giovedì, ottobre 30, 2008

VELOCI STRALCI DAL MERAVIGLIOSO CORTEO DI OGGI


"...la mamma di Brunetta è Topo Gigio
la mamma di Brunetta è Topo Gigio
la mamma di Brunetta
la mamma di Brunetta
la mamma di Brunetta è Topo Gigio"

martedì, ottobre 28, 2008

AGGIORNAMENTO VELOCE
Oggi, ventisette anni.
Ieri, come sempre il giorno prima del mio compleanno, ero scoglionata e depressa.
Allora ho pensato che ci voleva una cosa da Una volta nella vita.
L'ho trovata: ho fatto una camminata sui carboni ardenti sul tetto di una caserma dei pompieri.
E' stato fichissimo.
Un po' Giovanna D'arco, un po' prosciutto di Praga.
Prossimamente, il video su iu tub.

martedì, ottobre 21, 2008


L'amica E. dice che il periodo del festival della scienza lo odia perchè noi tutti spariamo dal mondo, facciamo lobby, usciamo in masse itineranti, parliamo di cose che non si capiscono, e aboliamo il tempo libero.
E' tutto vero.
Il festival della scienza è il richiamo dell'erasmus, socialmente parlando.
Una punturina di cazzonaggine annuale, pic! già fatto.
Quest'anno, poi, è ancora peggio.
Quest'anno noi dobbiamo tenere il piede in due scarpe: saremo come sempre gli stupidi animatori in maglietta deformante, MA ANCHE i seri curatori, per la stampa, per i visitatori del barrio alto.
Ma anche.
Se questo è lo slogan, abbiamo fallito in partenza.
Gli scrocchinquilini, il vero valore aggiunto del festival, per ora ancora scarseggiano.
Piazzati in casa nostra a rotazione, rispettando un criterio di scelta posto da me e mia moglie (maschi e di sinistra) da tre anni si presentano puntuali alla nostra porta con in mano i cioccolatini o i salami del ringraziamento.
Arrivano da tutta italia perlavorare come animatori scientifici, 6,50€ lordi all'ora, 400 persone al giorno da fronteggiare.
Siamo una generazione di masochisti.

In tre anni, io e mia moglie abbiamo ospitato:
L'Insopportabile Veneto
L'adorabile Jennifer
L'imbucato di Saragoza
Miss Marple
L'adorabile Jennifer (reprise)
Lo scrocchinquilinoperugino.

Quest'anno abbiamo spazio per tre, ma per ora è arrivato solo Dobby, l'elfo domestico, che ci fa la spesa, pulisce, cucina, lava i piatti e si rende spesso decisamente piacevole.
Sappiamo che dovrebbe arrivare un pisano (meglio un morto in casa...).
E il terzo non si sa chi è.
Nessuno, lo sa.
Il pacco sorpresa.

E così vi tocca attendere.
Perchè io sparisco.
Faccio lobby, faccio gruppo, ma soprattutto faccio i doppi turni.
C'est masochisme, mais c'est magnifique.
Ci rivediamo il 5 novembre, con un sacco di cose da raccontarvi.
Ma se volete passare a trovarmi, sarò allo Scienziato Puzzle.
E mi riconoscerete facilmente: sarò quella che starà agonizzando nella sua realizzazione personale.

lunedì, ottobre 20, 2008


...Tra le altre cose, ho miseramente perso la mia battaglia contro i bidelli.
Il male ed il potere hanno un aspetto così tetro...

venerdì, ottobre 17, 2008

giovedì, ottobre 16, 2008

SONO COSE DA TASSISTI



Io ero meravigliosamente fiera di me stessa.

Con mio stesso stupore, stavo gestendo con maestrìa: una mostra assolutamente incompleta a sei giorni dall'inaugurazione, il lavoro più incasinato del mondo, una famiglia in crisi, una vita sentimentale a zero, la Manifesta anche se poco, tutto il resto della vita, che comunque pesa, che comunque assorbe. La lavatrice che sempre perde, la camera che sempre assomiglia ad una palude scozzese, le dimenticanze che sempre, la spesa.



Stamattina, inevitabilmene, mi sono venute le ansie.
Santo dio non ce la faremo mai.
Cazzocazzocazzo.
Non c'è pronto niente, per la mostra.
Devo fare tutto io, al lavoro complesso.
La famiglia in crisi, merda.
Vita sentimentale? Eh?
Il manifesto ha pubblicato gli orari sbagliati. Bisogna dirglielo! (e i comunicati stampa? Avevo promesso che li avrei fatti! Ma quando?).
La lavatrice
La camera
Le dimenticanze
La spesa.
E devo fare il silchepil.


Adesso, che sono le otto e ho scoperto che mi piace stare qui a scrivere, a quest'ora, nell'ufficio deserto, mangiando poi alle dieci, mi piace tantissimo, sono di nuovo in asse di equilibrio, e sono felice per il mio benessere psicofisico.
Adesso vado a casa e, cascasse il mondo, mi faccio il silchepil.
Già basterebbe, a riposarmi la psiche.


Ma c'è anche che ho comprato il carnet dei biglietti dell'autobus, ho dato all'edicolante 50 euro e lui me ne ha resi 49.
Potevo dirglielo.
Diciamo che me ne sono accorta tardi.


Ma c'è anche che il mio progetto con i viscidi adolescenti sta funzionando a meraviglia. Ogni giovedi raddoppiano. Settimana scorsa 6, oggi 13.
Lo so, non è la vostra idea di felicità, un gruppo di adolescenti che raddoppia una volta a settimana, ma è la mia. E' la mia soddisfazione.


Ma c'è anche una casa che invece di uno scrocchinquilino mi hanno dato un elfo domestico.
E' meraviglioso.
Fa tutto lui.
Che nessuno osi regalargli un mio calzino.


Così ho pensato questo.
Che rimanere sereni, in queste condizioni, sarebbe da tibetani.
E i tibetani sono cose da tassisti.
Io, lo ammetto, sono un po' stressata.
Ma soltanto un po'.
Perchè, di fatto, sono profondamente soddisfatta.
E quindi anche un po' felice.

mercoledì, ottobre 15, 2008


UN SIMPATICO QUIZ


Dio è morto.
Marx è morto.
E anch'io non mi sento tanto bene.

Ma tra i tre
secondo me, quello che sta peggio è M A R X


(Volete sapere perchè? Cliccando su ogni lettera del nostro amico Karl, un simpatico gadget-risposta)

lunedì, ottobre 13, 2008


Sono giorni di sintesi.
Due, tre righe di corsa, per dirvi che ci sono, ma che non ce la faccio a trovare il tempo di mettermi lì a raccontarvi.
Sono giorni di battaglie campali contro i bidelli, col mio scudo e ronzinante.
Di spettacoli meravigliosi, come i canti di pace di Moni Ovadia e Falsal Taher.

E stamattina a Camogli c'era un sole tiepido che sembrava mi volesse fare un regalo.
Sono giorni che è partito il count down finale del Festival della Scienza .
Mille millanta tasselli, davvero.
Mancano dieci giorni e tutto quello che abbiamo fatto per la nostra mostra è accumulato nella mia anticamera.
In anticamera c'è una macchia d'umido.
Che si allarga incessante.
Se la legge di murphy è scienza esatta, è lo è, mi crolla l'intonaco sulla mostra la mattina prima dell'allestimento.
Io speriamo che me la cavo.
Oggi è arrivato il primo scrocchinquilino dell'anno.
Dorme nella stessa stanza della mostra accumulata e dell'intonaco precario.
Forse sarebbe un atto misericordioso, da parte mia, pagargli l'ostello.

Ma c'è una cosa che si impone, in questa sintesi degli ultimi giorni.
Sabato ho portato il mio amico Jp - regista dall'animo lombardo, dalla tensione baudeleriana, dalle idee all'assenzio, dai sottotitoli brechtiani - a mangiare i frittini di pesce sul molo al tramonto.
Ci siamo seduti in silenzio, e io lo guardavo, il mio amico Jp, con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così.
E a ogni totanino.
A ogni sciabordìo.
E a ogni panissa.
A ogni gabbiano all'orizzonte.
La sua tensione milanese, le sue rughe metropolitane si distendevano, sul molo, fino a quando i muscoli gli si sono rilassati così tanto da riuscire anche a sorridere.
Gli caduto il lifting del milanese.
Ed è in quel momento che io e la mia città ci siamo sentite importanti.

domenica, ottobre 12, 2008

In corteo alla fine io non c'ero.
ma loro, per fortuna, erano 300.000.

Ho passato un week end bellissimo, bellissimo veramente, ma mi dispiace tanto non essere andata.
Un po' di senso di colpa, un po' di dispiacere.
Così mi sono andata a vedere le foto, per gustarmi la manifestazione almeno in differita.
Se volete vederli anche voi, alcuni di quelli più coerenti di me, li trovate qui.

E un mio personale applauso agli autori del meraviglioso striscione:
RIAPRIAMO IL DIALOGO: VAFFANCULO.

sabato, ottobre 11, 2008

POLITICALLY SCORRECT



JOERG HAIDER PRIMA
JOERG HAIDER DOPO


P'CATO...

mercoledì, ottobre 08, 2008


...ho scritto, oggi per domani, su prospettivaranocchio


C'era una volta io che non mi arrabbiavo mai con gli estranei.
Che avevo questa sorta di timore reverenziale dell'istituzione e degli uomini dietro al bancone, o dietro allo sportello.
Sempre io che dicevo Ah, mi scusi.
Resti sbagliati, scontrini al ribasso, abusi di potere: mi arrabbiavo sempre dopo.
Zitta e incazzata, pronta a prendermela con chi non c'entrava, con chi aveva la sfiga di incontrarmi subito dopo.
(Poi l'ho scoperto, al laboratorio di gestione del conflitto, questa cosa dell'altalena M- m
Io facevo sempre il ruolo m, con le istituzioni, e poi mi trasformavo in M con chi non c'entrava niente.)

Ma 27 anni di lamentele sopite nei confronti dei burocrati e dei ladri istituzionali, dovevano pur uscire da qualche parte.
A furia di accumularsi, doveva succedere un esplosione di magma nevrotico antistituzionale.

Stamattina alle nove, l'amministrativa del municipio prima mi ha chiamato e poi mi ha riattaccato il telefono in faccia due volte, dopo due settimane di insulti in burocratese subiti passivamente dalla sottoscritta.
Sottoscritta che, per inciso, non ha nessuna colpa nella situazione in corso.

Ho avuto il nervoso tutta la mattina, per questa cosa delle telefonate riattaccate in faccia.
Per calmarmi sono andata dal parrucchiere.
Mi sono fatta coccolare i capelli, e sono tornata in ufficio che ero diventata un M enoooooorme.

Dieci minuti fa ho richiamato in municipio, per parlare con la donna dei conti isterici.
Ero un M che esondava fino all'ascensore.
E me la sono mangiata viva.
Ho iniziato ogni frase con ADESSO LEI STA ZITTA E MI ASCOLTA.
Ho continuato con NON OSI RIATTACCARMI IL TELEFONO IN FACCIA.
E, non contenta, ho anche aggiunto DEVO PARLARE CON I SUOI SUPERIORI?.

Alla fine ha ceduto e mi ha passato una collega, sana di mente, mentre lei continuava a sbraitare, nel suo delirio amministrativo, lontana dalla cornetta.
Con la collega abbiamo risolto tutto in cinque minuti.

Quando ho messo giù mi tremavano le mani e avevo lo stomaco piccolo piccolo.
E nel corridoio si tagliava il silenzio col coltello da pesce.
Piano piano il mio M si è mosso come un blob gelatinoso ed è rientrato dalla porta.
Mi sono ripresa, il nervoso è uscito tutto invece di stare lì a pesare sul mio fegato, e sto molto meglio.
E adesso, che realizzo che sono molto più calma e rilassata di stamattina...

..quasi quasi la richiamo io, la donna dei conti isterici, e le faccio una scenata anche per quella volta che mi hanno trattato male alla segreteria dell'università

lunedì, ottobre 06, 2008


Allora, io sabato vado in corteo a Roma.
Deciso e sicuro, vado.
E che bello sarebbe che foste in tanti a mettere il dito qui sotto e a venire con me.

Con tutta un'abile manovra sono riuscita a spostare l'animazione che avrei dovuto tenere contemporaneamente, a 800 km  di distanza dal corteo.
Niente bambini: annullati.
Quindi vado.

Le ragioni del corteo, quelle ufficiali, le trovate qui. 
Ma sostanzialmente si riassumono in  LO FACCIAMO QUESTA CAZZO DI PARTITO UNITARIO DELLA SINISTRA, EH? O ANDIAMO AVANTI CON LA POLITICA DEI LEMMINGS?

Ma questo non basterebbe a farmi alzare alle cinque.
La rivoluzione dopo mezzogiorno, per favore.
Quello che mi farà alzare prima dell'alba è sostanzialmente questo.
Che io ho bisogno, fisicamente, di vedere che non siamo solo noi.
Ho bisogno di vedere il pullman da Casalecchio di Reno, posteggiato dietro quello del Vomero, posteggiato dietro i venti pullman da Reggio Emilia.
Ho bisogno del solito pastore tedesco con la sciarpa attaccata al collo e il solito vecchietto che dice "Così non potranno dire che non c'è nemmeno un cane".
Ho bisogno della solita banda.
Ho bisogno degli striscioni bucati per il vento, il solito CheGuevara che svolazza sul Circo Massimo.
Ho bisogno di questo perchè c'è poco che mi piace più nella vita.
Ma anche.
Anche perchè ho bisogno di normalità.
Ad ognuno la sua routine. La mia è questa. Io sto alle manifestazioni come l'impiegato al rintocco delle cinque.
Ho un bisogno, fortissimo, di vedere che ci nascondo, ma che alla fine ci siamo.
Il vecchietto, il cane, le bandiere, il pullman dell'unione studenti, l'arcilesbica con i capelli corti, i migranti della CGIL.
Ho bisogno del mio thermos caffè corretto crema al whisky, con la crema al whisky che la bevo soltanto in corteo, come le lenticchie a capodanno.
Ho bisogno della sosta all'autogrill che sono già in Toscana ed è l'ora in cui di solito mi sveglio.
Ho bisogno che in autogrill, quelli che sono partiti prima, abbiano già esaurito per primo il Manifesto, poi Liberazione, poi L'Unità, poi Repubblica, poi il Corriere della sera, e nella disperazione financo il Riformista. E nella grata rimangono solo la Padania, Libero, il Giornale e il Messaggero.

Ho bisogno di passare tra gli striscioni, senza mai sapere dove ci andremo a mettere finchè non mi innamoro di uno spezzone. A volte perchè cantano, a volte perchè hanno i fischietti, a volte per i bambini, a volte, semplicemente, perchè sorridono.
Nei cortei ho i colpi di fulmine per gli spezzoni, e sempre tradisco: mai fatto un corteo con la stesso gruppo di quello prima. Anche al g8 ho cambiato tre volte in tre giorni.
Ecco, vorrei vedere se ci sono i compagni portuali de Venesia, che al g8 mi hanno salvato la vita e la psiche.
Ho un bisogno fisico di vedere le solite facce che non sono mai le stesse, i bambini sempre piccoli con i palloncini rossi. Ho bisogno di passarci in mezzo, di sentire che non è cambiato niente dallo scorso ottobre: ci siamo, sempre, camminiamo, sempre, nelle stesse strade di roma, sempre, con gli stessi slogan, sempre, che a volte non se ne può neanche più.
Ma sempre, comunque, anche se non si parla più di noi, anche se siamo la polvere extraparlamentare sotto il tappeto della democrazia.

Io, l'11 ottobre, mi fermo in piazza esedra per il solito caffè.

Devo assolutamente trovare il tempo di andare dal parrucchiere.


(Se vi state silenziosamente lamentando, nella solitudine delle vostre scrivanie, che oggi c'è poco da leggere, potete fare un salto su prospettivaranocchio.
Lì troverete ampio spazio di depressione e sconforto).


giovedì, ottobre 02, 2008



Io stasera volevo fare una cosa.
Volevo descrivervi tutti ma proprio tutti gli adolescenti che oggi alle quattro avrebbero dovuto venire al nostro progetto di educativa di strada: la Nessie che ritorna a fare l'educatrice dei teenagers.
Dopo tre anni e mezzo, di nuovo ad occuparmi di ormoni e sudori, e depressione cosmica e primi amori, e le marlboro nel bagno e le canne di nascosto, e Ma se mi bacia al cinema posso restare incinta, e Lo sai che io ho due amici che sono rimasti incastrati baciandosi con l'apparecchio, Sai che roba, io ho due che sono rimasti incastrati scopando, no no è vero, cazzo, vi giuro.
Di nuovo i Bella raga, Brilla, Oh Frè.

Ero anche un po' emozionata.
Mi dicevo E se non sono più in grado?
Se mi sono abituata troppo bene con i bimbi nani, quelli che dicono Culo! e poi arrossiscono?
Se non so più cosa fare davanti ad una ragazzina alle prese con il suo primo amore?
Se mi faccio demoralizzare dalla loro aria annoiata e scoglionata?
Se pensano di me che sono vecchia?
Se mi dicono che ascoltano musica Indy e io la confondo con il triphop, che non so perchè ma lo faccio sempre?
E dico Non mi piace a me l'indy.
E poi mi accorgo che non è vero, che mi piace, ma è troppo tardi, ormai l'ho detto, pensando al triphop.
Se non so cos'è la musica Industrial?
Se l'hip hop sono ferma agli articolo 31 e ai Sottotono.
Se non so i nomi dei cellulari.
E non ho neanche il T9.
Nemmeno la tv, ho.

Con i bambini è più facile: abbiamo dei punti di contatto.
Tipo che ci fa paura a tutti il giudice di roger rabbit.
Io, quando lavoravo con gli adolescenti, non sapevo neanche aiutarli con i problemi di geometria di prima media.
(però ero richiestissima per l'argomento Ciclo in ritardo. A ognuno le sue competenze).

Insomma, ero un po' intimorita ed emozionata.
Mi dicevo Nessie, ricordati la regola base, con gli adolescenti: se non sai di cosa cazzo stanno parlando, stai solo zitta, ascolta e sorridi. Prima o poi inizieranno a parlare di sesso.

Ma tanto non sono venuti.
Zero di zero.
Il deserto dei tartari adolescenti.
Tre ore ad aspettare, e neanche una nuvola di polvere all'orizzonte.
Così noi educatori siamo andati a prendere i pasticcini.
E il succo d'arancia solidal.
Si, in orario di lavoro, mica siamo sbirri.
E abbiamo passato un intero giovedi a chiacchiere tra di noi.
Di cosa parlano gli educatori? 
Oggi, in particolare, di nuvole a forma di Ufo, minchia devi vederli i video su you tube; di Kungfupanda che è meno bello degli incredibili però minchia lo devi vedere troppo; e di Minchia adesso vado a casa, mi faccio un bagno, una canna e poi nanna. 

Ecco cos'è l'educatore, pensavo.
Una persona che è pagata per far passare kungfupanda come corso di formazione specifico.
Ma non è che mi stia lamentando, anzi.
Intanto perchè questa profonda riflessione la facevo con un bignè al pistacchio in bocca.
E poi, comunque.
Sempre meglio che lavorare.

mercoledì, ottobre 01, 2008


Quest'uomo,
si è appena laureato
con 110 e lode.