COME DARIO FO.
L'idea è quella di candidare l'ikea al Nobel.
Tutti, i Nobel.
Il Comitato Sostenitore si è riunito ieri, tra il repato bagno e il reparto camere da letto, mentre stracciava il record olimpionico di 9 ore di permanenza continuativa nel negozio.
Seguono le brevi spiegazioni da sottoporre al Re di Svezia:
Candidiamo l'ikea, innanzitutto, al Nobel per l'Economia, per l'innegabile ed evidente influenza dei pacchi piatti sulla difficile gestione dell'economia familiare.
In secondo luogo candidiamo l'Ikea al Nobel per la pace: sociale, familiare, dell'animo. Ma non per quella dei sensi.
Candidiamo poi l'Ikea al Nobel per la Chimica, con particolare menzione al reparto camere da letto e al reparto cucine. E per aver creato i pasticcini verdi di marzapane.
Segue il Nobel per la Fisica: perfette equazioni per stabili geometrie in piccolissimi spazi.
E il Nobel per la medicina: antidoto meraviglioso contro la depressione, un pomeriggio all'Ikea come alternativa sana al prozac.
Ma già immaginiamo i seri scientisti in doppiopetto scandalizzarsi per una candidatura così poco ortodossa, opporsi alla consegna di un Nobel popolare, preferendo premiare studi su molecole impronunciabili, reazioni chimiche marziane, l'opera di pacificazione di Henry Kissinger.
Ed è per questo che noi umanisti, meno legati al dogmatismo e aperti alle nuove correnti, chiediamo con forza la candidatura del catalogo Ikea al
Nobel per la Letteratura: perchè - queste saranno le parole del Re di Svezia alla cerimonia - come la bibbia in ogni cassetto del comodino, il catalogo ikea soggiorna in ogni bagno, illustrando a parole e a immagini la rivoluzione quotidiana del cambiamento.
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