mercoledì, marzo 21, 2007



UNA BRUTTA STORIA

Oggi mi è successa una cosa tremenda.

Che sono uscita da scuola e mi sono vista con la mia amica di Quito alta per un caffè. Alle 4. All'uscita da scuola. Appuntamento nella piazza principale. Scalinate, sole, baretto. Non quello d'angolo che è per fighetti. Quello di fronte, che anche il Festival della Scienza noi ci andiamo per boicottare quello fighetto.

Tavolini dentro, tavolini fuori.

Fuori, un apparente quarantenne. Berretto da baseball. Barba sfatta. Bomber. Una di quelle facce che di solito stanno sotto il titolo "Uccide l'amante con 19 coltellate".

Di fronte a lui, in piedi, due bambini. Di quei bambini che di solito stanno sotto il titolo "Tribunale dei minori".


Noi passiamo lì davanti e ci assale quella puzza di birra che alle 4 del pomeriggio ha un solo nome, ed è Beck's in bottiglia.
Il tempo di arrivare al bancone per ordinare i caffè, e sento il birrafondaio e i bambini che cantano. E cantano "...bandiera nera la vogliamo SI!".
Mi giro e il birrafondaio è lì, su una sedia della piazza principale con il braccio teso. E i bambini anche. Che ridono, e fanno a gara a chi lo tende di più.

E per i successivi 5 minuti è tutto un proliferare di Faccette Nere, di braccia tese, di Fratelli d'Italia.
Mentre io, con gli occhi fuori dalle orbite, cerco qualcosa da fare, qualcosa da dire da dentro il bar, fuori la gente passa. E di gente ne passa tanta. E i bambini lì, col braccio teso. E nessuno, nessuno che si gira.

L'unica cosa intelligente che mi viene in mente è chiamare la mia amica zapatista, contando sul culo di scoprirla nei paraggi insieme ad un folto - o anche scarso - gruppo di zapatisti.
Ovviamente no, è a chilometri di distanza.

Allora mi alzo, e mentre mi alzo i fascisti diventano due.
Vado alla cassa e dico alla Cassiera-Pesce-Lesso Ma tu li conosci quelli? E lei, aggressiva, Certo che li conosco! Perchè?
E io, scema, non trovo di meglio da dire che Perchè quello che sta facendo è illegale!

E poi esco.
E ovviamente esco mentre i bambini si stanno allontanando e il fascista siede con gli occhi chiusi e la birra in mano.
Niente mani nel sacco dell'apologia di fascismo.
E non trovo niente da dire.
E non gli tiro un pugno.
E non lo massacro a testate nei denti.
Mi metto lì, a 5 metri, a guardare lui e i due bambini con una rabbia, con una rabbia.
E non mi viene in mente niente di intelligente, niente di veramente utile da dire nè da fare.

E così me ne vado con questo magone e questa tristezza. E questa rabbia, questa rabbia di sapere che abbiamo abbassato la guardia, stiamo abbassando la guardia e anche quando ce ne accorgiamo non solo non sappiamo cosa dire ma neanche chi chiamare per farci dare una mano.

10 commenti:

e.talpa ha detto...

Ok, ragazzi, commento per primo.
Per dirvi che c'ho un angoscia anch'io, che a sentirlo raccontare è persino peggio che a leggerlo.

Però. Diciamolo alla Nessie che ha fatto bene, a non prenderlo a testate, che erano in due, ubriachi e fascisti.

Che la cosa furba l'ha fatta, chiamando l'amica zapatista, che se erano in tanti allora sì, li potevano prendere a testate.

Che non stiamo abbassando la guardia, e lei l'ha dimostrato.

lastreganocciola ha detto...

noi, no. ma è vero che i fasci stanno tornando tracotanti, senza vergogna e senza più paura. ness, hai fatto la cosa più saggia e anche la più giusta, chè a reagire in quel contesto, da sola, forse saresti anche passata dalla parte del torto e basta. e sennò peggio. ciò non toglie che io mi sarei sentita esattamente come te. che avvilimento. ma ne approfitto per dire che bisogna stare all'occhio, soprattutto in centro: avete fatto caso alle scritte nella zona del quadrilatero?

Anonimo ha detto...

Hai fatto bene.
io mi sarei fatto picchiare.
E arrestare.

Comunque è sempre difficile, sia l'abbirrazzato al bar o il palestrato che gira con la maglietta "Boia chi molla".

Quella volta m'ha salvato il Signore e l'ironia:
Sto ascoltando i Pink Floyd (Pigs on the Wing I),
alzo lo sguardo, passa il tipo,
leggo "Boia chi molla",
Cambia canzone,
abbasso lo sguardo,
Nine Inch Nails "March of the Pigs",
ringrazio il Signore,
mi incazzo per sovrappiù

Anonimo ha detto...

Il fascista sembrava un po' il libro di ammanniti.
Ma posso suggerirti che uno squilibrato ubriaco non bisogna fermarsi a insultarlo. Sono quelli sobri che sono pericolosi."

Anonimo ha detto...

Io vi ringrazio, che siete tanto carini e tanto bravi a pacare i miei sensi di colpa antifascisti.
Però sottovalutate la questione bambini. Che un fascista ubriaco in effetti concordo con l'idea di aspettare che la cirrosi epatica faccia il suo corso...Ma i bambini...non sarebbe stato giusto farli vergognare un po' di quel loro padre? Per aiutarli a mettere in crisi il modello, nell'adolescenza...

Anonimo ha detto...

nessie, io non sono uno scienziato educatore. ma, a buon senso, due bambini di quell'età che stanno ridendo e scherzando col papafascio, che ne sanno dello schifo che fa loro padre? sanno solo che è il loro papà, muscoloso e forte e mitico, come tutti i papà di bimbi piccoli. e loro avrebbero visto solo una signora che non conoscono insultare il loro mitico papà che li stava facendo così divertire e che loro stavano compiacendo. poi cresceranno. e allora si potrà fare qualcosa. al momento, se tu fossi intervenuta, avresti solo confermato che il papafascio è un fico e che la signorina comunista è una cretina come tutti i comunisti.
soluzione: aspettarlo da solo, sobrio e senza bimbi. e "chiarire".

gramsci29 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

gramsci29 ha detto...
ecco, no, infatti intervenire a pugni sui denti davanti ai bambini non sarebbe stata una grande idea educativa. Quello che dicevo io era un po' piu' fine e, quindi, inevitabilmente meno fattibile. Io penso che, giorno dopo giorno, quando il loro padre muscoloso fa così la personcina divertente col suo braccio teso, e chi passa lo - per dirla come un bambino - "prende in giro", lo guarda male, lo mette in imbarazzo...ecco, io penso che poi i bambini si iniziano a fare i primi dubbi. A questo pensavo: alla messa in discussione, non all'aggressione.

Io ci lavoravo con un figlio di un mafioso morto. E lui diceva continuamente che il padre era un gran fico. E' finita che l'unico modo reale per evitargli di seguire la simpatica strada paterna, è stata quella di lavorare sul fatto che il padre non solo non era un fico per niente, ma che aveva dimostrato più di una volta di essere proprio un cretino patentato.

Anonimo ha detto...

mah, io non pensavo certo ad un'aggressione fisica. in questo caso hai comunque a che fare con un esibizionista, chiaramente provocatore. e gli sfottò, gli occhiacci, il mettere in imbarazzo uno che pensa "molti nemici, molto onore", insomma, non so, non mi pare una mossa brillante. a meno che non sia da solo.
il fatto che tu (gramsci29 :-) ) abbia avuto successo col figlio del mafioso, dipendeva, penso, dalla variabile che per il bimbo in questione rappresentavi una figura ben definita, istituzionale, degna di rispetto. un'educatrice. e ci hai dovuto lavorare su. il moto spontaneamente pedagogico di una passante non mi sembra possa avere effetti granché positivi sulla formazione politicamente corretta dei pargoli protofasci.
il senso di tutto questo, gramsci29, è che penso che la nessie abbia fatto bene a non intervenire. e che non dovrebbe farsi troppe preoccupazioni sul futuro dei bimbetti. molto spesso le mele rotolano distanti dall'albero. e, se non altro per spirito di contestazione, spesso i figli fanno scelte diverse dai genitori. il 68 mica era fatto tutto di figli di partigiani. la mia famiglia conta più preti che la curia romana e mio nonno è morto colono in africa. insomma, la vita è lunga e fa molti giri. bisogna aver anche pazienza di aspettare (mica con le mani in tasca, però...)

lanessie ha detto...

ti ringrazio, amico G, del modo tutto tuo di tirarmi su il morale. Che apprezzo vero.
Posso darti ragione sul fatto che un intervento poteva anche non avere nessuna conseguenza pedagogica sui bimbi. Anzi, che probabilmente sarebbe andata proprio così.
Ma l'indifferenza, pedagogica non lo è mai.