martedì, marzo 10, 2009



Noi, nel tunnel del ripensamento, sono un paio di giorni che giochiamo ad inventarci i titoli.
Perchè, dice lui, l'importanza dei buoni libri passa anche da titoli epici.
In realtà, rilancio io, a volte hai titoli epici senza buoni libri.
E vale anche per i film.

Il senso di smilla per la neve.
E morì con un falafell in mano. 
La solitudine dei numeri primi.

Oppure, hai ottimi libri con pessimi titoli.
Guerra e pace.
La storia.
Piccole donne crescono.

Le librerie sono piene di meravigliosi titoli sacrificati alla mediocrità letteraria e di pessimi titoli ad incorniciare capolavori.
Allora, così, è un periodo che giochiamo ad inventarci titoli senza che dietro ci sia nulla, semplicemente perchè suonano bene. 
Lui ha inventato una meravigliosa trilogia, che ora non ricordo, ma era bellissima.
Io ho azzardato un "Parlare dell'alba per non vedere la notte", un po' malinconico ma molto niu eig.

Ma oggi, a metà del gioco, sono andata in un circolo di periferia, a parlare con una donna che pareva uscita da un film di almodovar.
Una donna adorabile, ma ingombrante, che non sarebbe bastato un titolo della wertmuller a descriverla. 
Allora oggi ho gareggiato con un incipit.
"La donna del circolo come sempre mi aveva abbracciata, inondandomi con rivoli di passione politica e profumo dozzinale. Entrambi restavano attaccati ai capelli, avvolgendomi per tutta la giornata in un pungente alone di anacronismo a poco prezzo". 

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