martedì, novembre 24, 2009


Qualche giorno senza scrivere e mi ritrovo con strati di cose di cui parlare, come la polvere sotto i mobili bassi.
E altrettante da fare.
Infatti, sacrificando come al solito il mio cervello al dio del multitasking, sto contemporaneamente caricando le foto dei giorni di lavoro al Circolo Luogo dell'Anima su facciabuco.

Ho letto da qualche parte che le attività in multitasking bruciano chili di neuroni nel cervello di bambini e adolescenti che neanche la ketamina. Forse, visto che ho una vita così, in costante multilivello, forse sarebbe il caso che mi informarsi su cosa stia succedendo a me. Che se finisce che mi brucio come un punkabbestia, allora forse meglio le droghe.

Ho finito Guerra agli Umani e ho iniziato un pippottone di mille pagine di Lucio Magri sulla storia del Pci.
Ma perchè? Chiederete voi. Perchè, perchè, Nessie, soffrire?
Infatti me lo sono chiesto anche io, ho letto l'introduzione e poi sono passata al Libro delle liste, dove scopri le dieci scene tagliate dei film, i personaggi storici con il naso più lungo e i venti seril killer più pericolosi.
La storia del Pci la lasciamo sedimentare qualche giorno sul comodino.

Però, parlando di libri, pensavo ieri, nel mio meraviglioso giorno di recupero, dopo una maschera viso, uno shopping da intimissimi (voi li distinguete il rosa antico dal rosa fumè?), dopo una firma nuova sul contratto nuovo della casa vecchia, dopo la pulizia di una casa che stava marcendo, pensavo ieri, nel mio meraviglioso giorno di recupero bevendomi una tisana agli agrumi di sicilia al bar di Feltrinelli leggendo le Fiabe raccolte da Celestini, pensavo che da adesso in poi, come titolo del post scrivo il libro che sto leggendo.

Perchè intanto mi fa piacere dirvi se è bello, se è brutto, se l'ho lasciato a metà secondo i Dieci Comandamenti del Signor Pennac.
E poi, anche, perchè è uno specchio dell'anima, quello che leggi: se ti sembra brutto, se ti sembra bello, se lo leggi in due ore, se lo trascini come il mantello del Re Cetriolo in un'agonia di pagine. E, per inciso, il libro di Celestini non l'ho mica comprato al Supermercato di Feltrinelli, bensì alla mia piccola libreria preferita che sta al lettore come un cucciolo caldo alla felicità.

E così pensavo a questa piccola novità da blog, mentre bevevo la tisana, leggevo Celestini e mi preparavo spiritualmente alla prima lezione del ritorno della Nessie al Softball.

Perchè si, sono tornata a giocare.
Cioè, giocare.
Diciamo che sono tornata a correre sulle basi nella maniera migliore possibile, e cioè facendomi male ad un piede già dal primo allenamento.
Però, geniale.
E' stato un flashback pazzesco. Lo stesso campo e gli stessi guantoni di dieci anni fa. Lo stesso vento freddo, lo stesso sudore gelato, la stessa vibrazione dolorosa sulle mani quando, del tutto casualmente, riesci anche a battere la pallina.
Per fortuna, però, nessuna vecchia compagna di squadra rimasta uguale o morta per morte un po' peggiore.

Ma la squadra, ah, la squadra è un'accozzaglia meravigliosa di vite improbabili.
Ve le racconto domani, per dare il giusto peso alla cosa.
Vi dico solo che navigo, al solito, nell'improbabilità.
E questa volta mi sono pure tirata dietro il KGgB.

E la foto all'inizio del post?
La foto è la quota di follia del Lavoro più bello del mondo bis.
Venerdi partiamo con una macchina piena di materiali improbabili per portare la nostra mostra al museo di Pesaro.
Tra i materiali, 25 cuscini lasciati ad ammuffire per un anno nella casa di campagna del Pastore.
I cuscini, lavati e centrifugati, occupano adesso il cortile di Vico Dolcezza, sotto lo sguardo critico del Gatto Signor Siberia.
Pesaro.
Macchina.
Venerdi.
Ora che ci penso dovevo prenotare un Car Sharing.
Ovviamente, non l'ho fatto.
Io lo odio, il multitasking: finisce sempre che lascio indietro qualcosa mentre stendo 25 cuscini con le scimmie.

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