MIGNANEGO E NUVOLE, E IL VENTO SUONA LA SUA ARMONICAAAA
Eravamo d'accordo che vi avrei raccontato di quando io e l'amicaE abbiamo rischiato di finire ad Alcatraz per colpa di una nano di Forzitalia.
Eravamo d'accordo con l'amicaE che ve l'avrei raccontato, così poi invece lei vi raccontava di come ci siamo vendicate di lui, ieri in corteo.
Che era un corteo freddo, ventoso e francamente un po' noioso, neanche un ultrà a ravvivarci, neanche un thermos di caffè corretto.
Ma per fortuna ci siamo inventate una vendetta partigiana verso le cinque del pomeriggio. E ve la racconterà l'amica E, io vi dovevo parlare dell'antefatto.
Ma non ve lo racconterò, oggi.
Perchè, oggi, sono finita a guidare nei monti invernali per cercare il teatro dove dovevo lavorare.
E immancabilmente mi sono persa, su per i tornanti dei Giovi.
Ed era tutto un silenzio, tutto un profumo di legna bruciata.
E c'erano le nuvole che sembravano Magritte.
Con la gialla macchinina in prestito, che mi piace guidarla.
Anche se non ci ho mai pensato tanto su.
Ma adesso che ci penso a me guidare piace di molto.
Da sola, soprattutto.
Perchè la verità è che non sono capace, a guidare. Ma da sola non se ne accorge nessuno.
Così, guidavo contenta di molto tra le foglie rosse e i monti incombenti, ho pescato nel cruscotto una cassetta che sapeva tantissimo di anni novanta e ho continuato a macinare curva dopo curva, cosciente della direzione sbagliata.
Poi, insomma, il senso del dovere e la vicinanza di Busalla, che non ha niente di intimista, niente di profumo, niente di Magritte, niente di niente, alla fine ho fatto inversione e sono andata a lavorare davvero.
Ma adesso che sono tornata indietro alla città e alla tecnologia, non esiste nessun nano di forzitalia, nessun corteo.
Esiste solo il profumo della legna e gli alberi rossi dell'autunno freddo.
Alla politica ci ripenso domani.