giovedì, aprile 23, 2009



C'è un mio acuto senso di colpa costante nell'aver smesso di scrivere di politica.
Vado a vedere, e l'ultimo post politico è datato 12 marzo, e non è neppure un granchè.
Ma c'è di peggio, c'è che io adesso compro il Manifesto e leggo le pagine di politica solo se ho finito tutte le altre, compresa l'economia.
Che, voglio dire, allora potrei abbonarmi a Gente.
Perchè non ce la faccio.
Il privato si fa strada a gomitate, ogni volta che mi metto davanti al computer.
C'è anche che quest'anno il mio è un privato ingombrante. Elefantesco. E ingestibile.
Ma c'è anche che, da una parte, non posso negare un mio triste declino nell'insofferenza.
E dall'altra faccio i conti con una felice scelta lavorativa che mi porta a fare politica tutti i giorni, veramente, sul territorio, così il mio dna politico va a rovesciarsi lì, e lascia spazio al privato, nel privato.
Non come prima che mi si confondevano i piani continuamente.

C'è però che vorrei parlarvene ogni tanto, del mio lavoro politico, non solo nelle sue parti divertenti, ma non è facile perchè è un lavoro dei piccoli risultati, è un lavoro da sette passi da formica, quattro passi da gambero.
Ottenere un dialogo tra una ragazzina tamil e un'ecuadoriana, vederle confrontarsi sulla loro cultura, per me è un lavoro politico, è un grande risultato.
Ma poi racontarvelo, quello è difficile.

Perchè, e questo mi sembra il punto, anche noi ci siamo abituati a questa legge dei grandi numeri, ai risultati Ponte sullo stretto di messina, ai risultati Tav, ai Concerti di capodanno, a Quanti eravamo in corteo? seimmmmilioni.
Visibilità, dicono tutti.
Un progetto invisibile non interessa più a nessuno.

Ma io è un mese che mi tengo sul gozzo questa cosa della CGIL che ci ha fatto partire con i pullman mezzi vuoti al corteo di Roma.
Questo è quello che ci succede ad accettare la legge della visibilità: che siamo pochissimi compagni in tantissimi pullman vuoti.
Invece io avrei preferito 30.000 persone che ascoltano un discorso profondo, piuttosto che due milioni ad ascoltarne uno inconcludente.

Allora, adesso che è il 25 aprile, io scrivo questo post di politica e cerco di buttare lì un che fare, anche come risposta all'amica E, anche come incentivo alla Streganocciola che la deve smettere di intristirsi anche per il mondo, se già lo fa per sè stessa.

Io penso che la nostra rivoluzione, adesso, è trovarci i nostri percorsi antifascisti invisibili.
Nel personale, sicuramente, perchè io credo che il trucco di Teresa Noce fosse quello di sentirsi preziosa dentro, preziosa per sè e per la rivoluzione.
E nel politico, poi, che adesso è importantissimo.

Io credo che nessuno di noi dovrebbe passare una settimana senza aver fatto qualcosa di incisivo, seppur microscopico.
L'antifascismo è invisibile agli occhi.
Ognuno deve far passare una settimana, secondo me, arrivare alla domenica, ripensarsi e poi chiedersi Ho fatto qualcosa, questa settimana, per evitare di lasciare questo paese nelle mani di La Russa?
Se si risponde di no, credo dovrebbe sentirsi un po' in colpa.
Se si risponde di si, ha fatto qualcosa di grande.

Vi racconto questa storia, prima di chiudere, anche se ho il dubbio di avervela già raccontata.
Ma magari ve la siete dimenticati.
Ho intervistato un partigiano, l'anno scorso, che mi ha detto Subito dopo l'8 settembre, io sono venuto a sapere di una riunione segreta di antifascisti. Così la sera mi sono alzato e di nascosto da tutta la mia famiglia sono andato là. E quando sono entrato, su una sedia c'era seduto mio padre, in un'altra mio fratello.
Non c'eravamo messi d'accordo, non sapevo neppure che loro fossero antifascisti militanti. Ma ci siamo trovati là.

Ecco, adesso faccio la morale.
La morale è che in quella famiglia, come nella società, era passato un antifascismo invisibile e costante, tutt'altro che sbandierato, tutto il contrario delle adunate in piazza venezia.
Ed è quello che ha vinto.

Quindi, finchè l'ovra non c'è, se non c'è, parliamone.
Ma soprattutto muoviamoci, anche silenziosamente, in bicicletta, se non riempiamo i pullman.
Prima o poi li riempiremo.
Buon 25 aprile.

10 commenti:

lastreganocciola ha detto...

ma proprio d'accordo, ness.

e. ha detto...

D'accordo, e ti dirò di più. Io mi impegno solennemente a fare un post a settimana con i miei passettini da formica. Così non ci ritroviamo più a fare un postpolitico ogni quattro mesi. E anche non ci ritroviamo troppo demoralizzati, che almeno lo sai che cosa hai fatto per il mondo, settimana dopo settimana. Perchè poi finisce che lo dò per scontato, e invece l'antifascismo iniettato all'Orchetto potrebbe non essere così scontato...
Grande nessi, grazie.

Stakanov ha detto...

Sai benissimo come la penso. Te l'ho detto questa mattina sul tram. E non era una dolcezza, ma la vera verità.

^_^

massimiliano ha detto...

oggi a villa bombrini ho visto una marea di bambini. e ho visto tante persone che hanno conosciuto un pezzo di città che stava a pochi metri da loro ma non ci avevano mai mess piede. Oggi ho visto tante persone che entravano nella villa e dicevano: quando ero piccolo qui c'era... e questo mi dava il senso della storia. E ho visto gente che mi vuole bene, guardarmi con l'aria "sono contento che ci sei di nuovo". E oggi era il venticinque aprile. E tutto questo era molto bello. E non molto visibile. Ciao nessie, va bene così?

Anonimo ha detto...

io i miei micro passetti da formica li faccio tutti i giorni con la bimba che diceva "oh, ma io mica ci parlo con aumbaaumba" e ora invece è compagna di banco di Bilal (fu aumbaaumba) e lo aiuta "perché neanche sapeva scrivere la parola 'Francese', figurati i verbi irregolari", e poi li faccio col compagno pettine ascoltando i suoi comizi in macchina il 25 aprile, però io un anno e mezzo fa i passi li facevo un po' più grandi, così mi sembrava, erano sì più visibili, anche se chiamare "visibilità" 4 vecchietti a rivarolo, 6 bambini in piazza martinez, 8 gatti a villa imperiale, 10 partigiani incazzati a mondovì, un numeroso pubblico al garage mi pare quasi un'esagerazione, comunque diciamo "unpo'visibili" insomma a me pareva di farli più lunghi questi passetti e mi sentivo meglio perché io non so scrivere i post, ma so salire su una cassetta della frutta e parlare ad alta voce e so anche raccontare una storia. Se voi, tutti, ricominciaste a scrivere magari anch'io riuscirei a salire di nuovo sulla mia cassetta.
H

e. ha detto...

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Compagna, hai ragione da vendere.

lanessie ha detto...

Con ordine.

@E : se fai anche solo in modo che l'orchetto non ci ammazzi a sprangate una sera in un vicolo buio, ti dobbiamo già tutti un favore.

@Stakanov: sul tram?!? :-)

@Massimiliano: oh, benvenuto :-) ...io, invece, ti ho visto giocare a calcio in un prato vuoto con un piccolo M. e già quello era un meraviglioso 25 aprile :-)

@ anonima H, attricebionda: Lo so. Ce li ho i sensi di colpa da latitanza teatrale.
Però ho pensato che poi ognuno sa di sapere fare uno, due mestieri.
Io il teatro non lo so fare. Tu si, invece, ad esempio. Allora hai ragione che è successo, che senza la mia parziale competenza è andata a puttane anche la tua meravigliosa abilità.
Però forse è questo l'anello debole. Che per farti salire su una cassetta della frutta ci debba essere io che la reggo da sotto, e male.
Mi offro per cercare, con te, qualcuno che ti faccia salire, e che poi sia veramente capace i sorreggerti, mentre incanti il pubblico con il tuo antifascismo da Hyde Park.

Stakanov ha detto...

Non eri sul tram quando t'ho telefonato? :-)

Boh, ho sognato, forse...

lanessie ha detto...

ma tu hai mai visto un tram a genova, hai mai???

:-)

Anonimo ha detto...

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