Domenica sera, casa di Un uomo.
Fuori i sampdoriani suonano tutti i clacson del mondo, noi siamo appena tornati da un aperitivo su una terrazza bianca affacciata sul mare.
Siamo usciti dalla casa numero 14 alle cinque e mezzo, abbiamo pranzato alle quattro, abbiamo fatto colazione all'una e mezza, ci siamo svegliati all'una.
Alle cinque e mezza, appunto, mentre i primi clacson iniziavano a suonare, noi ci siamo divisi nelle due case per sfamare i reciproci gatti che ci fanno le scenate di gelosia a giorni alterni, e alla fine ci siamo lanciati in motorino, direzione mareggiata.
La terrazza bianca è un posto che appena viene il caldo è inavvicinabile.
Ma adesso, che tirava un vento freddo e maiale, è il posto più bello del mondo.
Perchè Un uomo ha sangue tunisino, ma gli piace il freddo.
Quindi adesso, la terrazza bianca - che un po' sa di Puglia, un po' di Grecia, un po' di Tunisia e un po' di Baltico - è il posto più bello del mondo, con il vento freddo e maiale, sia per me che per lui.
Il tavolino più esposto alla mareggiata era troppo anche per noi, ma abbiamo scelto quello subito dietro, e abbiamo preso un aperitivo montagna russa, con i muscoli tesi a scattare ogni volta che l'onda minacciava di travolgerci.
Però abbiamo vinto e siamo tornati a casa infreddoliti ma asciutti.
Adesso ci sono i Toto nello stereo.
Un uomo canta in cucina mentre prepara il secondo pasto della giornata, in coerenza con la mia curva glicemica.
Il gatto Trippa mi guarda dal letto.
E io mi ritaglio un quarto d'ora di blog per dire che ci sono delle domeniche che ne vale la pena.
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