V PER VENDETTA
Io mi presento puntuale tutte le mattine alle otto e mezza.
Saluto, cerco il sacchetto con il libro delle vacanze, acchiappo il
Cugino Dudley per il braccio mentre cerca di defilarsi tra phon e spazzole tonde.
E parto a passo di marcia verso la biblioteca.
Nel tragitto rido del suo prendermi in giro perchè non ho un telefoninofico una macchinafica una motofica gli occhialifirmati le scarpedidolce&gabbana.
Lo faccio sedere e inizio a lottare con il suo Ho sonno Ho caldo Ho freddo Mi compri le caramelle Io questo a scuola quest'anno non l'ho fatto Come faccio a fare le addizioni con numeri piu' grandi del dieci se ho solo dieci dita?
Gli faccio fare le pause relax, lo faccio andare in bagno anche quando so che è una scusa, faccio finta di credere alla sua ennesima bugia. E in cambio ottengo pezzetti della sua attenzione, riesco a farlo ridere su una filastrocca stupida, ottengo progressi nel lessico e nelle doppie.
Mi ascolto sorridendo l'ennesima storia sui suoi cinque pittbull. Mentre dentro darei una mano per un'accetta affilata.
Gli spiego che in biblioteca si fa silenzio e riesco a farlo parlare ad un volume normale.
Accetto qualche "Ci ho detto" in cambio di qualche parolaccia in meno.
Baratto una pagina in piu' di libro in cambio di una pausa alla ricerca del gatto della biblioteca da accarezzare.
Gli spiego per la quinta volta la differenza tra unità e decina. Rido del fatto che lui mi dica Con te si che capisco, maestra! e poi sbagli di nuovo.
Poi, lo porto a prendere il gelato.
Gli insegno a dire Grazie, Permesso, Per favore.
Ad aspettare il suo turno.
A prendere solo due gusti anche se si, lo ammetto, un gelato con 55 gusti sarebbe piu' estetico.
Gli regalo il mio cono.
Lo faccio sedere sui gradini della Cattedrale e gli impartisco la prima lezione di Rispetto dell'altro dopo che ha apostrofato come Brutto ladro un ragazzo che chiedeva l'elemosina.
Gli apro un culo tale, la volta che gli scappa detto Negro, che poi non apre bocca fino al negozio.
Lo prendo in giro per come cammina con le scarpe firmate e lo minaccio di comprargli quelle con i tacchi a spillo, per la postura.
Gli pulisco la bocca sporca di gelato.
Lo faccio arrampicare sul leone di marmo.
Ascolto tutta la trama di Transformers.
E gli sto simpatica, senza capire perchè.
E ottengo progressi innaspettati.
Adesso, ad esempio, sa usare le h.
E, quasi, legge in italiano.
E dopo tutto questo sudore. E questo sangue. E questa fatica.
E dopo che tutte le mattine mi sveglio con la ferma convinzione di stare contribuendo ad allevare un mostro.
E dopo che limo i canini la mattina in bagno, che crescono alla ricerca del suo sangue supponente.
E dopo che sorrido, addirittura.
E dopo che mi dicono Oh, ma con te è un angelo!
E dopo...
SUA MAMMA MI SBAGLIA IL TAGLIO.
E mi trasforma in una cinquantenne divorziata. In partenza per un villaggio turistico a Cuba.
In una punk che ha finito il gel.
In una prof amica dei giovani.
In una sopravvissuta alle discoteche del '93.
In un "prima e dopo". E io sono il Prima.
Così, la settimana prossima, quando andrò dal Cugino Dudley, gli bacchetterò le dita, gli farò fare le aste sul quaderno, gli urlerò ma cos'hai tra le orecchie, eh? eh? Certo non un cervello! Gli butterò il gelato per terra o la schiaccerò con le scarpe. Gli dirò Ma lo sai che i tuoi non ti volevano? Gli dirò Tanto sei stato adottato. Gli dirò Non troverai mai una donna da sposare perchè nessuna ti vorrà. E se verrai su gay, peggio che mai, agli uomini faresti schifo, con tutta quella ciccia. Gli dirò Sei talmente scemo che prenderai il diploma insieme all'operazione alla prostata. Gli ucciderò i cinque pittbull. Pagherò un serial killer di bambini viziati perchè ne faccia la sua vittima preferita. E mi mangerò le mentine senza dargliele Perchè sono mie.
E sarà solo un piccola, piccola vendetta, rispetto al mio orrido taglio da menopausa.