domenica, novembre 21, 2010



E poi arrivano delle domeniche che ci siamo scoperti innamorati.
Ma non innamorati semplici.
Innamorati pazzi.
Arrivano delle domeniche che fuori è inverno.
Ma dentro è tutto un amore che non ci si può credere.

Perchè non è semplice vivere con noi.
Lui per le sue ragioni.
Che sono tante e che si riassumono nella frase della E.S. che disse "Va beh, e cosa pensa, di essere Un uomo semplice?".
Io perchè vivere con me è un lavoro.
Mi dimentico le cose.
Lavoro 150 ore al giorno.
Ho sempre una cosa da fare che mi ero dimenticata di dirgli.
Quando non lavoro, ho turno al circolo luogo dell'anima.
E non mi piace nè il cavolo nè lo stoccafisso.
Odio lavare i piatti.
E sviscerare il pesce all'alba per i gatti, anche se poi lo faccio lo stesso.
I piatti, invece, non li lavo quasi mai.
C'è sempre una cosa in cui inciampo, un bicchere che rompo, una cosa che non mi ricordo dove l'avevo messa.
E faccio delle scene isteriche se vedo i topi, come quella volta che è dovuto venirmi a prendere sotto casa.
Ci sono domande che faccio mille volte e mi dimentico sempre la risposta.
Continuo a non capire come si chiude la finestra della camera.
Non mi piace la sua felpa verde, e non mi va che giri con uno zaino microscopico sulla sua schiena larga.
Sono una terrificante rompicoglioni.
Devo stare attenta alla curva glicemica.
E non riesco a memorizzare la sua data di nascita.
L'anno si, ma non il giorno.
Quindi sappiamo già tutti e due che sbaglierò con gli auguri.
Quando non lavoro e non ho il turno, ho il coro.
E quando non lavoro, non ho il turno e non ho il coro, ho le riunioni con l'associazione ranocchia.
Lascio immancabilmente il pranzo che lui mi ha cucinato con amore nel frigo, la mattina, e mi compro una pizzetta alle 2.
Nove volte su dieci, quando mi chiama, bisbiglio al telefono Scusa sono in riunione, ti richiamo.
E poi torno a casa e mi faccio dei pianti lacrimosi sulle mie responsabilità da dirigente.

Quindi, capirete bene che non è banale.
Scoprirsi una domenica così innamorati.
Io non ci avrei scommesso una lira. Perchè sono un'inguaribile ottimista sempre.
Tranne che sull'amore.
L'amore per me è un bicchiere mezzo vuoto.
E invece è successo.
Dopo un pranzo dai suoceri, tra l'altro.
Che dovrebbe essere una di quelle cose che uccidono l'amore e gli ormoni con un preciso colpo alla nuca.
Invece niente.
Dopo i suoceri c'è stata una luce invernale al porto antico che valeva la pena di vivere, e poi la mostra di Costantini, e tornati a casa eravamo così innamorati.
Così innamorati che poi lui è andato al Circolo Luogo dell'anima, che era il suo turno in cucina.
E io sono rimasta a scrivere la newsletter e adesso il blog, invece che cambiare le lenzuola e piegare i vestiti asciutti.
Così innamorati che lui tornerà e scoprirà che ho snobbato la sua cena in frigo e mi sono fatta un'insalata.
E che il mio gatto ha di nuovo pisciato sul copridivano.
Lui tornerà, e avrà una felpa verde.
Ma nonostante tutto, e per tutto questo, saremo ancora innamorati.

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