sabato, dicembre 19, 2009

Nevicava. E io avevo sbagliato le scarpe




Non c’è modo di scaldare vico dolcezza.
Ieri, dopo aver camminato nella neve al ritorno dell’ultimo Fratelli Cohen, ho pensato che potevo chiudere a chiave in un cassetto l’ansia da conguaglio, e lasciare il riscaldamento acceso – seppur al minimo – per tutta la notte.
Nonostante questo, adesso sono rintanata sotto il piumone, facendo colazione ascoltando blues (I’m a hooooochie coooochie maaaan), senza avere la forza di uscire nel freddo gelo. E il gatto signor Siberia la pensa come me, che ronfa acciambellato accanto al motore del portatile.

Stanotte la neve si è ritirata con la stessa velocità degli italiani a caporetto. Rimangono coperti soltanto i vasi e la bicibellula. Troppa poca per fare a palle di neve e per costruire un pupazzo in cortile.
L’ultimo dei Fratelli Cohen non saprei dirvi di cosa parla. Di ebraismo, innegabilmente. Per il resto, non saprei. Qualcosa che mi ricorda i Buddenbrock ma anche le storielle di Moni Ovadia, un pezzetto di infanzia, una spolverata di woody allen prima maniera, un pizzico di Roth.
Un film da intellettuali di sinistra, comunque. I tre ragazzini dietro di noi, che avevano evidentemente sbagliato sala, facevano le ombre cinesi col proiettore pur di non fuggire.

E poi, è successa una cosa strana.
C’è un personaggio, nel film, che ad un certo punto si mette un cappello e sale su una canoa.
E io dico: “Minchia: l’omm della tempesta!”. E tutti ridono. E in quel momento, nel film, gli sparano.
Ma poi, cinque minuti dopo, il personaggio è vivo.
Allora noi abbiamo pensato che ho fatto succedere una scena del film che l’abbiamo vista solo noi, che ho attivato un’allucinazione collettiva con la mia rabbia.
Se andate a vedere il film anche voi, me lo dite se all’uomo ossessivo con il cappello sparano anche nella vostra versione?

Adesso mi faccio forza, mi vesto e esco.
Devo omologarmi alla massa e fare i regali l’ultimo sabato possibile.
Quando avevo del tempo libero, sempre che li prendevo in giro, quelli degli acquisti l’ultimo sabato pomeriggio prima di Natale.
Ho solo oggi, perché domani vado a lavorare ad una cosa che ho scoperto essere pagata dal figlio dell’uomo che non citerò qui, ma vi lascio il link alla sua foto e vi dico anche che è quel signore con cui Genova diciamo ha qualche conto in sospeso.
Non lui paga, domani; suo figlio.
Ma insomma.
Ho il dubbio di darmi malata.
Si che i soldi li prendo e non li do.
Si che se uno fa l'assessore alla cultura (sic) è ovvio che dia i soldi e che quindi se lavori nella sua città prendi i suoi soldi.
Ma cazzo, parlava del nostro progetto sul comunicato stampa.
Io con la coscienza fatico a venire a patti. E 500€ in quattro sono meno di trenta denari.
Se domani mi tende la mano cosa faccio?
Stanotte ho pensato che se succede, faccio finta che mi stia suonando il telefono e mi allontano.
Mi sembra l’unico modo per riuscire ad evitare la stretta di mano senza far scoppiare un casino galattico.
Ma se avete delle idee migliori avete tempo fino a domani mattina per suggerirmele.

3 commenti:

lastreganocciola ha detto...

urgh...

zit ha detto...

ma senti nessi io cercavo tanto qualcuno che me lo spiegasse, perchè evidentemente non ho il background culturale adatto a capirlo e ho aspettato con frustrazione che finisse, sebbene non facendo le ombre cinesi con le mani come i ragazzini dietro di te...non potresti raccontare COSA vuol dire sto film? fai la nataliaaspesi della situazione, ti prego...perchè a me Il mio amico Eric è piaciuto tanto ma questo proprio non l'ho retto...

lanessie ha detto...

ecco...si...allora...mmm.
...Io conosco 4 persone che hanno visto il film dei fratelli cohen.
Allora, faccio così: lancio il tema Fai anche tu la recensione sul tuo blog. Poi le confrontiamo e vediamo se abbiamo capito qualcosa di più.
ok?
:-)