Sei impazzita? - mi ha risposto - c'è una sola persona che ha messo i padroni e i lavoratori sullo stesso piano, prima di Veltroni. Si chiamava Benito Mussolini.


Chiuso.

martedì, aprile 01, 2008




...AVECCENE, DI CERVELLI COSI'...


"...Tu sai però che larghe fasce del popolo di sinistra pensano: devo aiutare Veltroni altrimenti vince Berlusconi. E Veltroni è chiaramente un «moderato». Dunque: evitare il peggio. Come rispondi?Penso che se si affloscia il soggetto di classe, il soggetto proletario, non c'è Walter Veltroni che tenga. Sbiadisce la grande questione per cui nel secolo milioni di lavoratori sono scesi in politica: la liberazione del lavoro. E almeno sino a questo tardo momento della mia lunga vita non rinunzio a questa grande speranza. Non sopporto l'ipocrisia di versare lacrime sugli operai assassinati della Thyssen e poi di non ingaggiare lotta contro i loro assassini. Quei caduti non possono essere dimenticati nel momento in cui il popolo italiano è chiamato a esprimere con il voto sua volontà politica: e a indicare i membri delle future assemblee parlamentari: quindi a eleggere poteri decisivi nella vita del nostro paese..."



(Pietro Ingrao, sul Manif di ieri)

giovedì, marzo 27, 2008




ABILI TRUCCHI PER PERSONE DI SINISTRA ( E INCUBI DA SEGRETARIA DI SEGGIO)



C'è chi dice Oddio come si fa a votare il Pd, al Senato?
No, no, no, non ce la posso fare.
Io lo so che prendo la scheda, mi chiudo nella cabina e poi non ce la faccio
La mia morale
Le mie idee
Il mio comunismo
Povero Marx
Povero Lenin
E povero Mao tse tung
Non ce la farò mai...


(E io sono qui che tremo, perchè lo so che questa volta, a me e all'Esimio Presidente, ci tocca andare a tirare fuori la gente dalla cabina a forza, in lacrime.)


(...)


C'è chi dice Io la scheda del Senato non la ritiro.
Faccio mettere a verbale che non voto, così non dò il premio di maggioranza.

(Queste idee geniali la gente le prende su internet.
Secondo me l'ha detto Beppe Grillo, che tanto mica fa il Baluastro della Democrazia ai seggi, lui.
E io, che invece fino a lunedi notte sarò là, lo so già che mi toccheranno pagine e pagine di verbali in più, per colpa di tutti i democratici con questa brillante idea.
Ma qui lo scrivo e qui lo mantengo, che vi uccido uno a uno, voi e le vostre schede non votate, tutte a verbale, doppia copia. E vi tengo a timbrare con il vostro sangue democratico tutte le mie pagine in più, quelle che di solito ci tiro sopra una comoda e veloce riga nera.)


(...)


Qualcuno dice per votare Pd mi metto i guanti di lattice

(L'hanno già fatto in francia per Chirac - Le Pen. E' vecchia.)

(...)


Ma finalmente eccola, l'idea geniale: ed è frutto della mente meravigliosa dell'Ingegnere più furbo del mondo.

Istruzioni:
Entrare nella cabina
votare sinistrarcobaleno alla Camera
successivamente, legarsi un laccio emostatico al braccio destro
quando la sensibilità diminuisce notevolmente, votare il Pd al Senato
E, guardando sbigottiti un braccio che si muove da solo dire ad alta voce:
Hey, chi è che sta votando Pd, nella mia stessa cabina elettorale?




martedì, marzo 11, 2008


VOGLIO ANDARE A VIVERE IN TOSCANA (AH AH, AH AH)
Questo è un post complicato. 
Politico. E complicato.
Il senso è questo: il voto utile non esiste. O quasi. Dipende da dove leggete questo blog.  
In gran parte d'Italia, il voto utile è il Babbo Natale delle elezioni di aprile.  
Provo a spiegarmi. E già che ci sono, anche a capirmi. 

La Camera è persa: vincono loro. 
Sicuro che vincono loro, a meno che non ci autotassiamo per mandare siciliani, lombardi e veneti in vacanza premio ai Caraibi tra il 13 e il 15 aprile (lo slogan potrebbe essere "Sei un coglione? Sei un fascista? Sei un ladro? Dai, che il week end te lo regaliamo noi, con i nostri stipendi precari, con la forza del nostro antifascismo!")

Perchè la Camera ha il premio di maggioranza.  
Il premio di maggioranza non mi dilungo. 
Fidatevi, vincono loro. 
A questo punto, alla Camera, credo siamo tutti d'accordo che abbia senso votare la Sinistrarcobaleno, per tutte quelle ragioni spiegate dal Signor VIP dell'altro ieri e dai suoi Compagni Village People.
Il Senato. 
Qui c'è la fregatura.
Il Senato ha il premio di maggioranza regionale. 
Ve lo ricordate Andreotti che fa stare su il Governo Prodi, no? Ecco, quello. 
Si vince in bilico, al Senato. 
Ed ecco qui che girava la leggenda metropolitana del Voto Utile: se al Senato si vince in bilico, allora ha senso votare PD perchè meno vince il Berlusca, più il senato è in bilico, prima il berlusca cade. 
Ma in moltissime regioni questa storia è il coccodrillo delle fogne di niu iorc.
Perchè la legge elettorale l'ha scritta Calderoli. 
E secondo voi Calderoli può avere fatto una cosa che si capisce? Certo che no, avete presente il vuoto assoluto di un cervello della Lega?  
Poi la chiamano Legge Porcata per qualcosa, eh.


LEGGI QUESTO PARAGRAFO SE VIVI IN EMILIA-ROMAGNA, UMBRIA, TOSCANA, MARCHE, BASILICATA. OPPURE MOLISE, TRENTINO E VAL D'AOSTA (CHE NON HANNO PREMIO DI MAGGIORANZA). O ANCORA SICILIA, LOMBARDIA, VENETO, PUGLIA.

Per voi che vivete in una di queste regioni l'inganno del voto utile è questo: Noi ancora pensiamo che la democrazia sia una cosa che vince chi prende più voti. 
Tipo una partita di calcio: chi fa più goal vince. 
Naaaaa.
Figurarsi.
Per eleggere i Senatori ci sono delle regole complicatissime.  
Dipende da dove sono i voti, in quali collegi, dalle maggioranze assolute, relative, cazzi, mazzi e complicazioni.
In ogni caso la parte importante è questa ( e non lo dico io, eh, che ci ho messo tre giorni a capirlo. Lo dice il sole 24 ore).
Il risultato finale al Senato non dipende solo da quanti seggi si vincono ma anche da come si perde nelle regioni in cui vincono gli altri.  
Questo perchè, con questa legge, si governa stabilmente al Senato solo se si accede ai "seggi premio". Altrimenti si è in bilico.
Per calcoli matematici, che incredibilmente ho capito ma non vi ripropongo, se non su esplicita richiesta, Berlusconi riuscirà ad accedere a questo seggi premio solo se nessuno si metterà fra i suoi piedi e quelli di Uolter.
Ogni senatore vinto dalla Sinistra o da Casini, è un "premio" in meno a chi vince. Cioè il Berlusca.
Quindi, lettori di queste fortunate o sfigate regioni, avete vinto il premio di poter votare la sinistra (o casini. Ma facciamo la sinistra, va') non solo perchè Uolter vi fa schifo, ma soprattutto perchè Berlusconi vi fa schifo doppio. Sono proprio i vostri voti alla sinistra che ci aiuteranno a rendere instabile il senato berlusconoide.

Questo però solo per le regioni del titolo. Che sono "sicuramente rosse", "senza premio di maggioranza" oppure "stronzamente a destra".

DA QUI IN POI TORNA AD ESSERE PER TUTTI
(in particolare per quelli scartati prima: liguri, calabri, abruzzesi, campani, laziali, piemontesi, sardi)

Noi che stiamo nelle regioni in bilico, invece, tutto questo discorso non ci tocca. 
Perchè la conclusione, demoralizzante per la sottoscritta, è che in Liguria, ad esempio, ha un senso votare Pd, al Senato, per impedire al PdL il premio di maggioranza regionale. 
Perchè ce la giochiamo. E vincere o perdere qui è importante.  


Ma qualcosa mi trattiene comunque dal votare Uolter, qui nella regione dall'equilibrio instabile.
Ed è questa.
Chiunque vinca, al Senato, vincerà di poco. E questo vuol dire accordi tra Pd e Pdl.  
Un accordo significa una maggioranza praticamente assoluta, se non assoluta. 
Vuol dire che se Uolter e Silvio si accordano, possono fare delle riforme, anche costituzionali, senza neanche un referendum confermativo. 
Vuol dire che possono fare quello che vogliono.
Vogliono scrivere: Articolo 1, l'Italia è una repubblica fondata sulle banane? Possono. 

Questo è un rischio enorme. 
E' pericolosissimo.  
Al di là dei giochini politici, quindi, c'è una cosa che mi trattiene dal votare Uolter. 
Ed è che la democrazia si basa anche su qualcuno che dica di no.
Altrimenti si chiama dittatura.

lunedì, marzo 10, 2008

Inauguro una nuova categoria. Vivrà da oggi al 13 aprile, saltuariamente.
Si chiama Guida intergalattica per non morire democristiani.
Per l'inaugurazione, come nei centri commerciali, ho invitato un VIP.


Perchè non votare PD?
...stralci dal Forum con Fausto Bertinotti pubblicato ieri sul Manif.
(si, è lungo. Ma è anche così che ci si oppone alla youtubizzazione della politica. eh)



E' stata una disgrazia o una fortuna che sia caduto Prodi?

Formula antipatica. E' una fortuna se tutti coloro che si sentono di sinistra prendono atto che quella storia lì, cioè la possibilità di costruire una politica riformatrice prevalentemente dal governo con un'alleanza tra forze diverse, è finita. Perché sia una fortuna dobbiamo cambiare il gioco e dire che il centro del nostro interesse è costruire una sinistra. Non più trovare una risposta qui e ora al tema dell'efficacia attraverso alleanze e governo ma di ritrovarla più avanti nel tempo costruendo un nuovo soggetto politico di sinistra.



Ma in campagna elettorale questa proposta non rischia di essere poco credibile?

No, perché se facciamo la campagna elettorale dando l'idea che la Sinistra arcobaleno è un cartello elettorale non rispondiamo al tema dell'efficacia. E' invece un investimento a redditività differita, facciamo una cosa oggi aspettando un risultato domani. Chiedo di votarci in primo luogo per aiutarci a fare una sinistra di alternativa. Non tanto e non solo per come stiamo in questa competizione elettorale ma per costruire la vera novità: un soggetto unitario e plurale della sinistra che oggi in Italia non c'è e domani ci deve essere.



Sessant'anni fa, nel '48 e sempre in aprile, ci fu una sconfitta pesante del Pci e del Psi. Però si ripresero. Ove ci fosse una sconfitta, cosa che speriamo di evitare, secondo te ci sono le forze per reagire?

Credo sarebbe molto dura. Sono convintissimo che la Sinistra arcobaleno debba nascere come una necessità. Però temo anche il rischio - che c'è in tutta Europa - della scomparsa della sinistra politica dalla panorama politico e culturale. Non che questo cancellerebbe i movimenti, le tensioni critiche, l'anticapitalismo, ma che non siano più presenti sulla scena della politica. Una sconfitta temporanea rischia di portarci a una devastazione di lungo periodo. E' questa la mia risposta a chi parla di voto utile. Da un lato costruire questa sinistra dentro e oltre le elezioni è una necessità storica. Dall'altro è l'unico modo per condizionare il Pd a una relazione con la sinistra. Il voto per noi è doppiamente utile.


Hai detto che la sinistra si deve porre il tema dell'uguaglianza. Fai quattro proposte secche per stabilirla (...). Qualcosa che vi distingua dagli altri partiti.

La prima è l'aumento dei salari, degli stipendi e delle pensioni. Cosa a cui va attribuita un'importanza grandissima. Uno più importante di me diceva: contro i padroni aumento dei salari. Io dico: contro la recessione aumento dei salari. Salari, stipendi e pensioni sono così bassi che il loro aumento determinerebbe una possibilità di spesa immediata e in qualche modo questo risponde insieme ad un criterio di giustizia e a un criterio di domanda.
Secondo: in alternativa alle grandi opere, che rischiano di suggestionarci anche dal punto di vista dell'occupazione, proponiamo un grande programma di opere pubbliche costruite al contrario: mettere a sistema la difesa idrogeologica del paese, costruire le case popolari. Un intervento di civiltà, di valorizzazione ambientale e di beni comuni come il patrimonio artistico-culturale. Cioè non un'operazione di devastazione ma di arricchimento di risorse che sono anch'esse un argine contro l'impoverimento, dall'acqua fino agli asili nido.
Terzo, l'energia: al contrario del nucleare e del carbone, vogliamo accompagnare quello che sta già accadendo nel paese. A Milano si costruisce un nuovo Politecnico tutto in funzione dell'energia solare. Quanti progetti come quello possono essere avviati in Italia?
Quarto, il salario sociale: l'idea di una dotazione in denaro e in servizi per i giovani che entrano nel marcato del lavoro, siano essi disoccupati o precari, che li accompagni nel mercato del lavoro.



Tremonti e la Lega affrontano la crisi della globalizzazione con una chiusura nazionalistica. Da 120 anni la sinistra ha una visione opposta. Oggi?

Schematizzo al massimo. Della destra tutto si può dire tranne che non sia dotata di realismo. Siccome la crisi c'è e deve difendere interessi reali risponde brutalmente con una nuova combinazione di liberismo e populismo che è il protezionismo (...)
Ma il Pd a sua volta fa un'operazione di sistema. Dallo scioglimento del Pci a ieri c'è stata una controriforma graduale e non dichiarata ma sempre collocata a sinistra. Oggi invece è indicativo che la parola «sinistra» venga cancellata anche nel nome. Non è maquillage, quella di Veltroni è un'operazione che va presa sul serio. Sempre quando la sinistra è in difficoltà diventa aristocratica e sottovaluta i problemi. L'abbiamo fatto con Berlusconi ora rischiamo di ripeterlo con Veltroni. Quello del Pd è un riposizionamento vero: è la richiesta di cancellazione del conflitto. Sia sul terreno della lotta di classe che in quello del lavoro. Il conflitto viene cancellato come se fosse un fraintendimento dei vari portatori di interessi. Dunque lo schema di destra è comunitario-protezionistico, quello di centrosinistra è la dissoluzione delle fisionomie sociali e dei diritti. Di fronte a queste due ipotesi di «sistema» la sinistra è alternativa alla prima e critica con la seconda.



Di cultura si parla poco in questa campagna elettorale. La Rai, la televisione, è il veicolo attraverso il quale si è formata anche una cultura, disastrosa, dell'Italia. Oggi l'unica cosa a cui si pensa è sganciarla dai partiti e privatizzarla. Voi a quale tv, a quale Rai, pensate?

Questo campo pone una questione davvero cruciale: il problema della costruzione di un senso comune, che possiamo anche chiamare la questione dell'egemonia. Su questo abbiamo accumulato molti ritardi. E una delle ragioni è la scomparsa di luoghi di ricerca comune e di formazione sui grandi temi di fondo della società. La politique d'abord ci ha massacrati. Bisognerebbe creare una scuola, un diavolo di luogo dove si possa organizzare e pensare sistematicamente, perché scuola, radio e televisione, nuovi strumenti di comunicazione, nuove produzioni di arti e di cultura, obbligano a ripensarci organicamente. (...)
Per la Rai bisogna aprire una discussione sulla sua missione, marcandone sia nel contenuto che nel contenitore il carattere di spazio pubblico. E in questo caso continuo a pensare che la forma migliore sia il più vicino possibile all'autogoverno. (...)