giovedì, aprile 02, 2009




















Stamattina, mentre disincagliavo le spalle dai residui dello shiatsu, ho ricevuto un messaggio bellissimo che diceva "Gò ciapà ul bigliet, arivi a genua a i nov'ur. Te set cuntent...?".
Questo è il messaggio di un uomo che mi conosce.
Che sa come farmi ridere. Che sa farmi ridere la mattina, prima delle dieci, che è un miracolo già solo quello.
E' il messaggio di un uomo che pianta i piedi, ma poi sa trovare i tempi e gli spazi per le coccole.
E io sono innamorata di quest'uomo. Per queste cose, sostanzialmente.
Perchè io non è che sono una persona facile.
Io se c'è una cosa che non so fare è accontentarmi.
Non l'ho fatto mai e credo che mai lo farò.
Non sono una donna che sa scendere ai patti con la vita, che trova la mediazione con sè stessa, che accetta le rinuncie e le mediazioni.
E c'è questo, con Stakanov, sempre, ogni singolo minuto che passiamo insieme, c'è che non devo accontentarmi.
C'è che è esattamente tutto quello che voglio, nel modo in cui lo voglio. E, per quanto non sembri da tutti i miei continui tentativi per cercare di vederlo di più, anche i tempi sono quelli giusti.
Perchè altrimenti - dice la pissipissibaucologa - com'è che questo è il terzo fidanzato a distanza che si sceglie? Di cui uno intercontinentale?
Stakanov a boscolandia è la migliore mediazione con me stessa, che così ho la scusa per andarmene da questa città, ogni tanto, che alla lunga mi sento soffocare, stretta tra il mare e le montagne. Stakanov a Boscolandia vuol dire che io, negli ultimi tre mesi, ho scritto tre quarti di un libro per bambini. E questo non l'avrei fatto, con Stakanov qui, perchè io scrivo quando sono da sola e soddisfatta.
Stakanov lontano è un regalo alla mia indipendenza.
E anche per questo io sono contenta.

Allora, questo post che sembra una celebrazione del mio amore e della mia storia assurda, perchè non è che non me ne rendo conto che è una storia assurda, comunque non lo è, una celebrazione.
E' un'invettiva contro la psicanalisi dell'era barbarica.
Comincia adesso, l'invettiva.
E lo so che se lo dico io, che sono stufa della psicoanalisi barbarica, io che parlo della pissi una volta a settimana, che muoio quando va in ferie, che mi chiarisco le idee solo il mercoledi dalle cinque alle sei, sembra il comma 22.
Però io ho pensato questo, in questi giorni di subbuglio comunitario.
Ho pensato che lo psicologo, l'analista, lo psichiatra sono un'invenzione meravigliosa, meglio della crema novi alle nocciole.
E' un appuntamento settimanale meraviglioso, è come un buon cinema.
Ma non è un matrimonio, è un appuntamento a settimanana. E intorno c'è la vita. C'è un mondo fuori dal lettino.

Io credo che in molti ce lo siamo dimenticato, questo.
Perchè ad un certo punto è arrivata l'autocoscienza, le manfrine new age: conosci te stesso, interpretazione dei sogni for dummies, riflessione e meditazione.
E quando sono arrivate le manfrine new age abbiamo cominciato a sbagliare tutto, sul fronte della psicoanalisi.
Perchè, a furia di applicare la psicoanalisi a questa età dei barbari, a forza di mescolare Freud e il gabbiano Jonathan Livingstone, abbiamo iniziato a pensare, da una parte, di non poter vivere senza che qualcuno ci aiutasse a capirci e, dall'altra, di non poter agire finchè non ci siamo messi a posto tutti i nostri traumi.
Questo è un'approccio positivista alla psicoanalisi.
Ed è terrificante.

Perchè adesso che tutti pensiamo di saper leggere i sogni, che tutti sappiamo che le cose che facciamo provengono dai traumi della nostra infanzia, che persino quel coglione di pirandello ci ha spiegato la questione delle maschere sociali, adesso abbiamo paura di vivere.
Perchè sappiamo che faremo degli errori.
Perchè è sicuro che pesteremo dei piedi, camminando.
Perchè è certo che staremo male anche noi, mentre viviamo.
E poi ci sentiremo in colpa.
Adesso che ne abbiamo la coscienza, invece di camminare chiedendoci, abbiamo smesso di camminare.
Abbiamo dato le chiavi in mano alla psicanalisi e abbiamo detto di aprirci la porta quando finalmente saremmo stati abbastanza sani da cominciare a vivere.
Ma non è che scoprire il perchè dei nostri malesseri, non è che scoprire tutto il dolore che abbiamo accumulato in trent'anni, non è che riuscire a frenare il proprio torrente di rabbia debba essere il parto della nostra vita adulta.
Si vive anche prima, e si continua a vivere durante. Altrimenti è come parlare allo specchio.

Si vive, si sbaglia, se ne subiscono le sofferenze, e le si fanno subire a quelli che ci stanno intorno. Sarà anche brutto, sarà anche doloroso, ma la maggiorparte delle persone a cui faremo del male, noi compresi, non moriranno per questo.
Al massimo si scoleranno una zuppa agropiccante dopo aver pianto su un cappotto azzurro.
Oppure avranno una crisi di nervi. E un'altra. E un'altra ancora.
Ma insomma, va bene così.
Metteremo delle corna, oppure non le metteremo, ci comporteremo da stronzi, oppure no, chiederemo scusa o rimarremo convinti per sempre di aver avuto ragione.
Ma se non lo facciamo, se ci fermiamo prima, cosa ci rimane?


Credo sia davvero il momento di mandare a 'fanculo woody allen.
Che a ben guardare, adesso che sono vecchi sia lui che clint eastwood, quello che è invecchiato meglio è il secondo.
Clint eastwood se anche da giovane si è fatto delle domande, comunque sicuro non ha saputo darsi delle risposte.
Però ha vissuto, è invecchiato ed è invecchiato bene.
Woody Allen, invece, a furia di farsi domande, adesso si sfonda di viagra e di autoreferenzialità.
E a me viene da pensare che una vita sostenuta unicamente dalle proprie seghe mentali sia la peggiore delle masturbazioni possibili.

11 commenti:

lastreganocciola ha detto...

oltre a notare che ti è giunto lo spam destinato a un maschietto, volevo solo appoggiare la tua mozione d'ordine, compagna: al primo punto c'è la vita da vivere, e il resto è commento.

Bah, indovina? ha detto...

Brava!
Sei arrivata a Kirkegård, ora il salto verso Barth è alle porte!

e. ha detto...

Tutto sommato è quello che diceva questo linco bellinissimo che ho postato ieri nella discussione con rossodisara, sempre su questa cosa della psicologia.

http://archiviostorico.corriere.it/1997/agosto/27/Caro_genio_non_cedere_alle_co_0_9708276192.shtml

A me ha dato un sacco da pensare.
Non il pezzo in sè, ma un sacco di suggestioni che ci sono dentro.
Non so, però.
Io penso che ognuno trovi la misura delle sue cose. Ci sono problemi che proprio non ti danno la possibilità di muoverti. Stai male e basta. E finchè non hai sciolto quella cosa, col cacchio che vivi. E poi c'è una giusta ristrutturazione. E quella lascia spazio, invece, a mille e mille cose di vita.
Questi postuli, però, sono un po' difficili da commentare, perchè scrivi il commento e poi pensi, non avrò capito un cazzo. E' chiaramente un post rivolto a qualcuno.
Me no, perchè io sono quella della zuppa agropiccante.
E allora se rispondo che sono daccordo magari, nella situazione specifica, non sono daccordo. E anche il contrario.
Uff, che vita difficile.
Chiedo un attimo agli angeli della cretività e al mio artista bambino e poi ti dico... :-D

Anonimo ha detto...

http://archiviostorico.corriere.it/1997/agosto/27/Caro_genio_non_cedere_alle_co_0_9708276192.shtml

Anonimo ha detto...

umpf, non si riescono a mettere i linchi, perchè????

Anonimo ha detto...

mi associo alla mozione e. sulla difficoltà di commentare. poi, io di pissicanalisi so una sega. io sono bioenergetico. che fa molto gnuèig ma giuro che no. per l'intanto, se la e. chiede all'artista bambino, io corro a chiedere agli egizi che mi parlano dal microonde.
:-D
(psicanalisi... tsè! nonché, pfùi!)

e. ha detto...

E poi ci ripensavo e mi veniva in mente che bisogna anche vedere da dove è partito uno e dove è partito l'altro. Ci vuole poco a dirci a woody allen che è diventato troppo un vecchio laido a confronto di Clint che invece ce lo sposeremmo tutte senza passare dal via, anche a ottant'anni.
Ma cosa sarebbe woody allen senza il suo percorso?
No, non si può fare un confronto, secondo me.

lanessie ha detto...

L'uomo a cui era, soprattutto, diretto il post mi ha detto che questo è un saggio.
No, non è vero, perchè è giustamente fallibile e criticabile in gran parte.

Però io non dico Scappate dall'analisi, eh.
Dico solo, a volte una bella scazzottata con la vita, alla Clint, fa meglio di anni di lettino.

Anonimo ha detto...

se non le prendi, sì.
bisognerebbe chiedere un parere anche alla signorina giapponese a cui piace tanto il tuo blog...
:-)

lanessie ha detto...

secondo me, anche se le prendi.
La giapponesina è d'accordo con me ;-)

Anonimo ha detto...

Bel post Nessie, come sempre "vivo" e coinvolgente.

Da parte mia direi che in generale c'è posto per tutti al mondo,

MA:

se W.A. e C.E. sono intesi come due (delle tante) facce della nostra personalità, i momenti per mandare a cagare W.A. dovrebbero essere all'incirca il 90% rispetto ai momenti in cui far fuori C.E.