lunedì, dicembre 01, 2008



Ognuno ha il suo posto dell'anima.
Il mio posto dell'anima, il resto del mondo un po' lo odia.
E' la Lombardia.

I posti dell'anima non è che bisogna andarci a vivere.
Sono quei luoghi dove senti il bisogno, fisico, di andare. Per un pochino, per qualche giorno. Tutta la vita, no.
Io un po' sono appesantita dagli eventi, in questo momento.
Non affaticata, non proprio triste, un po' appesantita.
Sento le cose che succedono, le cose da fare, bloccate lì sullo stomaco come il cotechino con le lenticchie.
Per digerirle, Gaviscon e Lombardia.

Perchè poi in Lombardia succedono delle cose strane, a chi vi elegge il suo luogo dell'anima.
C'è stata una volta che la domenica mattina mi sono trovata in un'aula a discutere del futuro del futurismo.
Un'altra, all'improvviso, alla mostra di Bruno Munari.
C'è stata la volta del lago di como ad agosto che sembrava novembre.
E il mio primissimo spettacolo teatrale.
C'è stata la volta che ho fatto indiana jones nel fiume.
E lo sciopero degli autobus con tutti i milanesi appiedati e incarogniti.
Ricordi d'infanzia a parte.
E a parte i mille cortei.
Ci sono state tutte le interviste ai partigiani, che mi hanno cambiato la vita.
E il prete filippino che cantava Baglioni al karaoke.
Quella volta che abbiamo fatto le sette del mattino discutendo Andy Wharol si o no. E poi abbiamo fatto colazione.

Ho quattro giorni di Lombardia che mi aspettano.
E voglio tornare qui dopo aver fatto due cose importanti.
La prima è prendere un treno per omegna e andarmene al Parco della Fantasia Gianni Rodari, e poi dirvi com'è. Che poi a Omegna c'è anche il lago.
La seconda.
La seconda è che raccolgo il coraggio e chiamo il mio Partigiano di riferimento.
Non lo sto chiamando, lui non si è più sentito.
Ho un po' paura che sia l'ennesima pessima notizia del 2008.
Ma raccolgo il coraggio.
Lo chiamo.
E se va tutto bene, vado a fare un giro in maggiolino con lui.

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