mercoledì, dicembre 30, 2009



PENSIERI SPARSI NELL'ULTIMO POST DELL'ANNO


Il Circolo Luogo dell'anima si prepara ad ospitare il suo primo capodanno: avevamo quaranta posti disponibili e abbiamo 52 prenotati. Sarà un capodanno da Guinnes dei primati, del tipo In sessanta in una cabina telefonica mentre suonano la tromba.
Però l'importante è che stamattina siano arrivate le sambuche, lo zedda piras, gli amari, i passiti, gli spumanti e il vino rosso: siamo ufficialmente pronti.

Dei 52 posti prenotati, una marea sono i miei amicici che sono carini e vengono tutti al Circolo anche se non garantiamo sulla cottura dei tortellini, sulla presenza delle sedie, sul riscaldamento, sul ripieno del pandoro. Perchè siamo un Circolo, mica il FrecciaRossa. Noi facciamo il nostro, lo facciamo come viene e ammettiamo le imperfezioni. E' una filosofia di vita che adoro.

Sono andata nel mio negozio preferito ("le follie intime di P.") e ho comprato un paio di calze che Signora mia. Perchè va bene lavorare, ma capodanno è capodanno. Neanche quell'anno in Val di Susa avevo ceduto agli scarponi.

Mi hanno raccontato che i Circoli a capodanno sono come la Scuola Diaz al G8: fuori dalla porta si appostano l'igiene, i vigili, la finanza, finanche il Bava Beccaris per fare le pulci a noi poveri sfigati. Ammetto che mi è venuta un po' l'ansia. Mi giurate che non proverete ad entrare senza tessera?

Ieri ho letto fino a tardi, come amo fare quando sono in vacanza, e sono finalmente, finalmente riuscita a finire Quasi un'estate di Lia Levi.
E' bellissimo e triste. E' un libro che è una piuma. E' un racconto che si appoggia dritto dritto sul cuore, come il racconto di una nonna.
Io mi sento di consigliarvelo come il libro dell'inverno 2010.

Così, il prossimo post sarà l'anno prossimo.
E di solito a questo punto si scrive di quello che ci si aspetta e di quello che si desidera.
Io, non so, mi sembra che ho già lasciato scorrere fin troppa tristezza con il post delle conserve, e se adesso mi metto a fare l'elenco dei desideri finisce che sembro un libro di Danielle Steel e voi avete il diritto di uccidermi.
Quindi niente desideri.
Li lascio chiusi nei barattoli, tanto non c'è neanche nulla di particolarmente originale.

Io, se c'è una cosa che mi piace da morire di questo capodanno, è che suona per due ore mio fratello. Due ore dico io, lui dice molto meno, ma secondo me poi lo pungoliamo sull'ego e si mette ad inanellare decine di bis imprevisti.
C'è che spero di poterlo sentire, mio fratello che suona, e mi piacerebbe anche fare un pezzo insieme. Anche se lui è un mese che fa le prove ed è bravo, e io non ne ho fatta neanche mezza e sono molto meno brava di lui.
Ma anche in questo, non siamo mica il FrecciaRossa.
Io continuo a pensare a quale canzone vorrei fare con mio fratello domani notte e quelle che mi vengono in mente sono troppo difficili.
Tipo Il bacio sulla bocca di Fossati.
Allora, farò come al karaoke.
Sbircerò nella scaletta di mio fratello e sceglierò la canzone alla mia portata.
Forse.
Se non canto vuol dire che sto affrontando il Bava Beccaris della finanza, sotto lo sguardo dello Spirito Guida Giovanna Marini.

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