giovedì, gennaio 25, 2007


COME NATALIASPESI - RECENSIONE

Io ci sono tante cose che mi piacciono.
Ma ce ne sono tre che mi piacciono molto molto.
E sono i bambini.
E sono i film.
E sono le rivoluzioni.
Poi ce n'è una quarta, come diceva Groucho Marx.

Così ieri siamo andati a vedere "La guerra dei fiori rossi" che comprendeva le prime tre cose. E la quarta no, ma va bene così, che poi arriva il wik end.

Avrei dovuto insospettirmi, lo ammetto. Che a me gli asiatici - intesi come cultura eh, che poi mi si taccia di razzismo - non mi piacciono punto. Tutte quelle cose di arti marziane ed esoterismo, e profumi d'incenso e manga e lentezza interiore e agopuntura e sushi a me ics.
Salvo giusto giusto la salsa agrodolce, la grappa di rose e l'esercito di terracotta, di tutta la millenaria cultura cino-nipponica.
Ma io, come un coniglio davanti ai fari di una macchina, mi sono lasciata abbagliare dal trinomio film/bambini/rivoluzione e sono andata.

La trama è questa.
C'è un bambino dal nome cinese e dagli occhi a mandorla che a quattro anni lo mettono in asilo. Mmmmille bambini e due maestre. Con i nomi impronunciabili. L'asilo maoista sembra una scuola delle suore ma non li picchiano e le maestre non hanno i baffi. Altra differenza, se un bambino è buono lo premiano con dei fiorellini rossi di carta e non con le immagini delle vite dei santi.
Poi, tutto come dalle suore. Umiliazioni pubbliche, dormitori enormi, canzoncine sceme. Così tanto simile che la mia amica di Quito Alta (Bg) diceva che le sembrava precisa precisa la colonia estiva della Dalmine.
Comunque la trama non c'è.
C'è che questo bambino si rompe le palle di canzoncine sceme e non riesce mai ad avere un fiore rosso. E allora mette in giro la voce che la maestra (comunista, del resto) si mangia i bambini.
E organizza tutta una rivolta notturna di bambini di quattro anni che tentano di assalire la maestra con una corda fatta di lacci di scarpe annodati. La maestra si sveglia. Tutti nei letti. Lacrime.
Questo è tutto quello che succede nel film. Poi una gran qantità di cose che se uno di lavoro fa magari l'impiegato, la commessa o il manager e i bambini mai li vede, di vederli al cinema è contento e ridacchia. Che ci sono tutta una gran quantità di bambini che fanno cose da bambini: puzze, rutti, cacche.
Ma io ne facevo anche a meno.

E in più io mi chiedo, ma una volta che paghi 6 truccatori, non puoi pagare anche un pedagogista che te lo spiega cosa fanno i bambini veri, e non quelli dei film?
Che questi, a quattro anni, pensano: allora, dobbiamo legare la maestra ma non abbiamo una corda lunga! Idea, sono le quattro del mattino, svgliamo 65 bambini che tutti, in silenzio, si tolgono le stringhe dalle scarpe e le annodano una con l'altra con nodi belli stretti e poi facendo silenzissimo tutti e 65, belli svegli e scattanti, in perfetta fila, da soli, vanno a legare la maestra.
Seeeee...
E poi i quattrenni dagli occhi a mandorla sono doppiati in italiano dai bambini scemi che fanno le pubblicità. Yo Hin di Latina e Mau Mau di Frosinone.

Che questo regista qui è un dissidente.
E secondo me se si metteva davanti ad un carro armato in piazza TienAmmen faceva il dissidente con più onore e con più gloria. E io non pagavo il biglietto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante la quarta cosa...
Ci sarà un motivo se hai guadagnato il soprannome di regina delle amazzoni.
E, per curiosità, chi è il fortunato del wik end?

lanessie ha detto...

Regina delle amazzoni?? Con una tetta in meno?!! Mai!:O)