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mercoledì, ottobre 15, 2008


UN SIMPATICO QUIZ


Dio è morto.
Marx è morto.
E anch'io non mi sento tanto bene.

Ma tra i tre
secondo me, quello che sta peggio è M A R X


(Volete sapere perchè? Cliccando su ogni lettera del nostro amico Karl, un simpatico gadget-risposta)

giovedì, marzo 06, 2008



SINCERAMENTE
NON E' CHE MIGLIORINO TANTO, LE OCCHIAIE

lunedì, gennaio 28, 2008


LA GRANDE DEPRESSIONE...

Ventotto giorni dall'inizio dell'anno e ne stanno succedendo di ogni.
Tira una generale aria di depressione.
Sembra che anche il nostro umore stesse su con i voti dell'Udeur.

venerdì, gennaio 25, 2008

Quasi sempre, in politica, il risultato è contrario alle previsioni.
François-René De Chateaubriand

martedì, gennaio 15, 2008


CROLLANO LE CERTEZZE PIU' DEI MURI

Tre certezze nella vita, avevo.
Primo che non capirò mai le regole del rugby.
Secondo che non sarò mai il cigno bianco del lago dei cigni.
Terzo che non soffro di mal di denti.

Altre cose si, le soffro. E mi mangio le unghie. E tendo ad ingrassare sui fianchi. Persino le calorie delle unghie mi vanno a finire sui fianchi.
Quindi non è che non le ho, le mie sfighe.
Ma quella no, la mancanza di sofferenza dentale era motivo di vanto e rilassatezza.

Persino nella mia adolescenza autolesionista, quando cercavo gratificazioni nei bignè, quando lo zucchero si scavava tunnel di collegamento tra i molari di due fazioni opposte, io non soffrivo.
Mi ero fatta l'idea che i miei nervi si fossero suicidati ad un certo punto e che tutto fosse finito.

Poi, ieri.
Minestrone col riso, eh, mica torrone e mele caramellate.
Una fitta ininterrotta per ore a quel dente in basso, non l'ultimo quello prima.
Eolo, credo si chiami. O Mammolo.

A questo punto le possibilità sono due.
Primo: all'interno del dente stanno scavando il tunnel del San Gottardo, e per farlo hanno usato un'atomica e il tnt di Buggs Bunny, e anche i prodotti diserbanti di Bhopal, e i miei nervi si sono risvegliati, sono usciti dalle loro tombe e adesso devo ucciderli con un paletto nel cuore.
Ma se questo è quello che sta succedendo, il mio dentista è quantomeno miope, altrimenti stupido.
Perchè mi ha controllato il mese scorso e ha detto Tutto a posto.
E il tunnel del San Gottardo è una questione lenta, seppur inesorabile.

Oppure.
La seconda ipotesi è che non sia una carie, ma la crescita del dente del giudizio che smuove tutti i miei nervi morti.
A questo punto sarebbe anche l'ora.
In ventisei anni non si sono mai fatti vedere.
Ho i denti del giudizio con la sindrome di Peter Pan.

Io spero che sia questa seconda ipotesi.
Perchè sarebbe un buon segnale per il 2008, intanto.
Poi, metti che sarei la prima a cui i denti del giudizio cambiano in meglio quelli già esistenti.
Magari poi sorrido dritto.


E poi, forse, se divento adulta e giudiziosa, è la volta che capisco le regole del rugby.
Il cigno bianco, invece, quello mai.







domenica, gennaio 06, 2008



IL PRIMO PENSIERO PESSIMISTA DELL'ANNO.

Prendo la navetta per l'aeroporto del ritorno alle 3 di notte da Victoria Station. Tre italiani cercano di salire senza biglietto
All'immortaccitua, non c'ho più una lira non c'ho, lo voi capì che devo stare all'aeroporto per tornà a Roma e nun c'ho più una lira, a'autista dimmerda.
Sorry Sir, you need a ticket. I've been in Italy, but here it's london, it's different. You need a ticket. E chiude le portiere.
Mentre si scusa con gli altri passeggeri per il ritardo, i romani tempestano di pugni la porta dell'autobus. L'autista chiama la polizia.
Alla fine i romani pagano. C'avevano la lira. E una di loro si chiamava Cassiopea. Tanto per.

Arrivo a Bergamo.
Poi alla Stazione Centrale di Milano, dove faccio colazione.
In coda con me per lo scontrino ci sono tre rumeni. Pagano setteeuroecinquanta per tre caffè e tre brioche piccole.
Bevono il caffè, mangiano la brioche e se ne vanno.
Il barista tira su con schifo le tazzine dal bancone e dice Col lanciafiamme bisognerebbe ammazzarli questi schifosi.

Mi siedo per terra ad aspettare il treno perchè, come già sapevo, a Milano sono sparite le panchine e la sala d'attesa sembra una rosticceria alla vigilia di natale.
Arrivano due poliziotti Signorina non può sedersi per terra. E' proibito.
Scusi, e dove posso aspettare?
Se vuole fuori c'è un mcdonald's.

Il treno parte con venticinque minuti di ritardo. Trenitalia si scusa per il disagio, si è rotto il locomotore.
Arriva il controllore. La gente gli urla in faccia Bastardi, vi dovrebbero licenziare tutti.
Lui passa dritto, occhi bassi.
La gente parla di tasse e rivolte.


E' un esperimento scientifico.
Provate a disabituarvi all'italianità, per qualche giorno.
Una volta tornati, avrete la netta impressione che questo paese ci stia esplodendo sotto il culo.

mercoledì, agosto 29, 2007


UN ABBRACCIO FORTE FORTE AL CHIMICO

martedì, agosto 07, 2007



LA SINDROME DELLA PRECARIETA'

Il tempo libero mi fa venire il mal di testa.
E la nausea.
E non digerisco più neanche l'insalata mista.
L'amica E dice che c'è l'influenza in giro, che l'hanno presa sia il chimico che il punto g. e che allora forse non è la sindorme del ferragosto vuoto.
Quasi mi dispiace, però: mi ero affezionata all'idea di un'allergia al tempo libero.

C'è che mi odio in questo mio ciondolare tra gli scatoloni alla ricerca di un mago merlino che torni da Honolulu e che con un solo movimento della bacchetta e una canzone che non ho imparato mai, metta in fila tutte le teiere, le tazzine e i piatti e li faccia danzare fino alla credenza.

Ho bisogno di un letto, di una cassettiera e di decidere come gestisco i miei spazi.
E odio quando tutto è una metafora.
Provo a convincermi che mi manca solo la materia prima, e che una volta portati a casa i mobili, tutto verrà da sè, tutto Hocus Pocus.

Ma più che l'ikea adesso sogno una macchina, perchè sono tre giorni che mi è venuta la voglia di una scappata in svizzera con la scusa delle sigarette indiane. E il treno no, perchè poi mi devo trovare un posto dove dormire e non solo non ci sono i soldi, ma poi non è quello di cui ho voglia. Ho voglia di una macchina e di un autoradio come quella che avevo montato nella mia r4, così bassa che toccava il ginocchio destro quando il piede rimbalzava sul pedale troppo duro.
Perchè ho ricominciato a scrivere per il teatro, tra uno scatolone vuoto e uno semiaperto, tra il sacchetto delle lenzuola da lavare e quelle a cui trovare un posto nell'armadio così alto che ci vuole o una scala o un fidanzato.
E io quando scrivo, non so, mi viene voglia di svizzera.
Sto sognando il parco di ginevra.

E poi riatterro tra gli scatoloni e mi dico che non ci sarà nessun mago merlino, e non è il momento dei viaggi, adesso, è il momento delle scatole.
Perchè poi il premio di una casa che sta in piedi saranno tutti i micro viaggi che vogliamo fare con l'ulivo palestinese: meno di un mese, nessie, meno di un mese.

Ma lo stesso sogno il parco di ginevra, e mi addormento alle due con la stanchezza di un anno che spinge sulle tempie.
Questa precarietà che mi mordicchia dai lati, anche quando non lavoro, soprattutto quando non lavoro, soprattutto quando potrei gestirmi e non so gestirmi tutto questo tempo libero, tutto questo agosto che non so cosa ci faccio qui.

sabato, luglio 21, 2007



ADESSO BASTA!

Il momento preciso in cui ho scoperto che non bastava aver fatto il partigiano per essere compagno è stato quando mi hanno proposto di lavorare per l'istituto storico della Resistenza con un contratto co.co.pro. 3,45 euro l'ora. Sei giorni a settimana. Niente ferie. Niente mutua. Raggiungibile 24 ore su 24. Trasferte un paio di volte al mese.
Poi, hanno fatto presidente della Repubblica Napolitano, tanto per non farmi venire il dubbio che l'unico partigiano stronzo l'avessi beccato io.

Ci sono rimasta male, lo ammetto, che i partigiani per me erano Con ostinato rigore, e poi me li scopro Difensori dell'ordine costituito. La solita biancaneve, la solita idealista.
Però la Resistenza è una cosa seria, e il fatto che a difenderla e a parlarne rimangano soprattutto pochi ex senatori votati al partito democratico e al centralismo, non ne diminuisce il valore. Fa un po' tristezza vedere il 25 aprile ridotto a corone di fiori e gagliardetti, ecco, quello si. Ma dietro l'Anpi, oltre le corone di fiori c'è tutta una storia che ancora non è stata raccontata, ed è la storia dei partigiani che poi non hanno fatto nè i senatori nè i presidenti della repubblica. Quella è la storia della resistenza che mi ci piace a me. Quella è la storia che andrebbe raccontata. Una storia in cui l'eroismo sia l'eccezione. In cui non è l'eroismo a fare la Resistenza, è fare resistenza che è eroico.

Gli istituti della Resistenza in mano agli ex senatori centralisti che propongono contratti capestro sono un gran bello ostacolo a questo tipo di narrazione, perchè ricercano il martirio cristiano nei morti partigiani. Perchè sono intrinsecamente convinti, in modo tremendamente luterano, che il fatto stesso di essere sopravvissuti sia una colpa.
Non è un bel modo di raccontare la Resistenza alle nuove generazioni.
Ma c'è da dire che, da ieri, in Veneto va molto peggio.
A Verona, infatti, hanno pensato che gli ex comunisti, per quanto lavati nell'arno, fossero un rischio per la società, che i Ds fossero una cosa di sinistra.
E così il sindaco vice sceriffo Tosi ha proclamato Largo ai giovani! e ha fatto assumere tali Andrea Miglioranzi e Lucia Cametti all'istituto storico della Resistenza di Verona.
Il signor Miglioranzi è stato selezionato grazie ad un curriculum di tutto rispetto: è infatti noto ai più per essere autore di simpatica e sgarzula canzuncella che così recita: "Tu ebreo maledetto/che ti arricchisci sulla pelle degli altri/ che speculi sulla gente/ sulla gente che non ha niente./ Giudeo senza patria/ e con un solo credo/ il dio denaro/ trovarti è stata dura/ ma con i tuoi soldi non fai più paura/".
La sopraccitata canzuncella risponde al nome di Gesta Bellica, ed è intonata dall'omonimo gruppo di cui il Miglioranzi è membro.
Lucia Cametti, meno pretenziosamente, è una neoeletta di AN.
Non è dato di sapere lo stipendio orario base nel contratto d'assunzione. Ma mi viene così da pensare che non sia 3,45€.

Polverone di reazioni, il presidente della comunità ebraica sconcertato, la sinistra veronese che organizza un corteo.
E poi il meraviglioso commento dell'ex assessore ulivista: "Bizzarro che due esponenti della destra entrino nell'Istituto, ma significa che riconoscono il valore della Resistenza".
Che è un po' come dire Peccato che le talpe mi devastino l'orto, ma credo che lo facciano per aiutarmi nella semina.

Io credo che questi signori fascisti siano più intelligenti di come li vogliamo disegnare.
Perchè stanno spostando il limite.
Io credo e spero che, alla fine, questi due giovani fascisti che si riferiscono a Priebke chiamandolo "il capitano", si riesca a cacciarli dall'Istituto.
Li metteranno in minoranza, li metteranno a fare fotocopie di foto di lapidi, sposteranno le lettere delle tastiere dei loro computer, attaccheranno Bandiera Rossa ogni volta che timbrano il cartellino.
Però intanto, anche se li licenziassero, anche se scappassero con l'esaurimento nervoso, avrebbero ottenuto il risultato di aver spostato il limite.
Perchè se alla prossima assunzione entrerà in istituto uno dell'UDC, nessuno ci farà caso. Siamo sopravvissuti ai fascisti - diranno - cosa vuoi che faccia uno dell'UDC?
Questo è, spostare il limite.
E' parlare così tanto da fascisti, che se poi uno parla da borghese sembra uno di sinistra.
E' che se tutti dicono Culattone, poi chi dice Frocio è un democratico.
E' che se tutti sparano, chi picchia è un moderato.
E' che se tutti violentano i bambini, chi violenta una donna è un galantuomo.

Penso che il limite vada fissato.
Bisogna farci le barricate, per bloccare il limite.
Con le sedie, i materassi, le macchine. Con i cortei, le idee, i blog.
Bisogna scavare le trincee, e se cercano di spostare il limite, bisogna bloccarli come sul Carso.
Bisogna iniziare a fare qualcosa. O continuare.
Io c'ho un rigurgito antifascista, se vedo una talpa nel mio orto, sparo a vista.

giovedì, luglio 05, 2007



HO DORMITO TRE ORE

mercoledì, luglio 04, 2007



MA CON CHE GENTE MI TOCCA DI LAVORA'

Un'ora e mezza ci ho messo oggi a prepararmi per la conferenzastampa.
Alla fine però, mi mancavano solo gli uccellini di biancaneve che cinguettavano intorno alla testa.
Testa, per altro, fissata con un aumento del buco dell'ozono per mantenere la piega.
E, signori, il rossetto.

Tutto bene, tutto liscio, tutti gli oratori ad orare, tutti gli intervenenti ad intervenire.

Poi, il rinfresco: moscato caldo e smangini pretenziosi.
E i dialoghi.
Tra cui questa chicca tra due orrendi esemplari della specie PoliticantiDellaRiviera. Pantaloni arancioni e scarpe dritte in punta, come qualcuno a cui abbiano mozzato il naso col machete.
Camicia bianca, giacca, reiban.
E le palpebre laterali, come i varani di komodo.

Meno male - dice il primo varano all'altro - che i concerti sono agratis.
Ah si - risponde il secondo rettile - altrimenti non veniva nessuno
Perchè sai cosa odio? - chiede la grande lucertola arancione - gli ignoranti!
Peggio - conclude sanguefreddo - gli ignoranti straccioni!

...ma secondo voi, esimi visagisti delle dive, una cintura esplosiva si intona al mio bustino nero e alla mia gonna a papavero?

lunedì, giugno 25, 2007



ORIENTAMENTO AL SUICIDIO


Per richiedere il sussidio di disoccupazione mi mandano a fare un colloquio di orientamento per disoccupati.
Con curriculum da disoccupata, aria da disoccupata, appuntamento da disoccupata.
Chiamano il mio nome e mi sottopongo alla verifica dell'impiegata quarantenne non un filo di trucco, anello con piccolo brillante camicia rossa collana etnica.

Mi dice Capitano raramente curricula come il suo.

Grazie, dico, molto gentile.

Quindi, dice l'orientatrice, mi spieghi: lei cosa vorrebbe fare?

Didattica museale.

Ah, la maestra.

No, ecco, si tratta di lavorare con i bambini nell'extrascolastico. In particolare nei musei.

Ah, musei tipo...?

Tipo tutti i musei. Il problema è - dico io che dovrei essere l'orientata - che non ci sono i fondi.

Ah - dice lei che dovrebbe essere l'orientatrice - veramente? Non è che ne sappia molto di didattica e musei.

Pausa.

Lei sa che mi aspetto qualcosa da lei. Del resto, è il suo lavoro.

Brilla una fiammella nel suo occhio sinistro: Perchè non prova con la diocesi? Lì soldi ce n'è.

Ecco, dico io, non sono neppure battezzata. Non credo che...

No, annuisce lei, decisamente no.

Mmmmm.

Pensieri cupi.

Poi una seconda fiammella.

Sguardo indagatore.

La quarantenne si sporge sulla scrivania. Abbassa lievemente la voce. Mi guarda fisso.

E mi dice:

Ma senta, ma lei è convinta VERAMENTE di poter trovare lavoro a Genova?!?

giovedì, giugno 21, 2007



LA MALEDIZIONE DEL VENERDI


Non è che parta spesso, io, per il week end.
Un po' per soldi un po' per denaro, il week end è fatto di lunghe dormite, di pomeriggi molli, di serate tarde, di messa a posto del casino accumulato.

Giusto quando mi gira qualche fidanzato per casa mi viene voglia di una sortita extragenovese o di un pomeriggio a farsi del male all'ikea. Ma più spesso mi alzo a fare colazione e non so perchè sono le cinque.

Poi invece quest'anno avevo qualche soldino di più, che la maestra paga più del tirocinio. E così il mese scorso dico Vado al Festival di Teatro Europeo di Torino. Venerdisabatodomenica di pura goduria teatrale Ah quante idee quanta invidia.
E invece, la simpatica setta degli Adoratori di Coltrane, neanche il tempo di decidere se avrei dato la priorità agli spettacoli rumeni o a quelli bulgari (tanto per darmi delle arie, s'intende...), mi piazza una riunione inutile alle 6 di venerdi pomeriggio. In riviera. Sotto la grandine, tra l'altro.
Niente week end, niente teatro, niente Torino, niente bulgari, niente rumeni.
Ma me l'hanno raccontato, eh. Hanno detto che era bellissimo. In particolare, hanno detto, erano bellissimi i bulgari e i rumeni.

Passa un mese.

E scopro che tra domani e sabato si alternano sul palco di un qualche paese della riviera che io mai mi ricordo i nomi e poi sono tutti uguali questi paesini della riviera, che fondamentalmente c'è una cosa: c'è il mare. Ma in questo paese qui specifico invece questo week end non c'è solo il mare, no no, c'è Dario Fo e c'è Ascanio Celestini e c'è Roberto Vecchioni e c'è la musica e c'è uno spettacolo su Izzo.
E ci sono anche un sacco di amicici miei con la macchina, anzi le macchine, che non vedono l'ora di andarci in questo posto sulla riviera, chi per Dario Fo, chi per Izzo, tutti per Celestini. E anche chi per la riviera evvabbè.

Mentre tento di organizzare macchine e partenze e zaini e biglietti insieme alla Pace Fortissima con Fortissima necessità di relax, mi chiamano quelli del Museo della Didattica Bella.
E mi dicono Verresti mica qui a parlare del tuo futuro?
Certo, dico io, quando?
Venerdi. Alle 1830.

martedì, giugno 19, 2007

VOGLIO UN FREEZER GRANDISSIMO, TUTTO PER ME!

Mia moglie oggi andava al mare.
Peggio, mia moglie stamattina si è svegliata con un sorriso da orecchio a orecchio, con addosso ancora il pigiama verdarancio di cotone manichelungheelasticoallacaviglia, e da dietro alla caffettiera ha detto Ah, è estate!
Io nel frattempo ciondolavo già sudata schifosazza nella mia camicia da notte azzurrina di cotone inesistente, senza maniche. Mi ero appena sollevata da un letto trincea, in cui le tracce di un combattimento notturno anti lenzuola potevano essere facilmente rilevate senza particolari prodigi della tecnica storica.
Il cuscino per terra, la forma precisa precisa del mio corpo sudato sul lenzuolo con gli angoli, l'aria depressa di chi deve ammettere che è giugno.
Una prugna secca in camicia da notte.
Credo di avere grugnito, in risposta a mia moglie.
Poi ho spalancato ogni finestra, ho fatto una doccia fredda fredda e sono andata in banca.
Perchè non solo fa un caldo che vorrei morire ed essere ibernata di fianco a Walt disney e, per favore, se mi volete scongelare fatelo in pieno inverno.
Ma anche sono in arretrato di quattro affitti.
Così, sudando e sbuffando, ho percorso via glueti sodi incredibilmente in discesa, per andare a prelevare unmilioneseicentomilalire che lo dico in lire che fa più impressione, ma comunque fa impressione anche in euro, a vederli appoggiare lì con nonchalance dalla bancaria inamidata.
E sorridente.
Primo perchè i soldi non erano suoi.
Secondo perchè in banca c'hanno l'aria condizionata.
Poi ho risalito tutta via glutei sodi e sono arrivata a casa con il malloppo.
E mi sono cambiata la canottiera, che era già tutta sudata.
Tempo di indossamento: 15 minuti.
Io, d'estate, mi cambio più volte di una valletta di sanremo.

lunedì, giugno 18, 2007


LA SFIGA, LEI SI CHE CI VEDE BENISSIMO
Da sabato notte convivo con un orzaiolo da vento nell'occhio sinistro: tipico prodotto ligure e anche per questo particolarmente fastidioso.
Ho versato più lacrime che davanti ai Ponti di Madison County in sindrome premestruale.

giovedì, giugno 14, 2007




WEBER, IMPICCATI!



Io, oggi, sto cercando di farmi dare il sussidio di disoccupazione dall'INPS.

Io, e altri duecentomilioni di persone.

Nella stessa fila.




mercoledì, maggio 23, 2007


E' estate
quando scendi dall'autobus
e puzzi anche
del sudore degli altri.













mercoledì, maggio 16, 2007



E, INEVITABILMENTE,
HO L'HERPES.

mercoledì, maggio 02, 2007


...E MAGGIO HA DRAMMATICAMENTE 31 GIORNI,
UN SEGGIO ELETTORALE
E UNA GITA DI CLASSE




lunedì, aprile 30, 2007



TEATRO & MATEMATICA


Le cose della matematica, a me, mai mi sono piaciute e mai sono riuscita a farle.

Per dire quanto fa 7 per 8 devo dire velocissima nella mia testa settequattordiciventunoventottotrentacinquequarantaduequarantanovecinquantasei e poi dico cinquantasei. Lo so che c'è la proprietà commutativa e che potrei dire velocissima la tabellina dell'otto mettendoci un po' meno, ma la tabellina dell'otto non l'ho mai imparata.

Quindi mi sembra evidente che la mia competenza si ferma circa alle divisioni a due cifre, con una riconosciuta abilità soltanto con le percentuali e quelle cose che non so come si chiamano e che si scrivono 8: x = 9: 100.


Quindi, questo per dire che da sabato mi scervello per tentare di risolvere un Problema i cui dati sono:


1 spettacolo teatrale sabato sera
47 persone in sala
250€ circa di incasso da dividere tra
7 persone
- 150€ (spese di scenografia, locandine, volatinaggio, telefonate)
6 mesi di prove, una volta alla settimana per 4 ore
1 serata a montare la scenografia
1 serata a provare la scenografia
1 pomeriggio a smontare la scenografia

e questi sono i dati quantitativi

poi ci sono:
lo stress
la stanchezza
il nervoso
le litigate
l'irritazione
ma ci sono anche:
i complimenti
la soddisfazione
le risate
un progetto comune
i piedi sul palcoscenico
le idee
i progetti futuri
Essendo voi matematici o ragionieri, mettendo insieme questi dati, sareste capaci di rispondere alla domanda: Ma ne vale la pena?.