venerdì, aprile 10, 2009



Sembra che partiremo per l'Abruzzo entro un mesetto, non per aiutare nel primo soccorso - in cui saremmo stati mediamente utili - ma per organizzare attività di socializzazione, che poi è quello che sappiamo fare veramente.
Ovviamente ho dato la mia disponibilità e uno dei progetti del week end è quello di andare nella mia libreria preferita ad ordinare un paio di libri sulla gestione educativa dei bambini traumatizzati.
Che lo so, che detta così non sembra la miglior proposta consolante per questo week end delle Difficili Decisioni, ma invece è vero che almeno mi fa sentire utile.
E poi sono pur sempre libri.

La verità è che la difficoltà più grande, al di là dell'assenza, è questa sensazione di inamovibilità che mi prende quando realizzo che sono al punto di un anno fa, che ho corso corso corso sul posto come un criceto deficiente sulla sua ruota.
Che mi sono adattata ai tempi Ent di Stakanov mentre io, che sono un abitante del Piccolo Popolo dei Grandi Magazzini, mi scorrevano via i giorni.
E attenzione al livello clamorosamente nerd di quest'ultima metafora.

Mi prende la vergogna e l'imbarazzo a pensare di chiamare il mio amico Grande Regista da cui mi rifugio sempre quando qualcosa non va, e dirgli Ti ricordi l'anno scorso? Ti ricordi esattamente un anno fa? Hai voglia di consolarmi? Sono sempre allo stesso punto.
Mi sento come quelli bocciati all'esame di maturità.
Anzi, mi sento come quelli che riflettono se accettare un 18 di analisi2, o di diritto civile, o di anatomia.
Poi non lo accettano.
E cinque minuti dopo si fanno prendere dal panico: Oddio, no, non lo voglio aprire di nuovo, quel cazzo di libro.

Sono le undici e quarantatre.
Avrei avuto il treno per Boscolandia tra un paio d'ore.
Mi sarei fatta uno zaino di cose carine.
Mi sarei fatta una doccia e la crema profumata.
Mi sarei persino fatta la piega ai capelli.
Mi sarei impuzzolentita sul regionale verso Milano.
Avrei pagato un euro per entrare nei bagni di Centrale a riprendere una conformazione umana.
Avrei preso un altro treno e sarei arrivata a Boscolandia.
E avrei avuto davanti un altro pezzo di questo gioco di ruolo che mi sono divertita a chiamare storia d'amore fino a tre giorni fa. 
E l'avrei riempito di finzione a scadenza. Anzi, l'avremmo riempito, giocando tutti e due ai Fidanzatini cocopro.
E ci saremmo come al solito divertiti moltissimo e coccolati tantissimo, con il conto alla rovescia.
L'amore con la bomba in tasca, rinnovabile di settimana in settimana.
Se gli viene in mente a Virzì ci fa un film.

La malinconia per i bagni della stazione è un brutta bestia.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono sicuro che ti capiterà un professor Baher, come dici tu, che ti cadrà ai piedi molto prima di quanto ci si potrebbe aspettare...

Anonimo ha detto...

Amica,
Ti leggo da qui.
E ti mando un bacino. E quando torni ti rimpinzo di pasta di mandorle.