sabato, giugno 02, 2007



VIAGGI & RIPICCHE


La cosa migliore del mio mese in Merica nel 1995 è stato il viaggio.

La signora che faceva l’uncinetto, il film con Brad pitt con i capelli lunghi e mentre tutte le altre donne del mondo discutevano E’ meglio con i capelli corti alla Thelma e Louise o con i capelli lunghi alla Vento di Passioni, io era la prima volta che lo vedevo, Brad Pitt, e mi piaceva di più
Antony Hopkins.

Poi c’erano tutte queste cosine da mangiare e le cuffie con la musica e lo spazio per le gambe...per chi ha delle gambe da stendere intendo, mica io.
E poi, vuoi mettere, da sola con i miei 13 anni e lo zaino nuovo nuovo nel bagagliaio.

Poi però il viaggio è finito e mi sono trovata alla Merica.
Nell’aeroporto internazionale JFK subito mi ci sono persa. No, in realtà è l’alitalia che ha perso il mio bagaglio e io, di conseguenza, mi sono persa cercando il posto della denuncia. Era il mio zaino nuovo, insomma, ci tenevo. Ma non è facile spiegarla, questa cosa, quando il tuo vocabolario si ferma a the cat is on the table, where is the cat? it is on the table.


Quando il mio bagaglio è stato scovato sul nastro trasportatore di Taipei, sono stata trasportata in Niu Gersi sotto effetto Jet Leg.
Il Niu Gersi, dal finestrino della jeap, a pensarci a posteriori, sembrava il reparto giardinaggio di Castorama.
Io, a voler fare un elenco delle cose che mi ricordo del Niu Gersi, il primo flash è quello di tutta una folla che fa giogghing alle 8 del mattino con 40 gradi. Poi ci sono i procioni che rovistavano nella spazzatura, la televisione con i mille e mille canali, i biscotti con in mezzo la crema di noccioline, i bruchi nel filtro della piscina, il negozio dei gelati con i gelati pagati al chilo, il centro commerciale, lo sciopping, il 4 luglio con i fuochi d’artificio e l’inno cantato con la mano sul cuore, e questa lingua masticata come un bigbabol panna e fragola.

Dei due pomeriggi a niu iork invece mi ricordo le tuin tauers, che c’era tutto un controllo all’ingresso per vedere se avevi bombe nello zaino e poi un lunghissimo parapetto anti suicidi all’ultimo piano, che a pensarci adesso fa un po’ ridere.
Poi, dopo le tuin touers, Titti e Silvestro che saltano su un marciapiede, circondati da turisti che fanno foto, e niuorchesi infastiditi che cercano di driblare Warner Bross e giapponesi per correre da una parte all'altra come palline di mercurio.
Poi mi ricordo Tiffany, sulla 5th strada, e non faceva venire voglia neanche un po’ di fermarsi a fare colazione.
Del Sentralparc invece mi ricordo una signora che portava a passeggio un’iguana con il guinzaglio e tutto un gruppo che faceva tai chi. Leeenti. Quelli qualcuno si fermava a guardarli, che erano un'attrazione: l'unica cosa lenta in tutta niu iorc.


Comunque niu iork almeno era niu iork, e i due pomeriggi che ci sono andata avrei voluto restarci, che in niu giersi stavo lievitando a furia di noia e biscotti alla crema di noccioline.
Ho visto anche l’unico film horror della mia vita, in Merica. Una robaccia in bianco e nero con un pezzo di carne che ad un certo punto marciva sul tavolo e il protagonista che andava in bagno a vomitare e gli si staccava la faccia nel lavandino.
Se io vedo un film horror in mericano un pomeriggio alla televisione vuol dire che proprio sto agonizzando nella noia.

Così ho fatto cambiare il biglietto e sono tornata indietro prima del previsto.
E la Merica è rimasta lì, come un cinto d’ernia che sembrava la fondina per la pistola.

Così, quando il mio albero d’ulivo mi ha detto che cambia il suo biglietto aereo per il Vermont d’agosto e viene a Genova ad aiutarmi nel trasloco in Vico Dolcezza e a stare qui, che sei meglio della Merica, hannuntee, mio papavero, ha detto il mio albero d’ulivo, io ho pensato che adesso siamo pari, Merica. Uno a uno palla al centro.

Anche se devo ancora perdere il sovrappeso accumulato con le banana split.

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