venerdì, maggio 22, 2009



Poi basta, poi succede che mi si scaricano le pile, mi accascio su una sedia e non mi muovo più.
Ma per ora, invece, sono ancora bella attiva e vitale, rimbalzante tra i miei tre lavori, professionale nelle telefonate, presente con la testa.
Un miracolo, considerate le tre ore di sonno, i miei quattrocento chilometri preferiti, duecento all'andata, duecento al ritorno, quattrocento chilometri al giorno.
Uh uh, fa il coretto anni trenta.

E voi tutti lì a smaniare per il gossip, ora, che tanto è evidente che si tratta di Boscolandia, ma non dirò niente più di questo.
Perchè tanto è come vedere un altro che gioca alla pleistescion.
A sentirlo raccontare, a viverlo da fuori, tutto questo delirio radioso tra gli alberi di Boscolandia non lo si può capire.
Non è divertente, non è comprensibile.
Dovete scusarmi.
A viverlo da dentro, invece, a esserci immersi fino al collo, nel delirio radioso.
Neanche.
Non ci si capisce un cazzo lo stesso: è lo sceneggiatore che ha perso il controllo della storia.

Stamattina, tornando indietro (duecento al ritorno, uh uh) mi veniva in mente J.K.Rowling, quando ha iniziato a ricevere delle lettere che sottolineavano gli errori nella trama di Harry Potter.
Quelle lettere che scrivono i nerd autistici, per capirci.
Hermione aveva i capelli di un altro colore, all'inizio.
C'era uno che era morto e poi è tornato vivo.
La casa prima si chiamava pecoranera e poi corvonero.
Ecco, così, puntigliosi e infallibili.
Io non ho nerd autistici che mi scrivono, ma me ne accorgo da sola che la trama si è autonomizzata, che la mia vita cammina sulle sue gambe deliranti senza che io possa fare alcunchè per controllarla.
La mia vita sale sul treno e poi aspetta che la raggiunga correndo affannosamente con il biglietto per entrambe.
Quindi, scusatemi, non so cosa sto facendo.
Però so che sono quattrocento chilometri di felicità. Quando li attraverso, non quando li guardo srotolarsi tra Vico dolcezza e Boscolandia, e ritorno.
So che in quei quattrocento chilometri, due volte su tre capitano cose assurde, innaspettate e meravigliose.
Stanotte alle due, ad esempio, eravamo nel pieno della scena di Matrix, intrappolati tra due gallerie del treno che non portavano da nessuna parte.
E prima stavamo mangiando nel più orrendo dei dopolavori ferroviari della lombardia, felici di un piatto di orridi totani fritti, mentre dietro la porta ballava L'esercito delle dodici sedie.
Poi tre ore di sonno, e tutto il collegio nord ovest da attraversare.
E quindi adesso faccio l'ultima telefonata professionale e poi mi accascio.
Maramao perchè sei morto.
(uh uh).

2 commenti:

lanessie ha detto...

e tu, amica E. che sei entrata nei commenti per dirmi: hermione aveva i capelli di un colore diverso?????

no, non li aveva.
Non sono mica una nerd autistica, io

:-D

e. ha detto...

Ci sono cascata :-D

Mannò, me ne sarei accorta, lo sai che sono una iena per queste cose...Io li odio gli errori nella trama...