mercoledì, ottobre 14, 2009

Aggiornamenti

Comune di Savona: No, signora, non esiste nessun accordo tra i Comuni e Trenitalia. Il suo zaino non può essere qui.

Call center di Trenitalia (35 cent alla risposta, 54 cent al minuto): Le confermo che l'ufficio oggetti smarriti non esiste più. O il personale decide di andare in Comune dicendo di aver trovato il suo zaino per strada a Savona o, glielo dico sinceramente, la cosa più probabile è che lo buttino via.

...chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro, non sa con quanto amore mi dedico al tritolo...

martedì, ottobre 13, 2009



Ci sarà un momento, io spero, che le persone si renderanno conto delle conseguenze insopportabili delle Leggi per la Sicurezza.
Non dico le conseguenze quelle più gravi, quelle che avrebbero dovuto far saltare in aria la coscienza di un paese civile: i fermi, i cpt, i rimpatri, le perquisizioni.
Dico le conseguenze più banali, quelle che viene quasi vergogna a lamentarsene, perchè non sono nulla rispetto ai fermi, ai cpt, ai rimpatri, alle perquisizioni, ma che stanno trasformando la nostra vita in un incubo a metà tra la Fattoria degli animali e Comma 22, dove i maiali decidono della tua sicurezza, e le leggi sono follia.
Io ieri ho lasciato uno zaino sul treno.
Scema io, ovvio. Anche un po' stanca, molto stanca. Era il sesto treno in una giornata e i bambini in classe erano stati particolarmente agitati. Ho appoggiato la testa sul sedile a Camogli e poi, non so come, ero a Genova Principe.
Sono scesa al volo e lo zaino è rimasto lì.
Peraltro me ne sono accorta non meno di tre ore dopo.
Ora, nello zaino c'erano i vestiti del week end a boscolandia e un clacson da bicicletta comprato sui banchetti degli ucraini. Niente di fondamentale, però è ovvio che, tra perderlo e ritrovarlo, avrei preferito questa seconda ipotesi.
Così stamattina sono andata in stazione, ho scoperto che l'ufficio oggetti smarriti non esiste più e sono andata al punto informazioni.
Tra l'altro, parentesi.
L'ufficio oggeti smarriti che non esiste più è una cosa bruttissima, a pensarci bene. C'è tutto un immaginario legato all'ufficio oggetti smarriti, che non è solo il posto dove trovi l'ombrello o lo zaino, ma anche il luogo dei ricordi, della memoria. L'oggetto che si perde, si andava a cercare all'ufficio, perchè non era soltanto un ombrello, una borsa, ma era quell'ombrello, quella borsa, che era la tua, che aveva la sua storia e che era importante solo per te. L'ufficio oggetti smarriti è un posto dove le cose hanno un valore al di là del costo.
E' una cosa importante, l'ufficio oggetti smarriti e invece l'hanno chiuso, come i negozi di ricambi per cucine.

All'ufficio informazioni di trenitalia mi hanno spiegato perchè, non esiste più l'ufficio: Qualche mese fa hanno trovato una borsa con della dinamite. Allora l'hanno chiuso. Sa - pausa complice - sono le Leggi Per La Sicurezza.

Allora io chiedo: E quindi? Cosa succede adesso agli oggetti smarriti che non sono dinamite?

Può essere che qualcuno li porti nel Comune dove viene rinvenuto - mi dice il signore verde - per esempio il suo treno fa il percorso Sestri Levante - Savona/ Savona - Sestri Levante; forse il suo zaino adesso è nel Comune di Savona.

Ma, chiedo io, se lo trovano prima che il treno finisca la tratta?

Eh, in effetti, il suo zaino può essere anche a Sestri Levante, a Santa Margherita, ad Arenzano, a Cogoleto, a Camogli, a Recco... Sempre che qualcuno, dal treno l'abbia portato in municipio. Le consiglio di chiamare tutti i comuni della tratta tra qualche giorno.

Ci sarà un momento, io spero, che le persone si renderanno conto delle conseguenze insopportabili delle Leggi per la Sicurezza.
L'acqua sugli aerei, la solitudine, la paura costante, la prevenzione, i tramezzini nel celophane, il divieto di accesso per gli "estranei", le telecamere.
Arriverà quel momento che non accetteremo più che ci rovinino la vita per un pacco di dinamite disinnescata. Non ci faremo torcere la vita per una "molotov scarica".
E quando arriverà, il momento della rivoluzione contro le Leggi per la Sicurezza, io vorrei tanto essere il commissario politico della Brigata Oggetti Smarriti.

giovedì, ottobre 08, 2009

Padri costituenti: grazie per la vostra meravigliosa lungimiranza



Io riconosco: Togliatti (n° 3 prima fila), Luigi Longo ( n° 5 prima fila) Rita Montagnana (n° 8 prima fila) Aldo moro ( n° 2 seconda fila) Andreotti (n° 3 seconda fila), Teresa Noce (N° 1 quarta fila), Pertini (n° 8 quinta fila) De Gasperi (ultimo quinta fila))
Chi mi aiuta nel memory?


Di tutte le vaccate che ha detto ieri il Nano, quella che mi ha dato più fastidio è stata quel "il 72% degli italiani è dalla mia parte".
Innanzitutto perchè 72% è proprio una cifra che fa ridere, è come i saldi a 9, 99€.
Ma soprattutto perchè è offensiva.
Insulta la magistratura, insulta napolitano, insulta il parlamento, insulta la costituzione: niente di meno di quello che mi sarei aspettata da lui.
Ma con quel 72% insulta anche noi, direttamente.

Allora io rilancio una proposta che ho sentito fare ieri su Radio Pop.
Mettiamo di nuovo le bandiere alle finestre.
Scriviamoci BERLUSCONI DIMETTITI
Scommetto che saremmo più del 28%, a farlo.
E a quel punto potremmo anche fare un'aggiunta, in piccolo: 72% sto cazzo.

martedì, ottobre 06, 2009

Avevo scritto tutta questa risposta nei commenti.
Poi mi è sembrata veramente troppo lunga per postarla lì.
Però, prima di leggerla, andate a vedere le osservazioni di Zit e Valeparigi al post precedente, che sono acute e importanti tanto quanto.

Mi viene da pensare che forse molto abbia a che fare con la propria storia personale, con quello che uno ha fatto e visto crescendo.
Io non sono abituata, per storia mia, ad ascoltare il lessico televisivo. Neanche quello "buono" intendo, quello di Santoro o della Dandini.
Per storia mia personale leggo di politica o la ascolto attraverso altri mezzi, di cui il più di massa forse è il teatro.
Ma, ripeto, è la mia storia.
Sono io che non sono abituata alla moderazione classica dei dibattiti televisivi, all'accentuazione dell'enfasi da piccolo schermo. Ho tempi letterari, ho una retorica da tabloid.

Quella di sabato, lo ribadisco, a me è sembrata una manifestazione televisiva.
Televisiva nella scaletta degli interventi, nella scelta dei "testimonial", nel lessico.
Parlare di Marco Biagi come di un eroe, lui che ha portato il precariato in Italia, è una cosa che mi aspetto di sentire a Porta a Porta.
In una nostra manifestazione io mi aspetto dei doverosi distinguo con i brigatisti, ma non certo una glorificazione del personaggio.
Mi dispiace se posso essere stata snob.
Può anche essere che lo sia.
Però, concedetemelo, è snobismo preoccupato.

Non ho visto una massa critica, sabato, ho visto perlopiù una massa incazzata.
E questo già è importante, in un momento come questo.
Ma ho visto applaudire l'adesione alla manifestazione di striscia la notizia come se fosse una cosa divertente.
Io trovo che striscia la notizia abbia delle colpe pesanti sul rincoglionimento di questo paese, e non voglio accanto a me in corteo il gabibbo, che magari si è rotto le palle del Nano, ma comunque presenta Veline.

Non lo so cosa mi aspettavo, Zit.
Ho visto mille piazze intelligenti e propositive, nella mia vita da manifestante. Ho visto manifestare pratiche alternative di vita, ho visto applaudire chi almeno diceva di provare a trasformare il mondo, nei contenuti e non nella forma.

Sabato, invece, ho visto la celebrazione del meglio di ciò che abbiamo nel presente - e Saviano e Marcorè lo sono - ma non ho visto chiedere altro, non mi è sembrato che nessuno chiedesse di più.
Ho pensato questo, sabato: che una volta volevamo il pane e le rose e adesso ci accontentiamo di Ballarò.
Mi dispiace se è snob.
Io più ci penso, più ci sto male.

Detto questo, c'è chi queste cose le ha virate un po' più nell'ottimismo. E' la Strega Nocciola. Leggetela, che il suo discorso dell'Aventino è giusto anzichenò.

lunedì, ottobre 05, 2009



Litighiamo per cose talmente cretine, e per cose talmente importanti, che anche di questa cosa abbiamo litigato, con l'omm della tempesta.
Io alla manifestazione a Roma avrei preferito non andarci.
Credo non mi sia mai successo nella vita, di ripensare ad una manifestazione e dire Era meglio non andarci.
Non al g8, con tutti i lacrimogeni, non al 23 marzo, con quello che poi è diventato Cofferati, non ai girotondi, con quello che è diventata la sinistra, non al social forum, con quello che è diventato Casarini.

Bello Neri Marcorè che legge Tocqville, bello Simone Cristicchi che si candida come nuovo leader della sinistra, bello anche Saviano, che io me ne fotto se si piange addosso, io penso che sia un bravo giornalista d'inchiesta.
Ma la gente in piazza.

Lo dicevo oggi sul treno al ritorno dai 7 piccoli ariani e i 005 nani, che posso anche accettare che uno su tre in questo paese sia berlusconiano. Che un altro sia o leghista o fascista. Ma il terzo.
Perdio, se questo è il mondo, io del terzo vorrei potermi fidare ciecamente.
Vorrei condividere i suoi gesti, i suoi pensieri, le sue lotte, le sue critiche.
Vorrei che sono io, quel terzo, e se non sono io è qualcuno che mi somiglia.
Che mi somiglia almeno in qualcosa, dico, o che come minimo non somiglia agli altri due.
Uno su tre, non chiedo tanto: c'è stato un momento che eravamo la maggioranza.
Invece in piazza a roma mi sentivo dentro a Videocracy.
E mi spaventava rendermi conto a che profondità ha saputo scavare Berlusconi, che anche quell'uno su tre davanti al vippismo china la testa, e si spella le mani per Milena Gabanelli, per Michele Santoro, per Marco Travaglio.
Che sono bravi, che sono seri, che nono sono certo il Gabibbo. Ma che vengono applauditi sostanzialmente per il fatto di essere in Tv, esattamente come il berlusconiano e il leghista applaudono le veline e i loro culi sodi.

Non sono stata bene, in piazza a Roma, e essere aggredita al ritorno sull'autobus da un gruppo di frustrati piddini solo perchè in ritardo, non ha aiutato il mio buonumore.
C'è chi si deprime per gli alpini e le vecchiette sull'autobus, io non c'è niente che mi deprima di più di sentirmi isolata in mezzo a chi dovrebbe essere con me a reggere la diga della democrazia.

Litighiamo per cose talmente cretine, e per cose talmente importanti, che anche di questa cosa abbiamo litigato, con l'omm della tempesta.
Lui non è d'accordo con me.
Non vede nulla di tragico nell'applaudire Santoro come se fosse la salma del Papa. Si è sempre fatto, dice lui, non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Invece io ho percepito qualcosa, sabato in piazza, qualcosa di buio, qualche marchio nero tra le nuvole.

Ho sempre difeso l'importanza delle manifestazioni, sostenendo che - al di là delle reali conseguenze poltiche, che a volte ci sono e a volte no - andare in corteo serve a non sentirsi soli, a dire Siamo in tanti, venceremos e tutte quelle cose lì.
Serve all'umore.
Questa è la prima, primissima volta che vado in piazza e mi sento sola.
Circondata da estranei con cui non condivido nulla, nè i modi, nè gli scopi, nè il lessico, nè i miti.
Mi sembrava di essere stata copiata e incollata tra il pubblico di ok il prezzo è giusto.

Non lo so se ho ragione, se esagero, se sono semplicemente abituata bene, come qualcuno che pasteggia a caviale e champagne e poi una sera gli fanno la pasta al sugo.
Ma io sabato mi sono sentita sola.
E per chi intuisce qualcosa della mia vita privata in questo momento, sa che questa era l'ultima cosa di cui avessi bisogno nel politico.

L'omm della tempesta rapito dai ceceni
sul pulman per la manifestazione per la libertà di stampa