lunedì, ottobre 29, 2007


IL MONDO E' IN BUONE MANI....

Meglio di Bradbury, avvicinandosi vagamente a Mash e a Comma 22, gli Stati Uniti hanno ammesso di aver utilizzato la guida turistica Lonely Planet del 1994 per invadere l'Iraq.
Non si può non riconoscere una certa lungimiranza: superfluo, infatti, conoscere storia, costumi e società irachene.
Ben più importante fornire le migliori informazioni ai soldati dell'esercito occupante.

E' così che i marines americani, una volta finita la guerra - come dice Bush - hanno potuto entrare in una farmacia di Baghdad sfondando la porta, sapendo come chiedere in arabo:

" Salve dottore, avrei bisogno di una medicina per
- il mal di testa
- il mal di denti
- la diarrea
- il mal di stomaco
- le emorroidi
- i dolori mestruali "

Non meno fondamentale sapere come ordinare al ristorante dopo un difficile pomeriggio al check point:
" Buongiorno/buonasera
vorremmo un tavolo per
-tre
-quattro
-cinque persone
e vorremmo ordinare
- riso
- pollo
- carne
- pesce
Per favore può portarmi
- una bottiglia d'acqua
- del pane
- il conto
O ancora sarà certo risultato utile il numero dei taxi, la descrizione dei locali notturni e degli hotel con le lenzuola pulite.
Sapere come organizzarsi per le vacanze è un'arte.

Sembra però che le condizioni siano purtroppo cambiate, dal 1994. Dicono che i locali notturni abbiano cambiato gestione, che prendere un taxi non sia molto sicuro, che gli alberghi siano pieni di spifferi e fosforo bianco.
Un disastro, dal punto di vista del turista. E anche a voler fare gli intellettuali, non ci sono più i musei.
Uno poi si chiede dove possano essere finiti quei 500 miliardi di dollari spese dall'affascinato turista george w. bush.

Peccato, veramente.
E, per le vostre prossime vacanze, meglio una crocera ai Caraibi o un alberghetto a Parigi: la Lonely Planet del 2006, conclude il suo approfondito trattato socio politico sull'Iraq dicendo al turista: "Devi essere pazzo ad andarci".
Chissà come l'hanno presa quelli dell'APT di Baghdad.



domenica, ottobre 28, 2007

OGGI, 28 OTTOBRE, MI SONO SVEGLIATO EEEE...


26 anni, oggi
e per qualche ragione che non ho nessuna voglia di analizzare
mai sentita così bene

venerdì, ottobre 26, 2007



ESPONENZIALE POSITIVO, IN VICO DOLCEZZA

Cresciamo e ci moltiplichiamo, in Vico Dolcezza.
L'apice stanotte, con mia moglie, lo scrocchinquilino d'antan, il torinese perugino, l'uomo dal coming out prevedibile, l'antropologo, il fidanzato dell'attrice bionda. E me, che mantengo un letto singolo barricando la porta con le magliette da lavare.
Abbiamo distribuito le chiavi, e qualcuno di noi entra dal mio armadio, come Narnia.
Ieri, che siamo passati tutti dall'armadio, sono successe le cose più imprevedibili. La mezzanotte ci ha visti a bere the e miele o the e grappa o "grappa senza cosa calda" fissando allucinati una
luce che ruotava incessante alle spalle di un gesucristo impegnato nell'ultima cena.
Per rendere il tutto più marxista, abbiamo appoggiato la figurina di Luigi Longo, che non lo rovina neanche la luce dei cinesi.
Ma forse oggi ci apiccico Lin Piao, che mi va d'essere filologa.
L'amica Raffa, colei che di ognuno conosce il codice fiscale, ha perso i conti dei letti occupati. E ieri mi ha guardato seria dicendomi "senti, se per caso incontri qualcuno che vive a casa della nessie...".
Mia moglie dirige casa come la signorina Rotthelmeier, tutte le sere qualcuno dice Stasera nanna presto, e poi c'è sempre uno scambio di figu da fare, un altro bicchiere, un the, una discussione, un racconto, una confidenza.
C'è il tempo delle delusioni e delle speranze, e il cibo sano non sappiamo che cos'è. Ci sono sempre troppi piatti da lavare e troppe poche ore per dormire. C'è sempre una cosa che ci siamo dimenticati di fare. Ma se si riesce ad essere gli ultimi a cedere al sonno, ci si addormenta conservando nelle orecchie sei respiri diversi che cullano vico dolcezza.

martedì, ottobre 23, 2007

...ALTRO CHE MASTELLA...


Per l'unità delle sinistre
si proponga la candidatura
di Albus Silente
- esimio cittadino, Preside di Hogwarts, rappresentante della minoranza omosessuale, fine pedagogo-
a Ministro della Giustizia

lunedì, ottobre 22, 2007



RADIO LONDRA


Forse ci sono delle interferenze.
Mi sembra che non solo non ci capiamo, ma abbiamo poco interesse a capirci.
E soprattutto mi sembra che stiamo ragionando su dati falsati, come passare la vita a tentare di dimostrare che E non è uguale a Mc4.
A pensarci bene forse era il caso di andare a manifestare per il grosso problema dell'incomunicabilità, piuttosto che per il precariato o il welfare state.

Allora prima vi dico cosa ho visto, a Roma, prima di portare avanti questa discussione che per altro non se ne può più. Così magari vi fate un'idea che non sia quella di repubblikit.
Questo ho visto, a Roma.
Ho visto tantissime bandiere rosse e pochissimi leader.
Ho visto quelli che ballavano con le tarantelle e i disoccupati organizzati di napoli che da soli fanno più casino degli airon meiden.
E pochissimi pensionati che con tutto il rispetto forse era finalmente il caso che facessimo qualcosa senza di loro: c'era la generazione Simpson. Io era da Genova che non la vedevo.
Ho visto tutta la gente che sorrideva perchè eravamo tantissimi e tutti gli striscioni fatti con le bombolette, sul treno, altro che partiti e federazioni.
Ho visti ricercatori precari con addosso la maglietta "io sono metalmeccanico...e tu?" e i metalmeccanici che il camice del ricercatore non gli passava dai bicipiti.
Ho visto congelare i precari dell'Atesia licenziati dalla omnitel.
E il circolo MarioMieli che ballava YMCA.
Soprattutto ho visto che la gente sapeva perchè era lì. Anche se Repubblica dice di no. Anche se la televisione dice di no. Anche se il Manifesto l'ha spiegato ma non l'ha capito nessuno.
La gente è andata in piazza come una volta, ognuno con la sua verità e nessuno che pretendesse di averne una per tutti.
Non c'è stato nessun Diliberto, nessun Mussi, nessun Giordano a dire sul palco Grazie di essere stati qui per noi. Hanno parlato i precari, gli studenti, i migranti, gli attori, gli intellettuali. Noi eravamo lì per noi.
E non ho visto nessuno dire Speriamo che cada il governo. Ho sentito soltanto dire Abbiamo votato un governo di sinistra, questi sono gli argomenti di un governo di sinistra: il lavoro, l'ecologia, i diritti. Questa è la strada verde smeraldo da seguire per essere un governo di sinistra. Ci vuole ogni tanto una tromba d'aria dall'Arkansas, no?

Io che li ho visti, mentre camminavo nel freddo che sembrava Nikolajevka ma non è che mi sentivo tanto un'eroina, poi mi sono letta i giornali e mi sono guardata i siti e ho ascoltato radiocapital e mi sono accorta che non vi è stato detto niente di tutto questo, a voi che non c'eravate, per ragioni opposte ma vostre.
Come quelli che il g8 l'hanno seguito da Rimini e pensavano che fosse un problema di vetrine rotte.
Stanno dicendo quello che vogliono, passano solo i messaggi che vogliono.
Il G. pensa che eravamo là a scambiare figurine, e per il resto boh. E invece è anche scambiando figurine sul treno che ci si scambia le opinioni, che si costruisce il vero Che fare.
Eravamo lì con le nostre storie e i nostri racconti e tutto quello che volevamo era dire cos'era la sinistra per ognuno di noi. E l'abbiamo detto. E non eravamo d'accordo. Ma il bello era quello. Era la minestra di bottoni, che inizia solo con l'acqua ma poi ognuno ci mette le carote, le patate, i fagioli e il bollito e diventa la zuppa più buona del mondo.

In ogni caso è una questione di priorità.
C'è chi mette al primo posto la sua pensione, chi la scuola pubblica, chi le sue montagne, chi il sole dell'avvenire.
Io sempre che provo a mettere al primo posto la coerenza, e spesso non ci riesco.
Però questo corteo era coerente con la mia idea di sinistra ed è per questo che sono andata: l'idea di una sinistra che si prende sul serio ma poi ride, che pensa a sè ma soprattutto agli altri, che pensa che i diritti o sono per tutti o sono per nessuno e che gli accordi con la destra non si fanno.
Questa è la mia idea di sinistra. La mia. Ma, per quel che ho visto, la mia e di un altro milione di persone.
Sapere poi che di milioni di persone con idee diverse di sinistra è piena l'Italia, a uno fa anche piacere.
La zuppa di bottoni non sarebbe tale se, tra una carota e una cipolla, non ci fosse anche qualcuno che ci caccia dentro, appunto, un bottone.


giovedì, ottobre 18, 2007



20 OTTOBRE, UN PASSO DOPO L'ALTRO.

Questa è la mia idea definitiva, in merito al corteo.
Che può anche essere sempre la stessa solita noiosa vetusta Rifondazione.
Che un partito, seppur di sinistra, è un partito un partito un partito, mica la rivoluzione.
Che No tav e Dal Molin ci avranno anche le ragioni loro per non venire, ma io leggo autoreferenzialità mica poco, e un po' mi passa la voglia di morire un'altra volta ad Avigliana, se poi per il mio precariato, per i diritti dei migranti, per il welfare state loro non affittano neanche una sette posti, non dico trentapullmantrenta.
Che Roma d'autunno è sempre Roma d'autunno anche senza i carciofi.
Che una cosa mi spaventa più di questa situazione schifosazza, ed è il vuoto a sinistra di veltroni, anche se il pieno avesse di nuovo la solita vecchia faccia e l'erremoscia di Bertinotti.
E che il treno non è vero che è alle 4emezza. E' alle 6, allora ce la posso fare.

Questa è la mia idea definitiva. Che vado. Io e il kggb, con le nostre doppie da scambiare.

Aggiungo però che un biologo oggi mi raccontava, serio, che per digerire la pizza con la rucola di ieri sera, avrei prima dovuto ingoiare delle cacche di lepre. Per facilitare, diceva.
Io non so, ma mi è tornato in mente scrivendo questo post.

mercoledì, ottobre 17, 2007



I TURNISTI DEL FESTIVAL DELLA SCIENZA

Ottobre, mese delle castagne dell'uva del meraviglioso autunno e degli scrocchinquilini.
Il festival della scienza si avvicina, e quest'anno per noi dura un mese.
Vico Dolcezza rimbomba quindi di accenti e i telefonini trillano per riuscire ad entrare in casa in sei con due soli mazzi di chiavi.
I divani letto sorridono nel sentirsi finalmente utili, e tutti viviamo a turni, come gli operai della fiat.
C'è sempre qualcuno che fa la doccia, qualcuno che dorme, qualcuno che fa colazione mentre qualcun altro cucina la cena.
Il the delle due di notte profuma di verità e aforismi che dobbiamo scrivere subito sul quaderno di vico dolcezza, per non dimenticarceli già dalla mattina dopo. Mia moglie e il Meraviglioso Scrocchinquilino d'antan si comportano come se fossero in seconda media e vengono definiti il Collettivo Forza Panino. Io, il PiemontesePerugino, il Consorte dell'Attrice Bionda, e il Neuropsichiatra siamo quelli del Compagni, dibattito! E fino alle tre ci interroghiamo su Meglio l'ikea o Feltrinelli?
Stasera sono già previste tre teglie di pasta al forno, e gira voce che possa arrivare la figlia di Gianni Rodari a cena da noi.
La spesa prevede carne macinata, sugo, pasta, besciamella e tappeto rosso.

lunedì, ottobre 15, 2007



DICHIARAZIONE DI VOTO

Esimi Compagni del Comitato Centrale Un'Altra Breccia a Porta Pia,

in quanto portavoce di me stessa oggi, 15 luglio 2007, mi dichiaro favorevole alla partecipazione al Corteo del 20 ottobre con le seguenti motivazioni:

- Prima i fascisti a Roma, poi tremilioniemezzo per Veltroni, se sto a casa mi sento male

- Perchè devo scambiare i doppioni delle figu del Manifesto

- Perchè sento il bisogno di contare in quanti siamo, a sinistra del partito democratico

- Perchè la cena al ghetto, dopo, e il thermos col caffè prima

- Perchè non mi piacciono le strumentalizzazioni, ed è proprio per questo che non cambio idea

- Perchè tanto il governo mica cade per noi, cade perchè mastella invaderà la Polonia

- Perchè vado in corteo per dimenticare

- Perchè Roma d'autunno.

Grazie, esimi colleghi. Lascio la parola ai compagni delle altre mozioni.

sabato, ottobre 13, 2007


...all'amica E. , al fratello Paolino, all'amico G. e al Compagno Pastore che sanno come farmi ridere e come farmi star bene. E lo fanno benissimo

...e anche la sorella, e l'amica immaginaria, e la giuly e l'attrice bionda, e il fotografo consorte.

Se non esistessero io non saprei come fare, ad inventarli. Ma ci proverei lo stesso.

giovedì, ottobre 11, 2007



E' FINITA NELL'UNICO MODO IN CUI LE STORIE D'AMORE POSSONO FINIRE: IN MODO STUPIDO.

Vorrei dirvi che è stata una decisione mia, perchè farei una figura migliore.
Ma non lo è stata per niente.
Io che mi aggrappavo all'idealismo, all'utopia, allo spostare il confine degli addii di due mesi in due mesi. E lui che ha costruito giorno dopo giorno la convinzione che fosse tutto stupido, che non servisse a nulla cercarci, telefonarci e sognarci tutte le notti, se la fine era comunque prevista.
Questo succede a stare con un Palestinese, che se decide di farsi esplodere per soffrire di meno, tu ancora devi convincerti che non era colpa sua, era la situazione.
Il mio Ulivo Palestinese ha deciso di fare esplodere la nostra storia d'amore su msn, per smettere di vivere una situazione oggettivamente di merda.
E' una scelta del cazzo e non la condivido.
Ma la democrazia nella vita di coppia non funziona, basta un voto contrario.
E non ho voglia di pensare se fosse una scusa oppure no, tanto che cambia?

Adesso vado dal dentista, a concludere tutta questa marcia autolesionista in bellezza.
Poi mi taglio i capelli, e mi butto nel lavoro: i doppi turni saranno tutti miei.
E il 20 di ottobre sarò riconoscibilissima.
Sarò quella che urla in corteo più forte di tutti, perchè tutto non mi esploda dentro.

mercoledì, ottobre 10, 2007



CROCCANTI DISASTRI
Andava tutto troppo bene in Vico Dolcezza.
Il posto per i libri. I maglioni nei cassetti. L'arrivo delle preziose cucchiarole in legno. Soltanto il tostapane che fa le bruschette di fusibili.
Abbiamo anche due computer, anche se uno dei due per ora è morto.
Mi hanno detto che risorgerà il terzo giorno se però prima cancello tutto e poi tutto ci rimetto dentro di nuovo - come quelle ricette che prima togli le interiora e poi rimetti dentro le interiora per puro gusto sadico. In ogni caso sono ferma al primo passaggio, a quello più schifoso, quello del Tira fuori le interiora, non so come fare. E quindi il computer da solo non risorge. Dev'essere che la trippa mi fa vomitare, dev'essere quello.
Piccole cose, comunque. Tutto il resto benissimo. Persino le tende.

Poi ieri sera torniamo a casa. Io e mia moglie, a braccetto. Salutiamo quelli che ci chiedono Oh scusa ce la comprate unabbirra che quelli del ristorante non cella vendono più oh!.
Gli compriamo una birra. Che l'alcolismo è il loro e i buoni rapporti con il vicinato, invece, in Vico Dolcezza sono importanti, anzi direi fondamentali, anzi direi che magari poi la birra gliela offro proprio, che con una birra ti assicuri una guardia del corpo: I nnemmici dei mmiei amici sono mmiei nnemmici.

Torniamo a casa, quindi, io e mia moglie dopo una birra per la guardia del corpo.
E, tra chiacchere e distintivo, nella stanza di mia moglie, lato armadi, alziamo gli occhi al soffitto.
Che fino alla mattina era...come dire...bianco.
E adesso è...come dire...muffa.
Una perdita, forse la lavatrice della vicina, forse un emorme rigurgito del neonato del piano di sopra.
Ma soprattutto, la crisi isterica di mia moglie, di mia moglie cenerentola, di mia moglie Clarabella, di mia moglie che ha visto scorrere davanti ai suoi occhi
gli operai
i calcinacci
l'idraulico
l'imbianchino
la polvere
il rumore.
La polvere, soprattutto.
E io ho visto scorrere davanti a miei occhi la sua crisi di nervi impellente.
Proverò a consolarla. Credo che il modo migliore sia dirle che l'idraulico che lavorerà su una scala nella sua stanza da letto potrebbe diventare un personaggio fondamentale dei suoi futuri sogni erotici. Butta via...!
Ma non funzionerà, perchè quando mia moglie entra nella cabina telefonica e ne esce trasformata in Super Casalinga di Voghera, non riuscirebbe a distoglierla neanche Sean Penn in tuta da lavoro e chiave inglese.

martedì, ottobre 09, 2007

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venerdì, ottobre 05, 2007



UNA PICCOLA NOTA

Io, sconvolta da otto ore di formazione frontale otto, dico solo questo oggi.
Dico che se avevamo una casa del popolo dipinta di rosso non eravamo qui a scriverci, e magari si discuteva davanti ad un bicchiere di bianco amaro.
Un pochino mi sento sola, a parlare di rivoluzione a distanza.

ps: Ma comunque vada per il 15 luglio, come termine utlimo per le proprie adesioni. E se si va, lo striscione lo si firma Comitato Un'altra breccia a porta pia.

giovedì, ottobre 04, 2007



CONTINGENZE

Mi si diceva, tempo fa, che i vecchi compagni di partito sono delusi dalla scarsa partecipazione dei giovani alla politica. E si chiedono Ma perchè nessuno alle riunioni, nessuno a fare le frittelle, nessuno ai dibattiti, nessuno ai convegni? Poi, certo, quando qualche giovane lo vedono, lo trattano come il Compagno Cachemire...ma non tutti, devo dire... Questi di cui parlo sono compagni un po' più seri, compagni senza cachemire e in tuta blu.
Però si chiedono Perchè?
E anche la Strega Nocciola, giustamente, dice Non basta un corteo per crear partecipazione.
E qualcuno tira fuori addirittura Trotskij.
Ma con la Strega Nocciola e mio fratello ho un dialogo costante, con i compagni in tuta blu invece no, e il loro sincero Ma perchè? in questo momento mi preme di più.
E mi viene da dire, Compagni in tuta blu ma voi, tra una frittella e una speranza di rivoluzione, ci avete fatto caso alle vite della nostra generazione?
Perchè a me ci piacerebbe di molto di fare una proiezione con dibattito, ogni tanto, magari senza prendersi troppo sul serio, alternando una seria discussione politica ad una partita di mosca cieca.
A me ci piacerebbe di molto avere un posto che una volta si chiamava La casa del popolo. E la dipingerei di rosso e mi occuperei del bar e della rassegna cinematografica. E dell'asilo per i genitori che lavorano. E magari anche dell'asilo serale, perchè i genitori hanno anche bisogno del tempo per loro, e la babysitter costa...Va beh, finisce che mi occupo solo degli asili: qualcuno vuole organizzare la rassegna cinematografica al posto mio?

E' solo che, compagni in tuta blu, noi della nostra generazione, per vivere facciamo due, tre qualcuno anche quattro lavori. E magari non abbiamo la mutua, sicuro non avremo la pensione. E io non voglio che poi sembri che mi lamento, ma quando si tratterebbe di andare a dipingere il muro di rosso, crolliamo addormentati. Oppure facciamo yoga per ritornare a respirare, che non ne possiamo mica fare a meno.
Io vorrei dirglielo ai compagni in tuta blu, perchè secondo me non è cattiveria. E' che non se ne accorgono.
E io se potessi, se avessi un blog da tre milioni di adepti, io lancerei l'idea del MutuoSoccorso.
Direi, voi che ce l'avete una pensione, e ce l'avete del tempo, perchè non ci aiutate? Non come genitori, che poi ci tocca andare dalla psicologa a dire che ci sentiamo mantenuti, che non ci lasciano crescere, che ci tarpano le ali. Ma come società. Perchè non riapriamo delle Società di mutuo soccorso, dove con 5 euro al mese dati da ognuno, si crei il Banco Contro la Precarietà, e ci si aiuti tutti con tutti a rinunciare ai nostri secondi, terzi lavori pagnotta, per poterci dedicare alla costruzione della società in cui vivremo?
Perchè la costruzione di una società - così come la costruzione di un amore - spezza le vene delle mani, mescola il sangue col sudore, se te ne rimane. Ci vuole tempo, ci vuole energia, ci vuole voglia.
Io conosco tanta gente che ha la voglia, magari ancora degli scampoli di energia, ma tempo niente.
Allora vado avanti, e dico che se non era per il Mutuo Soccorso, con lo stracazzo che si portavano avanti gli scioperi e le battaglie sociali del novecento. Perchè quando la gente ha fame ha fame. Scusasse, c'ho i bambini che piangono, pane non ho da dar, faccio il crumiro.
Ma poi qualcuno ha detto Invece che fare il crumiro, vieni al mutuosoccorso che il pane - poco, misero, duro, eh, ma pane - per i bambini te lo diamo noi.

Ci sono dei momenti storici in cui o ci si aiuta o si fallisce, ognuno nella sua miseria personale.

mercoledì, ottobre 03, 2007



PER FORTUNA CHE C'E' QUALCUNO CHE SCRIVE AL POSTO MIO, QUANDO IO NON CE LA FACCIO. E SI CHIAMA DANIELE LUTTAZZI.

Non ce l'ho fatta, oggi, a scrivervi perchèperchèperchè io Grillo proprio no.
E perchè invece la critica, quella si.
Non ce l'ho fatta perchè ho iniziato a lavorare.
E sarò la morta di fame più felice del mondo perchè è un lavoro bellissimo.
Quando riesco ve ne parlo.
Ma per quanto riguarda Grillo e la critica, per fortuna Luttazzi ha scritto un post.
Lo faccio mio, e ve lo linko.
Eccolo qui.

martedì, ottobre 02, 2007





BOUTADE

Un po' spaventata da tutta questa smania di cambiamento, il mio nervoso decostruzionista oggi lo butto in politica.
In una politica di cervello, non di pancia come al solito. Un po' di pancia si, ecco, ma nei limiti dell'agire.
Ordunque il 20 di ottobre è tra due week end.
La manifestazione del 20 ottobre ha un manifesto programmatico chiaro. Lo potete rileggere qui , ma è facilmente riassumibile in Siete un governo di sinistra? Se si, fatecelo vedè, fatecelo toccà.
Nove punti nove di richieste precise. No al precariato, difesa dell'ambiente, pace, diritti sociali.
Sono cose di sinistra, queste. Sono le cose di sinistra che si possono avere da un governo. Mica che si può votare e poi rimanere delusi perchè il parlamento non vota all'unanimità la dittatura del proletariato.
Ma il ritiro dall'afghanistan, ecco, magari quello si. E la legge 30, checcazzo!

Io non faccio che sentire lamentele. E sdegno. E sono tutti uguali. E la prossima volta non voto. Ed era meglio Berlusconi. E i treni arrivavano in orario.
Allora io lo dico che quelli che si lamentano, con questo metodo genovese ormai italianizzato del Vaffa, del tanto va tutto male cosa vuoi farci, io lo dico che mi fanno schifo. Mi fanno schifo e puzza.

E con tutta la rabbia che mi cova dentro in questo momento, penso anche che chi non sale su un treno o su un pullman il 20 di ottobre per andare a Roma, salvo certificato medico, dovrebbe perdere il diritto costituzionale alla lamentela.

lunedì, ottobre 01, 2007



C'E' QUALCOSA CHE SI MUOVE...

Quando decido di fare qualcosa ai miei capelli – qualcosa di grosso, un cambiamento profondo, non una spuntatina – non è soltanto per disperazione.
Anche se la disperazione c’entra, con questa testa senza volume, con questo piattume insignificante che mi si appiccica ancora di più con l’umido dell’autunno.
Ma alla disperazione di solito reagisco con un’inutile spuntatina. O con la speranza di rinascere senegalese.

Da ieri sera, invece, arrabbiata come non mi succedeva da tempo, arrabbiata che avrei preso a morsi il controllore dell’autobus che aveva osato rivolgermi la parola, arrabbiata che il nervoso mi strizzava fuori le lacrime, da ieri sera mi penso con i capelli a caschetto.
Un caschetto un po’ Diane Keaton un po’ Valentina di Crepax.
Un caschetto che si muova morbido,da non sembrare Cleopatra, giusto una punta più lungo davanti che dietro.
Un caschetto femminile, di una femminilità anche un pochino più arrogante, un goccio più sicura.
L’ho detto, che c’era qualcosa di grosso, di profondo, dietro.