lunedì, gennaio 21, 2008





Il verbo leggere non sopporta l'imperativo
(Daniel Pennac)




Se avessi una scuola tutta mia io la riempirei di librerie e scaffali.
Scaffali bassi, non più di un metro e due mele, ma lunghi, lunghissimi. Li farei scorrere nei corridoi, fermarsi davanti ad una porta e ripartire subito dopo. Sarebbero scaffali colorati e quelli rosa shocking sarebbero pieni di libri. Ogni due o tre stanze, nella mia scuola che sarebbe grandissima, ci sarebbero dei cuscini morbidissimi, o delle panche dure, o delle sedie di legno, o dei divani avvolgenti o delle poltrone fagiolo, perchè ogni libro ha la sua posizione, e ogni lettore la sua comodità.


Nel programma della mia scuola grandissima sarebbero previste le ore di noia.
Le ore di noia farebbero parte del Piano Formativo, perchè è nella noia che ci si ingegna.
E nelle ore settimanali di noia, - la quarta ora del mercoledi, la seconda ora del venerdi - qualche studente inizierebbe a curiosare, iniziando magari dallo scaffale più basso - quello con i formati tascabili - o da quello più in alto di tutti- quello con i libri fuori formato.
Ci sarebbero i romanzi e i racconti, le poesie e le filastrocche, ma anche i libri fotografici e quelli tattili, le riproduzioni dei quadri e i libri grafici, perchè non di sole parole è fatta la letteratura.
E una volta scelto il proprio libro, ben sapendo che il diritto supremo del lettore è quello di poterlo lasciare a metà, lo studente sceglierebbe il suo posto per cominciare la lettura.
Sicuramente troverebbe un insegnante, avvolto dalla poltrona fagiolo: le ore di noia sono valide anche per gli adulti. Sono fondamentali, per gli adulti. E obbligatorie per gli insegnanti.


Nella mia scuola ideale, le ore di noia sarebbero paradossalmente le ore meno noiose della settimana scolastica.
Ci sarebbe un regolamente condiviso in cui si spiega che l'unico fine dell'ora di noia è quello di combattere la noia stessa, senza disturbare gli altri.
I libri sarebbero soltanto una delle armi per il combattimento, ma la creatività troverebbe spazio anche in altri scaffali, magari viola mirtillo o verde pisello. Ho delle idee per gli scaffali viola mirtillo o verde pisello, ma non nel post di oggi.

Per quanti riguarda gli scaffali rosa shocking dei libri, sicuramente non ci sarebbe nessuna separazione tra i libri da adulti e quell da piccoli.
Che sia il bambino a scegliere se Steinbeck lo prenderà di nuovo in mano tra dieci anni e che adesso è il momento di Non piangere cipolla, Favole al telefono o la Pimpa.
Ma in tutte le stanze ci sarebbero i biglietti con i consigli di chi si è annoiato prima, di chi ha trovato l'antidoto in un Giro del mondo in 80 giorni o in Una torta in cielo o davanti al caminetto delle Piccole donne. Che sia facile trovarli, i libri, ma che sia anche facile capitare nello scaffale sbagliato, per scoprire magari che era quello giusto.

E ci sarà poi il momento, ognuno il suo momento, in cui si affonderà nella poltrona fagiolo anche nelle ore non previste, un giovedi pomeriggio o un sabato sera.
Combattere la noia significa anche non averne più bisogno.

Perchè il compito della scuola è quello di creare degli spazi obbligatori, ma limitati da muri di polistirlo, fatti apposta per essere buttati giù con piccole picconate di crescita.

6 commenti:

lastreganocciola ha detto...

ma che bella la tua scuola...giorno verrà.

Anonimo ha detto...

Personalmente, io a scuola mi annoiavo tantissimo. Soprattutto nelle ore di tedesco e di lettereatura italiana. Da qui la convinzione che un capolavoro, per essere tale deve fare almeno 1200 pagine. Perchè se no "bè, si, è un bel lirino".
Giuli

lanessie ha detto...

io ho passato le prime due settimane di prima media a leggere sottobanco Un capitano di undici anni (?), pescato dall'armadio della classe.
La professoressa si è incazzata moltissimo quando se n'è accorta. E il nostro rapporto non si è mai più equilibrato.
La noia proibita non è meno formativa, ma certamente meno tranquillizzante.

Anonimo ha detto...

Il mio figlio ideale lo manderei subito, nella tua scuola ideale.

la fede ha detto...

Io mi sono beccata una tirata d'orecchie gigante dalla mia maestra delle elementari (quando ancora usavano le tirate d'orecchie) perchè leggevo tipo in quarta elementare il signore degli anelli. Spudoratamente aperto sul banco in tutte le mille mila pagine dell'edizione totale integrale :)

lanessie ha detto...

@lettore padovano: ma che bello averti come lettore (padovano) :O)

@Pacefortissima: Dio mio, così piccola e già così NERD :O)))