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mercoledì, agosto 19, 2009

Sono in trasferta.
Vi scrivo da Boscolandia, ancora abbronzata dal mio viaggio in Croazia che poi era la Galizia, che poi erano le Asturie, ma anche i Paesi Baschi e quelli Catari.
Ho un sacco di cose da raccontarvi, io e l'omm della tempesta abbiamo fotografato tutti i cieli macinati in quattomila chilometri, e sono cieli che rendono l'idea del viaggio.
Se riesco, già che sono in trasferta, li uso per un diario onlain e poi ve lo linco.

C'è, a dir la verità, che questa settimana io dovrei scrivere uno spettacolo teatrale per bambini, altro che diario on lain.
Io e la mia agenda bislacca, i miei impegni assurdi.
Ogni tanto penso che magari anche Walt Disney aveva una moleskine con scritto "entro dopodomani inventa Pippo".
Questo pensiero mi rincuora un po', anche se si, si, Walt Disney era un porco maccartista.
E sicuramente, a differenza di me, non lasciava la sua agenda sul 34/, dannazione.

Io, comunque, ho tre giorni per scrivere questo spettacolo teatrale, che è già in preprogramma come se esistesse già, come se Ooooh, quante volte l'abbiamo già provato, questo spettacolo.
Invece no, ho scritto 40 righe, e neanche mi piacciono troppo. Ho tre giorni per dare coerenza ad una storia di tre bambini che vanno sulla Luna.
E invece sono qui che scrivo il blog per tentare di disincastrarmi il crampo dello scrittore, di sciogliere il blocco della fantasia.
Entro venerdi inventa Paperoga.

L'omm della tempesta, all'altra scrivania, ha finito di lavorare e sta rimettendo le sue cacche secche di tasso nelle apposite scatoline.
Ci attende il caldo umido di Boscolandia, fuori da questa aria condizionata.
La buona notizia è che fa troppo caldo per le zanzare.
La seconda buona notizia è che questa è la terza settimana che stiamo insieme venticinque ore al giorno e ci amiamo ancora.
La terza buona notizia è che qui si sente RadioPopolare.
Adesso andiamo ad inventarci una cena.
E magari domani le cacche di tasso saranno la mia ispirazione.

mercoledì, agosto 05, 2009



Macineremo chilometri come la peppina con i chicchi di caffè.
La mèta è, neanche a dirlo, Finisterre. Per il nome, per il posto, perchè vuoi non arrivarci, a finisterre?
Quanti chilometri sono non ve lo dico neppure.
Se volete, guardate su gugolmeps, che io ogni volta penso Osantodio, non ce la faremo mai.
Nel bagagliaio mettiamo tutto il manuale delle giovani marmotte.
Ci sono cose che io, prima di conoscere l'omm della tempesta, neanche sapevo che esistessero.
Tipo la doccia solare.
Che non è come il lettino abbronzante dell'estetista ma in piedi. Quello lo conoscevo.
La doccia solare che dice l'omm della tempesta è una sacca nera che l'appendi ad un albero e ti fai la doccia più o meno calda, perchè la sacca nera ha scaldato l'acqua al sole.
Tu pensa.
Voglio comprare anche un'amaca. Ne ho vista una rossarancione da dechatlon che mi dice Comprami Comprami Mangiami Mangiami e poi Appendimi a due alberi per svaccare la sera con un libro, lasciando i chilometri macinati a mezzo metro da terra.
L'omm della tempesta, poi, deve comprare una pompa elettrica per gonfiare il materassino che salverà le nostre schiene dalla morte certa. La puoi usare anche come phon, mi ha detto per convincermi.

Abbiamo le borracce, abbiamo le torce a manovella, abbiamo i sacchiapelo che si uniscono e diventano matrimoniali, abbiamo una twingo che bisogna convincerla con dolcezza a portarci fino a Finisterre, abbiamo una decina di cartine stradali, le mappe dei campeggi.
Abbiamo una voglia di partire che la metà basta.
Abbiamo un appuntamento volante da qualche parte tra Santander e Pau con Paolino e la Pacefortissima che fanno più o meno lo stesso giro Lombardia-Atlantico-Lombardia.
Ho un libro a metà che devo tentare di finire prima della partenza, per non portarmi dietro il peso inutile di 400 pagine, di cui 250 già lette.
Ho un quadernino meraviglioso che si riempirà di tracce di viaggio.
Abbiamo delle compilation deficienti che si chiamano Che sturia, l'Asturia.
Abbiamo una macchina fotografica nuova, che a questo servono i compleanni ad agosto.
Abbiamo i pirenei, l'atlantico, i minatori, le rivolte, il sidro, i fiumi e le plazas de toros tutte lì per noi.
Abbiamo ottocento euro in due, tutto compreso.
Abbiamo la guida spirituale di Guido Arpaia, perchè ogni viaggio ha il suo libro, ed ogni libro il suo viaggio.
Abbiamo, finalmente, due favolose settimane di ferie.

mercoledì, gennaio 07, 2009



Genova è una città che si ricorda le date delle Grandi Nevicate come da altre parti si ricordando le feste comandate.

1986: io avevo cinque anni e costruivo pupazzi di neve a Marassi, dove abitavo nella casa con la tappezzeria con i pulcini arancioni.
Che se uno conosce Marassi lo sa quanto possa migliorare il contesto, un pupazzo di neve.

2005: primo anno da sola. Il mio lavoro era la maestra a chiamata. Aspettavo, aspettavo, aspettavo ma il telefono non squillava. Io, sepolta sotto le coperte a pensare Un altro giorno senza stipendio, quando finalmente il telefono suona: è mio fratello che dice Hey, guarda fuori! E fuori era tutto tutto tutto sepolto di neve. Così sono andata a piedi fino a Boccadasse, a fare palle di neve con la famiglia.
Che se uno conosce Boccadasse, lo sa quanto sia un posto meraviglioso, per fare a palle di neve.

Oggi: oggi mi dicono che nevica dappertutto, ma vico dolcezza e il centro storico sono un po' una delusione. In ufficio ci sono arrivata facile, anche se la strada era piena di genovesi che grugnivano.
Ma io confido nelle prossime ore, che non si fermi, non si fermi la neve. Così posso andare a fare palle di neve all'expo, con l'amica E.
Che se uno conosce l'expo, oggi pomeriggio ci trova là.

venerdì, luglio 25, 2008


L'ultima volta che sono stata alle terme, una signora molto fricchettona mi ha lasciato in mutande di carta, mi ha spalmata di olio come un pollo cinese, mi ha chiuso nel bagno turco, poi mi ha immersa nel fango capelli compresi, mi ha impastato come un raviolo di zucca, mi ha obbligata ad una doccia fredda e poi ad una tiepida.

A metà trattamento mi ha concesso un momento di relax con una tisana buonissima.

E poi di nuovo il bagno turco e la doccia, seguiti da tutto un massaggio di crema profumata e, per finire, la signora molto fricchettona mi ha fatto la piega ai capelli, con mille spazzole e duemila specchi.
Mentre mi massaggiava, la signora molto fricchettona diceva che la mia schiena parlava: avevo sicuramente un cattivo rapporto con mio padre.

La sera, a cena, ero bellissima e luccicavo come il dente d'oro dello zingaro Melquìades.

Questa è una richiesta alla reception dell'albergo SaasQualcosa, dove arriverò martedi sera.
Per favore, signori svizzeri del benessere, potrei avere lo stesso identico trattamento, ma senza le fregnacce su mio padre?

mercoledì, maggio 14, 2008

ANNUNCIAZIO' ANNUNCIAZIO'


Sfidando il destino solitamente avverso
e il rosso in banca.
(Il profondo rosso in banca)
Senza sapere se possiamo permettercelo
nè che tempo farà
se ancora ci sopporteremo
e se farà freddo.
Con un margine di bagaglio inesistente
(che la ryanair praticamente la paghi a chili)
in ogni caso
io e Stakanov
stanotte
abbiamo comprato i biglietti per un intero agosto
in Svezia.










giovedì, gennaio 31, 2008

LAVORARE STANCA

Stamattina, al lavoro più bello del mondo, due ore di corso di formazione specifica.
L'argomento è: modellamento palloncini.

domenica, dicembre 30, 2007


POSSO CONFERMARE EMPIRICAMENTE
CHE LONDRA E' SEMPRE UNA BUONA IDEA.

BUON ANNO A TUTTI DALLA PERFIDA ALBIONE

mercoledì, dicembre 05, 2007



QUE VIVA LA PAGNOTTA


Quasi vincevo le olimpiadi del precariato, ieri.

La radiocronaca racconta di un'ottima partenza con il nuovissimo e natalizio lavoro pagnotta, di cui verrà fornita successiva accurata descrizione.
Ma lo sprint è stato un clamoroso azzardo perchè, arrivata ancora pimpante al secondo lavoro, quello vero, quello che è così bello che non mi pagano, ho poi iniziato a cedere clamorosamente a metà del Terzo Lavoro, il Percorso BambinoMuffa, più o meno all'altezza della lotta dei cuscini.
Consegnato il BambinoMuffa al di lui padre tamarro, proprio nel momento in cui la Moglie Personal Trainer Ipertiroidea già si infilava la giacca in vista del Quarto Lavoro, sono caduta agonizzante come un Dorando Petri qualsiasi e ho rinunciato al workshop di teatro, uscendo così dal medagliere ma conservando le forze fisiche per un mese che si preannuncia metaforicamente intenso.

Alle otto di sera ho mangiato il minestrone e poi mi sono addormentata.
Alle 9 e un quarto.
L'ultima volta che mi era successo credo ci fosse Cossiga presidente della repubblica.
Ma dieci ore di fase rem costante hanno permesso che stamattina fossi di nuovo allegra e scattante, prontissima per il lavoro della pagnotta natalizia: la Libreria delle Bollette Salate.

La libreria delle Bollette Salate, che mi permetterà di evitare il taglio di luce e gas al momento del conguaglio, è un banchetto lungo come un verme solitario che si snoda su e giù per la galleria commerciale del centro.
La libreria delle Bollette Salate nasconde, tra gli orridi libri panettone, anche qualche meraviglia dell'editoria che mi diverto a scoprire mentre sto aggiustando i banchi.
E poi, la libreria delle Bollette Salate è il buco della serratura sul mondo: tutti passano almeno a dare una sbirciatina... gli impiegati di banca e le casalinghe, i muratori e gli autisti dell'autobus, le nonne con i bambini senza un posto all'asilo nido e le donne rampanti con il cambio scarpe nella borsa. Tutti con il tempo per una sfogliata, una sbirciatina, a volte un acquisto.

Dopo due giorni, ho già i miei tipi tipici preferiti: adoro i settantenni che comprano i racconti erotici - Que viva la fantasia! -ma ho anche un certo feeling con quelli che fanno incetta di Gialli per le vacanze di natale e invidio chi può permettersi l'acquisto compulsivo di un libro fotografico da settanta euro.

Le maggiori soddisfazioni mi arrivano però dalle signore con tre figli: perchè, se ho tempo e non c'è la folla da Sindrome Natalizia, posso ascoltare le loro lamentele educative, farmi un'idea dei loro bambini - sempre uno di tre, uno di sette e uno di undici anni, spesso due femmine ai lati e un maschio in mezzo - e poi finalmente consigliare i libri della curiosità, della fantasia, dell'ironia e del piacere della lettura. Brutte Storie della Salani per il maschio, un bel Roald Dahl per la grande e una storia della Pina, la topolina francese, per la piccola.Oppure un volume maxiformato illustrato per la ragazzina, un Guinees dei Primati per il noioso adolescente, un Libro in Tasca per la piccina "Ma mi raccomando signora, glielo legga lei, e faccia le voci dei personaggi!".
E quando ho fatto i pacchetti, con tutta la cura e l'incapacità manuale che mi contraddistingue, intercetto lo sguardo della mamma che mi chiede E per me, qualche consiglio? Ed ecco che ci mettiamo a cercare tra i banchi un libro per mamme stanche, un libro per rilassarsi dopo cena, con i piedi su un cuscino e i tre bambini che finalmente dormono dopo essersi bevuti avidamente gli Sporcelli o La fabbrica di cioccolato.
Mi piace pensarle così, le mamme cariche di sacchetti. Io e il mio immaginario ottocentesco fatto di saghe familiari: una via di mezzo tra i Buddenbrock e le Piccole Donne.

Alla libreria delle Bollette Salate, però, non sono tutte rose e tulipani.
Fonte di tutte le mie ansie sono i resti e i fiocchi sui pacchetti.
Allora io ve lo dico qui, perchè tutti voi andrete a fare le compere di natale, e io voglio rendermi utile.
Ricordatevi di queste due cose:

Prima cosa, che molte persone hanno gravi handicap manuali, quindi per rispetto delle pari opportunità non chiedete fiocchi carini sui vostri pacchetti. Noi Diversamente Manuali riusciamo al massimo a farvi qualche ricciolino con le forbici. E voi, per favore, apprezzate l'impegno.

Ma soprattutto, seconda importantissima cosa, non cercate mai, mai di aiutare la simpatica commessa col caschetto che vi sta dicendo: sono 13 euro e 40. Mai, mai pensare di aiutarla in questo chiedendole Vuole mica cinquanta centesimi?
Questo la manderà inevitabilmente in crisi, dovrà contemporaneamente sommare e sottrarre, si dimenticherà di quanto dovevate pagare, se le avete dato venti o cinquanta euro e comunque si chiederà Ma perchè dovrei volere cinquanta dannatissimi centesimi?

Ricordatevi questa cosa: che le commesse con il caschetto vanno aiutate con bei sorrisi e cifre tonde.


domenica, novembre 18, 2007


MIGNANEGO E NUVOLE, E IL VENTO SUONA LA SUA ARMONICAAAA

Eravamo d'accordo che vi avrei raccontato di quando io e l'amicaE abbiamo rischiato di finire ad Alcatraz per colpa di una nano di Forzitalia.
Eravamo d'accordo con l'amicaE che ve l'avrei raccontato, così poi invece lei vi raccontava di come ci siamo vendicate di lui, ieri in corteo.
Che era un corteo freddo, ventoso e francamente un po' noioso, neanche un ultrà a ravvivarci, neanche un thermos di caffè corretto.
Ma per fortuna ci siamo inventate una vendetta partigiana verso le cinque del pomeriggio. E ve la racconterà l'amica E, io vi dovevo parlare dell'antefatto.

Ma non ve lo racconterò, oggi.
Perchè, oggi, sono finita a guidare nei monti invernali per cercare il teatro dove dovevo lavorare.
E immancabilmente mi sono persa, su per i tornanti dei Giovi.
Ed era tutto un silenzio, tutto un profumo di legna bruciata.
E c'erano le nuvole che sembravano Magritte.
Con la gialla macchinina in prestito, che mi piace guidarla.
Anche se non ci ho mai pensato tanto su.
Ma adesso che ci penso a me guidare piace di molto.
Da sola, soprattutto.
Perchè la verità è che non sono capace, a guidare. Ma da sola non se ne accorge nessuno.

Così, guidavo contenta di molto tra le foglie rosse e i monti incombenti, ho pescato nel cruscotto una cassetta che sapeva tantissimo di anni novanta e ho continuato a macinare curva dopo curva, cosciente della direzione sbagliata.
Poi, insomma, il senso del dovere e la vicinanza di Busalla, che non ha niente di intimista, niente di profumo, niente di Magritte, niente di niente, alla fine ho fatto inversione e sono andata a lavorare davvero.
Ma adesso che sono tornata indietro alla città e alla tecnologia, non esiste nessun nano di forzitalia, nessun corteo.
Esiste solo il profumo della legna e gli alberi rossi dell'autunno freddo.
Alla politica ci ripenso domani.

mercoledì, ottobre 17, 2007



I TURNISTI DEL FESTIVAL DELLA SCIENZA

Ottobre, mese delle castagne dell'uva del meraviglioso autunno e degli scrocchinquilini.
Il festival della scienza si avvicina, e quest'anno per noi dura un mese.
Vico Dolcezza rimbomba quindi di accenti e i telefonini trillano per riuscire ad entrare in casa in sei con due soli mazzi di chiavi.
I divani letto sorridono nel sentirsi finalmente utili, e tutti viviamo a turni, come gli operai della fiat.
C'è sempre qualcuno che fa la doccia, qualcuno che dorme, qualcuno che fa colazione mentre qualcun altro cucina la cena.
Il the delle due di notte profuma di verità e aforismi che dobbiamo scrivere subito sul quaderno di vico dolcezza, per non dimenticarceli già dalla mattina dopo. Mia moglie e il Meraviglioso Scrocchinquilino d'antan si comportano come se fossero in seconda media e vengono definiti il Collettivo Forza Panino. Io, il PiemontesePerugino, il Consorte dell'Attrice Bionda, e il Neuropsichiatra siamo quelli del Compagni, dibattito! E fino alle tre ci interroghiamo su Meglio l'ikea o Feltrinelli?
Stasera sono già previste tre teglie di pasta al forno, e gira voce che possa arrivare la figlia di Gianni Rodari a cena da noi.
La spesa prevede carne macinata, sugo, pasta, besciamella e tappeto rosso.

giovedì, settembre 20, 2007




Cos'è la Comune-ty?

La Comune-ty è quella cosa che sparisci un mese a rincorrere un amore impossibile, e quando fai di nuovo capolino da Stavros, sono tutti lì che ti aspettano.

giovedì, agosto 16, 2007



IL BATTITO D'ALI DI UNA FARFALLA SUL LAGO DI COMO...

Ci si aspetterebbe dalla sottoscritta tutto un lungo racconto del campeggio piovoso sul Lago di Como a raccogliere le forze come i mirtilli.
Io, fossi in me, me lo aspetterei.
E invece decido - in netto contrasto con il nessiedna - di tenere per me il cestino della raccolta, i frutti del lago.

Si analizzino però i risultati, di questi lunghi respiri di vento lombardo, se in poche ore di lavoro e di aiuto prezioso e Imprevedibile, a cavallo del ritorno cittadino, l'ingresso scatoloso di vico dolcezza si è trasformato in un ampio spazio vitale che verrà inaugurato oggi con una torta allo yogurth sperimentale.
Se la bolletta che mi attendeva minacciosa nella cassetta della posta si è poi rivelata meno cara di una bottiglia di vino bianco.
Se il parquet è venuto pulito senza sforzo.
Se le misure, per una volta, le avevo prese giuste. E adesso ho due divani per gli ospiti. Due. Che secondo le medie abituali del sovraffollamento delle Case Immaginarie, vogliono dire come minimo sei ospiti. E come massimo, centinaia.

E una ridarella-corbezzolo davanti al cibo scorrevole del sushi bar, che mi ha fatto perdonare ai nipponici persino l'invenzione del finto rumore dello sciacquone nel bagno, per tacer dei manga.
E lo scrocchinquilino che si palesa dopodomani.
Persino una carezza al cugino dudley che azzecca la prima sottrazione con prestito della sua vita.

L'Hocus Pocus della Val d'Intelvi.

venerdì, agosto 10, 2007



Non si puo' godere a fondo dell'ozio se non si ha una quantita' di lavoro da fare. (Jerome k. Jerome)


...e quindi - con la casa che è un unico enorme scatolone, il tavolo che è un unico grande ingombro, il materasso verticale, e migliaia, migliaia di sacchetti e sacchetini da liberare dalla loro complessità incasinata - domenica parto.


Un giorno. Forse due. Forse tre.
Per ovunque.
E poi, se ancora mi va, torno.

giovedì, agosto 09, 2007


COME DARIO FO.

L'idea è quella di candidare l'ikea al Nobel.
Tutti, i Nobel.
Il Comitato Sostenitore si è riunito ieri, tra il repato bagno e il reparto camere da letto, mentre stracciava il record olimpionico di 9 ore di permanenza continuativa nel negozio.

Seguono le brevi spiegazioni da sottoporre al Re di Svezia:

Candidiamo l'ikea, innanzitutto, al Nobel per l'Economia, per l'innegabile ed evidente influenza dei pacchi piatti sulla difficile gestione dell'economia familiare.

In secondo luogo candidiamo l'Ikea al Nobel per la pace: sociale, familiare, dell'animo. Ma non per quella dei sensi.

Candidiamo poi l'Ikea al Nobel per la Chimica, con particolare menzione al reparto camere da letto e al reparto cucine. E per aver creato i pasticcini verdi di marzapane.

Segue il Nobel per la Fisica: perfette equazioni per stabili geometrie in piccolissimi spazi.

E il Nobel per la medicina: antidoto meraviglioso contro la depressione, un pomeriggio all'Ikea come alternativa sana al prozac.


Ma già immaginiamo i seri scientisti in doppiopetto scandalizzarsi per una candidatura così poco ortodossa, opporsi alla consegna di un Nobel popolare, preferendo premiare studi su molecole impronunciabili, reazioni chimiche marziane, l'opera di pacificazione di Henry Kissinger.

Ed è per questo che noi umanisti, meno legati al dogmatismo e aperti alle nuove correnti, chiediamo con forza la candidatura del catalogo Ikea al
Nobel per la Letteratura: perchè - queste saranno le parole del Re di Svezia alla cerimonia - come la bibbia in ogni cassetto del comodino, il catalogo ikea soggiorna in ogni bagno, illustrando a parole e a immagini la rivoluzione quotidiana del cambiamento.


lunedì, luglio 09, 2007



BILDUNG E TRASLOCHI

Io e mia sorella Eisentstein siamo state tirate su a comunismo e traslochi.
Tralasciando il superfluo, vi parlerò della profonda influenza dei traslochi sulla mia formazione.

La cartina dei miei spostamenti prevede una nascita al porto, una prima infanzia allo stadio, una seconda infanzia sotto il Forte, una veloce passaggio al quartiere dei folli, un'adolescenza al confine della borghesia, un volo radente sull'aristocrazia, un ritorno al borghese oltrecortina.

Poi, ottenuta l'indipendenza, sono passata dall'appartamento depressivo con il Marines irlandese e la Seppia Molisana al pacs con mia moglie in Via glutei sodi.

...tra i nidi familiari e gli appartamenti indipendenti, ci sono stati anche il bianco alle pareti del fidanzato, i traslochi degli amicici, l'erasmus col letto fatto di cassette della frutta. Necessarie parentesi tra brevi momenti di quotidianità.
Una bildung di scatole e pomeriggi all'ikea.

E adesso soffia di nuovo il vento dell'est: via Glutei sodi vomita scatoloni in tutti gli angoli, risuona di scotch da pacchi e profuma di pennarello indelebile.
Il frigo è miseramente vuoto, manca persino il caffè.
I mucchi di polvere sono spuntati addiittura in camera di mia moglie, una donna un viakal, una volta spostata l'opera omnia di Pasolini.
Camera mia cerca di mantenere un'apparente normalità, che il casino ha il pregio di nascondere il vuoto.

Posso finalmente sfogare le mie malinconie sfogliando libri che avevo perso, inscatolando pentole che non stavo usando, spolverando Edgar Lee Master e Incoscio, i peluches che tutto sanno.

Prendo le misure del letto, della stanza nuova, sfoglio cataloghi ikea, immagino cuscini per terra e angoli arabeggianti che non farò mai.
Progetto salvia e rosmarino nei vasi, libri in cucina, incensi nella stanza creativa.
Immagino una connessione ad internet che risolva le mie malinconie e strutturo spazi ospitali per gente di passaggio.
Creo, distruggo, riprogetto in attesa del giudizio universale dell'amicizia, il week end in cui si dimostrerà chi mi vuole abbastanza bene da sudare sotto venti scatoloni di libri e un mobile dal peso specifico ignoto alla scienza.
Sorrido felice alla casa che si svuota, ad un'altra che si trasforma.

In attesa del comunismo, ho imparato ad accontentarmi.

giovedì, giugno 14, 2007


REPRISE


C'è una sola cosa che può far sorridere una donna, dopo cinqueorecinque di coda infernale e burocratica.
Dopo cinqueorecinque di Questo è lo sportello sbagliato.
Dopo cinqueorecinque di Manca il modulo C65, il Cud, la busta paga e un fegato sano da piazzare sul mercato nero, entro domani.
Dopo cinqueorecinque inutili, perchè devo tornare tra domani e lunedi. E a quel punto vediamo, forse, si, chissà, il sussidio di disoccupazione.
Un'unica cosa per far sparire il broncio, il malditesta e la voglia di scappare in svezia.
Rifugiarsi nel negozio carino con le cosine carine, provare un paio di pantaloni taglia 44 e scoprirli larghi.
L'unica cosa che può far sorridere una donna devastata dalla burocrazia, sono un paio di pantaloni taglia 42.




mercoledì, giugno 13, 2007



11 GIUGNO 1997 - 12 GIUGNO 2007


Dieci anni cambiano un sacco di cose. Quasi tutto cambiano. A volte anche in meglio, al di là dello stereotipo.
Cambiano la taglia, il colore dei capelli, il gusto nel vestirsi, le parole che usi.
Quell'occhio alla vita da adulto, il bere il caffè la mattina, la porta di casa.
Le cose di cui parli, la musica che ascolti, i libri che scegli.
Gli amici, cambiano, e i progetti che ormai sono la contemporaneità.
Cambiano i dolori e la capacità di restare svegli. Il saper cucinare, i mezzi di trasporto.
Le rughine intorno agli occhi, i capelli bianchi, le smagliature.
La capacità di riderci sopra, il modo in cui sorridi.


Ma in dieci anni c'è anche tutto quello che rimane uguale.
Il modo in cui si dorme, il respiro, il lato del letto, il profumo e lo sguardo.
Il disegno delle mani, il non detto.
Il modo di dire buonanotte e quello strascicato di dire buongiorno.
La battuta che capiamo solo noi.
Quel modo di guardarti, quell'aspettarti, quel raccontarti.
In dieci anni le cose cambiano, e l'occhio razionale sa che ne sono cambiate troppe per fare finta di niente.
Troppa play station, troppa distanza.
Non sono più gli anni novanta, e non c'è da esserne troppo tristi. Va bene così. Il futuro, attualmente, è un ulivo palestinese.

Ma scoprire nel cuscino alla tua destra che dieci anni non riescono a scalfire le cose importanti, quelle a cui tieni veramente, è una sorpresa che fa miracoli contro le rughe.

giovedì, maggio 31, 2007




Io e mia moglie viviamo da un anno e mezzo in via Glutei Sodi.
Dieci minuti dalla prima fermata d'autobus e le scale di escher come unica via: salita sia all'andata che al ritorno.
In via Glutei Sodi, per dire, la pizza la consegnano malvolentieri. E quella volta che mi sono arrivate a casa le rose rosse, il fattorino era così provato da rimanere abbagliato dalla mia bellezza fatta di pigiama da casa e capelli sporchi. Così mi ha mandato un messaggio il giorno dopo chiedendomi se potevamo vederci. Denotando peraltro poca intelligenza. Che se io fossi un fattorino, ci proverei con quelle che ordinano una porzione di cibo cinese al sabato sera, mica rose rosse al venerdi.

In ogni caso, ecco, Via Glutei Sodi ha anche i suoi lati positivi. Il porto di notte che si stende sotto il nostro balcone, i bambini che giocano a nascondino sulle nostre scale, un affitto irrisorio.
Ciononostante.
Ciononostante io e mia moglie non stavamo aspettando altro che una buona occasione per mettere in uno zaino tutti i nostri averi. Pochi. Qualche libro. Una padella Wack. Qualche libro di ricette. Due letti ikea. 10 vestiti in due. E un quadro originale Moglie Immaginaria.


E l'occasione è arrivata. In Vico Dolcezza.
Uno di quei vicoli che fanno le foto e li mettono sulle guide turistiche. Quelli che i 'mmericani li guardano e sospirano Ah, italy.
Tra un mercato della frutta e un'università.
Mattoni rossi, gatti e Giorgio Caproni.


E la casa, la casa adesso sarebbe il momento di descriverla.
Ma è così, con le cose belle. Che poi ti mancano le parole.
Perchè c'è tutto un giardino, e tutta un'aria bohemien, e l'idromassaggio, e due stanze che sono tutto uno spazio, due stanze tutte per sè, e il parquet per terra, e questo tavolo che c'è scritto sopra Invita a cena chi vuoi, e questa cucina che dice Usami, e le travi a vista e gli archi di mattoni, e gli alberi nel vicolo e i gatti che controllano, e la casa dell'amicaE a 100 metri, e tutto uno spazio per il KGB quando vuole venire a fare un po' l'adolescente scontrosa, e questo senso di fresco, e l'idromassaggio scusate se lo ripeto, e due bagni due e un ingresso indipendente, e spazio per gli ospiti che potrei ospitarli tutti insieme tutti gli amici che ho, e lo spazio per le piantine di sapori, e quello per dipingere e un angolo che mi dice Incenso e Scrittura.
E lo spazio per i miei libri, finalmente, tutti.
E i muri bianchi da attaccarci le cose.
E questo senso di eleganza innata.
E di romanticismo e candele.
Un'idea svedese di casa.

Una casa così.
Di quelle che entri e ti manca il fiato.
Una casa che ti innamori anche tutta piena di scatoloni, come le donne che sono belle anche con i bigodini.
Una buona ragione per restare.










mercoledì, maggio 23, 2007


GITA DI CLASSE


All'alba, prima dell'alba, molto prima dell'alba, domani parto per la gita di classe.
49 bambini, 3 colleghe, un autista, un autobus, tre guide turistiche, una notte in albergo, 98 genitori ansiosi, un caldo porco.
Nella vecchia fattoria ia-ia-oh.
Maestra, posso mettere Shakira nell'autoradio?
I genitori che chiedono Siete arrivati?
Maestra, posso andare in bagno?
E quand'è che arriviamo?
E le foto di gruppo tagliate all'altezza delle gambe.
Vomito sull'autobus, gli incubi di notte, i piagiama party, i zitti che arriva la maestra, la cena dell'albergo pasta al sugo e arrosto con patate, la collega che russa.

Un viaggio in barca, i regalini per i genitori.
Ritorno: venerdi sera giusto in tempo per i seggi.


Da Vacanze Romane a La Carica dei 101.

giovedì, maggio 17, 2007

A chi mi chiede perchè mi piaccia così tanto fare la maestra...

Stralci dalle verifiche di scienze dei miei bimbi.


"...noi che siamo in carne, i succhi gastrici non ci divorano anche se divorano la carne ad esempio di maiale perchè noi per fortuna grazie a noi c'è la mucosa..."


"...il muscolo della mandibola schiaccia fino a 90 kg, quindi masticare l'insalata è niente per lui"


"...Ad d'esempio cuando corriamo stiamo sforziamo i muscoli, rispiriamo velocemente, perche il cuore batte velocemente una perchè non siamo costumbrati a non correre velocemente"


"...il cuore non è a forma di cuore, ma tipo un cerchio con tutti dei tubicini attaccati"


" Tra i muscoli, appaiono i muscoli lisci che vengono anche chiamati involontari; voi vi chiederete anche il perchè, bene adesso ve lo dico..."


"La mestruazione smette quando hai la gravidanza. La gravidanza è quando hai un bambino e devi aspettare per mesi a farlo venire al mondo. Il parto viene prima ho dopo. Il bambino nasce con un luuuungo cordone ombelicale".


"...e nella pubertà comincia il circolo mestruale..."


" il bambino galleggia in un liquido tutto liquido detto liquido amniotico"


" Se per caso uno spermatozoo riesce ad oltrepassare un ovulo, la donna rimane in gravidanza"


" ...poi il bambino si mette a testa in giù, il buco del retto si allarga ed il bambino esce"


"Il prossimo mese l'utero sarà pronto dinuovo ad accogliere l'ovulo fcondato. Ecco! Queste sono le...MESTRUAZIONI!"


" Se il bambino non nasce vuol dire che il corpo a deciso che non era pronto, se invece il bambino nasce vuol dire che il corpo non era pronto ma ha deciso di farlo nascere lo stesso"