domenica, aprile 17, 2011


TERZO REPORTAGE INDIRETTO DA LAMPEDUSA

Giornata di passaggio a Lampedusa, un po' perchè è domenica, un po' perchè la militarizzazione si rinforza ogni giorno che passa.
Il circolo intorno al quale si concentra l'opposizione lampedusana - il circolo Askavusa - è stato perquisito, così come il furgone di Alex che io mi immagino come il drugo del Grande Lebowski perchè è un esponente (l'esponente?) dell'associazione Kayak per il diritto alla vita, volontario anche lui a Lampedusa.

Polizia e militari l'hanno trovato a dormire nel suo furgone, l'hanno perquisito, hanno smontato pezzo per pezzo il furgone alla ricerca di armi, gli hanno sequestrato il materiale informativo che aveva prodotto e l'hanno interrogato per ore.
Sono cose che ti fanno ben sperare, per la sicurezza di questo paese.

Del resto, la militarizzazione è ormai tale che anche le associazioni accreditate - Medici Senza Frontiere, ad esempio - sono ormai praticamente tagliate fuori dal supporto alle operazioni di sbarco.
MsF, infatti, ha commesso l'errore di pubblicare un report veritiero sulle condizioni igienico-sanitarie dei centri d'accoglienza.
Ma dove pensano di essere, per parlare liberamente? In una democrazia?

Insomma, a Lampedusa si scopre cosa sta succedendo soltanto dai telegiornali.
Se ne parlano.
I parallelismi con il G8 sono troppo facili. Ma mi sembra che questa assenza di informazione - quella, almeno, nel 2001 abbondava - sia frutto soprattutto della sperimentazione de L'Aquila.
Non succede niente.
Ma come non succede niente? Gli sbarchi, i naufragi, i rimpatri.
Abbiamo detto che non succede niente..
Ma non è vero!
Si che è vero! Tu l'hai visto?
No
Allora non succede.

I lampedusani si adeguano, mi dice Quell'Uomo.
Non si vede più niente, non ci si preoccupa più.

A me, la notizia di MsF che si arrende è la notizia che fa più impressione.
Sembra assurdo che l'impotenza sia maggiore in una giornata qualsiasi in una democrazia occidentale, rispetto ad un intervento in zona bellica.
E questa volta non si può neanche dare la colpa a Bertolaso.

Insomma, non c'è niente da dire.
A Lampedusa si mangia il pranzo della domenica, si discute e ci si stringe, al circolo Askavusa.
A Genova si cerca di tradurre la sensazione di impotenza in un post.
Si fa quel che si può.
Già esserci.
Già parlarne.
Domenica di passaggio.

1 commento:

lastreganocciola ha detto...

sì, è proprio così. sempre di più. la strategia del silenzio assordante semba più efficace di quella della tensione, tanto più se accompagnata da intimidazioni continue. sarebbe bello aggiungere parole di ottimismo a questo commento, ma è un po' difficile.