martedì, maggio 04, 2010



Ho freddo.
Perchè, ovviamente, i maglioni li ho già messi via tutti, in un raptus domenicale casalingo.
E oggi qui fuori è marzo.

Nella casa numero quattordici non ho traslocato neanche un ombrello, quindi stamattina sono andata alla riunione mensile alla fine del mondo con la sciarpa sulla testa. Ma, come voi razionali avrete già capito, non è servito a molto e sono arrivata bagnata come un grizzly nel fiume, con la stessa grazia, la stessa bellezza e anche lo stesso buonumore.

Adesso, però, sono a casa perchè dovrei lavorare stasera. Educativa di strada dalle 18.00 in poi.
Ma, se dio vuole, appunto, piove e diluvia.
E gli adolescenti, che tutto si può dire ma non che siano funghi o lumache, con la pioggia se ne stanno belli chiusi in casa, rendendo inutile l'educativa di strada delle 18.00.
Così forse oggi pomeriggio sono in recupero di un lavoro serale che non farò.
Meraviglioso governo ladro.

Così adesso digerisco le meravigliose melanzane alla parmigiana di Un uomo, faccio una doccia calda e poi uso questo pomeriggio libero per andare dagli sbirri a dire che mi hanno rubato il passaporto.
Dieci anni fa, me l'hanno rubato.
Ma sembra che per farne uno nuovo devo rifare la denuncia.
Le dodici fatiche di asterix.

A dover scegliere, credo che andrò dagli sbirri che abitano di fronte al circolo Luogo dell'anima. Così, tanto per fare un po' la p.r.
In generale, però, pensare di uscire di casa sotto la pioggia per infilarmi in una caserma non è un'idea che proprio mi renda gioiosa.
E' la sindrome da G8.

Però, oggi.
Con le dimissioni di Scajola.
Di nuovo.
C'è tutto un altro gusto, ad andare in caserma.

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