Mezzanotte e quarantanove e io sono sveglia come se fossero le quattro del pomeriggio.
Ieri sono tornata a casa dai seggi alle quattro e con un’Europa xenofoba.
Sono piombata nell’oblìo più nero fino all’una, ma non è bastato, se è vero che quando mi sono alzata sembravo uno zombie con la labirintite reduce da una sbronza.
Un piatto di riso con l’olio, due telefonate e sono ricascata a peso morto sul letto, emergendone alle cinque del pomeriggio.
Il resto del mondo aveva vissuto, io avevo dormito.
A quel punto, sempre zombie, sempre reduce da una sbronza, ma senza labirintite, ho deciso che non avrei messo il naso fuori di casa.
Alle sei in Europa non era cambiato nulla, noi eravamo sempre extraparlamentari, la lega sempre al diecipercento, più del cinquantapercento del nord italia esplicitamente fascistaborghese, di pietro di sinistra, ma almeno io ero tornata una donna dalle sembianze umane. Reduce da una sbronza elettorale, di quelle cattive, una sbronza heinekken e tavernello, ma almeno umana.
Alle sei e mezza il deumidificatore in camera raccoglieva il suo litro e mezzo quotidiano mentre io prendevo il caffè con la mia ex moglie.
Alle sette il computer arrancava dietro ai brani musicali che non aggiorno mai e i figli dei vicini litigavano come al solito per sapere chi aveva buttato la palla oltre il muro.
Al tramonto una vespa enorme è venuta a morire sul mio davanzale mentre io accoglievo il ritorno della ragazza fuori moda.
Alle otto ho aperto il frigo e ho notato la comparsa della verdura biologica tra gli scaffali, così ho dato una pulita al lavandino, ho lavato i piatti e poi ho cucinato il pesce al burro in padella mentre la ragazza fuori moda creava una frittata alle erbette perfettamente tonda.
Dopo cena ho guardato tutti i libri di lavori creativi per bambini, mentre la ragazza fuori moda stirava le sue camicie.
Poi ho disturbato un uomo che guardava un film del ’34 in inglese e abbiamo avuto il solito scambio di opinioni incompatibili ma innamorate.
Adesso è mezzanotte e quarantanove e io sono sveglia come se fossero le quattro del pomeriggio.
Una giornata così piena di eventi che sembra una canzone senile di Francesco Guccini.
martedì, giugno 09, 2009
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3 commenti:
A nome di tutti quelli che si sono svegliati all'una, come se erano riemersi dal fondo del mare, pescati dalla sveglia e poi sono corsi a lavorare, con le destre xenofobe sullo stomaco...
VAFFANCULO :-D
oh, senti, se la vespa è ancora morta sul davanzale, a me servirebbe: n°1 contachilometri, n°1 fanale anteriore, n°1 carburatore e n°1 piatto bobina. non è che glieli puoi smontare? grazie! :-)
:-)
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