martedì, giugno 12, 2007


RESPIRA PROFONDO, BIANCANEVE

In questa comunicazione precaria italia-palestina, i cinque sensi non riescono mai ad esprimersi contemporaneamente. Ieri notte io lo sentivo parlare e non lo vedevo, lui mi leggeva sulla chat e intanto mi mandava dei fotogrammi dalla web cam.
A volte invece io lo sento e lui mi vede, oppure io lo vedo e lui mi sente. Altre volte io gli mando un messaggio e lui mi chiama, e spesso cade la linea. Altre volte ancora io provo a chiamarlo e mi risponde la signorina Telecom Palestina.

Stiamo lavorando sui profumi, che presto gli manderò un pacco con tutta una serie di cosine di casa mia, di incensi che abbiamo acceso mentre era qui.
Al tatto abbiamo rinunciato, in attesa di agosto.

In questa notte di sensi parziali, ieri, mentre lui sussurrava nel mio auricolare e a me sembrava di averlo proprio lì, accoccolato tra il timpano e il martelletto, il mio albero palestinese mi ha detto una di quelle cose che ti ricordano che la globalizzazione non è mica una cosa vera, è una vicinanza fasulla.

Mi ha detto Sai ho parlato con la mia migliore amica di questa cosa che tu hai i parenti in Israele. Ed era meglio se non glielo dicevo. Perchè, sai, un conto è se vieni qui tu, hannunti mio papavero, che sei europea e bianca e non ti tocca nessuno neanche se tua nonna era Golda Meier perchè scoppia un casino internazionale e ce ne fucilano al muro uno ogni dieci.
Ma io, io è diverso. Ed è meglio se non lo dico troppo in giro, di questa tua cosa dei bisnonni fondatori dello stato di israele.
Perchè se poi la gente pensa che io me la faccio con le spie..

Così, di colpo, accoccolata tra il mio timpano e il mio martelletto, c'era tutta una trama da spy story, tutto un Munich, uno 007 in Medioriente, un Syriana.
Innaspettato, perchè io sono la Biancaneve della politica.

Ma poi è scivolato via tutto, tra programmi di agosto e biglietti aerei, e di nuovo sembravamo due innamorati occidentali, preoccupati per i soldi che non ci sono e per l'incrocio delle date.
Emozionati per il bambino appena nato, figlio di Is., l'altissimo tecnico luci. E la foto che il mio albero palestinese gli ha fatto a 3 ore di vita, apposta per mandarla a me.

E così quando era notte qui, ed era ancora più notte a Betlemme, ci siamo salutati. Sussurrando, lui, battendo piano sulla tastiera, io.

Nessuno l'ha interrogato stanotte, SatunTi, che adesso è al campo profughi di D. a insegnare teatro agli adolescenti, mentre io dovrei lavorare sulla conferenza stampa del jazz.
E mi convinco, Biancaneve fino alla fine, che nessuno lo interrogherà, e perchè dovrebbero farlo? Perchè si dovrebbe sapere? Mica ci sono i cartelli con il mio albero genealogico, a Betlemme.
A Betlemme non succede mai niente, che c'è di mezzo il vaticano.
Betlemme sono i parioli della Palestina. Basta stare lontani dal muro.
Lasciamo Ian Feleming agli adolescenti degli anni '60, che la realtà non è fatta di vetri finti e intercettazioni.
E poi, da che mondo e mondo, sono più di 2000 anni che a Betlemme si nasce, mica si muore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E poi, da che mondo e mondo, sono più di 2000 anni che a Betlemme si nasce, mica si muore.

Bella questa...
Proprio bella, grazie...
Posso rubartela?
Citando la fonte, ovviamente...

O'Pastore anonimizzato da gugol che mi odia...

Anonimo ha detto...

ma per un sermone me la rubi??? storiaaa..si si che puoi. Però poi voglio la registrazione