martedì, ottobre 06, 2009

Avevo scritto tutta questa risposta nei commenti.
Poi mi è sembrata veramente troppo lunga per postarla lì.
Però, prima di leggerla, andate a vedere le osservazioni di Zit e Valeparigi al post precedente, che sono acute e importanti tanto quanto.

Mi viene da pensare che forse molto abbia a che fare con la propria storia personale, con quello che uno ha fatto e visto crescendo.
Io non sono abituata, per storia mia, ad ascoltare il lessico televisivo. Neanche quello "buono" intendo, quello di Santoro o della Dandini.
Per storia mia personale leggo di politica o la ascolto attraverso altri mezzi, di cui il più di massa forse è il teatro.
Ma, ripeto, è la mia storia.
Sono io che non sono abituata alla moderazione classica dei dibattiti televisivi, all'accentuazione dell'enfasi da piccolo schermo. Ho tempi letterari, ho una retorica da tabloid.

Quella di sabato, lo ribadisco, a me è sembrata una manifestazione televisiva.
Televisiva nella scaletta degli interventi, nella scelta dei "testimonial", nel lessico.
Parlare di Marco Biagi come di un eroe, lui che ha portato il precariato in Italia, è una cosa che mi aspetto di sentire a Porta a Porta.
In una nostra manifestazione io mi aspetto dei doverosi distinguo con i brigatisti, ma non certo una glorificazione del personaggio.
Mi dispiace se posso essere stata snob.
Può anche essere che lo sia.
Però, concedetemelo, è snobismo preoccupato.

Non ho visto una massa critica, sabato, ho visto perlopiù una massa incazzata.
E questo già è importante, in un momento come questo.
Ma ho visto applaudire l'adesione alla manifestazione di striscia la notizia come se fosse una cosa divertente.
Io trovo che striscia la notizia abbia delle colpe pesanti sul rincoglionimento di questo paese, e non voglio accanto a me in corteo il gabibbo, che magari si è rotto le palle del Nano, ma comunque presenta Veline.

Non lo so cosa mi aspettavo, Zit.
Ho visto mille piazze intelligenti e propositive, nella mia vita da manifestante. Ho visto manifestare pratiche alternative di vita, ho visto applaudire chi almeno diceva di provare a trasformare il mondo, nei contenuti e non nella forma.

Sabato, invece, ho visto la celebrazione del meglio di ciò che abbiamo nel presente - e Saviano e Marcorè lo sono - ma non ho visto chiedere altro, non mi è sembrato che nessuno chiedesse di più.
Ho pensato questo, sabato: che una volta volevamo il pane e le rose e adesso ci accontentiamo di Ballarò.
Mi dispiace se è snob.
Io più ci penso, più ci sto male.

Detto questo, c'è chi queste cose le ha virate un po' più nell'ottimismo. E' la Strega Nocciola. Leggetela, che il suo discorso dell'Aventino è giusto anzichenò.

11 commenti:

lastreganocciola ha detto...

grazie della segnalazione a rimbalzo :-)

Anonimo ha detto...

Secondo me lo snobismo c'è sempre stato ed è semplicemente ridicolo nasconderlo.

C'è lo snobismo "io non conosco nemmeno una canzone dei cartoni", quello "io si, tutte", quello "integrale" e quello "arricchito di fibre", ma sempre di snobismo si tratta e di fottuti elitaristi ci trattiamo.

D'altra parte, ad essere cresciuti a pane ed elite culturale del proletariato, un po' di snobismo è prevedibile.

Quello che mi sconcerta è la miopia. Miopia di chi pensa che esistano più di 30 persone cresciute senza tv (o più di 30 nerd con un'identità politica). Per questo io sarei stato dalla parte dell'omm 'e panza della tempesta (che quindi è 'omm 'e sustanza, della tempesta) nel dire che ban vengano i piddini confusi in piazza!

Ben vengano i dipietrini che hanno scoperto la politica negli ovetti DeMagistris, ben vengano gli obnubilati da tubo catodico, ben vengano le masse senza ragione, cazzo!

O veramente pensavamo di cambiare le cose DA SOLI?

E tu, che giustamente usi altri mezzi, dimmi un po': chi li conosce le tue fonti? Non leggi anche tu Travaglio sul Web? Che i mass media ci facciano schifo perchè mass, ci posso pure stare, ma che abbiano cominciato a farci schifo anche se media, beh, questo è grave, molto grave.

Augh!

Il pastore che non si logga.

Tom ha detto...

Continuo a pensare che le aspettative di una "manifestazione di sinistra" per questa volta abbiano davvero falsificato la lettura di quello che è successo in piazza.

Non era - e non doveva essere - una manifestazione di sinistra. Non si stava parlando di "Satira" (la voce del popolo contro i potenti) ma di "Informazione" e "Libertà di Espressione". Questi temi non devono e non possono avere un colore politico. Devono piuttosto avere un valore civile.

Che poi, storicamente, la sinistra si sia (s)battuta più volte e più volentieri per questi temi che non la destra, è affare della destra (più caprona che struzzo).

La sinistra non può e non deve dimenticare che Libertà di informazione e di espressione valgono per tutti. E tutti devono poterla riconoscere come un valore condiviso.


L'omm della tempesta

valeaparigi ha detto...

Grazie per la risposta, Nessi, perchè confrontarsi è sempre interessante e a me insegna parecchio. Sono d'accordo con te su Biagi e posso esserlo anche sul fatto che il livello della comunicazione in questa occasione sia stato, se non mi piace dire abbassato, almeno ridimensionato ed accordato alla "cultura" che ci viene data in pasto quotidianamente. Credo di avere più o meno la tua età e di non avere come primo riferimento la televisione, di non vivere di miti preconfezionati, ma di essermi sempre andata a documentare e soprattutto di tentare più che posso di mettermi in discussione. Perchè certe volte mi è capitato di essere parecchio intransigente verso chi era dall'altra parte o anche solo più moderato di me, ma poi ho capito che forse il mio modo di vedere non era il più tollerante del mondo. E forse neanche il più democratico. Non accetto la strada del meno peggio, certo, e sono triste, amareggiata e incazzata quanto te di come stanno andando le cose, però credo anche che il mio ideale di SINISTRA sia accogliente e non il contrario, e soprattutto capace di riconoscere dignità a tutti, anche a chi magari a teatro non c'è mai andato o è la prima volta che scende in piazza per manifestare le proprie idee. Sono convinta che la distanza che sentivi tra te e tanti altri durante la manifestazione esista, sia profonda e certo faccia pensare sia te che me, ma a crearla forse è anche un certo modo di pensare e di pensarsi. Di credere che per dirsi di sinistra veramente occorra esprimersi in un certo modo, leggere certe cose e aver partecipato alle manifestazioni quelle dure, mica a queste all'acqua di rose. Questa distanza la crea forse anche il sentirsi un po' più intelligenti, un po' più sapienti, un po' più scapigliati e di non avere più tanta voglia di parlare con chi la pensa diversamente, ma solo con chi ci ascolta e la pensa esattamente come noi. I compagni che voglio non sono identici a me, come non lo sono gli amici e la gente per la quale ho rispetto e stima.
Continua a piacermi il tuo blog, continua a piacermi l'idea che esistano persone attive e partecipi come te, ma mi piace anche pensare ad un'idea di fratellanza e socialità vere che vadano ben al di là di tanti stereotipi. Mi è venuto da pensare al film "Ovosodo", ecco, forse quel film esprime bene quello che volevo dire.

Un saluto affettuso
Vale

lanessie ha detto...

C'è una cosa che mi va di sottolineare, ben contenta che il dibattito scorra anche senza di me e, certamente, arrichita dallo scambio.

Quando io dico di essere rimasta delusa dalla piazza, dò per scontato che - singolarmente - tra 500.000 persone, ce ne fossero parecchie, oserei dire la grande maggioranza, con cui sarei andata volentieri a cena, e con cui avrei magari discusso anche piacevolmente di pane, rose e rivoluzione.
Voglio dire: non è perchè io vado a teatro che parlo solo con i fighetti della paolo grassi. Anzi.
Credo di avere una vita e una storia che lo dimostrano, se mai dovessi difendermi davanti al tribunale della storia.

Però una piazza non si comporta da somma di individui, ma da piazza.
Questa è una cosa molto importante. Non c'è nessun tipo di giudizio personale nelle mie parole.

Sono felice che ci fossero i piddini e quelli di di pietro.
Veramente lo dico.
La questione non è mai stata Cazzo volete alla mia manifestazione, stupidi democratici?
La questione è Cosa vogliono, cosa chiedono 500.000 persone riunite in piazza del popolo? Come lo chiedono, che sogni hanno?

Io non sono rimasta allibita davanti alle bandiere del PD e ai palloncini di Di Pietro.
Sono rimasta allibita dal sentimento della piazza, che mi è sembrato triste e stancamente moderato.

Non per questo avrei voluto una scissione.
Non per questo avrei preferito essere in 300.
Non per questo li ho picchiati.

Come ho detto anche all'omm della tempesta, è stata semplicemente una forma di depressione sociale.

Mi sembra di ricordare che c'è stato un momento in cui tutti volevamo di più e chiedevamo di più, anche se ognuno a modo suo.
Pane e rose, falce e martello, bicicleta e lotta all'evasione fiscale: sono sogni diversi ma almeno sono sogni.

L'applauso invece a me sembra la misura di distanza dal sogno. La celebrazione dell'esistente. La partecipazione a qualcosa che hanno fatto gli altri mentre tu stavi a guardare, partecipando emotivamente.

Non è che chi applaude è scemo.
E' una questione di lotta politica.
Che lotta politica è, un applauso?

Tom ha detto...

il silenzio
la parola
le urla
gli applausi
i bavagli
gli slogan
le mascherate
il nudismo
...


Sono simboli di lotta e partecipazione. Ognuno ha il suo valore, la sua storia, la sua forza. A seconda del momento e del fine.

Mi sbaglio di così tanto?

Anonimo ha detto...

La "moderazione" sta al moderato come la "rivoluzione" sta al rivoluzionario.

Magari quello che per te era depressivo, per il dipietrino alla sua prima manifestazione (dopo due V-day) era esaltazione tachicardica!

Per il resto, l'individualismo personalistico ha già scavato crepacci quasi insormontabili, solo che 500.000 persone si riuniscano per camminare insieme, e manco siano tutte "dei nostri", mi sembra già un buon affare.

Dopodichè si applaudivano anche Enrico, Antonio e Palmiro, l'attenzione sull'applauso proprio non la capisco...

Semp'iss' semp'anonimo...

e. ha detto...

Marco è solo nelle orecchie di chi ascolta :-))))

(adesso la finisco...)

il lettore padovano ha detto...

Credo che sia difficile leggere la realtà quando ci si naviga dentro: nessuno riesce a raccontarti meglio l'Italia di un osservatore svedese o, che so, austriaco.
Credo che questo sia vero per le vicende e per le persone: un occhio esterno è fondamentale per capire quello che siamo.

Io vorrei chiederlo ad uno svedese, o ad un austriaco, se la sinistra di qeusto paese non è poi così lontana da videocracy.
Io, istintivamente credo di si, credo che abbia ragione Lanessie.
Però mi piacerebbe averne una conferma.

Anonimo ha detto...

io a Roma non c'ero ma ti credo ciecamente. rendi bene la probabile atmosfera di una manifestazione che così doveva essere. Manifestazione in fondo figlia delle famose 10 domande di Repubblica, che ci hanno sfracassato i maroni per mesi e mesi e mesi.
Figlia della libertà di voyerismo più che della sacrosanta libertà di informazione.

Figli di una sinistra che - soprattutto al femminile - mitizza una veronica che pure col nano ci è stata per decenni. e che aveva occasioni migliori e più politiche per andarsene appellandosi alla propria dignità. Una buona metafora del pd, la veronica.

e allora il massimo rispetto e anche un grazie a quelli come te che pure in manifestazione ci sono andati. La storia è lunga e ci stanno pure punti di caduta come questi.

Grazie grazie grazie!

Manuela

lanessie ha detto...

Che bello che questo dibattito va avanti. Grazie a tutti i commenti...!
:-)
(Monica, si, concordo pienamente su Veronica come metafora del contemporaneo :-)