lunedì, agosto 27, 2007



IL GRANDE SONNO
Se vi guardate intorno, i cinemi sono affollati di mea culpa dei mericani illuminati.
Di mericani che si sono guardati allo specchio e hanno deciso di farci sopra un film.

Fast Food Nation - dispiace dirlo dopo aver sbrodolato davanti ad un Bruce Willis a cui gli anni coronano gli occhi di meravigliose fossette - è un terribile prodotto di quest'epifania mericana.
L'intero film è riassumibile in quattro o cinque concetti, tra cui Gli ambientalisti non sono dei criminali terroristi, Fidatevi, vi giuro che per fare il vostro hamburger si ammazzano delle mucche, il '68 non è la causa di tutti i vostri mali, I macelli non sono cliniche pediatriche, Gli immigrati - dì ggiuro! - sono esseri umani, anche se non parlano inglese.
Una stellina che vomita, a Fast Food Nation. Ma fa innegabilmente parte di questa corrente cinematografica della Psicanalisi Sociale.
In ogni caso rimparmiatevelo, se mai vi venisse in mente di andarlo a vedere per tentare di digerire una bistecca di tofu.

Sicko, invece, che poi è l'ultimo documentario di Michael Moore - che senza barba si allontana ancor più da Bruce Willis di quanto non fosse già umanamente possibile - porta con sè l'innegabile pregio di farci apprezzare l'Europa.
Amerete i colpi di genio - come il viaggio a Cuba per far curare gli eroi dell' 11/9 senza assicurazione sanitaria - e tenterete la fuga davanti alle molte volte in cui Michael Moore dimostra di continuare ad essere fondamentalmente un uomo del Michigan - "a Guantanamo curano PERSINO i pericolosissimi terroristi nemici dell'America!" - ma uscirete tremendamente soddisfatti della vostra qualità della vita.
Niente come Sicko vi farà apprezzare di essere nati da questa parte dell'Oceano.

Particolarmente meravigliose sono le espressioni sinceramente stupite di Michael Moore a contatto con il welfare state europeo. E il meraviglioso imbarazzo degli americani accolti dai pericolosissimi pompieri castristi in pompa magna e retorica. O ancora lo stupore nello scoprire che il cattivo è cattivo solo perchè la CIA l'ha disegnato così.
In Sicko si specchia una Merica con grande necessità di lifting.

Non soltanto per il vergognoso sistema della sanità privata, che mette i brividi. Ma per lo sgomento tremendamente sincero dei protagonisti davanti a tutto ciò che noi riteniamo alla base della nostra vita: il buon cibo come il rispetto per la vita, il vino francese come la scuola pubblica, il giuramento di ippocrate come le coccole ai figli.
Sicko sono i mericani che si guardano allo specchio e scoprono che improvvisamente non ci stanno più, che strabordano ai lati.
Che ci sono repubblicani che rispettano la vita degli altri, in Canada, e socialisti che hanno pianto per i morti delle Twin Towers, a Cuba, e bambini che vengono curati gratis, in Francia.
E ti sembra di doverlo prendere sulle ginocchia , uno di quei mericani, e dirgli Va bene, ricominciamo da capo, dall'ABC della democrazia.

Se veramente di risveglio mericano si tratta, è un risveglio lento e un po' rincoglionito, di qualcuno che ha appena recuperato decine di ore di sonno accumulato.
Fanno una pessima figura, questi Mericani. Come gli italiani nel Padrino. Come gli indiani d'america in Ombre Rosse. Come i nazisti nella Grande Fuga.
Fanno una figura peggiore che in Sacco e Vanzetti.
Ed è così divertente vederli, questi Mericani alle prese con la democrazia, con il pensiero autonomo, con la scoperta dell'altro. E' divertente come quando vedi un documentario sulle giraffe appena nate che tentano di stare in piedi, e irrimediabilmente cadono, per colpa della dannata legge di gravità comunista.
Sono così divertenti che, se non ci pensassero già da soli, bisognerebbe farci un film.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sì, sottoscrivo anche se ho visto solo il cinquanta per cento peggiore dei due film.

Ma, precisamente,
le "fossette sugli occhi" che cosa sono??? :-)))))