martedì, maggio 13, 2008


Siccome nessuno reagisce, il Piccolo si avvicina a me e Stojilkovicz.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore."
"Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera.
"Perché?"
"Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."

(Daniel Pennac. La fata carabina)


APPUNTAMENTO A BELLEVILLE

Nove e mezza del mattino, Genova.
Io e Stakanov ci stiamo baciando il bacio della buona settimana.
Io, appuntamento al lavoro tre minuti prima e cinquecento metri dopo. Lui, tre ore dopo, duecento chilometri di distanza.
A metà del bacio della buona settimana, una vecchietta inferocita ci spinge via, con un braccio armato di sacchetto della spesa e la forza di un metalmeccanico incazzato.
Poi scappa via, borbottando fra sè forse di immoralità, forse di occupazione di spazio pubblico, forse di passate glorie e contemporanee solitudini.

Le ultime briciole di romanticismo spazzate via come le foglie d'ottobre.
Ma ci è andata bene.
Se vivevo a Belleville, forse io e Stakanov saremmo stati trasformati in due fiori da un'anziana Fata Carabina armata di moralismo.

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