sabato, agosto 25, 2007



L'ETERNA LOTTA DEL BENE CONTRO IL MALE

Per muoversi dalla Palestina serve un Visto. Che poi altro non è che un timbro sul passaporto.
Serve un visto, un controllo dei precedenti penali, un nulla osta dell'ambasciata di provenienza e di quella d'arrivo.
Serve un foglio in tre lingue che dica perchè ci si vuole spostare, per quanto tempo, dove si pensa di alloggiare, chi paga le spese di viaggio e di permanenza.
Per ragioni di sicurezza, ovviamente.

L'attesa per avere il Visto varia, tra i dieci e i quaranta giorni.

Quando, il mese scorso, il mio Ulivo Palestinese vince una borsa di studio promossa dal governo della Perfida Albione, la Perfida Albione stessa medesima si prende in ogni caso il suo tempo per controllare. Venticinque giorni di controlli, che la disciplina Blair non è passata invano e poi c'è la pausa per l'acqua calda delle cinque.
La guerra contro il terrorismo internazionale necessita tempi lunghi.

Mercoledi scorso il Visto e il rapporto della polizia non erano ancora pronti.
L'ulivo palestinese telefona e dice Io devo partire, mi serve il Visto.
Va bene, dicono loro, le facciamo sapere.
Giovedi mattina il visto è pronto e anche il rapporto della polizia, Li venga pure a prendere.

Ma l'Ambasciata della Perfida Albione dista decine di chilometri e altrettanti checkpoint, così l'Ulivo Palestinese dice Vengo domani, che oggi ormai è tardi.
Ah no, mister, sorry, ma domani è venerdi e noi chiudiamo perchè siamo in plaestina, sabato chiudiamo perchè ufficialmente siamo in israele, e domenica chiudiamo perchè siamo inglesi.
Ma lunedi è tardi, dice l'ulivo palestinese, io martedi devo essere in Giordania.
Venga oggi, risponde con aplomb il britannico, ma noi tra mezz'ora chiudiamo.
Non ce la farò mai, risponde disperato l'Ulivo Palestinese.
Non si preoccupi, sir, se non arriva in tempo le lascio il passaporto al supermercato sotto all'ambasciata, alla cassa tre.

Ecco.
I controlli nell'era nel consumismo.
E così adesso lo sapete, quando ci sono gli attentati, come hanno fatto i terroristi a passare le frontiere, a beffare i servizi segreti internazionali, ad ottenere un passaporto pulito per smerciare kalashnikov.
Hanno fatto un salto al supermercato.

2 commenti:

lastreganocciola ha detto...

ma nessie... ovvio che alla cassa tre c'è James Bond, lo si riconosce benissimo dietro le tette finte e la parrucca bionda!

lanessie ha detto...

cacchio...quale james bond? il meraviglioso Sean, l'insopportabile Roger, il lecchino Pierce o il Putin Daniel? Fa la differenza, eh...!