giovedì, luglio 23, 2009

Non sia mai detto che io mi tiri indietro davanti ad un meraviglioso dibattito politico.

Pezzettino per pezzettino mi sembra che le incomprensioni si stiano assottigliando, ma forte dell'intervento persino del kGGb, mi sembra che i piccoli sassolini appuntiti abbiano ancora bisogno di essere eliminati dal meraviglioso prato della nostra utopia.

Non parlare dei nostri errori, dei nostri malintesi, dei nostri inciampi, delle nostre defiances solo perchè dall'altra parte sono pronti a cavalcarli?
No, non mi piace.
E scusatemi se torno alla Resistenza, che mi sembra sempre un bel parametro valutativo.

Quei sommi poeti degli offlaga disco pax ricordano "Tele Capodistria, un vulcano di emozioni. Film partigiani dove i tedeschi erano cattivie i partigiani buonissimi e intelligentissimi. Un paradiso socialista...."..
Senza andare fino a Capodistria, gli storici e i politici non hanno certo fatto un favore alla Resistenza, parlandone e valutandola sempre da un punto di vista militare ed eroico.
Non perchè la Resistenza non sia stata una grande catena di atti di eroismo, ma perchè valutarla attraverso quel parametro ha anullato completamente la serie di piccole azioni quotidiane e personali che hanno permesso veramente di incidere non solo sul piano bellico ma anche su quello culturale.

La glorificazione in toto di un evento, o di un movimento, io credo sia sempre un errore politico.
Perchè se parli dei partigiani come fossero tutti eroi senza macchia, la prima volta che spunta un partigiano stronzo ti abbatte tutto l'impianto teorico.
E invece io non ho problemi a dire che ci sono stati partigiani stronzi, partigiani stupidi, partigiani del 25 aprile, partigiani per comodità.
Eccome. Personalmente ne ho conosciuti almeno tre.
Potrei fare anche nomi e cognomi.
Ma sfido chiunque a dire che un partigiano stronzo e uno stupido spostino di una virgola il valore di una rivoluzione politica e sociale com'è stata la Resistenza.

Io credo che il valore sia proprio quello di dire che la Resistenza è stata fatta da gente normale, con paure normali, con normali stupidità ma che, inserita nel giusto contesto, supportata dalle proprie speranze, dalla propria rabbia, dalla propria fame, dall'adeguata formazione e, soprattutto, inglobata in un'organizzazione - il CLN - che, quella no, non era per niente stupida, per niente arrivista, per niente comoda, hanno potuto dare il fondamentale supporto alla liberazione di questo paese.

No, mi dispiace, non accetto di nascondere sotto il tappeto gli errori e le mancanze.
Sono, com'è ben noto, per l'ostinato rigore.
Sono, alla faccia di Ratzinger e di Lindo Ferretti, per il relativismo: accetto che una cosa possa sembrare stupida a me ed intelligente ad altri.
Però, personalmente, continuo a pensare che rimanere allo scoperto davanti ad una pistola spianata non sia una cosa intelligente.
Del resto, anche Pertini - super ricercato antifascista - tornato in Italia decise di andare a visitare la Torre di Pisa. Venne immediatamente riconosciuto e processato.
Ora, io non me la sento di dire che andarsene in una località turistica quando si è super ricercati è una cosa intelligente.
E' comprensibile.
E' scusabile.
E in questo caso è anche divertente, visto che poi Pertini è sopravvissuto.
Ma intelligente, no.
I movimenti, le rivoluzioni sono questo, anche. Sono la somma di tutte le nostre intelligenze, dei nostri eroismi, dei nostri errori e delle nostre cazzate. Ci sta dentro tutto. E' per quello che sono cose bellissime.

No, nel movimento non ci sono, non c'erano solo persone intelligenti.
E neanche nella Resistenza.
Nella Comune di Parigi.
Nell'assalto al palazzo d'inverno.
Signori fascisti, signor Pansa, lo ammettiamo: abbiamo anche noi i nostri cretini.
E allora?

2 commenti:

lastreganocciola ha detto...

la differenza è che gli altri hanno solo quelli, ah-ah.
va bene, no, non è vero neppure questo: ma non ho resistito :-)

Gianfranco Bussalai ha detto...

La diatriba tra ideale e particolare è come tenere in piedi un uovo: si finisce per far cadere il discorso sempre da una parte.
Fai bene a essere relativista. Relativismo è anche evitare di essere intelligente in assoluto e decidere di vivere, di vedere, pur nella lotta, nel pericolo.
L'importante è rischiare sempre e solo per se stessi.