venerdì, settembre 26, 2008

LA SOLITUDINE DEL VENERDI


Sto resistendo con le unghie e coi denti alla logica del chiodo schiaccia chiodo, dopo averne fatto la mia filosofia per tutte le tonnellate di fidanzati passati.
Dopo Stakanov sto resistendo.
E così sono tre mesi che non ho nessuno, neanche da lontano, neanche col binocolo.
...cosa non fa la terapia!

Però, ad essere l'altra Nessie, quella trasformata dall'analisi, si fatica e si suda e si sta male parecchio, male di nostalgia.
La Nessie che accendeva un fidanzato col mozzicone di quello precedente stava un sacco meglio, in superficie.

Invece adesso, che mi ostino nella solitudine, tutte le critiche si sfumano, e le convinzioni si incrinano e io mi trovo sempre più spesso che mi vengono i dubbi.
Sempre più spesso mi dico Come stavo bene, quando stavo male con Stakanov.
Oppure mi dico che sono io che ho sbagliato tutto.
Mi dico Come sarebbe stato bello se io fossi stata diversa.
Oppure, semplicemente, mi dico che mi manca. Mi manca da morire.
Me l'avessero detto che succedeva così, ad innamorarsi, evitavo fin da principio.

Mi sembro un po' santamariagoretti, a soffrire e non cercare un'alternativa. Mi sembro che sono diventata cattolica. Ho paura che poi finisco per prenderci gusto, nella sofferenza, e vado in giro con i santini di me stessa nel portafoglio.

Vorrei smetterla di star male, chiudere la storia e dirmi che capiterà, finalmente, il professor Baher, quello vero, che mi bacerà sotto la pioggia.
E avere la pazienza di aspettare.

Invece non va così neanche un po'.
Va che è un trapano da dentista, questa malinconia, e io mi sento vuota come un macellaio di venerdi.

4 commenti:

lastreganocciola ha detto...

lo so che la voce dell'esperienza non serve a un tibazzo di nulla, ma la nostalgia da vuoto un giorno ti svegli e non ce l'hai più. e anzi ti chiedi il classico macosacivedevoinlui? e ciò succede anche senza chiodo. e poi, non per metter becco nè per offender nessuno, ma almeno in superficie stai molto, ma molto meglio ora di quando accendevi un mozzicone dopo l'altro. e i dubbi, sai, non sono necessariamente sintomo di star male... anzi, oserei dire.

Anonimo ha detto...

si, è vero che una mattina ti svegli e non ce l'hai più. Ma è anche vero che finchè ce l'hai, venderesti tua madre per una sua telefonata...

Anonimo ha detto...

tesoro.
non è che siamo wonderwoman.
non è che sempre si può cercare un'alternativa al soffrire, al sentirci sbagliate, alle nostalgie e ai castelli e ai rimpianti.
e... non lo so, non lo so spiegare, ma io penso che alla tristezza devi darle il tempo di spegnersi da sola.
non è che quando la spegni a forza e poi ci riaccendi sopra stai meglio.
non è che in questo modo ti prendi più cura di te stessa.
il trapano del dentista fa un male della madonna.
e ti sembra che non finisca mai più.
e per un po' continua a farti male anche dopo.
ma poi alla fine arriverà un momento che il male sarà proprio tutto passato.

non ce lo meritiamo di sentirci stupide con noi stesse, davvero.

un abbraccio forte

Anonimo ha detto...

Sono sei anni che il male non passa. Lei se n'è andata e altre hanno preso il suo posto. Con tutti gli affetti e l'amore del caso. Un po' come con i tuoi mozziconi, ma come fossero ciliegie o caramelle. Il pungolo però rimane, a volte stridente, a volte suadente. Se fossi stato diverso, se avessi avuto più coraggio, se non fossi stato così miope. Poi penso alla forza che questo abbandono mi ha dato, alle persone delle quali mi sono innamorato, alle esperienze che ho condiviso - nel bene e nel male - dopo di lei. E mi dico Va bene così...