C'è stato un periodo bellissimo in cui aspettavo il venerdi con l'ansia bulimica della lettrice onnivora.
Era quel periodo di pace dei sensi politici che è stata la presidenza Clinton, che a rivederla oggi fa un po' ridere, ma io se penso agli anni '90 adesso mi sembra che fossero anni facili, tutto sommato anni leggeri.
Il venerdi era il giorno in cui mio padre rincasava con la mazzetta dei giornali e dentro c'erano: L'Espresso, Panorama, Repubblica, il Venerdi di Repubblica, La Settimana Enigmistica, Il Manifesto, a volte L'unità. Trenta centimetri di dimensione giornalistica.
Ovvio che i quotidiani entravano in casa anche tutti gli altri giorni, ma la gioia della mazzetta del venerdi non era comparabile con la misera anoressia degli altri giorni.
Erano gli anni '90, Panorama già faceva quasi schifo, ma non ancora del tutto, la Settimana Enigmistica era precisa e identica a quella del '57 ma anche del 2004, il Venerdi di Repubblica era ancora bruttino, il mio preferito era l'Espresso.
Dovessi dirvi perchè una ragazzina di tredici anni aspettasse con ansia l'Espresso del venerdi io non ve lo saprei spiegare. E' stato uno dei tasselli dei miei amori ciclici nei confronti della carta stampata. Libri a parte, i primi innamoramenti sono stati per Tex Willer e Cuore (avevo appiccicato sul diario di prima media Le 100 cose per cui val la pena vivere), seguiti da un'infinità di pubblicazioni periodiche che andavano da Nick Raider al Mucchio Selvaggio, da Linus a Comix, da Tutto al Manifesto.
Ma L'Espresso del venerdi, per anni, è rimasto la vetta inviolabile della mia godibilissima attesa della notizia.
Poi basta, poi è cambiato il mondo, è cambiata l'editoria, Panorama adesso è una parolaccia e le riviste finisco per leggerle in differita quando capito a casa dei miei.
Ed è così che arriviamo al fatto che stanotte, nell'insonnia broncopolmonare, mi sono letta l'Espresso.
Fa abbastanza schifo, sinceramente.
Parlarsi addosso, viversi addosso.
Però questa settimana c'era questo articolo, bellissimo, di Naomi Klein che poi era l'unica cosa di cui avrei voluto parlarvi, ma poi mi è venuto in mente il mio passato da bambina tabloid e così mi sono persa.
Naomi Klein dice una cosa giustissima, dice Con Israele bisogna comportarsi come con il Sudafrica durante l'apartheid: boicottarne l'economia.
Soltanto da un boicottaggio generalizzato si può ottenere un ripensamento delle logiche razziste e guerrafondaie, non perchè di colpo diventino tutti più buoni, ma perchè capiscano che semplicemente non conviene.
Ha funzionato con il Sudafrica, può funzionare con Israele.
E' il ragionamento di un'economista e, senza voler cadere nello stereotipo alla Shylock, potrebbe veramente essere quello che funziona.
Tra le 100 cose per cui val la pena vivere: boicottare Israele e vedere l'effetto che fa.
8 commenti:
Un consiglio su cosa boicottare per chi non mangia pompelmi, di grazia??? :-)))))
avocado?
...ma in realtà è una proposta per le grandi aziende, tesoro. tranquilla :-)
smentisco in parte ness: la proposta di Naomi, che avevo già linkato dal mio blog per chi se la vuol leggere tutta è rivolta effettivamente al mondo dell'economia e non tanto ai privati.
Però su Forumpalestina c'è anche il codice a barre che contraddistingue i prodotti israeliani, e anche quello è linkato nello stesso mio post
http://lastreganocciola.blogspot.com/2009/01/voci-da-dentro.html
Chè anch'io, esclusi pompelmi bed avocados, non saprei, neh?
si si, pompelmi pompelmi, e intanto israele è da anni un centro d'eccellenza per l'alta tecnologia.. Microsoft, Cisco, Motorola, Intel, HP, Siemens, General Electric, Philips Medical, IBM, Google.. Tutti investono in Israele.
Spegniamo tutti i nostri notebook? (il processore Centrino è sviluppato in Israele)
Smettiamo di usare Google?
Date un'occhiata qui:
http://www.moital.gov.il/NR/rdonlyres/673D0AC0-AA23-46FD-B7A5-079D4EEC2840/0/InvestinIsraelItalianversion.pdf
altro che pompelmi.. :-O
ale
guardato, ale, ma è un promo che cerca investitori, il che significa che non sono poi messi così bene. Ovviamente si vantano di ciò che viene fatto lì, ma proprio questo dimostra che l'idea del boicottaggio può funzionare, eccome.
Noi non possiamo rinunciare alla tecnologia, individualmente, ma per esempio si possono fare pressioni sulle aziende, come è stato fatto sulla Apple per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. E funzionerebbe.
http://www.indicius.it/boicotta_israele.htm
Strega, li avevo già aperti i tuoi linchi, ma non cera un elenco preciso preciso. E poi ho sempre paura di aprire i linchi sulla palestina che l'altro giorno ne ho aperto uno e c'era la foto di un bambino morto che sono stata male tutta la mattina. Ma i tuoi li apro che mi fido.
Detto questo, anche per voi, o visitatori che passate e cercate qualcosa da boicottare, il linco a inizio pagina.
Lì mi sembra che ci sia tutto.
E, comunque, mi sa che per noi rimangono pompelmi e avocadi...
Arrivo tardi ma confermo praticamente tutto quello che è stato detto dai miei validi sostituti.
:-)
E' bello cadere nello stereotipo da Shylock con Israele!
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