venerdì, giugno 04, 2010



C’è una vicenda che definire marginale, in un momento come questo in cui in medioriente vengono distrutti tutti i diritti civili e di diritto internazionale, è poco.
Ma che sto trovando particolarmente interessante sulla base di una serie di riflessioni che vengono da lontano.
La vicenda è lo scontro verbale tra Alessandro Dal Lago, da una parte, e Flores D’Arcais e Sofri dall’altra, sulla questione Saviano.


Riassunto: Dal Lago ha scritto un libricino in cui sosteneva il diritto di poter criticare Saviano su alcune sue posizioni politiche o sociali. Flores D’arcais e Sofri hanno risposto sdegnati.

Mi rendo perfettamente conto della pochezza del dibattito.
Ma al di là del merito, io credo che Alessandro Dal Lago abbia perfettamente ragione su una cosa.
La santificazione non è una cosa di sinistra.
O almeno, non dovrebbe esserlo.
La santificazione, gli scudi alzati, l’acriticità non sono cosa nostra.

Io Gomorra l’ho letto.
E mi è piaciuto.
Ho letto anche il libro dopo, di Saviano, quello con la raccolta dei suoi articoli.
E l’ho trovato interessante.
Ben scritto, soprattutto.
Saviano è un bravo giornalista, un uomo da reportage.
Francamente, per essere italiano, io lo trovo nettamente superiore alla media.
Ma che sia un fine politico.
O un fine sociologo.
O un fine politologo.
Io non direi.

Adesso, il livello becero di questo paese ormai non permette una posizione complessa.
Siamo tutti manichei.
Io su Saviano ho una posizione complessa.
Penso che se un uomo rischia la vita per quello che ha scritto, e ha scritto delle cose belle, sia dovere di tutti fare il massimo per assicurargli la sopravivenza.
E, oggettivamente, un livello d’attenzione mediatica alto è una delle cose che garantiscono la sopravvivenza.
Quindi non mi piace chi dice che Saviano se ne approfitta, della notorietà.
Che si piange addosso.
Io credo che se a trent’anni vivi con la scorta puoi anche permetterti di piangere addosso.
Chi siamo noi per giudicare.
Però penso anche che una cosa è quello che fa lui, un’altra è come reagiscono gli altri.
Le folle osannanti io non le sopporto.
Ma sempre di più le vedo, a sinistra, anche tra i cosiddetti intellettuali.
Santoro, Saviano, Luttazzi, la Guzzanti.
A me sembra che se uno va in tv e dice delle cose più o meno di sinistra, il passaggio verso la santificazione acritica sia sempre dietro l’angolo.

Che se uno alza il pugno su rai tre lo fanno santo della rivoluzione.


Ho visto scene di intollerabile standing ovation per queste persone, e per molte altre, che sono tutte persone intelligenti e che, più o meno, mi piacciono tutte.
Ma l’acriticità mi spaventa.
Le standing ovation per il personaggio – e non per il contenuto di quello che ha appena finito di dire – a me fanno paura.

C’è un uomo che secondo me ha detto una cosa intelligente, al riguardo e non solo.
Neanche a farlo apposta, questa persona è Nichi Vendola.
Nichi Vendola ha detto che possiamo combattere quanto vogliamo il berlusconismo se non ci rendiamo conto che, in vent’anni, la gente, anche di sinistra, si è berlusconizzata.
Se non ce e rendiamo conto, abbiamo perso comunque.
Io credo che la gente di sinistra, se perde la critica, la capacità di criticare, il coraggio di criticare, abbia perso comunque.


C’è sempre stata questa differenza, nella sinistra.
C'erano quelli acritici, quelli del leader, TogliattiLongoBerlinguer, e quelli critici, quelli che hanno avuto il coraggio di rompere, di dire le cose scomode.
Quelli acritici, quelli di TogliattiLongoBerlinguer, adesso votano lega. Non tutti. Ma un sacco. Se non votano lega, firmano le leggi di Berlusconi.
Quindi non so se la situazione è peggiorata.
Forse è rimasta uguale, non lo so, diciamo che adesso si vede un sacco.

Io credo questo.

Che la critica sia una cosa di sinistra.
E vada difesa sempre.
Io, intorno al diritto alla critica, ci metto le guardie del corpo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando una è un faro, è un faro.

Dovresti riconoscerti anche questo.

Tra le altre cose.

peppe ha detto...

Quello che dice Dal Lago lo capisco ed il fatto che abbia contro Flores, che se governasse Lui sarebbe peggio di Goebbels, lo nobilita. Io però, a somme fatte, sto con Saviano per i motivi che dici tu. La dichiarazione spiacevole, che forse neanche andrebbe citata, è quella di Daniele Sepe (ho comprato pure un suo CD, mannaggia): «E poi perché dovrei condividere il pensiero di uno che sostiene di ammirare il rigore morale di Almirante? Io sono comunista e figlio di partigiani, e non posso sentire cose come questa». Che cosa diavolo vuol dire? E poi, il fatto di essere figlio di Partigiani ti da qualche patente particolare? Non è che ci vogliamo fare un po' di pubblicità a gratisse?
Scusa l'intromissione e speriamo che Nichi si conservi bene.

lanessie ha detto...

Rileggendolo, questo post, mi rendo conto che è venuto fuori un po' sconclusionato...
Sono contenta che si sia capito comunque...Sono i danni del copiaincolla da word, ora che mi è morta la chiavettainternette.

@anonimo: sempresagerato... :-)

@peppe: Io credo che Daniele Sepe dica una cosa difficile ma in giusta: non è che i fascisti dicono sempre cose sbagliate del tutto. Per esempio sono contrari agli ogm. Ma il problema è che lo dicono da fascisti. E quindi, dice Daniele Sepe, se anche Saviano è contro la camorra, io - se è fascista - non lo appoggio.
E' un punto di vista impopolare, di questi tempi, ma io sono d'accordo, e me ne assumo le critiche.

Io non lo so se Saviano ammira Almirante. Lo scopro ora da te. Spero non sia vero.
Ma se è così, trovo che Daniele Sepe abbia ragione a mettere i puntini sulle i: il rigore morale di Almirante? Rigore morale? Rigore morale?!?

Se lo sentivo dire io, a Saviano, una cosa del genere, gli toglievo la scorta.

:-)

peppe ha detto...

io non sopporto chi ammira Almirante (a dire il vero mi fa ridere, ormai) ma allora, ad esempio, Ambrosoli andava lasciato da solo perchè monarchico o Borsellino perchè fascista. Uhm, non so ...