martedì, novembre 13, 2007



BUON APPETITO, WEBER

Oggi sono stata mangiata dall'INPS.
Dopo un'ora di coda, sono stata ammessa nello stomaco della burocrazia con passaporto pluritimbrato, settimo piano quarto ascensore.
Nel viaggio attraverso il tubo digerente mi ha fatto compagnia il Robinson Crusoe degli archivi, il Caronte dei fogli ingialliti.
Ha boffonchiato da dietro una torre di carte ingiallite Che piano?, e poi è scomparso in un momento di distrazione della sottoscritta, impegnata a guardarsi la punta dei piedi.
Al suo posto sono comparse le tre Parche, tessendo il filo del sussidio di disoccupazione, parlando di libri che non riescono a leggere, di scarpe strette, di giacche invernali, di mezze stagioni.
L'unico uomo, che resisteva all'attacco dei succhi gastrici, mi ha sorriso timido, con lo sguardo che rimbalzava dalla punta delle sue scarpe. Ci siamo sorrisi a mezz'aria e poi sono stata espulsa dall'ascensore.
La gentilissima impiegata dell'ufficio 274 bis scrivania a destra attenda il suo turno si è segnata il mio numero di telefono e ha detto che sono un caso difficile.
Niente di nuovo.
Alle undici in punto sono stata vomitata fuori dall'INPS, non ancora digerita dagli ingranaggi della burocrazia. Ancora una volta salva, ancora una volta senza una buona notizia, ancora una volta con questa curiosità ammirata per stomaci così diversi dal mio.

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