martedì, febbraio 27, 2007




Un maestro senza una giusta rabbia diventa un notaio dello Status Quo.

(Paulo Freire)



SASSO, CARTA O FORBICI? MOR-RA-CI-NE-SE


Io ero già tutta pronta per la partenza, oggi.

Avevo abbandonato già l'Italia e il suo autolesionismo, nonostante manchi ancora un giorno di lavoro alla partenza.

E poi, e poi leggo su repubblichit questa cosa della maestra di sostegno che ha tagliato la lingua al bambino.
E leggo dell'indignazione.
E dico.
Voi non le conoscete le maestre di sostegno.

Io ne ho conosciuta una che diceva Preferisco lavorare con gli handicappati gravi perchè almeno non parlano e non mi sembra neppure che sto lavorando con un bambino, perchè i bambini mi fanno schifo.
Poi ne ho conosciuta un'altra che piazzava il bambino autistico davanti ad un computer con il trailer in inglese del primo film di harry potter, e il bambino si piazzava lì davanti e iniziava a dire "le rane di ciocc le rane di ciocc le rane di ciocc..."
E ancora un'altra che lasciava il bambino vagare nei corridoi mentre si fumava una sigaretta.


Poi, certo, ne ho conosciute altre, migliori. L'amicaimmaginaria fa la prof di sostegno, e ce ne fossero.
Ma, mi dico, cosa pensate che sforni una facoltà come formazione primaria, che raccoglie le ultime ricercatrici del posto fisso?
Come pensate che impari il suo lavoro, una maestra di sostegno?
Un tirocinio, forse, e poi sbattuta a tenere un bambino di cui ignora l'anamnesi e che spesso la terrorizza o, peggio, le fa schifo. Perchè mica sono tante quelle che non gli fa schifo un bambino che magari si fa la cacca addosso a dieci anni.


E penso questo. Penso che ce n'è di gente a cui fa schifo il proprio lavoro.
Però penso anche questo. Che se uno preferisce la puzza di cane bagnato a quella dei bambini ha tutto il diritto di tenersi un cane e non fare un bambino.
E invece vanno a fare le maestre, perchè dicono E' quasi un part time. Perchè dicono E' un posto fisso. Perchè dicono Tanto io spiego, interrogo e urlo.

E invece non funziona così. Che qualcuno l'aveva detto. L'aveva detto che i bambini non sono imbuti. L'aveva detto che la scuola è dialogo. Ma nessuno lo sa più. E' una memoria che è andata persa.
E io, se sento urlare fuori da un classe, e ci guardo dentro, dietro la cattedra c'è quasi sempre una maestra che ha meno di 35 anni.
Se c'è silenzio, se i bambini ridono, o cantano, o ascoltano, sempre ce n'è una che di anni ne ha più di 50.

E allora, mi dico, ecco come stanno facendo ad affossare la scuola pubblica: stanno formando una generazione di insegnanti che pensa che la scuola sia silenzio e obbedienza e regole di grammatica.
E che se non riesce a stabilire l'ordine e la disciplina, minaccia.
E per una cretina che taglia la lingua al bambino, ce ne sono cento che dicono in classe: Silenzio o vi taglio la lingua.
E, nonostante siano maestre, licenziarne una sicuramente non servirà ad educarne cento.



2 commenti:

lastreganocciola ha detto...

a educarle no, chè se non si educano i bambini con la paura, neanche le maestre. ma,a parte il fatto che una che mette un paio di forbici vicino alla faccia di un bambino andrebbe comunque internata e non solo licenziata, maestra o no, se anche nel "pubblico" si recupera quanto meno il senso del limite sarà già un passo avanti. perchè il seguito del "tanto è un posto fisso" è spesso anche il "di lì non mi manda via nessuno": e questo è ancora più inaccettabile, nella scuola soprattutto ma anche altrove. vedi poste :-)

Anonimo ha detto...

Beh, a discolpa delle hannibal lecter in gonnella e forbici, posso dire anche che se ci fossero dei controlli seri sull'operato degli insegnanti, di qualunque grado e materia, e pene amministrative, pecuniarie, penali e anche corporali anche sulla base del solo e semplice programma svolto, mi sa che ci restereste in 5 a fare gli insegnanti, e mi sa che le/gli altre/i 2 le/i conosciamo anche!!

...che poi si può pure parlare di cosa sia e a cosa serve un programma come quello ministeriale in corso, ma almeno, fosse rispettato, se ne potrebbero saggiare i limiti...