giovedì, maggio 28, 2009

L'azione antifascista della settimana (qualcuno dice del mese)


Non ero partita proprio con il piede giusto.
Ero partita con il piede dello shopping.
Volevo un paio di sandali col tacco nè troppo alti nè troppo bassi, ma senza brillantini, magari di cuoio, nere s'intende.
Erano le sei, l'ufficio latitava perchè percepisce l'estate, con la ragazza fuori moda siamo scappate.

Tempo di vedere un paio di scarpe con sopra i pesci argentati ed inorridire quel tanto che basta, siamo state attirate dalle urla.
Io non so se riesco a spiegarvelo, però le urla è difficile confonderle.
Si capisce sempre se sono urla da starci lontani o urla da avvicinarsi. Io sempre lo capisco.
Infatti, eravamo ancora lontane almeno 300 metri che io ero sicura che le urla erano dei nostri, e ho detto alla Betta: fascisti.
Anche la parola fascisti, badate bene, cambia suono di volta in volta.
Se sei in un vicolo e ti vedi arrivare in direzione opposta quattro stronzi con lo stemma dell'italia, la parola Fascisti tremola.
Se sei in corteo la parola Fascisti! urla.
Ma se sai che le urla che senti sono quelle dei tuoi, e a riceverle sono loro, io dico Fascisti mentre mi brillano gli occhi e mi dimentico dello shopping.

Infatti c'era un gazebo della lega.
Con due bandiere.
Dieci poliziotti.
Cinque attivisti.
Un microfono con un impianto di amplificazione da festa delle medie.
E cinquanta di noi che gli urlavano contro.
Io e la ragazza fuori moda ci fermiamo.
Dopo un po' eravamo sessanta.
Settanta.
Ottanta.
E la nostra meravigliosa fantasia negli slogan, che è quello che mi riempie di vera gioia ogni volta.
Fermarsi, urlare, ascolare e sapere che comunque, sempre, ci salva l'ironia.
E vedere la gente che aumenta, che si ferma, che applaude. Noi, applaude.
E vedere loro, soprattutto, che piano piano tolgono le bandiere.
Tolgono i manifesti.
Smontano il gazebo, mettendoci tantissimo, con la stessa incapacità che ho io con la tenda al campeggio: vuoi un ingegnere, leghista vuoi un ingegnere, vuoi uuun ingegneeeere, leghista vuoi un ingegnere?
E se ne vanno.
Mogi, scortati e zitti.
Insomma, abbiamo vinto.
Adesso voi fate i soliti corvi, fatelo pure.
Ricordatemelo, che la lega nei vicoli è il terzo partito.
Che chi li vota non lo fa mica vedere, passa dritto e si rintana nel segreto dell'urna.
Che non si vince in piazza.
Se volete, ditemelo.
Ma oggi non mi abbatterete, perchè fermarsi vicino al porto al tramonto e, mentre il sole cambia colore, urlare Forza Napoli ad un leghista, è una gioia che non ha prezzo.

4 commenti:

e. ha detto...

Nel frattempo io stavo aspettando, inutilmente, che il mio allievo Biondo arrivasse a scuola...MA CI VUOLE TANTO A MANDARMI UN SMS???

Ma però è bello vivere in una citta dove, mentre tu sei a scuola e ignara, la lega viene mandata via a calci in culo da piazza banchi.
Grazie compagni.

lastreganocciola ha detto...

e son cose che tirano su il morale, neh?

Stakanov ha detto...

Impagabile, neh?

^_^

amber ha detto...

ma a che ora è stato??? perché io ci sono passata ieri in piazza banchi, di ritorno di corsissima dalla lezione di canto, e mi sono fermata qualche minuto a godermi lo spettacolo di un signore anziano che insultava quelli della lega... e c'era un sacco di gente intorno, anche... sarà mica che sono passata col paraocchi e non mi sono accorta di niente???