venerdì, aprile 20, 2007



NO RITALIN 2


Colloquio con la mamma di M.

M. è una bimba disattenta e iperattiva. Non c'è verso di farle aspettare il suo turno quando vuole parlare. Va in bagno seza chiederlo. A pranzo lascia sempre il piatto pieno. Sospetta sindorme ADHD, direbbe qualcuno.

La bambina ha 11 anni. Sua mamma 27.

Dopo 10 anni di continue violenze su M. e sul fratello, la madre chiede il divorzio e l'allontanamento del padre.

Il commento della mia collega di italiano è: Finalmente forse farà i compiti.


(...)


Come ormai è uso, anche con il Ritalin si guarda il dito per nascondere la luna.

Finchè la scuola continuerà ad essere soltanto il luogo della disciplina e dell'apprendimento, ogni comportamento "diverso" diventerà "deviante" e fastidioso. Un bambina che parla fa perdere tempo: si rimane indietro con il programma.
Una scuola che avesse i presupposti, la formazione e i mezzi economici per diventare anche punto di riferimento, di confronto, di apertura, di sperimentazione, di sostegno e di crescita non correrebbe il rischio di cedere alle lusinghe e alle moine di nessun psicofarmaco.


7 commenti:

e.talpa ha detto...

ADHD?!?!
e poi sono io quello criptico :-D

ma la collega di italiano per caso è quella di forza italia?

Anonimo ha detto...

Beh, a me sembra che la tua collega di italiano non abbia poi tutti i torti. In fondo dare il Ritalin ad un bimbo equivale a colpevolizzare lui e assolvere i genitori, se ti accorgi che l'iperattività di una bimba di 11 anni che ha tutte le carte in regola per diventare una ragazzina, ma si comporta come quelli di SOS Tata, magari non è causata da una malattia prichica inventata ma dall'impatto del milieu magari qualche speranza c'è ancora...

O no?

Nat ha detto...

Al solo menzionare il Ritalin, mi viene la pelle d'oca. Vivo negli USA e, come hai gia' menzionato nel precedente post, l'uso del Ritalin e' molto vasto. ADD o ADHD sono forse diagnosi legittime (e ci tengo a dire 'forse'), ma anche in quei casi non sono cosi' comuni come ci vogliono far credere. Ogni volta che ho visto bambini diagnosticati con Attention Deficit Disorder ho anche visto che la mancanza di attenzione non era da parte del bambino nei confronti del mondo che lo circonda, ma da parte della famiglia nei confronti del bambino.
Ma, al giorno d'oggi e' molto piu' facile e "gratificante" sedare i piccoletti (che hanno la sola colpa di fare i bambini e reagire alle loro disastrate circostanze) che lavorare sui rapporti con loro.
Mi rattristo al solo pensiero.

Anonimo ha detto...

@talpa: adhd:Attention Deficit Hyperactivity Disorder. Scusa il tecnicismo.
Purtroppo, la collega di italiano è quella della cgil :O/

@O' pastore: non hai torto, proprio a volere cercare il diamante nel letame...

@ Nat: grazie del commento. Io però proprio non credo che l'add o l'adhd siano diagnosi legittime. Mi sembra che siano diagnosi che confondono la causa con l'effetto. E' come dare uno sciroppo per la tosse ad un tubercolotico.

Nat ha detto...

Lanessie,
ho tenuto a specificare "forse" diagnosi legittime. Lascio il beneficio del dubbio che ci siano bambini con qualche squilibrio chimico nel cervello che causi loro l'iperattivita' e/o la carenza di attenzione. Ma, come ho detto, se anche esistono sono rarissimi. E posso dire di saperne qualcosa, anche se indirettamente, perche' mio marito lavora come consulente in un centro di salute mentale. Ti posso garantire che in dieci anni di carriera non l'ho mai sentito dire che quella diagnosi era giustificata (diagnosi che, peraltro, non e' compito suo, ma dello psichiatra). E' sempre una diagnosi data e richiesta per comodita' dei genitori e degli insegnanti per i quali e' piu' facile impasticcare i bambini che impegnarsi nel rapporto con loro. Non so dove si sia perso il desiderio di tirarseli su i figli, ma per davvero. Capisco che non e' ne' la cosa piu' naturale del mondo, ne' la piu' facile da farsi, ma tirar su i figli e farlo cosi' che abbiano un rapporto sereno con noi come genitori, con gli altri come esseri umani e crescerli perche' siano adulti responsabili e' una soddisfazione che non ha uguali. Io sono ancora all'inizio di questo percorso, ma gia' mi riempie di soddisfazioni.
Insomma, alla fine e' l'impegno da parte degli adulti che manca. E si placano la coscienza mettendo etichette su comportamenti assolutamente normali per le circostanze e dando pasticche fingendo di fare del bene.
Sono troppo dura? Forse. E' che mi entra un nervoso a vedere queste nuove generazioni che gia' partono cosi' svantaggiate!
Ok, ora scendo dal mio "soap box".
Grazie per avermi concesso questo spazio.

e.talpa ha detto...

Qualcuno mi traduce cosa ha detto il pastore?

Anonimo ha detto...

@talpa: non fare proiezioni! ;O)

@nat: prenditi un po' di spazio tutte le volte che vuoi..concordo con te dalla prima riga all'ultima. Un abbraccio