mercoledì, aprile 22, 2009



E già che era stata una giornata per nulla faticosa.
Per nulla stressante, anche.
E già che non ne provenivo da un micidiale mal di testa da pizza fredda in piedi sull’autobus.
Dall’acuta percezione della settimana di ferie della pissipissibaucologa.
E dai tappi di cera nelle orecchie già belli che scaduti.

Già che ero un fiore di donna, avevo pensato che mi facevo una biciclettata serale, prima di tornare a casa.
Tanto la bicibellula mi aveva atteso sotto l’ufficio tutto il giorno, mentre arrostivo shakespeare alla brace con la mia mandria di giuliette adolescenti.
E quindi, per riportarla a casa, tanto valeva fare il giro lungo. Molto lungo, e chi se ne fotte del vento genovese in faccia, che tanto il mascara era già tutto bello che colato via.


Poi, insomma, ne provenivo dal post dell’auto glorificazione, dal post delle derapate, dovevo rendere gloria alla mia abilità sulle due ruote.
Detto fatto.
Tolgo il lucchetto.
Giro la bicibellula.
Attacco la salita. Faccio tre pedalate. Tre. Supero i bidoni dell’attraversamento topi. Scalo la marcia.
La bicibellula emette il seguente guaito: stu-tlunc.
E i pedali cominciano a girare a vuoto, come le palle di un aggressivo represso.

Già tanto che non sono caduta.
E già che non sono caduti anche tutti i santi del paradiso, che stasera mi ci mancava solo questa.
La cattiva notizia è che dio non esiste, la buona notizia è che comunque non mi avrebbe riparato la bici.

Comunque credo che si sia sminchiata la catena, ma voi che siete cresciuti a pane e biciclette, mica come me che l’ho scoperta in tarda età, l’avrete già capito.
Stu-tlunc è l’agonia della catena.
E voi che vi portavano in campagna dai nonni, probabilmente sapete anche come ripararla.
Io invece l’ho guardata attentamente, come si guarda un malato, e mi è sembrato tutto esattamente come prima dello stu-tlunc.Tipo come se mi fosse morta di emorragia interna.

Adesso, tempestivi solo come la morte e le multinazionali, quattro giorni fa da Decatlon mi hanno mandato un messaggino che diceva Hey, giovane cliente, hai diritto ad una revisione della tua bici.
Credo che ce ne avrò bisogno, in effetti.
Però come ci arrivo, da decatlon, che i pedali girano a vuoto come la biglia nella bottiglia di gazzosa?
Spingere ho già spinto, e neanche fino a casa, che oggi non ce la potevo fare.
L’ho lasciata nella terra di nessuno. E se un ladro se la ruba, cazzi suoi che deve spingere e poi portarsela lui da decatlon per la revisione, giovane cliente.
Se invece nessuno me la ruba.
Chi ha qualche idea per portare la bicibellula dal veterinario?
Faccio venire Decatlon a me?
Me la faccio riparare da Maometto?
Aiutatemi.
Non posso vivere senza la mia bicibellula.
Anche se, s’intende, posso smettere quando voglio.

6 commenti:

paolino ha detto...

Non vorrei dire, ma la catena si è spaccata? O è solo uscita? No, perché, se ti è uscita la catena rimetterla su è un'operazione due secondi due... Se invece è spaccata beh, altra storia.

Come sai se si è spaccata? Facile, è aperta come una collana rotta.

Anonimo ha detto...

Fai così.

Compra un ghiacciolo alla cola o alla menta.

Abbi cura di gustartelo come un bel bacio. E dall'estasi lascia che la carta appiccicosa ti appiccicchicchi tutte le ditacce.

Tieni in bocca la stecca, ma non romperla.

Butta la carta nel cestino e voltati verso la bicibellula.

Poi ti metti al fianco, dalla parte della catena, in posizione ranocchio.

Usi la bacchetta per sollevare la catena e l'appoggi appena sulla corona, dove ci sono i dentini. Lascia lì la stecca e la catenza in equilibrio.

Con una mano sollevi la bici, con l'altra fai girare i pedali.

Stu-tlunc al contrario.

:-)

lanessie ha detto...

@paolino: è solo uscita, direi...come disse tuo padre della spalla rotta di tua cugina :-)


@anonimo: al di là delle letture facilmente freudiane, lo trovo un consiglio geniale :-)

e. ha detto...

Se è solo uscita io lo so fare. Lo facevo sempre da piccola. Macchè stecchino, si fa con le dita, in scioltezza...sempre al di là delle letture freudiane, s'intende!
Se facciamo la polenata del giovedì e se mi porti un guanto da cucina, che se no mi rovino la manicure, te lo faccio stasera.

Anonimo freudiano ha detto...

Ho cominciato a leggere e dicevo, Cazzo la E. che maschia... non ha mica paura di sporcar ... "Portami un guanto da cucina, va'!" E ho riso... tanto tanto tanto...

Credo che lo stecco funzioni altrettanto bene che le dita e non bisogna avere guanti in giro...

Sempre fuori dalle metafore... =>

lanessie ha detto...

io non ho stecchini, a casa.
Tenterò il guanto da cucina stasera...

:-D