SONO COSE DA TASSISTI
Io ero meravigliosamente fiera di me stessa.
Con mio stesso stupore, stavo gestendo con maestrìa: una mostra assolutamente incompleta a sei giorni dall'inaugurazione, il lavoro più incasinato del mondo, una famiglia in crisi, una vita sentimentale a zero, la Manifesta anche se poco, tutto il resto della vita, che comunque pesa, che comunque assorbe. La lavatrice che sempre perde, la camera che sempre assomiglia ad una palude scozzese, le dimenticanze che sempre, la spesa.
Stamattina, inevitabilmene, mi sono venute le ansie.
Santo dio non ce la faremo mai.
Cazzocazzocazzo.
Non c'è pronto niente, per la mostra.
Devo fare tutto io, al lavoro complesso.
La famiglia in crisi, merda.
Vita sentimentale? Eh?
Il manifesto ha pubblicato gli orari sbagliati. Bisogna dirglielo! (e i comunicati stampa? Avevo promesso che li avrei fatti! Ma quando?).
La lavatrice
La camera
Le dimenticanze
La spesa.
E devo fare il silchepil.
Adesso, che sono le otto e ho scoperto che mi piace stare qui a scrivere, a quest'ora, nell'ufficio deserto, mangiando poi alle dieci, mi piace tantissimo, sono di nuovo in asse di equilibrio, e sono felice per il mio benessere psicofisico.
Adesso vado a casa e, cascasse il mondo, mi faccio il silchepil.
Già basterebbe, a riposarmi la psiche.
Ma c'è anche che ho comprato il carnet dei biglietti dell'autobus, ho dato all'edicolante 50 euro e lui me ne ha resi 49.
Potevo dirglielo.
Diciamo che me ne sono accorta tardi.
Ma c'è anche che il mio progetto con i viscidi adolescenti sta funzionando a meraviglia. Ogni giovedi raddoppiano. Settimana scorsa 6, oggi 13.
Lo so, non è la vostra idea di felicità, un gruppo di adolescenti che raddoppia una volta a settimana, ma è la mia. E' la mia soddisfazione.
Ma c'è anche una casa che invece di uno scrocchinquilino mi hanno dato un elfo domestico.
E' meraviglioso.
Fa tutto lui.
Che nessuno osi regalargli un mio calzino.
Così ho pensato questo.
Che rimanere sereni, in queste condizioni, sarebbe da tibetani.
E i tibetani sono cose da tassisti.
Io, lo ammetto, sono un po' stressata.
Ma soltanto un po'.
Perchè, di fatto, sono profondamente soddisfatta.
E quindi anche un po' felice.
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