martedì, febbraio 27, 2007




Un maestro senza una giusta rabbia diventa un notaio dello Status Quo.

(Paulo Freire)



SASSO, CARTA O FORBICI? MOR-RA-CI-NE-SE


Io ero già tutta pronta per la partenza, oggi.

Avevo abbandonato già l'Italia e il suo autolesionismo, nonostante manchi ancora un giorno di lavoro alla partenza.

E poi, e poi leggo su repubblichit questa cosa della maestra di sostegno che ha tagliato la lingua al bambino.
E leggo dell'indignazione.
E dico.
Voi non le conoscete le maestre di sostegno.

Io ne ho conosciuta una che diceva Preferisco lavorare con gli handicappati gravi perchè almeno non parlano e non mi sembra neppure che sto lavorando con un bambino, perchè i bambini mi fanno schifo.
Poi ne ho conosciuta un'altra che piazzava il bambino autistico davanti ad un computer con il trailer in inglese del primo film di harry potter, e il bambino si piazzava lì davanti e iniziava a dire "le rane di ciocc le rane di ciocc le rane di ciocc..."
E ancora un'altra che lasciava il bambino vagare nei corridoi mentre si fumava una sigaretta.


Poi, certo, ne ho conosciute altre, migliori. L'amicaimmaginaria fa la prof di sostegno, e ce ne fossero.
Ma, mi dico, cosa pensate che sforni una facoltà come formazione primaria, che raccoglie le ultime ricercatrici del posto fisso?
Come pensate che impari il suo lavoro, una maestra di sostegno?
Un tirocinio, forse, e poi sbattuta a tenere un bambino di cui ignora l'anamnesi e che spesso la terrorizza o, peggio, le fa schifo. Perchè mica sono tante quelle che non gli fa schifo un bambino che magari si fa la cacca addosso a dieci anni.


E penso questo. Penso che ce n'è di gente a cui fa schifo il proprio lavoro.
Però penso anche questo. Che se uno preferisce la puzza di cane bagnato a quella dei bambini ha tutto il diritto di tenersi un cane e non fare un bambino.
E invece vanno a fare le maestre, perchè dicono E' quasi un part time. Perchè dicono E' un posto fisso. Perchè dicono Tanto io spiego, interrogo e urlo.

E invece non funziona così. Che qualcuno l'aveva detto. L'aveva detto che i bambini non sono imbuti. L'aveva detto che la scuola è dialogo. Ma nessuno lo sa più. E' una memoria che è andata persa.
E io, se sento urlare fuori da un classe, e ci guardo dentro, dietro la cattedra c'è quasi sempre una maestra che ha meno di 35 anni.
Se c'è silenzio, se i bambini ridono, o cantano, o ascoltano, sempre ce n'è una che di anni ne ha più di 50.

E allora, mi dico, ecco come stanno facendo ad affossare la scuola pubblica: stanno formando una generazione di insegnanti che pensa che la scuola sia silenzio e obbedienza e regole di grammatica.
E che se non riesce a stabilire l'ordine e la disciplina, minaccia.
E per una cretina che taglia la lingua al bambino, ce ne sono cento che dicono in classe: Silenzio o vi taglio la lingua.
E, nonostante siano maestre, licenziarne una sicuramente non servirà ad educarne cento.



lunedì, febbraio 26, 2007



RICETTO ANCH'IO ( SALSA GUACAMOLE SU CROSTINI CALDI)


Comprate all'ikea lo specchio che desideravate da un anno.

Fermatevi, sulla strada del ritorno ad un market cinese aperto tutta la notte compresa la domenica e comprate:

- un avocado
- un limone
- una cipolla
-3 pomodori

Sperate di avere in casa:

- del pane a fette
- un resto di maionese
- un pizzico di peperoncino in polvere

Perchè i cinesi non li vendono


Tornate a casa.

Fornite il fidanzato di chiodi, martello e indicazioni e abbandonatelo in camera ad appendere lo specchio.

Nel frattempo, aprite a metà l'avocado e mischiatelo in una terrina alta con mezzo limone spremuto, un cucchiaio di maionese, mezza cipolla tagliata fine, un pizzico di sale e di peperoncino.

Passate poi il tutto con un frullatore ad immersione a bassa velocità.

Nel frattempo avrete acceso il forno e avrete risposto tre o quattro volte alla domanda Secondo te è dritto, lo specchio?


Mentre il pane si scalda nel forno, tagliate i tre pomodori e conditeli abbondantemente.


Quando lo specchio è montato e il fidanzato si è lavato le mani, spalmate la guacamole sul pane caldo, aggiungete i pomodori, aprite una birra ikea.


Trasferite il tutto su un vassoio da colazione a letto, fate partire sul computer il film più bello del mondo ("arrestate i soliti sospetti"...) e rimiratevi nello specchio mangiando i meravigliosi crostini, mentre Sam la suona ancora.

venerdì, febbraio 23, 2007



IL PERSONALE E' POLITICO.


Io credo che stiamo sbagliando qualcosa.

Perchè c'è un'eredità che a me piace di tutte quelle cose degli anni '70.

E questa eredità si chiama IL PERSONALE E' POLITICO

E vuol dire questo: vuol dire che ci possono piacere e affascinare gli intrecci di palazzo ma poi, alla fine, la politica siamo noi, per parafrasare degregori e mandare afarsifottere quell'amendoliano di napolitano, lui e l'inutilità delle manifestazioni.

Il personale è politico, con un sacco di P maiuscole.


E invece ieri e l'altro ieri la comunity era tutto un turbine di analisi, e va bene, ma anche di tensioni che invece quelle no.
E meno male che è arrivata l'amicaE con le sue lasagne a riportare tutto a casa.
Perchè io ho visto una cosa, che è questa: ho visto che sono due giorni che la mia vita è una schifezza.
E faccio volutamente un discorso antiscientista, di cause ed effetti che apparentemente non c'entrano. E non accetto critiche. Anche perchè mi attengo ai fatti.

E i fatti sono questi: è evidente che la mia calderina non apprezza l'idea di un prodi bis, che la mia insonnia sguazza negli scontri politici, che il mio occhio destro si ribella alla vista di una sinistra che si ritrova a difendere d'alema, che l'amicaimmaginaria si tiene la febbre pur di non uscire di casa con un governo democristiano, che io sono nervosa, nervosa che ne faccio una peggio dell'altra con il mio nervosismo. E che la sfiga, con un governo di centro, evidentemente ci vede benissimo.

E allora dico, se il politico è evidentemente personale, che il personale diventi poltico!

Aggiusterò la calderina! Curerò l'occhio! Prenderò l'R14 contro l'insonnia! Racconterò il delirante sogno di stanotte alla psicologa e ci riderò sopra! Butterò via il mio nervosismo insieme alla polvere sotto il letto e alle mutande bucate! Metterò a posto gli armadi! Cucinerò le lasagne della nonnaE.! Mi farò coccolare! E farò le valigie per barcellona.
E mi aspetto a questo punto che se la politica ha influenzato così tanto le mie ultime 48 ore, che succeda anche il contrario, perdio! Che ogni lasagna sia un voto pro pacs, che ogni ora di sonno sia un democristiano di meno, che ogni sorriso sia un soldato in meno in afghanistan, che ogni coccola sia un 'fanculo a ruini, che ogni minuto verso barcellona sia uno spostamento del governo verso zapatero.

Ma se non funzionasse, se la politica continuasse a snobbare il mio personale, io farò una cosa.
Riderò sopra a questo paese.
Questo paese che non merita nemmeno una smorfia simpatica.
Ma merita una risata che, alla fine, lo seppellirà.

giovedì, febbraio 22, 2007

SOTTOVOCE

(dal mio letto di petali di rose nella torre del castello, aspettando fiduciosa la rivoluzione proletaria, ho aperto un occhio per dire la mia su come sono andate le cose in casa Prodi. Se volete saperlo, trovate il mio bisbiglio sui commenti di http://etalpa.blogspot.com/2007/02/il-re-si-suicida-viva-il-re.html)

...E ADESSO BASTA

Facciamo così
che,
per favore,
io mi pungo con un fuso
e voi
mi risvegliate soltanto
all'alba
della rivoluzione proletaria.

mercoledì, febbraio 21, 2007


SOLO GLI STUPIDI NON CAMBIANO IDEA.


Barcellona, alla fine.

Partenza mercoledi 28. Ritorno lunedi 5.

Gaudì. Picasso. Ramblas. Sangria.

E il ricordo di un'orribile gita di classe da cancellare.

martedì, febbraio 20, 2007


C'E' UN TEMPO CHE BISOGNA PARTIRE

C'è stato un giorno, mica tanto tempo fa, che dicevo che avevo le voglie.
Voglia di un viaggio, anche breve, ma lungo.
Ed è passata così, una circolare del preside che annunciava la chiusura della scuola con centomila gradini per due giorni, una circolare innaspettata, l'orizzonte di un week end lunghissimo.
Un ritaglio di giorni, a cavallo tra febbraio e marzo.

E allora ho pensato Irlanda. Poi ho pensato Amsterdam. Poi ho pensato Londra. E alla fine Oslo. E Oslo sembrava la più probabile, l'unico loucost veramente loucost.
E poi mi sono detta che la norvegia e i fiordi e tutta questa mia voglia di paesi del nord che sono 25 anni che ce l'ho, che mi ritrovo ad incantarmi persino davanti ai cataloghi ikea, con questa mia passione per la carne con la marmellata, e la neve, e il mare d'inverno e persino per i film scandinavi, tutta questa passione non meritava soltanto 6 giorni e un baratro da rosso in banca.

Allora poi ho pensato Trieste e la Croazia. Non tutta, la Croazia. Un pezzetto.
In macchina.
Niente prenotazioni, niente orari, niente italiani invasori come sempre tra giugno e settembre.
Io e l'imprevedibile rivoluzionario, una macchina, pochi bagagli, nessun orario, pochi soldi, kusturica e bregovic nell'autoradio.
Un viaggio mitteleuropeo.
Con Zagabria come limite e lunedi notte come colonne d'ercole del ritorno.




TRAINSPOTTING

Cesare Previti sconterà i suoi sei anni di galera, che sono diventati tre, che è diventato uno e mezzo che uno e mezzo l'ha già scontato e nessuno se n'è accorto, che è diventato un arresto domiciliare, che è passato da poter uscire un'ora al giorno a poter uscire tra le 7.00 e le 23.00, Cesare Previti lavorerà questo anno e mezzo in una Comunità di Recupero vicino a Roma.

E poi dici che i tossici ci ricascano, nell'eroina.

lunedì, febbraio 19, 2007



ASCOLTARE LA BASE, NON COSTRUIRLA

Gentile ministro dell'interno,
il mio fidanzato si ostina a dire che non è merito suo.
Però io i limoni li ho riportati a casa.
Niente pasta, perchè la detentrice della ricetta è scappata a sud.
Ma una limonata calda a mezzanotte, con tanto zucchero.
Accoccolata sotto il piumone. Con tutte le ossa al posto giusto.

Gentile ministro dell'interno,
adesso però tocca a lei.
Magari basta dire cazzate, eh?
Che in Francia hanno fatto marcia indietro dopo le manifestazioni contro la precarietà.
Allora, qui adesso ci vuole un po' di coraggio.
Di dire
Scusate signori mericani
sorry mr americans
ci siamo sbagliati
we wronged
andate da qualche altra parte a fare le vostre fottute basi
go eniwer iu wont to meik your fucking bases
grazie
tenk iu



venerdì, febbraio 16, 2007



FAVOLE AL TELEFONO


Io: ma veramente Prodi vi ha risposto dall'india?

Lui: si si

Io: ma voi gli fate solo domande serie?

Lui: perchè? tu cosa gli diresti?

Io: mah...cose del tipo: Romano già che sei in india, tu che puoi, spaccati di canne..cose così...

Lui: (...)

Lui: (...)

Lui: è per questo che non ti darò mai il suo numero.

giovedì, febbraio 15, 2007


Egregio signor ministro dell'interno,
io oggi sono andata a fare la spesa.
Perchè dopodomani alle 8 del mattino, nonostante sia sabato e io possa dormire raggomitolata nel piumone e nel mio fidanzato tutta la mattina, io invece mi alzo, prendo un pullman e vado a Vicenza.
Ho fatto la spesa alla Coop e ho comprato: il pane e il prosciutto per i panini, le brioche per la merenda e il caffè per il thermos.
Poi ho comprato anche tre limoni.

Egregio signor ministro dell'interno,
io vorrei tanto tornare indietro a genova che i limoni non mi sono serviti.
Perchè a me i fumogeni mi fanno lacrimare tantissimo, che ho gli occhi azzurri e sensibili.
E poi, francamente, perchè ho scoperto che esiste una pastasciutta con i limoni, che a napoli la cucinano sempre.
E io ho comprato i limoni biologici.
E se lei non me li fa usare a Vicenza, io domenica a pranzo cucino una pasta con la scorza di limone per tutti i miei amici che vengono a Vicenza con me per dire che lo sdoppiamento della base americana è una schifezza, che le basi americane sono una schifezza, che la guerra in afghanistan è una schifezza, che buttiamo a mare le basi americane, smettiamola di fare da spalla agli assassini, come già si diceva trent'anni fa.
Ecco, signor ministro dell'interno.
Io ho un fidanzato che dice che lei è forse peggio di Sarkozy.
Io invece non lo dico, perchè sarkozy a me mi ha fatto circondare di poliziotti cattivi e francesi sur les champes elysees e non è che ho un buon ricordo.
Signor ministro dell'interno,
facciamo questo accordo: che visto che il mio fidanzato manda degli sms a Prodi, io mando una mail a lei.
E le dico, mi faccia cucinare la pasta con i limoni, domenica.
E io, se vuole, la invito anche a pranzo.
Cordiali Saluti
La nessie

mercoledì, febbraio 14, 2007



MALINCONIE TELEVISIVE

Io, dodici anni fa, una sera stavo dormendo.
Era lunedi.
Erano le undici.
Avevo tredici anni.
E quindi stavo dormendo.
Mi sveglia mia madre e mi dice, Vieni di là che c'è Paolo Rossi in televisione.
Quel lunedi di tredici anni fa noi avevamo ancora una televisione che ci metteva dieci minuti a scaldarsi, poi si accendeva. Faceva "ffffffvvvvvvwwwwww" e poi si accendeva. A volte.
Questa televisione abitava in un mobile con le ruote e gli sportellini davanti, che quando erano chiusi la nascondevano e ci si dimenticava che abitasse lì.
Gli sportellini quasi sempre erano chiusi.
Anche perchè, in ogni caso, la televisione stava in un angolo della sala, ma il suo cordone ombelicale pendeva senza vita dall'altra parte della stanza.
Così, mentre la tv si scaldava "ffffffffvvvvvvvvwwwwww", bisognava spingere il mobile con le ruote fino al muro con l'antenna, attaccare l'antenna e sperare che in ogni caso non si spegnesse a metà per il surriscaldamento.

Ma quel lunedi alle undici, quando sono arrivata in sala con la camicia da notte di flanella, la tv era già calda e attaccata al suo cordone ombelicale.
E dentro al mobile con le ruote, c'era Paolo Rossi.
Paolo Rossi il comico. Non il calciatore.
Intorno a Paolo Rossi, quello stesso lunedi, c'era Mani Pulite, e Berlusconi che scendeva in campo, e i pezzi del muro di Berlino, e la fine del Pci, e le monetine contro Craxi, e Eltsin, e Totò Schillaci, e le stragi della mafia.
Ma per me, tutti i lunedi a partire da quello, alle undici, c'era solo Paolo Rossi in televisione.

Poi è finito.
Poi c'è stato Il Laureato, ma era già un tono minore.
E poi basta, poi piano piano la televisione abbiamo smesso di spostarla. E anche il lunedi gli sportellini rimanevano chiusi.

Adesso, le vecchie puntate di Su la Testa si possono vedere sul sito della Rai. Messe lì per la memoria storica, insieme ai Promessi Sposi e a Totò e Macario.
E succede che se le vedi, ti prende quella malinconia. Di quando fuori c'era Craxi ma dentro, dentro c'era Paolo Rossi.

NORD EST, 'NA FAZZA 'NA RAZZA

Serata tra donne, ieri.
Si parlava di Vicenza, mentre la mia amica di Quito Alta (bg) mi faceva la ceretta e l'amica immaginaria non voleva andare a dormire, come i bambini.

E l'amica di Quito Alta (bg) chiede: e se scoppia casino? lo conosciamo qualcuno che ci apra un portone?


E l'amica immaginaria, sempre razionale: "Ma certo, Luca... a Verona!".

martedì, febbraio 13, 2007

(nella foto: La strage di San Valentino, 14 febbraio 1929)


LE COMMESSE NON SONO PIU' QUELLE DI UNA VOLTA
Io ci sono delle date che me le dimentico.
La festa della mamma, per esempio. O quella del papà. E anche il giorno del ricordo delle foibe. E la fine della quaresima, nonchè l'inizio.
Poi c'è un'altra data che mi dimentico. Ed è SanValentino.
Così oggi, finito di lavorare, vado in profumeria. La Prufumeria che una volta valeva la pena anche se stava fuori dal Centro e che adesso che è pure in centro non ci sono scuse.
E ci vado per tutte quelle cose da donna quotidiana, mica chissàche. Deodorante al borotalco. Assorbenti. Correttore. Ceretta a freddo. Maschera per il viso. E poi, ovviamente, per fare incetta di campioncini.
Mentre la porta a vetri che si apre da sola ancora deve richiudersi, mi si avvicina un tailleur.
Dentro il tailleur, una ragazzina con il diamantino finto sul dente e le unghie con lo smalto in pandant con l'ombretto.
Sul tailleur, un cartoncino con scritto il suo nome (Samantha? Jennifer? Maria Sole? Suella?) e poi una marca di quelle che io non so mai nè come si scrivono nè come si pronunciano (Ivsanluren? Loreal? Cocoscianel? Cristiandior?).
Mi si avvicina, sorridente e mi chiede se voglio provare una nuova odetualet per donna. In due versioni, entrambe leggermente fruttate: una più speziata e l'altra con un profumo più deciso, più...(pausa, sguardo d'intesa) ...passionale.
Dico, ma si, grazie. Quello speziato, non quello passionale.
E porgo il polso.
Intorno al polso tutte le tracce delle mie due ore a dipingere la scatola per i bambini con le tempere. Tutto un polso blu e verde.
Lei non fa una piega. Io, figurati.
Mentre aspetto che i sei litri di profumo evaporino e mi lascino decretare o meno il mio apprezzamento, lei mi dice: In occasione di san valentino (aaah, ecco, penso io) abbiamo una promozione sulla versione odetualetpurom passionalespeziataunpo'fruttata.
Io dico: No, grazie.
E lei, con una malignità sinceramente dispiaciuta: ah, quest'anno niente fidanzato?.

CON QUELL'INCHIOSTRO CHE ODORA D'ALIGHIERI5 - OVVERO LE RECENSIONI

In fondo alla palude - Joe Lansdale


Io penso che me li leggo tutti i Lansdale. Tutti. Quelli che pubblica Einaudi, che l'amicaE dice che sono i più belli. Ma anche quelli che pubblica Fanucci, che l'amicaE dice che sono i più brutti.
Ma d'estate, me li leggo.
Tutti, tra giugno e settembre.
Perchè stanotte non ho chiuso occhio.
E sentivo l'Uomo-capra in ingresso, e il suo piede fesso risuonava contro le mie persiane.
E ho dormito con mezzo cervello, come i delfini, pronta a prendere il mio fucile, sotto il letto, nella veranda della mia casa del Texas orientale.
E questo non me lo posso permettere quando il giorno dopo ho tre ore di educazione motoria con i bambini. No no no.
Ma sicuro me lo posso permettere tra giugno e settembre.
Che poi, le estati a me piacciono quasi solo per questo.
E le estati me le ricordo per le saghe.
C'è stata l'estate- Pennac (1999) - in Israele con La Fata Carabina e La Prosivendola.
L'estate Garcia-Marquez (2000) - Maturità e Nessuno Scrive al Colonnello
E, prima, l'incantevole l'estate Steinbeck (1997) - Furore, La Battaglia e le prime notti d'amore
E poi, ovviamente, l'estate-rileggi-tutti-gli-erripotter (2005) - Estate d'attese, com'è evidente.
E ancora l'estate Zola (2003) - Erasmus e Germinal

Quindi questa sarà l'estate Lansdale.
Anche se avevo capito chi era l'assassino.


lunedì, febbraio 12, 2007



...e così questo week end non ho fatto assolutamente niente di quello che volevo fare.


Si, in realtà
Una cosa si
Ho visto la mostra fotografica di Letizia Battaglia.
Poi, basta.
Tutto il resto di imprevisto.
Tantissimo di imprevisto.
E così è stato un week end meraviglioso.
Un week end così.
Così, insospettabile.
Così, imprevedibile.
Così, adorabile.

venerdì, febbraio 09, 2007



Sotto, gruppo di libanesi dell'alta borghesia girano in macchina nei quartieri bombardati.
Sopra, turista soccorre un bambino sbarcato insieme ad un gurppo di migranti su una spiaggia di Tenerife.
Quella sotto è la foto dell'anno 2006.
Quella sopra è di più.


STATISTICHE PRECISE

Secondo me in quinta elementare è già tutto così chiaro...


Ho spiegato il Corpo Umano in tre classi diverse. Tutte quinte.

Così la statistica generale:



il 2% dei bambini ha riso mentre parlavo dell'Apparato Digerente, di cui il 100% maschi.


l'1% dei bambini ha riso mentre parlavo dell'Apparato Urinario, di cui il 100% maschi.


il 30% dei bambini ha riso mentre parlavo dell'Apparato Riproduttivo, di cui il 100% maschi.



Il 100% dei bambini ha eseguito il compito disegnando sul quaderno un corpo umano, dall'esterno e dall'interno.

Il 60% delle bambine ha disegnato un corpo maschile.

Lo 0% dei bambini ha disegnato un corpo femminile.


A me viene da pensare.

E anche un po' da ridere, a vedere tutti questi bimbi imbarazzati e queste bimbe interessate.

Ma mi viene più da pensare.



OGGI, BAMBINI, IL CORPO UMANO



"Scusa maestra se rido quando tu parli del sistema riproduttivo, eh...Però questa parola.. utero.. secondo me ha un suono che fa ridere...!"


Il bambino Angelo che si arrampica sugli specchi per giustificare i suoi risolini pre adolescenziali.

giovedì, febbraio 08, 2007


QUELLO CHE VOGLIO

Io questo week end voglio
cucinare una cena di pesce che non lo faccio mai
cucinarla per due
apparecchiare bene
avere della buona musica
che sta bene con una cena di pesce.
Poi voglio
andare a vedere la mostra fotografica di Letizia Battaglia
che è una fotografa meravigliosa
con un coraggio meraviglioso
di quelle donne siciliane
quando sono coraggiose.
Poi voglio
andare all'ikea
a prendere le piccole cose che fanno la differenza
Poi voglio
scrivere le cose che devo scrivere al computer
ma voglio farlo all'aperto
con il profumo del vento
Poi voglio
il tempo per me
e il tempo per lui
Poi voglio
dormire
Poi voglio
andare in un posto
che devo ancora decidere
Poi voglio
ridere
Poi voglio
che non è più il momento di piangere.

NIDO DI CICOGNA CON TRABANT
...e così, in questo pomeriggio di molli ricerche informatiche, sono incappata nelle cicogne del socialismo reale.


SUL TEMPO RELATIVO...

Io oggi ho capito Einstein.
Lui e quella cosa dello spazio e del tempo relativo.
Soprattutto del tempo.
Perchè oggi è stato anche domani.
Mentre tutt'intorno era solo mercoledi, per me oggi era anche giovedi.
Io credo che anche Einstein aveva una psicologa che sbagliava l'orario dell'appuntamento.
E preferiva a lui una coppia di vecchi schizofrenici.
E io me lo vedo Einstein, ad aspettare un'ora sulla sedia di plastica di un ingresso bianco.
Mentre intuisce che qualcosa non va, e quaranta minuti passano lenti come 3 ore.
E io penso che dopo il Mi Dispiace Ci vediamo Settimana Prossima, io mi sa che anche lui è andato a piangere sul molo.
Poi, lui, ha trovato una lavagna. E ci ha scritto sopra E=mc2
Io, più modestamente, domani prendo mutua.

mercoledì, febbraio 07, 2007



FAVOLE AL TELEFONO3


Lui, via sms: "...baci sonnacchiosi. Pigna, pizzicotto, manicotto tigre."


(Finalmente!! finalmente!! Sta leggendo Erripotter!)


TIME IN RUNNING OUT...


E ad un certo punto nel cuore della notte io cancello dal telefono l'impostazione della sveglia.

Chissà cosa stavo sognando.

Un piumone e una mattina luuunga per avvolgermi dentro, tra un cuscino e un pigiamone, credo.

E meno male che dieci minuti prima che l'ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione mi sgunzagliasse contro dei doberman eruditi, l'Imprevedibile Rivoluzionario mi manda il messaggio della Buona Giornata.

E io miracolosamente sento la vibrazione.

E mi sveglio. E vedo che ora è. E dico Ma Cazzo! Cazzo Cazzo Cazzo!

E mi precipito.

Ma evidentemente io e il Tempo avevamo una partita aperta, oggi. Perchè decido di cambiare telefonino, mentre mi trucco, con la mano libera. Perchè, vedete, mi è arrivato un pacco con un telefonino nuovo nuovo, usato solo dal Mossad.

E così lo faccio. Tolgo la SIM dal mio. E la inserisco nel telefonino del Mossad. Con una mano sola. Mentre mi trucco.

Ma il telefonino del Mossad, com'era in effetti prevedibile, è in ebraico.

E così anche quando ormai mi sono messa la matita per gli occhi e il mascara, e anche il fard, non sono ancora riuscita a cavare una lingua decifrabile da questo dannato telefonino sionista!
Però sono riuscita a far sparire la luce, a cancellare i messaggi e a fare cose di cui ignoro il significato. Cose tipo GPRS, che si dice e si scrive GPRS anche in ebraico.

In ogni caso il mio telefonino sorride da dietro il suo indecifrabile lessico senza vocali.

E a quel punto mi arrendo. Riprendo il mio telefono prebellico ma, come tutti voi tennologici avete già intuito, mi si era cancellata l'ora. E anche il giorno. Ma io lo sapevo che era mercoledi3orediscienzeeunadimotoria. Quindi quello ochei. Era l'ora, il problema.

Così sono corsa a scuola senza riferimenti orari.

E ho scoperto oggi, solo oggi, che tutte le farmacie, tutte, segnano un'ora diversa. Un palese boicottaggio della Perfida Albione e della sua capitale Greenwich.


In ogni caso, alla fine, dieci minuti di ritardo. Ammirevole.


Ma soprattutto se diovuole tra un'ora vado dalla pissipissibaubaucologa

martedì, febbraio 06, 2007



PASSATO & PRESENTE


Io, quando c'era la consegna delle schede alle elementari, cercavamo sempre di andare a scuola anche noi.

Intanto perchè ci ritrovavamo tutti noi della classe negli atri immensi della GianBattistaPerasso a fare una lunghissima ricreazione extra praticamente senza controllo.

Poi anche perchè facevamo la posta ai genitori che uscivano dalla classe e subito si confrontavano i voti con quelli che erano usciti prima ed era sempre la fiera dei Tu quanti Ottimi?

E poi certo per sapere i voti tuoi subito subito, appena mamma e papà uscivano dalla classe, che mica si poteva aspettare fino a casa.

E io mi ricordo questa cosa che intanto prima di me in ordine alfabetico c'era un certo Alberto che io mi ricordo solo che aveva una nonna con la jeap e che andava male a scuola. I genitori non so se c'erano, comunque sempre con la nonna era, lui. E la nonna stava dentro a colloquio sempre un sacco. E io, fuori, fremevo. E mamma e papà, fuori, si annoiavano nei discorsi tra genitori che li hanno sempre odiati. E alla fine usciva, questa nonna di Alberto, e entravano i miei, finalmente. 30 secondi, stavano dentro. Forse un minuto, forse. E io sempre un po' delusa, che mi dicevo Ma perchè di Alberto che è un cretino parlano un'ora e di me cinque minuti?

E adesso lo so. Perchè adesso le schede le scrivo io e le consegno pure e alle mamme e ai papà e ai nonni dei bambini bravi noi maestre diciamo sempre, con un sorriso: Non c'è proprio niente da dire. E i genitori capiscono, sorridono e escono. Ecco, allora mi sa che io ero una Bambina-Non-C'è-Niente-Da-Dire-Con-Un-Sorriso. Però me lo ricordo che all'epoca mi avrebbe fatto piacere stare sulla porta a sentire che parlavano un sacco di me.


Poi c'è un'altra questione, sulle schede.

Ed è il giudizio nell'ultima pagina.

Ai bambini del giudizio nell'ultima pagina, s'intende, non importa nulla. Ovviamente invece è il più importante.

Io avevo due maestre. Una, quando scriveva lei il giudizio finale, lo scriveva con una grafia meravigliosa, tutta tonda, tutta piena. Una grafia con l'eleganza di odriepburn.

Poi c'era l'altra maestra, la mia maestra preferita, che intanto era elegante anche lei. Ma soprattutto usava una penna stilografica viola. E i miei giudizi finali erano sempre dei giudizi tutti belli raffinati, dei giudizi con gusto.

Io oggi ho scritto i giudizi. Con una stupida bic in prestito perchè adesso c'è una circolare che dice che dev'essere tutto scritto in nero. E io la penna nera non ce l'avevo. E poi, anche, io scrivo male. E non riesco ad andare dritta se non ci sono le righe. E così scrivevo le schede, le riguardavo e mi dispiaceva che erano giudizi finali un po' senza eleganza.

Però la verità è questa, che le mie colleghe non sono eleganti. E la mia collega l'altra supplente non è elgante proprio e oggi ha fatto tutta una storia perchè lei voleva assolutamente mettere le insufficienze. E diceva Ma non me la dovete sussare. Proprio così, diceva. E a me mi si gelava il sangue. E quindi se i giudizi finali sono senza eleganza un po' è perchè io non sono ordinata, un po' è perchè una circolare mi impone l'uso di una bic nera ma è anche perchè per fare un giudizio elegante servono maestre eleganti.

lunedì, febbraio 05, 2007




"MA IL CIELO DEI POETI E' UN PO' AFFOLLATO IN QUESTI TEMPI, FORSE AVRA' UN POSTO DA USCIERE O DA SCRIVANO..."

domenica, febbraio 04, 2007



DA GRANDE VOGLIO FARE LA SENATRICE

Premessa
Ho visto il documentario di Diario sulla questione dei brogli elettorali. E non entro nel merito. Che è tutta una spiegazione di numeri e percentuali che se ve la riporto io qui la sbaglio e poi tutti pensano che è Deaglio che ha sbagliato invece sono io.
Però c'è una cosa importante.
Ed è che il documentario dimostra una cosa. Che ormai basta un qualsiasi programma inserito in un qualsiasi computer di ricezione o trasmissione dei dati elettorali per far cambiare le percentuali, spalmarle, cambiarle.
Cioè, il concetto è questo. Tu voti, loro cambiano i numeri. E eleggono.
Allora io ho pensato ad una proposta di legge.
Che vado a spiegare.

LA PROPOSTA DI LEGGE

C'è che le cose funzionano così, adesso.
Che un seggio chiude.
Gli scrutinatori, il segretario, il presidente contano e i rappresentanti di lista controllano.
Poi si trascrivono i risultati.
Poi si mandano i dati in prefettura con un fonogramma.
Da quel momento tutto viene trasferito su computer.
E inizia il trasferimento da pc a pc.
Ed è da quel momento lì che si possono cambiare i voti.
Allora io dico questo.
Che bisogna fare una proposta di legge. Ed è questa.

Che il Presidente di seggio, il segretario e i rappresentanti di lista l'ultima cosa che fanno prima di andarsene a dormire è di scrivere i risultati del seggio in due buste - due ciascuno. Una lasciarla aperta e l'altra chiuderla e sigillarla. Come nei quiz.
E portarsele via. Tipo: votanti Tot. Tot voti per ogni lista. Tot schede bianche. Tot nulle.

Entro una settimana o due il Ministero degli Interni deve obbligatoriamente pubblicare on line i risultati arrivati al Ministero - cioè quelli che hanno decretato il vincitore - divisi per ogni seggio.
I Presidenti, i Segretari, i Rappresentanti di lista devono controllare che corrispondano ai dati che hanno inviato loro, guardando nelle buste aperte.
Se non corrispondono possono fare denuncia. Ovviamente devono portare tutte le buste sigillate in Prefettura e devono essere tutte uguali. Le due di presidente e segretario e quelle dei rappresentanti di lista.

Conclusione
A me sembra che questa sia l'unica maniera che abbiamo per essere ancora sicuri che il nostro voto corrisponda ad un voto vero. Un controllo democratico. Se voi dite che funziona io la mando a Diario. E a Franca Rame che c'ha un blog. E a Wladimir Luxuria. E a Lidia Menapace. A questa gente qui, insomma, che ci si fida. E al Manifesto, ovviamente.
Ma visto che sono numeri, controllate, immedesimatevi e ditemi se c'è qualche ragione per cui potrebbero truffarci lo stesso anche con questo sistema.




FAVOLE AL TELEFONO2

Lui: Ma, esattamente, cos'è un fidanzato storico?

Io: E' un fidanzato con cui sei stata per tanto tempo nel primo periodo della tua vita
dall'adolescenza in poi

Lui: E se ci stai per tanto tempo in un altro periodo cos'è? Un fidanzato postmoderno?


AL RITORNO DA UN ALTRO WEEK END TRA TORINO E LA VAL DI SUSA


"...si vive di danze, di ballo sociale, di una promessa, di un faccia differente
di mediocri incontri, di bellezze, di profumi ardenti, di accidenti
rotolando si gira, si balla, si vive, si fa festa
quella, questa
si picchia forte col piede nella danza e si sbaglia il passo
si vive di fortune raccontate e di viaggiare
e si cammina stanchi
è lavoro, è opposizione, è corruzione
si vive di lenta costruzione
e di tempo che ci inchioda e di diavoli al culo
di fianchi smorti, di fuochi desiderati
si vive di pane, di speranza di bere un vino buono per l'estate
rotolando si vive, di discorsi leggeri, cori, di maschere notturne
di canto e discanto"


(Ivano Fossati, ovviamente, che mi suggeriva le parole per descrivere queste 4o ore nella strada dalla stazione a casa.)

venerdì, febbraio 02, 2007




FAVOLE AL TELEFONO - OVVERO LE PICCOLE FRASI DI UNA STORIA A DISTANZA

h. 0035

Io - Mi sa che ho venduto l'anima al diavolo
Lui - Allora ti è andata male, dottor Faust, guarda se c'è una clausola di rescissione


UN BEL POST INFANTILE

Eh, adesso non è che posso dire tutte le mie affascinanti teorie erripotteriane su un commento, caro Gufo.
Quindi ci scrivo un post.
Anche se dovrei rileggermeli tutti per avere una teoria degna del nome.
E poi non ci azzeccherò mai, che mi lascio trascinare dall'emotività, che io magari penso che Lupin si sacrificherà, ma non lo dico e non lo penso, che poi piango il 7 luglio leggendo per strada e fino a notte inoltrata.

LE TEORIE IN ORDINE SPARSO

Il bambino destinato a sconfiggere Voldemort non è erripotter ma è il ben più eroico Neville. Che ha tutte le stesse caratteristiche di erripotter e in più non lo sa. E' lui sicuro.

Piton è un doppiogiochista. Fa l'infiltrato. E muore per salvare erripotter.

Ron e Hermione sono fatti l'uno per l'altra. Sicuro.

La famiglia wisley ci muore sicuro qualcuno. E io piangerò tantissimo.

Lupin non gli succede niente, per dio, che non gli succeda niente!

Tutte quelle cose dei morti che non sono morti e che ritornano io non ci credo. Morti sono e morti restano. Ma Silente parlerà ad erripotter dai quadri della Presidenza.

Erripotter diventa preside.

Secondo me muore anche la mecgrennit. ma i genitori wisley no.

E Voldemort...Secondo me voldemort non muore, ecco, scompare di nuovo. Metaforicamente parlando ci starebbe tutto.

(segue...)

giovedì, febbraio 01, 2007




COME NATALIASPESI2

...E in mezzo a questa discussione annosa tra anarchia e centrismo - votare? Non votare? Fetta di salame nella scheda? - io me ne vado a vedere BOBBY al cinema.
E piango.
Tutto l'ultimo quarto d'ora piango.
Che c'è questo Kennedy che sembra Allende, più bello di Allende, che fa questi discorsi, come dire, di sinistra. E tu lo senti parlare e dici America? dici Kennedy? dici Partito Democratico?

E poi c'è questa cosa tremenda che tu lo sai già come andrà a finire.
E pensi, mentre li vedi sullo schermo che applaudono al comizio, pensi Almeno loro non lo sapevano: il cuoco, il cameriere, il direttore dell'albergo, il portiere, gli hippies, le centraliniste - loro non lo sapevano che l'avrebbero ammazzato nelle cucine finito il discorso.
E tu invece lo sai.
E ti ripensi qui all'internette pointe mentre scrivi: "Intanto prima voto alle primarie, e voto il Poeta dell'Odio Proletario. Questo sicuro. Che perde. Ma con il mio voto, perde".

E piangi perchè pensi, a questo siamo ridotti? A non poter neanche pensare di vincere?