lunedì, dicembre 11, 2006


NO TAV
Sono tornata da Venaus. E ho così tante cose da dire e da raccontare che non so da che parte cominciare.
Come sabato sera che ho chiesto all'Insospettabile Rivoluzionario di fermare la macchina e sono scesa a vedere le stelle incredibili della valdisusa e le montagne incredibili ricoperte di neve incredibile intorno alla valdisusa e a sentire il freddo incredibile sulla pelle nella valdisusa; e una volta di nuovo in macchina mi chiedevo come farò a descrivervela una cosa così?
E anche tutto il resto, come faccio a descrivervelo? Queste migliaia di persone raccolte intorno ai fuochi, intorno alla stufa, nel tendone un po' riscaldato e un po' no, a cucinare e mangiare polenta, e frittelle di mele, e fagioli e vinbrulè. E a cantare, a cantare tantissimo. E a camminare nella pioggia e nel vento con le fiaccole, ad un anno esatto dalla riconquista di Venaus, che è stata una vera vittoria popolare, di quelle che non ci siamo proprio più abituati.
E le chiacchere, e i bambini che disegnano con il dito pucciato nel vino, e il fango del primo giorno che fa un rumore come se qualcuno avesse tolto il tappo del mondo, quando ti risucchia la scarpa.
E le stelle, mamma mia, le stelle.
E le chiacchere, e le discussioni, e i giornali letti ad alta voce, e le previsioni, e i pulman dalla calabria e dalla sicilia, e le canzoni popolari, e i racconti della resistenza, e nessuno che ci crede se dico che Ma se ghe pensu proprio non la so, e l'amico Jennifer e il nuovo amico Insospettabile Rivoluzionario, e l'AmicaImmaginaria e le sue passioni improbabili, e le chitarre e i cartelli sui muri e i bambini che giocano a calcio a due gradi e si muovono come pupazzi di neve sul prato, e io che provo a lanciare lo slogan sotto la pioggia gelida "Va bene, venaus, sei il primo della lizza ma la prossima volta manifestiamo a ibiza" ma nessuno che mi viene dietro chissà perchè - perchè non c'era l'amica E, ecco perchè - e l'idea che capodanno si si lo andiamo a fare lì, e la visita notturna all'abazia più bella del mondo, e le luci sotto di noi, e il Teorema della distribuzione costante degli agriturismi, e la cioccolata calda alle castagne, e i bignè rubacchiati, e la ricetta delle frittelle e la cucina economica, e i carabinieri che ci fermano e ci guardano e dicono Andate pure, e i sudori freddi, e la mattina accoccolati nel letto, e i racconti dei partigiani che l'anno scorso finalmente stavano per dire dove diavolo li avevano nascosti i fucili nel '45 ma non l'hanno fatto ancora una volta, e cantare de andrè sotto la pioggia, e il cappello scaldato sulla stufa, e i baci della partenza, e svegliarti il lunedi mattina per andare a lavorare e essere in un'altra città, e il caffè alla stazione e andare a lavorare con tutta un'altra faccia, tutto un altro sorriso.

Ma come faccio a raccontarvelo tutto questo?

1 commento:

Anonimo ha detto...

non si può raccontare.