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martedì, aprile 06, 2010



Sparire dal mondo, a piccole dosi, non è poi così difficile.

Sono partita, giovedi, con lo zaino che compie quest'anno i 15 anni di vita e i circa due milioni di viaggi, per andare a fare la volontaria al Cirtical Wine di Montaretto, che è una cosa bellissima in un posto bellissimo.
A Montaretto non prende la omnitel, se non in unico punto dietro la chiesa e al bivio con il murales dello sciopero al contrario. Del resto non prende neppure la Tim, la Tre, e poco la Wind. Ci si parla via radio. O a voce, ovviamente.
E un posto solo ha internet: l'ostello.

In compenso, però c'è La casa del popolo, c'è il campetto da calcio Lenin, c'è il campeggio dell'Anpi, c'è il Critical Wine, c'è il pranzo sociale del Primo Maggio, c'è la vista più incredibile, c'è le stelle, c'è i bambini che girano da soli, c'è il calcetto, c'è un sacco di gente meravigliosa. E quindi c'è che è facile arrivare il giovedi e dimenticarsi del resto del mondo fino al lunedi sera.
Durante il Critical Wine ci sono i produttori, i figli dei produttori, i volontari, i musicisti, la gente del paese, i vecchietti, i cuochi, gli aiuto cuochi, i dj, quelli che passano di lì.

Io, quest'anno, ero volontaria.
Ho fatto volantinaggio alle 5 terre.
Sono stata alla cassa a vendere i bicchieri.
Sono stata al bivio a bloccare i milanesi che volevano scendere con il suv in paese.
Sono stata in cucina a lavare i piatti.
Sono stata promossa sul campo da lavapiatti ad aiuto-aiuto cuoco, con un'emozione che neanche quando mi hanno eletta al congresso provinciale.
Ho fatto colazione la mattina con fette biscottate e tajin, davanti al cielo più bello del mondo.
Mi sono scolata sotto il temporale.
Mi sono fatta un mazzo tanto con i piatti.
Ho conosciuto un milione di persone che non vedrò più.
E un milione che vedrò ancora.
Ma soprattutto, sono stata volontaria.
Che è una parola bellissima.
Che è una parola tremendamente fuori moda.
Ma che se dovessi dirvi qual'è la mia parola del 2009-2010, questa parola sarebbe Volontaria.

C'è un senso grande, in questo andare ad aiutare senza guadagnarci nulla, se non, appunto, la condivisione e il divertimento, che la nostra generazione aveva dimenticato.
Tutti impegnati ad arrabattarci dietro la vita, ci siamo dimenticati della bellezza di fare le cose per il gusto di farle.
Parafrasando Benedetto Croce (e De Andrè) credo che la mia generazione si sia ad un certo punto convinta che tutti siano volontari, fino a 18 anni, e che dopo rimangano a farlo soltanto gli eroi e i cretini.
Non è così.
E' un parametro diverso.
Ci sono delle cose, degli eventi, dei luoghi, dei momenti, che non potrebbero esistere senza i volontari.
Il Critical Wine è uno di questi, il Circolo Luogo dell'Anima è un altro, e chissà quanti altri ce n'è.

Il Critical Wine ci va un milione di persone, che parlano, che scoprono un modo diverso di vivere, che parlano con i produttori, che bevono un caffè alla casa del popolo, che aspettano pazienti il turno per mangiare, che ascoltano della bella musica, che semplicemente stanno in un posto bellissimo per 5 ore.
Questa cosa è importante.
In questo mondo di casino e depressione, è una cosa importantissima.

Io, in quatro giorni, mi sono sentita orgogliosa di poter dare una mano ad una cosa così.
Con tutti i limiti, come sempre.
Ma con l'idea precisa che ci sono delle cose che non c'entrano nè con i soldi nè con la fatica, ma c'entrano con la qualità della vita.
Lo scopo comune, l'aiuto, l'ironia, il cazzeggio e la serietà, il senso, la politica. Sono le cose che abbiamo perso, e che a Montaretto si trovano ancora.
Sono cose di sinistra.
Sono LE cose di sinistra.

Io credo che dobbiamo tutti tornare a fare i volontari.
Per noi stessi, principalmente; e, di conseguenza, per gli altri.
Oppure il contrario.

mercoledì, gennaio 27, 2010


In forno cuoce la torta di mele.
E' il mio contributo alla cena di Natale del mio ufficio, che si terrà tra un'ora.
E con questo avete capito tutto dell'ufficio più bello del mondo.

Con le ricette io sono la figlia di andy warrol e di un'autistica.
Se c'è una cosa che mi viene bene, la replico all'infinito fino a quando non mi stufo.
Poi trovo un'altra ricetta da appendere sul frigo, e ricomincio da capo.
Sperate che non mi focalizzi mai sulla pizza con l'ananas.

Visto che è il giorno della memoria, però, a parlare di torte di mele nel forno mi sento scema (e schifosamente cinica).
Ma pensare di mettermi a parlare della banalità del male, dal momento che ci siamo immersi fino al collo, peggio che mai.
Allora mi rifugio nei nanetti di vita vissuta.

C'è stata una volta che ero una studentessa a scienze dell'educazione.
E avevo una professoressa di storia contemporanea progredito che era una nota etilista.
Mi presento a dare l'esame il 27 gennaio, con una curatissima tesina sulle attinenze tra la partecipazione popolare nella Resistenza e al G8 di Genova.
Tiè.
Eravamo in cinque, a dare l'esame, perchè la storia contemporanea, agli studenti di scienze dell'educazione, piace quanto un riccio tra l'alluce e l'indice.
Io ero la seconda.
La prima, tremante come un budino - perchè gli studenti di scienze dell'educazione emettono da soli il 58% del pil di ansia del paese - si siede davanti all'etilista.
La quale, come in una barzelletta, dice Signorina, prima domanda: che giorno è oggi?
....giovedi?
Si, si, che giorno del mese...
Aaaah, 27 gennaio.
E il 27 Gennaio è...
...
è...
...
è il giorno....
E' il giorno della memoria! (gli studenti di scienze dell'educazione guardano i telegiornali. Ndr).
Brava. Perchè il 27 gennaio è il giorno della memoria?
...
...
...
Ah, si. Perchè è il giorno che ci è stato Auschwitz.

Cosa fa questa ragazza, adesso?
La maestra.
Et voilà: la banalità del male.

venerdì, gennaio 15, 2010



Io spero che questo convegno dove dovrei (devo?) andare martedi prossimo non lo organizzi nichi vendola, anche se è a Bari.
Io spero che lo organizzi Emiliano, così posso dare la colpa al pd.

Il count down sul sito dice che mancano 3 giorni e 9 ore all'inaugurazione, sono accreditata come delegato internazionale e non ho un biglietto, non so se l'albergo mi ospiterà anche la notte tra lunedi e martedi e soprattutto se posso andare in aereo invece che in treno impegandoci 3 ore invece di 15 e pagando anche meno (loro, non io. Ma insomma...).

Così tutto lascia pensare che andrò alla sperindio prendendo un aereo lunedi alle 1935. Ma l'aereo non è prenotato perchè nessuno mi dà alcuna indicazione e, attualmente, sto andandomene dall'ufficio con il seguente programma:
oggi pomeriggio lavoro da un'altra parte
stasera circolo dell'anima fino alle 2
domani costruisco il materiale per
l'animazione di domenica
lunedi mattina scrivo un bando per il Comune fino all'una quando
vado dalle mie ragazzine per il corso di espressione corporea, da cui uscirò
all'ora esatta dell'aereo per bari.

Invece che per il conguaglio, fate una colletta e mi regalate una controfigura?

martedì, dicembre 15, 2009

Un post che dovevo scrivere da lungo tempo.
Nel frattempo sto leggendo "Dalla parte dei genitori" di Daniele Novara.


COSE CHE HO IMPARATO DAL LIBRO DELLE LISTE

Una persona famosa espulsa da scuola: Humphrey Bogart (da Yale, per "irriverenza" ed "euforia incontrollabile")

Un distrazione di Stanley Kubrick: In Barry Lindon, ambientato nel 1700, compare un treno a vapore.

5 parti del corpo designate con nomi italiani (l'organo del Corti, Le trombe di Eustachi, Le tube di Falloppio, i Corpuscoli di Ruffini, le cellule di Sertoli).

Alcuni degli eventi storici svoltisi sotto l'effetto dell'alcol: (Il Boston Tea Party, l'assassinio di Lincoln, la battaglia di Little Big Horn, la stesura di Arancia Meccanica).

8 lavori molto curiosi: (frantumatore di ossi, inseritore di stecche, sbiancatore di suole, accertatore del sesso dei polli, annusatore di uova, lavatore di prugne secche, produttore di regine, fiutatore).

Il primo lavoro di Ron Hubbard, fondatore di Scientology: scrivere racconti western

2 organi sessuali che non riposano con i loro proprietari: quelli di Napoleone Bonaparte ("piccoli e palesemente atrofici" ) sono in possesso di un urologo statunitense.
Il pene di Rasputini (33 centimetri abbondanti in erezione, si dice) è stato in possesso di una delle amanti.

Due coppie di proverbi che si contraddicono: L'unione fa la forza/chi fa da sè fa per tre; Pane e noci mangiar da sposi/ noci e pane mangiar da cane.

Una storia bellissima di un terrorista stupido: All'inizio del 1994, in Giordania, un terrorista è entrato in un cinema dove si proiettavano film erotici di provenienza turca. Aveva ricevuto 50 dollari per collocare una bomba, ma non avendo mai visto un film erotico è rimasto incantato. Quando la bomba è esplosa, il terrorista era ancora sedut al suo posto e ha perso entrambe le gambe nell'esplosione.

mercoledì, novembre 11, 2009



Il mio karma, in questo periodo, ha deciso un po' banalmente di ripulirsi con traslochi e muri da ripitturare.
Sto impiegando il mio tempo libero in luoghi altrui, con vico dolcezza un po' immobilizzato nella sua polvere e nel suo pelo di gatto siberia, ma con una soddisfazione pari al più grandioso dei traslochi.

Al di là dell'inscatolamento compulsivo a cui tutta la comune-ty sta partecipando, e in cui trovo spazio per i miei rari lati ossessivi ("Se ho iniziato a inscatolare i fumetti devo finire di inscatolare i fumetti...! Perchè questa scatola è troppo piccola per i fumetti???!!"), anche il lavoro più bello del mondo sta dando una mano al mio bisogno di ordine e pulizia emotiva.

Così ieri sera, alle otto, io e altre dieci persone ci siamo infilati i guanti di lattice, tentando di ripararci dal tifo e della peste bubbonica, e abbiamo iniziato a ripulire un circolo abbandonato a sè stesso da mesi, e che ha solo venti giorni di tempo per tornare a brillare.
Sono spuntati animali, salami dolci marciti nel frigo, bottiglie di vino e muffa, quadri immersi di umidità, polvere, polvere, polvere, incomprensibili sculture, etti di the nero sparso sul pavimento, sculture di porcellana a forma di cane.
Abbiamo riempito 20 sacchi della spazzatura, due scatole di vetro da riciclare, altrettante di carta.
Siamo tornati a casa che sembravamo dei manovali sul treno del ritorno il venerdi pomeriggio.

Ma la gioia indescrivibile di aprire un freezer sbrinato non me la sarei mai aspettata, dal mio karma di due mesi fa.
L'idea stessa che stiamo lavorando per costruire un posto che sia accogliente per noi, ma che lo sia per tutti. L'immenso piacere di riempire venti sacchi di spazzatura urlando E questo cos'è???, la gioia di portare un barattolo con l'aria schifata al primo maschio nei dintorni e dirgli Lo apri tu, per piacere? Secondo me c'è qualcosa che si muove dentro...

Sarà banale, il mio karma, che si ripulisce con i traslochi, ma non l'aveva mai fatto prima.
Avvolgendosi su sè stesso come un riccio triste, rimuginando ferocemente sugli errori commessi, su quello che avrei potuto fare, dire, baciare, lettera e testamento per salvare la mia storia d'amore.
E invece questa volta io lo adoro, il mio karma banale. Che ripulendosi e svuotando frigoriferi marci evita l'autofustigazione e, anzi, si riempie di una rabbia che non avevo mai sperimentato.
Nessun tipo di recriminazione ma un sentimento di rabbia sana e incanalata, a metà strada tra Kill Bill e Million Dollar Baby.

martedì, ottobre 13, 2009



Ci sarà un momento, io spero, che le persone si renderanno conto delle conseguenze insopportabili delle Leggi per la Sicurezza.
Non dico le conseguenze quelle più gravi, quelle che avrebbero dovuto far saltare in aria la coscienza di un paese civile: i fermi, i cpt, i rimpatri, le perquisizioni.
Dico le conseguenze più banali, quelle che viene quasi vergogna a lamentarsene, perchè non sono nulla rispetto ai fermi, ai cpt, ai rimpatri, alle perquisizioni, ma che stanno trasformando la nostra vita in un incubo a metà tra la Fattoria degli animali e Comma 22, dove i maiali decidono della tua sicurezza, e le leggi sono follia.
Io ieri ho lasciato uno zaino sul treno.
Scema io, ovvio. Anche un po' stanca, molto stanca. Era il sesto treno in una giornata e i bambini in classe erano stati particolarmente agitati. Ho appoggiato la testa sul sedile a Camogli e poi, non so come, ero a Genova Principe.
Sono scesa al volo e lo zaino è rimasto lì.
Peraltro me ne sono accorta non meno di tre ore dopo.
Ora, nello zaino c'erano i vestiti del week end a boscolandia e un clacson da bicicletta comprato sui banchetti degli ucraini. Niente di fondamentale, però è ovvio che, tra perderlo e ritrovarlo, avrei preferito questa seconda ipotesi.
Così stamattina sono andata in stazione, ho scoperto che l'ufficio oggetti smarriti non esiste più e sono andata al punto informazioni.
Tra l'altro, parentesi.
L'ufficio oggeti smarriti che non esiste più è una cosa bruttissima, a pensarci bene. C'è tutto un immaginario legato all'ufficio oggetti smarriti, che non è solo il posto dove trovi l'ombrello o lo zaino, ma anche il luogo dei ricordi, della memoria. L'oggetto che si perde, si andava a cercare all'ufficio, perchè non era soltanto un ombrello, una borsa, ma era quell'ombrello, quella borsa, che era la tua, che aveva la sua storia e che era importante solo per te. L'ufficio oggetti smarriti è un posto dove le cose hanno un valore al di là del costo.
E' una cosa importante, l'ufficio oggetti smarriti e invece l'hanno chiuso, come i negozi di ricambi per cucine.

All'ufficio informazioni di trenitalia mi hanno spiegato perchè, non esiste più l'ufficio: Qualche mese fa hanno trovato una borsa con della dinamite. Allora l'hanno chiuso. Sa - pausa complice - sono le Leggi Per La Sicurezza.

Allora io chiedo: E quindi? Cosa succede adesso agli oggetti smarriti che non sono dinamite?

Può essere che qualcuno li porti nel Comune dove viene rinvenuto - mi dice il signore verde - per esempio il suo treno fa il percorso Sestri Levante - Savona/ Savona - Sestri Levante; forse il suo zaino adesso è nel Comune di Savona.

Ma, chiedo io, se lo trovano prima che il treno finisca la tratta?

Eh, in effetti, il suo zaino può essere anche a Sestri Levante, a Santa Margherita, ad Arenzano, a Cogoleto, a Camogli, a Recco... Sempre che qualcuno, dal treno l'abbia portato in municipio. Le consiglio di chiamare tutti i comuni della tratta tra qualche giorno.

Ci sarà un momento, io spero, che le persone si renderanno conto delle conseguenze insopportabili delle Leggi per la Sicurezza.
L'acqua sugli aerei, la solitudine, la paura costante, la prevenzione, i tramezzini nel celophane, il divieto di accesso per gli "estranei", le telecamere.
Arriverà quel momento che non accetteremo più che ci rovinino la vita per un pacco di dinamite disinnescata. Non ci faremo torcere la vita per una "molotov scarica".
E quando arriverà, il momento della rivoluzione contro le Leggi per la Sicurezza, io vorrei tanto essere il commissario politico della Brigata Oggetti Smarriti.

mercoledì, agosto 19, 2009

Sono in trasferta.
Vi scrivo da Boscolandia, ancora abbronzata dal mio viaggio in Croazia che poi era la Galizia, che poi erano le Asturie, ma anche i Paesi Baschi e quelli Catari.
Ho un sacco di cose da raccontarvi, io e l'omm della tempesta abbiamo fotografato tutti i cieli macinati in quattomila chilometri, e sono cieli che rendono l'idea del viaggio.
Se riesco, già che sono in trasferta, li uso per un diario onlain e poi ve lo linco.

C'è, a dir la verità, che questa settimana io dovrei scrivere uno spettacolo teatrale per bambini, altro che diario on lain.
Io e la mia agenda bislacca, i miei impegni assurdi.
Ogni tanto penso che magari anche Walt Disney aveva una moleskine con scritto "entro dopodomani inventa Pippo".
Questo pensiero mi rincuora un po', anche se si, si, Walt Disney era un porco maccartista.
E sicuramente, a differenza di me, non lasciava la sua agenda sul 34/, dannazione.

Io, comunque, ho tre giorni per scrivere questo spettacolo teatrale, che è già in preprogramma come se esistesse già, come se Ooooh, quante volte l'abbiamo già provato, questo spettacolo.
Invece no, ho scritto 40 righe, e neanche mi piacciono troppo. Ho tre giorni per dare coerenza ad una storia di tre bambini che vanno sulla Luna.
E invece sono qui che scrivo il blog per tentare di disincastrarmi il crampo dello scrittore, di sciogliere il blocco della fantasia.
Entro venerdi inventa Paperoga.

L'omm della tempesta, all'altra scrivania, ha finito di lavorare e sta rimettendo le sue cacche secche di tasso nelle apposite scatoline.
Ci attende il caldo umido di Boscolandia, fuori da questa aria condizionata.
La buona notizia è che fa troppo caldo per le zanzare.
La seconda buona notizia è che questa è la terza settimana che stiamo insieme venticinque ore al giorno e ci amiamo ancora.
La terza buona notizia è che qui si sente RadioPopolare.
Adesso andiamo ad inventarci una cena.
E magari domani le cacche di tasso saranno la mia ispirazione.

lunedì, agosto 03, 2009



E il week end prima della partenza abbiamo deciso che la Croazia non faceva per noi.
30 km di coda fuori Trieste, una marea di amici e conoscenti con biglietti per Spalato, Zara, Zagabria, i giornali che dicono Croazia: la meta dell'anno.

No, non andrò a litigare per una piazzola per la tenda con una famiglia di Ancona, non sgomiterò al supermercato con una coppia di Quartoggiaro, non rimarrò abbracciata sul lungomare di Zara mentre dietro di me cantano Ollelle Ollallà faccela vedè faccela toccà.

Ho usato tutto il mio lunedi pomeriggio per cercare un'alternativa che rispondesse a non pochi requisiti: che ci si potesse andare senza passaporto ( il mio me l'hanno rubato a Barcellona), che non fosse calda (io e l'omm della tempesta facciamo 60 di pressione massima in due ), che non fosse cara (lui gli scade il contratto, io non l'ho mai firmato), che ci si potesse andare e tornare in 12 giorni (non uno di più), che non fosse in italia (ollellè ollallà).

Qualsiasi ipotesi vi stia venendo in mente ora, leggendo, noi l'abbiamo scartata.
Costi, chilometri, folla, afa.
Poi, finalmente, ci siamo ricordati che c'è un viaggio che tutti e due vogliamo fare da una vita.
Galizia e Asturie.
Che c'è l'atlantico, che salva la nostra pressione bassa.
Che i chilometri sono tanti, ma utrecht era peggio.
Che, soprattutto, nelle Asturie ci hanno fatto la rivoluzione delle Asturie e io è tutta la vita che voglio andarle a vedere, queste Asturie dei minatori.
Molto di più non so.
No, so che ci abita Sepulveda.
Che c'è Santiago de Compostela, e noi non ci andremo.
E che nelle Asturie d'inverno fa freddissimo.
Ma lasciatemi ancora due ore di lavoro e poi scappo da feltrinelli a vedere quali meraviglie ci offrono di compagni minatori, per questo agosto che sembra bruco e invece è meravigliosamente farfalla.

martedì, luglio 28, 2009



Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dov'è nata la Lega, andate nella farmacia di Boscolandia.
Vi aprirà un uomo cattivo e aggressivo.
In camice bianco e mani incartapecorite, servirà prima di voi una coppia di ex tossici. Muovendosi a scatti, come una marionetta a cui abbiano tagliato alcuni fili essenziali, sputerà sentenze sulla loro epatite, e li tratterà come stracci da piedi.
Si trascinerà arrancando verso gli scaffali, con il viso stravolto dalla paresi, e butterà scatole di medicine necessarie con la malagrazia di un macellaio che ripulisce un manzo dalle interiora.
Parlando come Calderoli si rivolgerà poi a voi che volete un test di gravidanza, con tutta la tensione che un test di gravidanza comporta. Ma l'empatia, così come la grazia e i sorrisi, non saranno il suo forte.
Si trascinerà dall'altra parte della farmacia, il dottor Jackil, lasciando immobile la sua parte mr Hyde, e tornerà con un test degli anni '90, che vi farà pagare 15 euro.
E senza aspettare di avervi salutato, servirà il ragazzo intimorito in fila dietro di voi, infastidito dal vederlo con gli auricolari e l'ipod.

Se volete andare a vedere la vera faccia della Lega, andate nella farmacia di Boscolandia, perchè lì è nata la nuova classe dirigente.

(....scusa, Calamandrei...)

lunedì, luglio 20, 2009

TORTA DI RISO...
In ospedale, radiologia, dopo essermi svegliata che non potevo appoggiare il piede destro.

(da leggersi con spiccato accento genovese)

"Metta il piede lì che ci facciamo una lastra. Comunque ce lo dico subito che non è rotto".

"Lo so che non è rotto. Ho paura di essermi fatta qualcosa ai tendini"

"E tanto mica si vedono dalle lastre, i tendini"

"Eh, ma mi hanno mandato qui da ortopedia..."

"Si si, ma qui sono le parti molli. Vedrà..."

"E se sono i tendini?"

"ma tanto chi crede di essere, lei, Ronaldinho? Belin, se sono i tendini ci mette su del lasonil e se ne sta a riposo",

giovedì, giugno 25, 2009



"... il treno suburbano Milano Porta Garibaldi - Milano Rogoredo è stato soppresso".


Ecco, giusto quello che mancava alla mia giornata, cominciata alle 6 con la precisa voglia di darmi per dispersa, altro che tornare a Genova.
Un micino che mi ruba il sonno scavando con le unghie nel mio istinto materno.
Gli equilibri da chiarire.
Luglio che si avvicina minaccioso, lui (luglio) e i suoi fottuti programmi a distanza.
Io che voglio darmi per dispersa e invece parto, ingrugnita e depressa alle 7 del mattino da Boscolandia. Per poi vedermi sopprimere il treno e perdere la coincidenza.
Ci sono delle mattine che c'è un perchè se ti svegli incarognita.
Così tento uno scatto giamaicano via metropolitana per intercettare il regionale a Milano Centrale, ma perdo, clamorosamente perdo, che quando arrivo il treno è da qualche parte tra Famagosta e Pavia e non è neppure segnato sui cartelloni.
Ed è qui che inizio la mia battaglia.
Biglietteria.
Coda
Coda
Coda
Coda
Io
"Buongiorno, ho un biglietto da Boscolandia a Genova ma ho perso la coincidenza con il regionale perchè avete soppresso un treno"
"C'è l'intercity delle 9:05"
"Va bene, cosa devo fare per il biglietto?"
"Sono sette euro di supplemento"
"No, non credo: il treno l'ho perso perchè avete soppresso la coincidenza"
"E allora cosa vuole?"
"Voglio arrivare a Genova il prima possibile"
"Innanzitutto l'erba voglio non esiste neanche nel giardino del re".

Un solo urlo dentro di me: voi, che avete americanizzato tutto, i costi, i treni, i biglietti e i vostri cazzo di megafoni che non mi fanno dormire ricordandomi ad ogni fermata che non devo gettarmi dal treno se non è ancora fermo, tutto avete privatizzato, tranne i cazzo di impiegati frustrati delle 830 del mattino, voi dovete morire tra atroci tormenti.
Ma invece sorrido.
E vado allo sportello informazioni del binario 21.
Dove trovo una persona gentile.
A cui faccio gli occhioni tristi tipo gatto con gli stivali di shrek
Non dico che sfodero lo charme, perchè dovreste vedermi, stamattina. Sembro, non so, Gorbaciov?
Ma soprattutto capisco che il signore gentile delle informazioni odia quelli della biglietteria e allora ne parlo male Guardi, avessi saputo subito che potevo venire da lei che è così gentile...

Ho vinto.
Ho preso l'intercity con lo stesso biglietto del regionale tutto timbrato e controfirmato che sembra il lasciapassare di Casablanca.
Sono arrivata in ufficio con un imbarazzante ritardo.
Ma sentendomi Rick Blaine

giovedì, maggio 28, 2009


Giusto qualche riga, che poi devo mettermi a lavorare sul serio: devo trascrivere "il re delle mele" per l'audiolibro che regaleremo ai nostri bimbi.
Devo copiare le storie, devo impaginarle, devo fottermene del copyright, devo registrarle e impacchettarle. E' uno dei lavori più belli dell'anno.

Ieri sera la ragazza fuori moda mi ha cucinato le costine di maiale alla piastra perchè la mia detologa così ha imposto.
Io non sono una donna fatta per la carne.
Io quando mangio la carne innanzitutto non mi diverto.
E' proprio una questione di noia gustativa.
In secondo luogo non la digerisco.
Dormo beata con una teglia di lasagne al pesto e non digerisco la fettina.
Così, mentre eravamo lì a lavorare anche di sera, che sabato andiamo a raccontare storie e scienze ad Imperia, mentre eravamo lì, il mio stomaco ha inziato a fare strani rumori.
E io mi sono detta Non ho più gli anticorpi di una volta.
A stare in ufficio ho perso tutto quello che avevo accumulato facendo la maestra: è bastato tenere la testa ad una sorella vomitante, martedi notte, ed ecco che subito il virus mi ha beccato anche a me.
Mi sveglierò con la febbre.
E le bietole dal naso.
Io che sono passata indenne attraverso varicelle, orecchioni, febbri suine, pidocchi e sars portate quotidianamente dai miei bimbi, io che neanche la peste bubbonica, adesso che sono passata alla progettazione basta uno stupido virus che subito me lo becco.
Così sono andata a letto mogia mogia e, scusate la franchezza, schifosamente ruttante.
Mi sono addormentata aspettando il momento in cui avrei aperto gli occhi nella notte e mi sarei trovata nuovamente a tu per tu con la costina di maiale.
E invece.
Anticorpi santi subito.
Sto benissimo.
Pensavo fosse un virus e invece era la costina.

Un contratto di un anno da maestra dovrebbe essere garantito dal sistema sanitario nazionale.

mercoledì, aprile 01, 2009

Ci sono delle giornate che tutto mi si accumula e io non riesco più a trovare il bandolo della matassa delle cose da fare.
Quelle giornate di solito è il mercoledi.
Ci sono delle giornate che questo ufficio, che è una stanza cinque metri per cinque, ospita:
due scrivanie
un tavolo
un armadio di ferro da amministrazione colorato a bombolette spray
un mobile inutile basso basso lungo lungo definito La cassa da morto
un mobile a scaffali ikea
una liberia bassa
un mobile a quadrettoni ikea enorme
un armadio con disegnato sopra un albero
i resti di un drago in cartapesta
sei sedie
un attaccapanni
la sacca dei travestimenti
sei ragazzi di servizio civile
io
l'adorata responsabile
un'ultras della samp
la ragazza fuori moda.
Quelle giornate di solito è il mercoledi.

Così io, al mercoledi, arrivo alla pausa pranzo che la pausa pranzo decido di non farla.
Prendo un caffettino alla macchinetta e magari ci puccio due biscotti.
E poi aspetto l'una come Buzzati aspettava i tartari.
E quando finalmente se ne vanno i servizi civili.
E se ne va l'adorata responsabile
E la ragazza fuorimoda magari mangia dai suoi
E l'ultras della samp va dai suoi ragazzi sfigati.
Io rimango sola col mio caffè, i miei biscotti e i miei pezzi di drago.
Riconquisto il bandolo della matassa e riesco persino a scrivere sul blog.
E mi gusto il silenzio come una fetta di torta alle fragole.

giovedì, marzo 26, 2009



E che non si dica che non sto facendo tutto il possibile per conquistare equilibrio e benessere.
Giro in bicibellula respirando a pieni polmoni.
Mi faccio una quantità di maschere viso e capelli che neanche la paris hilton dei tempi bui.
Ogni mercoledi, immancabile, la pissipissibaucologa.
Da ieri, anche lo shatsu.
Mangio le fibre.
Tanta frutta, tanta verdura.
Progetto le partenze comunitarie verso la grande manifestazione del quattro aprile.
Ieri sera ho scritto due capitoli del mio libro per bambini.
E Stakanov questo week end mi porta in un posto che sono cinque anni che ci voglio andare e che si chiama la Rasa di Varese.
E poi stamattina ho anche fatto shopping, come le vere femmine quando si sentono giù di morale.
Ho speso soldi che non avevo per tre vestiti adorabilmente inutili. E un paio di orecchini fricchettoni.
Così si fa.
Ho litigato anche con una vecchietta: Signorina, quasi mi investe con la sua bicicletta!
Non direi, signora, l'ho vista.
Avrei potuto spostarmi all'ultimo e lei mi avrebbe investita!
Ma non è successo, mi pare.
Non dovrebbe essere acconsentito girare in bicicletta! E' pericoloso!
Signora, vorrà dire che mi comprerò un Suv.

Quest'ultima cosa mi ha messo particolarmente di buon umore.
Anche la gonna con il pizzo mi ha fatto ben sorridere.
Ma la vecchietta scema di più.
Ho anche fatto la femmina stupida con il signore delle chiavi e dei lucchetti che aveva i bicipiti da manovale pieni di tatuaggi.
Ciao, scusa, mi si dev'essere rotto il lucchetto della catena della bici.
Ah, tranquilla, vieni qui che risolviamo tutto!
Lui contento di fare il maschio alfa con olio e martello, io felice di fare la femmina che le cose non le deve risolvere tutte lei.
(Comunque non l'ha risolto neppure lui. Ho dovuto comprare un altro lucchetto. Però se siete femmine e avete l'ego sotto i piedi, provate anche voi ad andare in un negozio di ferramenta sotto i portici, in bici e con la gonna a fiori. E' l'elisir di lungavita per il buonumore, è).

Quindi, come vedete, ci sto provando.
Ci sto provando talmente tanto che oggi non mi ha infastidito neppure un rappresentante dell'unicef tanto viscido e tanto laido che avrebbe potuto lavorare per la banca mondiale o per la monsanto. Io, pensare che quelli sono i portavoce dei diritti dell'infanzia...
Ma neppure lui ce l'ha fatta a distruggermi.
Perchè ci sto provando e ci sono giorni che ci riesco, ad essere felice.
Oggi, ad esempio.
Nonostante una casa che è un magazzino di passaggio per psichi distrutte.
(ma il plurale di psiche è psichi? oppure psiches?).
Nonostante la traversa per altalene a cui fissarci, come dice il Pastore, appaia lontana in modo sconsolante.
Nonostante un ragno nel letto, che rende l'idea del livello di abbandono attuale.
Nonostante i pianti che mi fanno sembrare Mastro Ciliegia, come dice il Gipunto.

Ci sto provando e ci sto riuscendo talmente, che adesso decido che ancora per un'ora sfanculo Brunetta, evito di lavorare e scrivo pure su Prospettiva Ranocchio.
Tiè.

martedì, marzo 17, 2009



Vorrei tanto scrivere, oggi.
Sono nel pieno di una delle solite sindromi da blog, quando faccio le cose e già penso a come scriverle.
Ma non ce la faccio, non ce la faccio per niente, che l’ufficio più bello del mondo oggi sembra la ritirata sul Piave.
E io mi sento il generalcadorna.

Però posso copiarvi questo status geniale che ho letto su facciabuco e che rende perfettamente l’idea di cosa sia vivere a Genova, e ascoltarne le chiacchiere sugli autobus.
E che mi piace particolarmente adesso, che per tutto il week end sono stata immersa nella poetica vita di boscolandia, seppur in trasferta.

“ belin tè visto che sô che gè? A l'è propriu 'nna bella giornâ!"
“Scí... Ma doman l'han ditu che ciêuve!”

giovedì, febbraio 19, 2009



Si, dovevo raccontarvi della macchina in comproprietà.
Ma una riunione mi ha ciucciato il cervello dalle orecchie con una cannuccia, e così adesso sono come lo spaventapasseri del mago di Oz.
Non potrei veramente dire nulla di intelligente, oggi pomeriggio.
Così mi concentro al mio massimo, e riesco giusto a produrre questa tranche di vita vissuta:
Stanotte ho fatto gli incubi. Mi sono svegliata sudata e ansimante alle 4 e 12: i giapponesi invadevano la Svizzera e uccidevano tutti. Me compresa.
Giuro.

mercoledì, febbraio 18, 2009



Mi accorgo che è primavera quando inizio a fare i progetti.
Perchè l'inverno mi piace, mi piace tantissimo, non è che una possa vantare un bisnonno che attraversa a piedi la Siberia senza che poi non ne rimangano tracce nel suo dna.
Però l'inverno un po' la progettualità me la blocca, questo devo ammetterlo. E rimango ancorata al passato, come alla linea di Stalingrado, fino a quando non si allungano le giornate.

Adesso che sono tre giorni che c'è il sole, lavatrici a parte, sono riuscita a mettere in cantiere tutta una serie di elaborati progetti mentali.
Intanto dopodomani ospito in vico dolcezza una cena di quelle che costruiscono i ponti verso le novità, ponti meravigliosi come l'arcobaleno del tricheco Dentilunghi, per chi mai si ricordasse Paolo Poli nei C'era una volta...
Che poi, scusate, sono costretta a divagare per una precisazione. Le cassette dei C'era una volta - gialle, con dentro le storie raccontate da Lella Costa, Paolo e Lucia Poli e mille e mille altri, quelle con Gobbolinoooo è il gatto della streeeega, e con C'era una montagna molto grossa che si chiamava testona rossa spaventava tutti a morte ma cambiò poi la sua sorte ingoiò teiera e the e crepò senza dire ahimè, e anche con Dotty e gli orsacchiotti e, appunto, Dentilunghi - le cassette gialle del c'era una volta...non sono per niente quelle che cominciavano con la sigla Di mille ce n'è di fiabe nel mondo da narrar (daaa narrar) venite con me in quel posto fatato per sognar non serve l'ombrello il cappottino rosso la cartella bella per venire con me basta un po' di fantasia e di bontà (eee diii bontàààà).
Questa era la sigla dei 45 giri con le fiabe tradizionali.
I vestiti nuovi dell'imperatore, Il gatto con gli stivali, Cappuccetto Rosso che faceva paura.
Era la sigla d'inizio e di fine delle fiabe tradizionali, quella della cartella e del cappottino rosso.
I C'era una volta avevano solo una musichina, mi sembra, e un din! tutte le volte che si girava la pagina del librino allegato alla cassetta.
Ecco, scusate, ma sempre alle cene dei trentenni c'è qualcuno che distrugge la mia filologia delle scienze delle merendine e confonde le cassette gialle con i 45 giri verdi. Mi andava di precisare.

Torniamo alla vita reale.
La novità più grande di quelle che mi sono pensata - insieme ad una progettazione notturna degli spazi di Vico dolcezza che mi convince tantissimo soprattutto perchè prevede l'ingresso di decine di mensole da libri - è la macchina in condivisione.
Ma ora che ci penso, l'idea della macchina in condivisione meriterebbe un post a sè.
E io ho sbrodolato tantissimo con le fiabe, oggi.
Allora della macchina in condivisione ve ne parlo domani.
Ma sappiate che è un'idea bellissima, e tutta primaverile.

martedì, gennaio 13, 2009












Ho fatto l'equipe organizzativa del mese con la capa.
Segnatemi assente.

martedì, gennaio 06, 2009



Oggi finisce inesorabilmente la lunga parentesi delle vacanze, di noi che ci ostiniamo a mantenere un orologio biologico da bidelli.
Domani torno al lavoro e dicono che nevica.
Io, che al lavoro ci vado a piedi, penso Magari, che nevica.
Poi penso che ho anche la pissipissibaucologa dall'altra parte della città, domani, e allora penso Magari, che nevica, ma stanotte, domani mattina tutto bianco, domani pomeriggio gli autobus funzionano.

La parentesi delle vacanze è stata una parentesi graffa, di quelle con la punta proiettata in avanti, nei progetti del futuro.
Anche se non è proprio l'anno dei progetti, il 2009, diciamo che si spera sia l'anno delle cose che si aggiustano, nel presente più che altro.
Però un po' di ami lanciati, in queste vacanze di natale, quello si.
Lanessie eletta vicepresidente, all'unanimità, della futura meravigliosa associazione didattica.
Un po' di amicizie che si aggiustano, che trovano la loro dimensione, che tentano di trovarla.
Zaini e zaini di nuovi oggetti per rendere Vico dolcezza il luogo del presente.
I soldini già nella busta per la bici nuova.
Ma soprattutto un po' di idee chiare, nella calza della befana, il coraggio di dare le risposte che gli altri si meritano, quello di rimanere sulle proprie posizioni, quello di accettare dei compromessi prima impensabili.

Il 2009, tra le varie cose, si decide finalmente a chiudere la parentesi Stakanov.
Che, a vostra insaputa, vostra di lettori lontani, aveva avuto un lungo sbrodolamento negli ultimi mesi del 2008, e che adesso invece si merita una bella portata in faccia, trascinata dal vento della chiarezza e della sopravvivenza mentale della sottoscritta.
Lanessie inizia il 2009 con lo status di single felice.

Poi, insomma, il 2009 è anche l'anno del G8 in Sardegna e del Gay Pride a Genova.
Allora io penso che ci sia bisogno che il 2009 sia anche un anno politico, di nuovo, che se vado a vedere quando ho scritto l'ultimo post di politica, non avevano ancora eletto Denzel Washington alla Casa Bianca.

Allora queste sono le mie prossime azioni politiche:
Alla fiera dell'est, per due soldi, rinnovo l'abbonamento al Manifesto.
Con la copia del Manifesto, salto su un treno e vado a picchiare Ferrero finchè non gli viene un'idea.
Con l'idea di Ferrero fanno finalmente un partito.
Con un partito fanno opposizione.
Con un'opposizione noi possiamo finalmente essere di nuovo più a sinistra del partito d'opposizione.
Con le nostre idee a sinistra dell'opposizione ci torna la voglia di fare politica.
La voglia di politica si trasferisce anche sul blog.
Poi c'è l'angelo del signore, che al mercato mio padre comprò.