Tra i 14 e i 15 anni, con un articolo sul giornalino scolastico, sono meravigliosamente riuscita a rovinarmi tutte le amicizie.
Nell'articolo accusavo - con la capacità di mediazione di un terrorista - tutti i miei compagni di scuola di essere dei piccolo borghesi impegnati a scegliere le scarpe giuste con cui fare la rivoluzione.
Tutti omologati dietro alla musica punk, all'inter-rail, alle all stars rosse e al mito del sub comandante marcos.
Ero tremendamente convinta di avere ragione, io che mi sentivo superiore e mi facevano schifo i Ramones.
Riletto a distanza di 10 anni, quell'articolo era una minchiata.
Era lo sfogo di un'adolescente che si sentiva diversa, che non sapeva trovare un canale di comunicazione, che si vedeva brutta e tremendamente intelligente. Che era profondamente convinta di essere un'intellettuale e più se ne convinceva più sembrava cretina.
In ogni caso, a distanza di 10 anni, posso dire che l'analisi non l'avevo neanche sbagliata del tutto. Che l'ho vista C., maglietta di Marylin Manson Usa tour 1996 e stella rossa sul cappello, diventare una farmacista vestita come una portavoce di cielle.
Perchè se su una cosa ci avevo preso, era l'istintiva diffidenza innata nei confronti di chi trasgredisce per trasgredire. Nella mia adolescenza d'attacco avevo annusato l'inconsistenza, e non mi ero sbagliata.
La soddisfazione di poter dire a 25 anni che su C. ci avevo preso, non valeva certo la candela di una vita di insicurezze.
Potevo anche evitarmelo, l'articolo. Gli altri scrivevano tutti di vacanze al mare e Elezioni d'Istituto. Io mai. Io sempre testa di cazzo.
Ma avevo 15 anni, e ognuno l'adolescenza la butta via a modo suo.
In ogni caso su una cosa avevo sbagliato sicuro.
Ed era il sillogismo.
Non avevo capito che se tutti gli uomini di Atene portano le all stars rosse, e alcuni di quelli che portano all stars rosse resteranno sempre dei piccolo borghesi, non tutti gli uomini di Atene resteranno sempre dei piccolo borghesi.
Io, che mi vergogno a distanza delle minchiate che faccio, e mi imbarazzo anche quando le figuracce le fanno gli altri, l'articolo incriminato a casa ce l'ho, ma non riesco a rileggerlo per intero. Mi imbarazzo e divento rossa e mi dico ma che scema che ero.
Però per lo meno sono dieci anni che ho imparato le regole base del sillogismo.
Così, signora Valeria che leggi il blog dell'AmicaE, io inizio le frasi con il Che ma odio Rossana Campo. E, ti stupirò e a volte mi stupisco anch'io, ma ci sono anche persone intelligenti che amano Rossana Campo. Una di queste è l'amicaE.
E se tutti gli uomini di Atene iniziano le frasi con il Che, bisogna saper leggere il sillogismo.
Perchè a volte può anche essere il segnale di una generazione omologata, ma a volte si chiama soltanto Esercizio di stile.
6 commenti:
e se il Che inizia le frasi con "Atene"?
E se Atene dà la cittadinanza onoraria al Che?
Che poi, mica tutti gli ateniesi c'hanno le allstarrosse...
Eh? Che? :O)
Figurati, se avevi quattordic'anni te lo avevo
pubblicato io quell'articolo e non ci credo che fosse
brutto. Ma adesso PRETENDO di darci un'occhiata.
Un bacio dalla tua amica con le ol-star rosa sciocching..."
@ l'amicaE: eh no, tesoro, era l'anno dopo. Quando tu già eri una felice universitaria e io ancora una stupida adolescente
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