domenica, maggio 02, 2010



Due maggio, pomeriggio, tre e mezza.
Ho lavato il bagno, ho messo i maglioni nella scatola dell'inverno, ho messo le lenzuola in lavatrice, ho lavato per terra.
Ho passato in padella i porri e le bietoline con un po' di pepe nero e un filo d'olio, ho aggiunto la ricotta, ho steso la pasta sfoglia nella pirofila.
Devo aspettare che finisca la lavatrice per accendere il forno, altrimenti salta la luce.
Dal computer Capossela canta All'una e trenacinque circa.
Il gatto Signor Siberia guarda fuori dalla finestra come una vecchia pensionata impicciona.
Sono qui. Io e una domenica libera.
Volevo partire, uno dei prossimi week end.
Avevo fatto un sacco di piani.
Sognavo il Marocco o l'Olanda.
Ma ho scoperto oggi che avevo un solo week end scarico, ed era questo.
Volevo essere Philip Fogg e mi ritrovo Cenerentola.
A volte il regista della mia vita infierisce con cinico umorismo.

Credo che dirò al padrone della casa numero 14 che pensavo, alla fine, di non andarmene così presto come avevo preventivato.
E che si mi toglie questa merda di divano a fiori, potrei addirittura pensare ad un contratto per un anno.
Anche se non mi ci stanno già più i libri.
Nonostante non possa farmi il silchepil mentre va la lavatrice.
Questo anche perchè i topi sono scomparsi.
La prima settimana sembrava che il vicolo brulicasse.
Poi sono spariti.
Non so, magari è stato il comitato d'accoglienza.
Forse il freddo li ha decimati.
Forse hanno lasciato il pianeta, subito dopo i delfini e decisamente prima che noi umani potessimo anche solo accorgerci della superstarada che i Vogon stanno per costruire passando attraverso la Terra.
Ma tanto che problema c'è? Mica ci servono i Vogon: abbiamo già la British Petroil.
Comunque i topi non ci sono più.
O, se ci sono, sono ben nascosti.
Così ho pensato di proporre al padrone di casa un accordo: sparisce il divano a fiori, come sono spariti i topi, e io garantisco la mia permanenza per un anno.
Un anno è un sacco di tempo.
Il padrone di casa dovrebbe apprezzare la rarità dell'evento: un'imprevista nessielungimiraza.
Da Philip Fogg a Cenerentola a Simeone lo stilita.
Dice il regista della mia vita che, a trent'anni, si può anche trovare imprevedibilmente comoda persino una colonna.
E sedercisi un pochino su.


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