martedì, agosto 07, 2007



LA SINDROME DELLA PRECARIETA'

Il tempo libero mi fa venire il mal di testa.
E la nausea.
E non digerisco più neanche l'insalata mista.
L'amica E dice che c'è l'influenza in giro, che l'hanno presa sia il chimico che il punto g. e che allora forse non è la sindorme del ferragosto vuoto.
Quasi mi dispiace, però: mi ero affezionata all'idea di un'allergia al tempo libero.

C'è che mi odio in questo mio ciondolare tra gli scatoloni alla ricerca di un mago merlino che torni da Honolulu e che con un solo movimento della bacchetta e una canzone che non ho imparato mai, metta in fila tutte le teiere, le tazzine e i piatti e li faccia danzare fino alla credenza.

Ho bisogno di un letto, di una cassettiera e di decidere come gestisco i miei spazi.
E odio quando tutto è una metafora.
Provo a convincermi che mi manca solo la materia prima, e che una volta portati a casa i mobili, tutto verrà da sè, tutto Hocus Pocus.

Ma più che l'ikea adesso sogno una macchina, perchè sono tre giorni che mi è venuta la voglia di una scappata in svizzera con la scusa delle sigarette indiane. E il treno no, perchè poi mi devo trovare un posto dove dormire e non solo non ci sono i soldi, ma poi non è quello di cui ho voglia. Ho voglia di una macchina e di un autoradio come quella che avevo montato nella mia r4, così bassa che toccava il ginocchio destro quando il piede rimbalzava sul pedale troppo duro.
Perchè ho ricominciato a scrivere per il teatro, tra uno scatolone vuoto e uno semiaperto, tra il sacchetto delle lenzuola da lavare e quelle a cui trovare un posto nell'armadio così alto che ci vuole o una scala o un fidanzato.
E io quando scrivo, non so, mi viene voglia di svizzera.
Sto sognando il parco di ginevra.

E poi riatterro tra gli scatoloni e mi dico che non ci sarà nessun mago merlino, e non è il momento dei viaggi, adesso, è il momento delle scatole.
Perchè poi il premio di una casa che sta in piedi saranno tutti i micro viaggi che vogliamo fare con l'ulivo palestinese: meno di un mese, nessie, meno di un mese.

Ma lo stesso sogno il parco di ginevra, e mi addormento alle due con la stanchezza di un anno che spinge sulle tempie.
Questa precarietà che mi mordicchia dai lati, anche quando non lavoro, soprattutto quando non lavoro, soprattutto quando potrei gestirmi e non so gestirmi tutto questo tempo libero, tutto questo agosto che non so cosa ci faccio qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per l'intanto oggi c'è la gita delle ragazze alla ikea.

E poi, scusa, ma il treno a ginevra ci arriva. E allora vai, se vuoi andare. E a Ginevra c'è da dormire. Un week-end. Ma sei Maria Goretti? Giovanna D'Arco? La Salvatrice della Patria? Ma perchè devi stare a immalinconirti per forza in mezzo agli scatoloni. Chiudi tutto, tre o quattro giorni.
E poi vedrai che ti torna la voglia.
Cazzo sei diventata, cattolica?

Ne parliamo oggi pomeriggio.
Stamattina sono su msn.

lanessie ha detto...

no, niente mistica. Semplice rapido conto dei soldi che non ho.
Però ci sto pensando lo stesso.
Ma ginevra sono 120€ a/r.solo di treno.
Se parto mi serve decisamte qualcosa di più accessibile...